34.

ZAC

Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. Quella sera ci sarebbe stata la famosa cena, dove Zac avrebbe presentato a sua madre Nika. Per quel motivo quel pomeriggio era tesissimo e aveva anche fatto degli errori durante la lezione di conservatorio.

Il suo insegnante lo aveva ripreso tre volte durante la lezione di violino perchè si era perso nei suoi pensieri.

Il suo sguardo chiaro continuava a saettare dal pentagramma che aveva davanti, su cui aveva scritto delle note, all'orologio bianco appeso sulla parete dell'aula nella quale si teneva la lezione.

Il suo insegnante lo stava fissando arrabbiato.

"Zachary è la quarta volta che ti distrai!" lo riprese l'insegnante.

Zac sobbalzò e lo guardò affranto. Non si era mai distratto prima durante le lezioni con l'uomo ma quel giorno era troppo importante anche solo per concentrarsi cinque minuti. Tutte le sue preoccupazioni andavano alla cena di quella sera.

Nicole aveva insistito tanto per conoscere Nika e il ballerino aveva accettato l'invito, desideroso di fare buona impressione su sua madre.

Dopo aver ripreso i rapporti, Nika era cambiato tantissimo nei confronti di Zac e voleva essere presente più che mai nella sua vita. Quella volta avrebbe fatto le cose per bene.

Purtroppo, i vari impegni di entrambi li avevano tenuti lontani l'uno dall'altro per una lunga settimana e quella sera Nika sarebbe andato a prendere personalmente Zac al conservatorio e insieme sarebbero andati a casa del più giovane dove si sarebbe tenuta la cena.

"Le chiedo scusa, signore" rispose Zac avvampando.

Non si era mai distratto.

L'uomo sospirò e si passò una mano tra i capelli.

"Non so cosa ti stia succedendo ultimamente, so che le lezioni di violino non sono tra le tue preferite, ma ho parlato con tua madre e lei vuole darti una doppia possibilità nel caso la strada del direttore d'orchestra non andasse bene."

Zac sospirò. Ne aveva parlato fino allo sfinimento con sua madre e alla fine aveva vinto lei. Zac non amava il violino, preferiva decisamente suonare la chitarra elettrica di suo padre, ma entrambi i suoi genitori erano stranamente d'accordo sul violino. Così Zac aveva accettato di fare lezioni anche di violino, come se quelle per diventare direttore d'orchestra, sommate alla scuola, non fossero abbastanza impegnative.

Adesso si aggiungeva anche la relazione ufficiale con Nika e Zac avrebbe dovuto trovare del tempo da dedicare al suo ragazzo.

I due in quella settimana che non si erano potuti vedere, si erano chiamati e sentiti ogni giorno. Zac aspettava trepidante la chiamata da parte di Nika quando andava al lavoro e non chiudeva gli occhi la sera se prima non riceveva la sua buonanotte.

La mattina invece era lui a mandare il buongiorno al suo ragazzo. Non appena apriva gli occhi la chat con Nika era la prima cosa che apriva, scriveva il buongiorno seguito da tanti cuori rossi e rosa e poi si alzava dal letto.

Durante le pause tra una lezione e l'altra leggeva la risposta e Zac fissava assorto i professori spiegare. Era dannatamente pazzo di lui.

Il suo insegnante lo mandò a casa e Zac colse l'occasione al volo. Quel giorno non sarebbe stato capace di imparare nulla, troppa l'agitazione che aveva in corpo.

Quando uscì dal conservatorio, si guardò attorno per cercare il suo ragazzo. Quando lo riconobbe, in piedi accanto alla porta a vetri di ingresso, trattenne rumorosamente il fiato.

Nika indossava un completo elegante nero e i capelli, che aveva tagliato corti durante la loro separazione forzata, erano tenuti all'indietro con il gel. Non appena si accorse di lui, il maggiore si voltò e sorrise al suo indirizzo, facendo battere impazzito il cuore nel suo petto.

Zac avanzò verso di lui con gli occhi sl sbarrati, come se fosse impossibile credere che quello fosse davvero il suo ragazzo.

Il taglio aveva tolto tutte le ciocche bionde dai capelli del barista e ora il giovane era tornato al suo castano naturale. Per la prima volta Zac fu costretto ad ammettere a se stesso che il suo colore naturale gli donava molto di più di quel biondo dorato con cui lo aveva conosciuto.

