28.

NIKA

Nika raggiunse la scuola di ballo che era già in ritardo di qualche minuto.

Aveva trovato traffico e poi temeva di incrociare i musicisti che suonavano li accanto.

Il pensiero di rivedere Zac lo lasciava senza fiato.

Desiderava vederlo perché gli mancava da impazzire, ma al tempo stesso vederlo significava anche fingere che non esistesse, voltarsi dall'altra parte quando in realtà tutto ciò che desiderava davvero era correre da lui, baciarlo e supplicare il suo perdono.

Nika strinse le dita attorno al borsone che teneva appeso sulla spalla e scrollò la testa sconsolato. Dopo quello che gli aveva detto l'ultima volta, Zac non poteva mai perdonarlo. Lui non si sarebbe mai perdonato.

Anche James gli aveva detto di essere stato impulsivo e un grande cretino.

Zac aveva smesso di tempestarlo di chiamate e messaggi e quello era peggio. Se Zac, che era il combattente tra i due, aveva deciso di lasciarlo perdere, come avrebbe fatto a riavere la sua fiducia?

Nika sapeva che era un ragazzino intelligente, sapeva che se era finita in quel modo era solo perché Nika era terrorizzato dalla differenza di età, non potevano farci nulla.

Zac sembrava felice con lui, Nika non smetteva un secondo di pensare ai suoi baci e al suo volto arrossato.

Quando andava a letto era un tormento. Per non parlare di quando metteva piede in casa e il suo sguardo cadeva sul divano.

La voglia di spogliarlo, baciarlo e poi portarlo in camera da letto era tantissima, ma non poteva e voleva rischiare.

Sapeva che avrebbe sofferto come un cane, ragazzi come Zac non se ne trovavano in giro tanto spesso, ma non riusciva a pensare ad altro che disgrazie se solo avesse ceduto di poco.

Tenerlo come amico era impensabile. Come poteva fingere di volerlo accanto come amico se tutto ciò che desiderava era stringerlo tra le braccia e baciarlo fino a perdere i sensi?

Nika si ritrovò ad uscire dalla scuola di ballo che nemmeno si era accorto di aver seguito alcuna lezione.

Da quanto diavolo stava pensando a Zac? Cosa ne erano state di quelle ore?

Poteva essersi ridotto in quel modo all'improvviso?

Sollevò la testa e si accorse che stava piovendo. Portò le mani sul cappuccio della felpa che aveva indosso e si coprì la testa poco prima di uscire.

Ad un tratto la sua spalla scontrò un altro corpo, qualcuno che stava uscendo dalla stessa porta.

Alzò la testa e il suo respiro si mozzò in gola.

Zac era davanti a lui che lo fissava con i suoi grandi occhi verde acqua.

Lo vide aprire e chiudere la bocca. Lo sguardo di Nika cadde sulle sue labbra rosse, così dannatamente vicine.

Quanto aveva sognato quelle labbra? Bastava semplicemente un piccolo gesto. Qualche centimetro di distanza...

"Scusate... State uscendo?" Una voce alle loro spalle li fece sobbalzare e alzare la testa verso un ballerino che stava uscendo.

Nika sospirò e si fece da parte, allontanandosi da Zac che aveva le guance tutte rosse.

Stava per fermarlo e chiedergli di perdonarlo, ma il ragazzino seguì il ballerino e Nika rimase impalato sulla soglia della porta di vetro, osservando l'amore della sua vita fuggire via, correre veloce verso un'automobile parcheggiata poco più avanti.

Nika deglutì il groppo che gli si era formato in gola.

Lo hai voluto tu gli disse la coscienza mentre osservava la macchina sulla quale era salito Zac sparire dalla sua vista.

ZAC

Zac stava correndo verso l'automobile di sua madre e vi si chiuse dentro con un sospiro frustrato.

"Ciao Zac, è bello anche per me vederti" disse la voce della donna alla guida e Zac si voltò verso di lei stupito.

Era Nicole Taylor, la moglie di sua madre.

"Perché sei venuta tu a prendermi e non mia madre?" Chiese il ragazzo, odiando la sua voce roca.

Stava lottando per non piangere.

"Tua madre si è fermata al lavoro, aveva delle cose da terminare. Non dirmi che ti dispiace vedermi..." Disse la bionda con un sorriso prima di mettere in moto.

Zac scrollò la testa.

