29.

JAMES

James aveva raggiunto l'appartamento di Teddy il giorno prima e si era fermato a dormire dal maggiore dato che il suo appartamento era più vicino alla stazione.

La sera prima avevano mangiato ordinando cinese e avevano chiacchierato, poi avevano deciso di andare a letto per dormire qualche ora in più, invece erano finiti a fare l'amore fino all'alba.

Alle sette James era stanco morto, oltre a sentire il corpo fargli male.

"Ogni tanto dovrei stare io sopra" borbottò mentre cercava di tirare fuori una gamba fuori dal letto.

Teddy, che si era seduto con la schiena sui cuscini, ridacchiò divertito.

"Non sono passivo per nessuno, James, toglietelo dalla testa." Gli aveva detto prima di uscire in silenzio dalla stanza.

James si era passato una mano tra i capelli, sbuffando frustrato.

Lui amava stare sotto, lasciare il comando a Teddy, ma il pensiero di ricambiare e fargli provare le stesse sensazioni meravigliose che provava lui a Teddy lo stava facendo ammattire.

Sì alzò dal letto zoppicando non appena sentì l'acqua della doccia scorrere.

Entrò in bagno e riconobbe il corpo di Teddy sotto l'acqua. Sì sfilò i boxer di dosso insieme alla maglietta ed entrò nel vano doccia accanto a Teddy che si stava insaponando i capelli.

"Ti insaponò la schiena e sfruttiamo la stessa acqua così non facciamo ritardo" disse James passando le mani insaponate sulle sue spalle.

Teddy deglutì.

"Se mi stai così vicino il ritardo lo facciamo davvero" disse fissando il più piccolo con sguardo affamato.

James sorrise mentre sentiva l'erezione del più grande premere contro la sua coscia. Anche il suo corpo rispose a quella stimolazione.

"Per quanto l'idea di farlo sotto la doccia mi piaccia un sacco, abbiamo una notte a Londra in Hotel per sfogare le nostre fantasie e poi il mio culo è ancora devastato da questa notte..." Disse il moro per poi cominciare ad insaponarsi sotto l'occhiata delusa ed eccitata del compagno che gli strinse i fianchi con entrambe le mani.

"Non so se sarò in grado di tenere le mie mani lontano da te sul treno..."

James lo fulminò con lo sguardo.

"Non ci pensare minimamente. Sarà pieno di gente e... le persone non sono tutte ben disposte verso le coppie omosessuali. Io non ci tengo ad essere menato da degli omofobi del cazzo. Per cui tieni le tue dannate mani a posto!" Disse James arrabbiato per poi uscire dalla doccia.

Teddy lo fissò confuso e lo seguì a sua volta.

I due giovani si vestirono e decisero di fare colazione al bar della stazione.

Il treno giunse puntuale e dopo aver trovato i loro posti, i due si sedettero uno accanto all'altro.

Il viaggio sarebbe stato abbastanza breve, un'ora al massimo ma entrambi erano ancora eccitati dalla doccia che avevano avuto, soprattutto Teddy che fece vagare la mano sulla coscia del più piccolo.

James lo fulminò con lo sguardo, cercando di ignorare l'erezione che premeva contro la cerniera dei jeans.

"Smettila!" Disse tra i denti il barista fulminandolo con lo sguardo.

Sapeva che era sbagliato, ma il suo corpo reagiva maledettamente in fretta quando le mani del maggiore lo toccavano.

Dopo qualche minuto di tortura, James si alzò sbuffando dal sedile e andò in bagno.

Chiuse la porta dietro di sé e portò entrambe le mani sul viso dopo essersi brevemente fissato allo specchio sopra il lavandino. Aveva le guance rosse e gli occhi nocciola lucidi.

Sì portò una mano per accarezzarsi il membro attraverso lo strato dei jeans quando all'improvviso bussarono alla porta.

"Occupato!" Disse James mordendosi il labbro.

"Sono io" disse la voce di Teddy dall'altra parte.

James mosse la mano verso la serratura della porta e Teddy entrò in bagno.

TEDDY

Teddy aveva cercato di rimanere tranquillo seduto al suo posto. Aveva cercato di fingere che tutto andasse bene... però alla fine si era alzato ed era andato verso il bagno occupato da James.

Aveva bussato alla porta e giustamente il suo compagno aveva comunicato che il bagno era occupato.

Teddy si avvicinò alla porta.

"Sono io" aveva detto e il suo compagno aveva aperto la serratura subito dopo.

Teddy era entrato nel bagno del treno e subito si era guardato attorno per poi chiudere la porta e spingere James verso il lavandino.

Lo aveva fissato per qualche secondo e si era avventato subito sulle sue labbra in un bacio che lasciò entrambi senza fiato.

James aveva sollevato le mani per stringergli i capelli della nuca mentre schiudeva le labbra per accogliere la sua lingua.