"Beh? Non mi saluti?" chiese il maggiore guardandolo con un sorriso sulle labbra.

Zac deglutì, ancora con lo sguardo fisso sul suo viso.

"Scusa, non ricordavo fossi così bello..." disse in un sussurro il ragazzino.

Nika avvampò appena e scrollò la testa mentre gli faceva cenno di uscire da lì.

"Se per ricevere questi complimenti dobbiamo non vederci per una settimana intera, evviva le separazioni forzate!" disse Nika ridacchiando mentre apriva la macchina.

Zac alzò gli occhi al cielo mentre apriva lo sportello del sedile posteriore e posava il violino protetto dalla sua custodia. Lo chiuse e andò a sedersi sul sedile del passeggero dopo aver fatto il giro della vettura.

Quando fu seduto in macchina, Nika si sporse verso di lui per baciarlo. Zac chiuse di riflesso gli occhi, portando una mano verso il viso liscio del suo ragazzo, sentendo i denti del maggiore mordicchiargli il labbro. Ricambiò il bacio violento, ritrovandosi ben presto con il fiato corto, una mezza erezione tra le gambe e le labbra gonfie e arrossate per via dei baci di Nika.

Altro che baci romantici! Nika sembrava posseduto! Divorava le sue labbra come se ne dipendesse della sua vita, gliele succhiava con forza e cercava la sua lingua condisperazione.

Quando i due giovani si staccarono si fissarono con gli occhi sbarrati e con la voglia di saltarsi addosso dipinta sui loro volti.

"Porca puttana" sussurrò Zac voltandosi per fissare la strada davanti a sè mentre si sistemava il membro ingrossato che adesso premeva doloroso contro la cerniera dei jeans.

Perchè doveva eccitarsi ogni volta che Nika lo baciava?

Zac chiuse gli occhi, gettando la testa contro il sedile del passeggero e si portò una mano sul viso per cercare di scacciare via quei pensieri assurdi.

Già era tanto se Nika lo baciava di sua spontanea volontà, quelle voglie improvvise, che facevano girare la testa a Zac, sarebbero state troppo per il maggiore.

"Che hai?" chiese Nika voltandosi verso di lui.

Zac aprì gli occhi chiari e si accorse solo in quel momento che Nika aveva messo in moto e si stavano dirigendo verso casa sua.

Quando diavolo erano successe quelle cose?

Zac si portò una mano sul viso.

"Scusa, ho avuto un giramento di testa..." disse il più giovane avvampando.

"Ok, oggi deve essere la mia giornata fortunata, due complimenti in pochi minuti, potrei montarmi la testa" lo prese in giro il maggiore mentre ascoltava la voce di google maps dargli le indicazioni per la casa di Zac.

Il giovane sbuffò incrociando le braccia davanti al petto.

"Sei incredibile!" borbottò il più piccolo.

"Beh, mi ami per questo, no?" chiese Nika allungando poi una mano per spettinargli i capelli.

Zac non rispose, limitandosi a guardare fuori dal finestrino.

Erano arrivati a casa sua, Zac osservò Nika parcheggiare la macchina e di nuovo sentì una morsa chiudergli lo stomaco.

Il maggiore si voltò verso di lui e allungò una mano per stringere quella dello studente nella sua. Le sollevò verso l'alto e lasciò un bacio delicato sul suo dorso, guardandolo con intensità.

"Ti amo" gli disse il maggiore e il cuore di Zac scoppiò impazzito nel suo petto.

Il più piccolo si avventò sulle sue labbra, godendosi ogni tocco del maggiore. I due giovani amanti si strinsero con forza l'uno nelle braccia dell'altro, finchè Zac non allontanò le labbra da quelle del maggiore per prendere di nuovo fiato.

Posò la testa nell'incavo tra la sua spalla e il collo ed inspirò a pieni polmoni.

"Adoro il tuo profumo" disse Zac con tono sognante e Nika lo strinse tra le sue braccia.

"Ed io adoro te. Però dobbiamo andare, non voglio fare una brutta figura con tua madre" disse il barista facendo allontanare il ragazzino da sè.

Zac annuì e dopo essersi guardato brevemente allo specchio scese dalla macchina allungando la sua mano verso quella del compagno che intrecciò insieme le loro dita.

In quel modo suonarono il citofono del palazzo nel quale viveva Zac. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top