"No. Anzi. Grazie che sei venuta a prendermi. Potevo prendere la metro..." Disse il ragazzino mentre si infilava la cintura di sicurezza e poi stringeva le dita sul tessuto del cappotto all'altezza di quel cuore che gli faceva male da troppo tempo.

"Figurati se ti permettevo di prendere la metro. A quest'ora!" Disse la bionda voltandosi verso di lui, ma Zac aveva lo sguardo perso oltre il finestrino.

Stava ripensando al viso stupito di Nika, al suo sguardo pieno di desiderio quando era caduto sulle sue labbra.

Zac si morse il labbro inferiore tra i denti e si lasciò sfuggire un sospiro triste.

"Che sta succedendo?" Chiese all'improvviso Nicole, il suo tono era preoccupato.

Zac scrollò la testa guardando la strada che scorreva davanti ai suoi occhi.

"Sto male, niente di che..." disse Zac posando la fronte contro il finestrino.

"Male? Come stai male? Ti porto in ospedale?!" Chiese preoccupata la bionda ma Zac rise, una risata amara.

"Dubito che i medici sappiano sistemare il mio cuore malandato... vorrei strapparmelo..." disse con voce spezzata e poi senti le guance bagnate.

Zac si portò una mano sugli occhi, sentendosi tremendamente in imbarazzo.

"Zac... so che non sono tua madre ma... puoi parlare con me, lo sai? Qualsiasi cosa. Sono tua alleata..." disse la bionda allungando una mano verso la sua gamba.

Zac tirò su con il naso e Nicole aprì appena il finestrino per fargli prendere aria.

"I miei genitori non devono scoprirlo. Mai. Soprattutto mio padre. È colpa sua se mi trovo in questa situazione orribile..." disse il castano sospirando.

"Hai litigato con lui?" Chiese Nicole confusa.

Zac negò con la testa.

"No. Non ne ho avuto il tempo visto che il mio ragazzo, o quello che ho creduto di avere, si è tirato indietro non appena ha saputo del lavoro di mio padre..." disse Zac con tono arrabbiato e deluso.

"Il tuo ragazzo? Hai un ragazzo?" Chiese Nicole.

"Lo avrei. Se non fosse così tremendamente terrorizzato da mio padre..."

"Che è successo?" Chiese Nicole.

"È un ballerino che frequenta la scuola di ballo accanto al conservatorio. Un giorno stavo suonando e l'ho visto ballare. È stato... amore a prima vista. Sono pazzo di lui e... nella fortuna anche lui è pazzo di me, lo so..."

"E allora perché ti ha lasciato?" Chiese Nicole confusa.

"Perché dice che non possiamo avere futuro, lui e troppo grande per me..."

Nicole lo guardò mentre inseriva poi la freccia per parcheggiare davanti al palazzo nel quale vivevano.

"Troppo grande?" Chiese Nicole. "Non si se te ne sei accorto, ma io so cosa significa avere una relazione con qualcuno di molto più grande..."

Zac sospirò.

C'erano dodici anni di differenza tra Nicole e sua madre, eppure le due erano sposate e vivevano felicissime.

"Lui ha ventuno anni. Io devo compiere diciassette. Fine del discorso. Lui è maggiorenne ed io minorenne, non vuole finire in carcere..." disse Zac con le guance rosse.

Nicole non fosse nulla mentre lo precedeva verso casa.

Dopo essere entrati, Zac sospirò.

"Che faccio? Devo rinunciare al ragazzo dei miei sogni per l'età?" Chiese triste e abbattuto lo studente.

Nicole lo guardò e gli indicò il divano.

"Siediti. Mi sa che tua madre non ti ha mai raccontato di quello che ho dovuto passare per averla.." disse Nicole con tono serio e Zac la fissò confuso.

"Hem... no. Ci ha detto che si sarebbe sposata sei mesi prima del matrimonio. Non sapevo nemmeno avesse una relazione..." disse Zac confuso.

"Tipico di lei." Borbottò Nicole scrollando la testa.

Zac la guardò confuso.

"Quando ho conosciuto tua madre la prima volta avevo sedici anni. È stato colpo di fulmine.." cominciò a raccontare Nicole con sguardo perso.

"Mia madre? Ti piacciono le donne?" Chiese confuso Zac. "Io credevo che... voi..."

Nicole si voltò verso di lui.

"Noi cosa? Solo perché ho fatto il cambio di sesso da uomo a donna non significa niente. Non è che mi sentivo a disagio nel mio corpo perché volevo gli uomini. Ad essere sincera odiavo talmente tanto il mio corpo maschile da odiare quasi tutti gli uomini... no. Non sono mai stata un'amante del genere maschile. Sin da bambina mi piacevano le bambine.. e ancora adesso mi piacciono le donne. Tua madre in particolare" disse con un sorriso malizioso.

