37.
THORFINN
Thor stava fissando per l'ennesima volta il display del suo cellulare. Come sempre cercava un messaggio da parte di Hugo ma il rosso non aveva alcuna intenzione di scrivergli.
Thor per colpa di quella situazione aveva smesso di studiare e stare attento e i suoi voti si erano abbassati tantissimo.
Sbuffò e quando finalmente sentì la campanella suonare fu uno dei primi ad uscire da quell'inferno che era la sua classe.
Sarebbe tanto voluto tornarsene a casa, ma proprio non ci riusciva.
Sentì la bocca dello stomaco contrarsi e fece dietrofront verso i bagni.
Anche quel luogo lo faceva stare male, pensò mentre spingeva la porta e guardava i lavandini.
Proprio in quel punto Hugo gli aveva urlato che non lo voleva come amico.
Non voleva più stare con lui.
Gli occhi di Thor si riempirono di lacrime e si avvicinò ai lavandini, posando entrambe le mani sulla superficie di marmo.
Stava per scoppiare in un pianto liberatorio quando sentì una porta in fondo al bagno aprirsi e poi chiudersi con un tonfo.
Thor si voltò e fu stupito nel riconoscere l'amico di Hugo.
Stava per andarsene, nemmeno aveva alzato gli occhi dal suo cellulare, quando Thor lo bloccò.
"Tu sei l'amico di Hugo, giusto?" Chiese.
Il ragazzino sollevò la testa e lo guardò confuso.
"Uhm. Sì, mi chiamo Zac" disse il ragazzo scrutandolo attentamente.
"Io... Sono Thor... Io... Non so se Hugo ti ha mai parlato di me..." disse il moro deglutendo a fatica.
Lo sguardo di Zac mutò dalla confusione alla comprensione.
"Ah. Sì.... So chi sei..." Disse piano.
Il cuore di Thor prese a battere furioso nel petto.
"Lui... Ti ha parlato di me?" Chiese il moro guardandolo speranzoso.
Zac sospirò.
"Sì... Lui... Non posso proprio dire cosa ha detto però... Diciamo che mi fa soffrire vederti con questa faccia... Io devo andare in classe, ma... Possiamo vederci fuori da scuola? Io mi inventerò qualcosa. Ovviamente non facciamoci vedere da Hugo..." Disse Zac.
Thor annuì.
"Ti aspetto fuori dal parcheggio, conosci la mia macchina? Parleremo li..." Disse Thor.
Zac annuì.
"Ok. Va bene..." Disse Andrews abbozzando un sorriso.
I due si separarono e il cuore di Thor divenne improvvisamente più leggero.
~*~
Thor aveva lo stomaco chiuso. Non aveva mangiato nulla a pranzo e mentre si avvicinava agli armadietti per riporre i libri che non gli sarebbero serviti a casa, sospirò pesantemente mentre lanciava una breve occhiata agli studenti che affollavano il corridoio scolastico.
La sua attenzione venne improvvisamente catturata da Hugo che, tutto sorridente, sembrava quasi correre nella sua direzione.
Thor sentì il cuore battere furioso nel petto.
Che Zac gli avesse parlato di lui? Potevano finalmente risolvere?
Thor si posizionò con le spalle contro gli armadietti, i suoi occhi si illuminarono e comparve un sorriso sulle sue labbra.
Stava per aprire le braccia per farsi stringere da Hugo ma il rosso si gettò entusiasta tra le braccia di Zac che sbarrò gli occhi chiari e avvampò.
"Ho preso una A!" Thor lo sentì urlare.
Zac sorrise e non si lamentò quando Hugo gli scompigliò i capelli mossi sulla testa.
Weasley scese dal suo corpo e poi gli lasciò un bacio sulla guancia, gesto che lo fece arrossire.
Thor strinse la mascella e fece per voltarsi, ma la fortuna non era dalla sua quel giorno.
"Amore!"
Thor si irrigidì e si voltò verso Marcia che si stava sbracciando verso di lui.
Aveva attirato l'attenzione anche di Hugo e Zac che non distavano poi molto.
La ragazza si fermò davanti a lui e lo fissò adorante. Stava sollevando le mani per afferrargli il viso, ma Thor gliele schiaffeggiò con rabbia.
"Stammi lontano, porca puttana!" Urlò.
Marcia lo guardò con. Gli occhi sbarrati.
"Thor? Che ti prende?" Chiese.