Teddy faceva vagare entrambe le mani su e giù per i fianchi del compagno e lo sentì tremare tra le sue braccia.

Il maggiore lo guardò in faccia.

"Hai freddo?" Gli chiese accarezzandolo.

James deglutì imbarazzato mentre negava.

"No. Ti voglio così tanto. Sarà una tortura resistere un'ora..." disse il più giovane e a quelle parole Teddy si accucciò davanti a lui.

Essendo un bagno pubblico mai si sarebbe inginocchiato a terra, però riuscì a raggiungere con il volto l'inguine del compagno e prese rapidamente a spacciare i bottoni dei suoi jeans.

Il barista si morse il labbro per non gemere ad alta voce. Sentiva le dita di Teddy accarezzarlo e poi i loro sguardi si incrociarono un attimo prima che il maggiore aprisse le labbra per accogliere la punta sensibile.

James ansimò, felice che il treno fosse sufficientemente rumoroso.

Ad un tratto entrarono in una galleria e tutto attorno a loro sparì, venendo avvolti dal buio più totale.

James sentiva la bocca del maggiore succhiare con forza, mentre muoveva la mano su e giù l'asta.

Teddy continuò a succhiare, sentiva James vicino all'orgasmo e il buio gli piaceva. Sapeva che il barista avrebbe abbassato la testa per guardarlo in faccia ma quella era la prima volta in assoluto che facevano qualcosa al buio più completo. Era una bella sensazione.

All'improvviso sentì le dita del più piccolo stringersi attorno ai suoi capelli per tenerlo fermo e cominciare a scoparsi da solo la sua bocca.

Teddy glielo permise, posando entrambe le mani sui suoi fianchi.

"Cazzo, Eddie..." sussurrò James mentre Teddy si lasciava manovrare come una bambola di pezza.

Sentì James tendersi tutto, prossimo al piacere quando uscirono dalla galleria e un forte bussare alla porta del bagno li fece pietrificare.

"Biglietti prego!"

James e Teddy si guardarono scioccati James cercò di costringere Teddy a finire, ma il tatuatore si era ormai allontanato da lui e lo guardava scrollando la testa.

"Sì, un attimo!" Disse Teddy rivolgendosi alla porta, mentre James lottava contro la sua erezione che non aveva alcuna intenzione di farsi rinchiudere in quell'inferno fatto di vestiti.

Teddy fece cenno al barista di spostarsi dietro la porta in modo di poter uscire senza farsi notare e il più piccolo si nascose pur sbuffando.

"Mi faccio perdonare in albergo" gli disse Teddy accarezzandogli una guancia con la mano.

James lo fulminò con lo sguardo mentre il ragazzo dai capelli verde acqua usciva dal bagno come se niente fosse successo.

Raggiunse il suo posto a sedere e mostrò al controllore i biglietti suoi e di James che era seduto accanto a lui.

"Dov'è l'altra persona?" Chiese l'uomo guardando Teddy.

"Soffre un po' di nausea, sta facendo due passi per il treno" disse il maggiore con un sorriso.

Il controllore lo guardò serio poi andò a controllare gli altri passeggeri.

Teddy guardò fuori dal finestrino prima che la sua attenzione venisse catturata da una ragazza che veniva fermata e multata dal controllore perché senza biglietto. La giovane scoppiò in lacrime supplicando l'uomo di non multarla, ma quello sembrava non importargliene di meno.

Proprio in quell'istante James lo raggiunse cadendo come un sacco di patate sul sedile.

"Ti odio" gli disse tra i denti.

Teddy si voltò verso di lui e sorrise.

Il giovane aveva le guance rosse e le labbra gonfie per via dei loro baci.

"Che succede?" Chiese poi Potter guardando davanti a lui.

"Una multa. Mi chiedo come fa la gente a viaggiare senza biglietto..." borbottò Teddy incrociando le braccia davanti al petto.

James non disse nulla, si limitò ad aprire il suo libro e a leggere.

Teddy lo guardò con la coda dell'occhio.

Voleva saltargli addosso, voleva baciarlo fino a svenire.

Quel viaggio fino a Londra sarebbe stato troppo lungo. Aveva assaporato James e ne voleva ancora, sempre di più.

Cercò di prendere un respiro per calmarsi.

Vide James concentrato nella lettura e lui cercò di pensare a qualsiasi cosa tranne a quello che aveva intenzione di fare una volta chiusi nella privacy della stanza del loro albergo.

Sperava di non fare urlare troppo James. Anche se era certo delle sue abilità amatorie, non voleva farsi cacciare.

Teddy cercò di nascondere il sorriso spontaneo con il dorso della mano. All'improvviso sentì il tocco leggero delle dita di James sulla sua gamba e Teddy intrecciò insieme le loro dita.

Sarebbe stato un viaggio molto lungo... si disse mentre guardava il paesaggio fuori dal finestrino e accarezzava con il pollice le nocche di James. 

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