Zac avvampò e si portò le mani sulle orecchie.

"Non voglio sapere che schifo" disse il ragazzino avvampando.

I suoi genitori non facevano sesso. I suoi genitori non facevano sesso.

"Comunque... Tua madre aveva ventisette anni... e la differenza di età c'era eccome. Non l'ho mai baciata prima del matrimonio. Non potevo. Ma ho lottato per lei. Sapevo che la volevo e ho litigato con tutti. Dai miei genitori, a mio fratello Chris a tuo padre.... Per non parlare di Wally. Ha fatto di tutto per allontanarmi. Pure andare a letto con tuo padre e farmelo sapere, compreso di dettagli piccanti..." disse con una nota nervosa.

Zac stava per vomitare.

"Non voglio sapere" disse con tono devastato.

Sapeva che lui e sua sorella Avril non erano stati cercati, erano sempre e solo stati incidenti. Sua madre lo diceva sempre.

Però gli voleva bene e glielo dimostrava ogni giorno in tutti i modi.

"Comunque ho lottato per lei per anni, volevo solo lei, il resto non mi importava. Ero arrivata ad accettare il fatto che ferisse mio fratello, andando a letto con suo marito, pur di averla. Le ho perdonato tutto. Lei me ne ha fatte di tutti i colori. Mi ha insultata, mi ha ferita peggio di mille pugnalate, ma più mi maltrattava e più io mi innamoravo di lei ogni giorno. A diciassette anni ho cominciato a guardare gli anelli di fidanzamento. Quella sarebbe stata la prova ufficiale. Con quella proposta tua madre avrebbe dimostrato il suo amore. Così... sono entrata in gioielleria, ho comprato il suo anello preferito e un weekend sono andata da lei e le ho chiesto di sposarmi..."

Zac sorrise.

"Ti amava" disse Zac felice.

"Chi? Tua madre? Sì, certo. Ha detto di sì perché aveva finalmente il suo anello preferito. Era una vita che sbavava per quel dannato anello. Io glielo avrei regalato, in cambio doveva diventare mia moglie...."

"Quindi ti ha sposata per l'anello?"

"Esatto. Ma a me non importava nulla. L'avrei fatta innamorare di me giorno dopo giorno, non importava quanto sarebbe stato difficile. Io sapevo che era la differenza di età. Abbiamo deciso di sposarci il giorno del mio compleanno... beh, tu c'eri..."

Zac ridacchiò.

"E solo a quel punto, quando ero ufficialmente diventata maggiorenne e quindi non ci sarebbero stati più problemi, tua madre mi ha confessato di essere innamorata di me. Da sempre. Solo che era terrorizzata di dirmelo. La differenza di età la terrorizzava... ma come vedi ho vinto io..." concluse Nicole con un sorriso felice accarezzandosi la fede al dito.

Zac sospirò.

"Quindi dovrò andare da Nika e chiedergli di sposarmi per dimostrargli che sono pazzo di lui?" Chiese Zac confuso.

"No. Ma potresti invitarlo qui a cena un giorno. Ci parlo io. Vedrai che risolveremo le cose" disse Nicole con un sorriso.

"Ma non mi parla più..." disse Zac con tono lamentoso.

"Tu invitalo a cena. Non ti dirà di no. Digli che vuoi parlargli definitivamente. Mettilo alle strette. Alla fine ha deciso lui per te, giusto? Tu non gli hai detto ancora niente. Si devono decidere in due queste cose. Non può decidere lui della vostra vita. Anche tu hai voce in capitolo. Fallo parlare con me e vedrai che le cose andranno bene..." disse Nicole.

"E con mio padre come facciamo?" Chiese Zac mordendosi il labbro inferiore.

"Se Nika torna con te me la vedo io con tuo padre. Ho ancora un sacco di cose di cui vendicarmi. Io non dimentico" disse con sguardo arrabbiato.

Zac scoppiò a ridere gettando la testa all'indietro.

In quell'istante la porta di casa si aprì e comparve sulla soglia Wally.

Nicole si alzò dal divano e le andò incontro, baciandola con passione sulle labbra.

Zac distolse immediatamente lo sguardo, imbarazzato, ma pregò che quello che gli aveva detto Nicole potesse avverarsi. Anche lui voleva il suo dannato lieto fine! 

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