"Che mi prende? Mi prende che non ti voglio più nella mia cazzo di vita! Non mi interessi! Lasciami in pace..."
"Ma... Thor... Noi ci amiamo..." Disse la ragazza con voce spezzata.
"Io non ti ho mai amata" disse Thor freddo.
Il suo sguardo cadde su Hugo che era rigido ancora stretto tra le braccia di Zac che era sconvolto.
Senza dire una parola fece dietrofront, ignorando i singhiozzi di Marcia e i suoi tentativi di farlo voltare.
Raggiunse la sua macchina quasi correndo. Si chiuse dentro e posò la fronte contro il volante.
Prese alcuni respiri profondi poi aprì le labbra e urlò, un urlo talmente forte e disperato che gli studenti che erano usciti dall'edificio e passavano accanto alla sua macchina si voltarono preoccupati.
Thor sentiva gli occhi pizzicare.
Per chi aveva assistito alla sua brusca rottura con Marcia il suo comportamento disperato e distrutto poteva essere dovuto a quello, in realtà Thor stava piangendo per altro. Per la mancanza di affetto da parte di Hugo.
Hugo che lo aveva allontanato, cancellato oltre che sui social, anche nella vita reale.
Quel pensiero lo faceva ammattire.
Accese il motore della macchina e andò a sistemarsi in un posto isolato poco lontano dalla scuola. Chissà se Zac si sarebbe presentato al loro appuntamento.
Thor era perso nei suoi pensieri che si ritrovò a sussultare quando lo sportello della macchina si aprì e Zac entrò svelto, sedendosi accanto a lui.
Lo vide scrivere veloce qualcosa sullo smartphone prima di bloccarlo e voltarsi verso di lui.
"Beh? Cos'era quella sceneggiata? Problemi in paradiso?" Chiese Zac sollevando un sopracciglio.
"Parli di Marcia? Era una cosa che dovevo fare da tempo ma non ho mai avuto il coraggio.." mormorò Thor asciugandosi la guancia con il palmo della mano.
"Beh... È distrutta, poverina. Quando ce ne siamo andati era rannicchiata in lacrime sotto il tuo armadietto... sembrava un cagnolino abbandonato in mezzo alla strada..." disse Zac.
"Beh, è quello che è sempre stata con me. Il mio cagnolino fedele. Ogni tanto bisogna anche prenderli a bastonate per allontanarli... il loro affetto mi fa vomitare. Così ciechi e fedeli, pronti a subire tutto lo schifo pur di non sentirsi soli..." disse Thor stringendo il volante tra le dita.
"Stai parlando di Marcia?" Chiese a quel punto Zac distogliendolo dai suoi pensieri.
"Lasciamo perdere" disse Thor puntando lo sguardo sul ragazzino. "Allora? Che cazzo sta succedendo a Hugo?"
Zac si mosse a disagio sul sedile e lo guardò timoroso.
"È in un limbo di sofferenza e dolore..." disse sconsolato Zac.
"E deve costringere anche me a stare di merda? Perché non possiamo stare di merda insieme? Sono io il problema?!" Chiese Thor confuso.
"Sì... e no... non puoi stargli vicino. Anzi. Meno lo frequenti adesso e meglio sarebbe per te e per la tua vita..." disse Zac.
"La mia vita?! Ma Hugo ha sbattuto la testa questa estate e non me ne sono accorto? La mia vita non vale un cazzo senza di lui! Non ho amici. Non parlo più con nessuno. Quando ho le mie fottute crisi non c'è la sua voce a rassicurarmi, non ci stanno le sue mani a stringermi, a cullarmi. Io sono morto senza di lui. Perché mi sta facendo questo?"
Zac sospirò.
"Manchi anche a lui." Disse, poi, notando lo sguardo scettico di Thor, continuò a parlare. "Davvero gli manchi. Parla di te in continuazione. Sa che ti sta facendo soffrire il suo comportamento, non ho idea di cosa ti abbia detto di preciso, ma anche lui sta di merda per questo. Ha deciso di farsi da parte per non darti problemi. Dice che se si è allontanato e continuerà a farlo tu smetterai di pensare a lui. Vuole la tua felicità...." Disse Zac.
Thor lo fissò come se fosse impazzito.
"La mia felicità consiste nella sua presenza nella mia cazzo di vita. Invece mi ha abbandonato! Senza una cazzo di spiegazione. Non mi vuole più nemmeno come amico. Ha detto che non sono suo amico. Capisci? Dopo ANNI! È l'unico con cui ho davvero legato quando sono stato adottato. L'unico! E ora mi butta via. Cosa ho fatto di male? Questa estate non abbiamo litigato. È sempre stato buono e gentile con me. Abbiamo passato le serate sul divano a ridere e commentare i film insieme. Abbiamo riso fino ad addormentarci. Sembrava un giorno come un altro e invece Hugo dalla notte al mattino è cambiato. È diventato freddo nei miei confronti...." Disse Thor con gli occhi gonfi di lacrime.
Zac lo fissava con sguardo triste e devastato. Sì portò entrambe le mani sulle tempie per massaggiarle.
"Mi dispiace molto" sussurrò.
Thor prese a trafficare con il suo cellulare.
"Guarda! Mi ha pure bloccato su WhatsApp! Come diavolo lo contatto? Come faccio a parlargli?!"
"Se ti ha allontanato lo sta facendo solo per il tuo bene, non il suo."
"Il mio bene? Guardami! Ti sembro stare bene? Ho perso il mio migliore amico e non so cosa diavolo gli ho fatto!"
"È proprio questo il problema. Tu non sei e sarai mai il suo migliore amico" disse Zac prima di aprire la portiera per scendere dalla macchina.
"Eh? Perché? Cosa è successo? Cosa sai? Perché non mi vuole? Ti supplico aiutami ho bisogno di lui, mi manca!"
"Manchi anche a lui" disse Zac voltandosi verso il moro. "Ti giuro che sta agendo per il tuo bene. Non sei tu il problema, ma lui... Ecco... È incasinato ultimamente ok? Non vuole darti problemi!"
"Ma che problemi? Di che problemi parli? I suoi genitori? La scuola?! Perché? Sei tu? Tu hai preso il mio posto?!" Chiese Thor, quell'ultima frase la urlò, sentiva la gelosia avvolgerlo fino a stordirlo.
Zac scoppiò a ridere.
"Io? Prendere il tuo posto?! Non ci penso minimamente..." Disse il ragazzo stringendosi nello zaino alle sue spalle.
Thor lo fissò confuso e poi si accorse dello sguardo del castano vagare verso il parcheggio della scuola.
"Scusami, devo andare..." Disse prima di chiudere lo sportello della macchina e raggiungere il cancello in ferro battuto della scuola.
Thor lo seguì con lo sguardo attraverso lo specchietto retrovisore.
Vide Zac salire a bordo di una utilitaria e poi salutare con un bacio sulle labbra il guidatore.
Thor aggrottò le sopracciglia confuso, poi mise in moto, allontanandosi da quel posto infernale.
TEDDY
Teddy stava dormendo beato nel suo letto finché il vibrare della sveglia del suo cellulare non gli fece aprire gli occhi.
Allungò la mano per spegnere la sveglia e poi si buttò sul materasso a pancia in su, portandosi una mano a grattarsi i peli del pube.
Restò fermo in silenzio nel letto a fissare il soffitto.
All'improvviso, un tonfo alla porta lo fece sobbalzare e sedere di scatto.
Che diavolo stava succedendo?
Velocemente scese dal letto e si recò verso la porta di ingresso. Molto lentamente si avvicinò allo spioncino, non vedendo nulla.
Teddy si grattò la nuca confuso.
Eppure era certo di aver sentito un tondo appena fuori dalla sua porta.
Molto lentamente decise di aprirla e quello che vide gli mozzò il fiato.
"Jamie?! Che cazzo ti è successo?" Chiese terrorizzato mentre lo trascinava dentro casa.
"Ahi, no! Mi fai male!" Sì lamentò il barista.
Teddy riuscì a farlo sedere sul divano e poi si portò entrambe le mani sulla bocca quando vide in che condizioni era il suo viso: violaceo e gonfio.
"Chi cazzo ti ha conciato così?!"
James non rispose. Chiuse gli occhi.
"No! Non osare addormentati! Potresti non svegliarti più!" Disse impanicato Teddy.
"Chiamo un'ambulanza..." disse cercando di andare in camera dove aveva ancora il cellulare in carica.
"No!" Urlò James facendolo bloccare. "Se la chiami i miei lo verranno a sapere.."
Teddy lo guardò confuso.
"Cosa non devono sapere? In che casini ti sei messo? Chi ti ha fatto questo?" Chiese Teddy cercando di trattenersi dallo spaccare tutto.
"Patrick" sussurrò James per poi scoppiare in un pianto disperato.
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