26.
HUGO
Hugo fu stupito quando sua sorella Rose entrò in camera sua dicendogli che c'era un compagno di classe alla porta.
"Un compagno?" Chiese il rosso alzandosi dalla sedia della scrivania.
La sorella gli fece cenno di stare in silenzio portando l'indice alle labbra.
"Ethan sta dormendo" disse la ragazza per poi sparire in camera sua.
Hugo la ignorò e raggiunse il salotto stupendosi di trovarsi davanti Zac Andrews.
Quando il giovane si voltò verso di lui aveva gli occhi gonfi di lacrime.
"Che succede? Perché piangi?" Chiese il giovane un attimo prima di trovarsi stritolato tra le braccia del ragazzo.
"Mi ha lasciato! Mi ha lasciato!" Disse Zac contro il suo collo e Hugo sbarrò gli occhi sentendo quella frase.
Sì allontanò appena da lui e lo guardò dritto in faccia: era devastato: gli occhi erano rossi e gonfi, il viso era arrossato così come il naso.
"Siediti sul divano... Faccio un the e mi racconti" disse porgendogli un pacchetto di fazzolettini che teneva in tasca e poi si allontanò per andare in cucina.
Aveva fatto del the poco prima, lo versò in una tazza e raggiunse l'amico che stava ancora singhiozzando.
Hugo lo fissò preoccupato.
"In che senso ti ha lasciato?" Chiese.
Zac scrollò la testa.
"Non l'ho capito nemmeno io. Ha detto che abbiamo sbagliato, che non si doveva ripetere, che non mi ama e che dovevo andarmene. Mi ha cacciato di casa... Da un momento all'altro. È stato... Orribile!" Raccontò Zac per poi tornare a singhiozzare disperatamente.
Hugo lo abbracciò forte e il rumore attirò Rose che raggiunse il salotto guardando i due ragazzi preoccupata.
"Che succede?" Chiese con il labiale al fratello che stava passando una mano sulla schiena del compagno di scuola.
"Problemi di cuore" disse Hugo e Rose scrollò la testa, per poi andare in cucina, prendere una tazza di thè e tornare in camera da letto dove il figlio dormiva.
Hugo aveva alzato gli occhi al cielo.
Rose non sapeva nemmeno che cosa fossero i problemi di cuore. Lei aveva trovato Max Bell che era l'incarnazione del ragazzo perfetto. Nonostante un figlio a soli sedici anni, il ragazzo non si era scomposto più di tanto, restando accanto alla sua fidanzata.
"Parlaci di nuovo appena si calma, vedrai che tutto si sistemerà" disse Hugo e Zac si sollevò dalla sua spalla per guardarlo in faccia.
"Tu dici? Magari ha avuto una giornata storta e se l'è presa con me senza un motivo valido. Sono pronto a presentargli i miei genitori. Voglio rendere le cose ufficiali. Ma lui... Sembra così terrorizzato da me. Dice che sono troppo giovane e che dovrei stare con quelli della mia età. Ma cavolo! Io voglio lui. Non mi interessa l'età!" Disse Zac e Hugo sospirò.
"Beh dal suo punto di vista ha ragione. Devi compiere diciassette anni ancora. Lui quanti anni ha? Ventuno? Capisci che per lui è un problema." Cercò di spiegargli Hugo.
"Ma io sono consenziente! Io sono innamorato di lui, non è..." Stava dicendo Zac per poi zittirsi improvvisamente.
"Merda cazzo!" Disse portandosi le mani sulla faccia.
"Che succede?" Chiese il rosso preoccupato.
"Gli ho raccontato della mia famiglia. Sa cosa fa mio padre!"
"L'avvocato? Gli avvocati fanno paura? Da quando?" Chiese Hugo preoccupato.
"Gli ho detto di cosa si occupa. Ha il terrore di mio padre ecco perché mi ha lasciato! Giuro che lo uccido! A Pasqua quando mio padre torna glielo presento vediamo come reagisce..." Stava dicendo Zac quando all'improvviso la porta di casa Weasley si aprì e comparve sulla soglia Hermione Weasley, la madre di Hugo che aveva tra le mani i sacchetti della spesa.
"Ciao mamma!" Disse Hugo con un sorriso mentre la donna posava i sacchetti sul tavolo della cucina.
"Ciao tesoro." Disse Hermione sorridendo, poi si voltò incuriosita verso Zac. "Tu sei un amico di Hugo?"
"Uhm si" disse Zac balzando in piedi e tendendole la mano. "Mi chiamo Zac Andrews, io e Hugo siamo compagni di scuola..."
La donna sorrise dolcemente e poi si rivolse al figlio.
"È la prima volta che ti vedo portare a casa qualcuno. Ti fermi a cena? Mio marito Ron sta per tornare..." Disse la donna.
Zac guardò Hugo che stava annuendo con un sorriso enorme.
"Uhm. Devo chiedere a mia madre. Non voglio disturbare"
"Nessun disturbo. Mi fa piacere conoscere i amici di mio figlio. In realtà tu sei una rarità. Ho sempre pensato non ne avesse nemmeno uno..." Disse la donna svuotando i sacchetti.
Hugo alzò gli occhi al cielo.
"Grazie mamma, ti voglio bene anche io" disse alzandosi dal divano e facendo cenno a Zac di seguirlo in camera sua.
I due si chiusero in camera e Zac chiamò la madre dicendole di quell'invito a cena inaspettato.
"Può passare lei a prendermi stasera?" Chiese Zac all'amico che annuì e poi le diede l'indirizzo.
"Grazie" disse Zac sedendosi poi sul letto del suo amico e guardandosi attorno.
Camera di Hugo era pieno di poster di calciatori.
"Direi che ami il calcio" disse con una risata Zac e Hugo lo guardò con un sopracciglio sollevato.
"Ma dai? Cosa te lo fa pensare?" Chiese ridendo mentre apriva l'anta dell'armadio e tirava fuori una felpa con cappuccio.
Sì tolse la maglia che aveva usato quel giorno a scuola e si cambiò.
"Comunque vedrai che le cose si sistemeranno" lo tranquillizzò Hugo.
"Lo spero..." Disse mogio Zac poi si rivolse all'amico.
"A te invece come vanno le cose?"
Hugo si avvicinò alla porta, controllò che non ci fosse nessuno e poi la chiuse a chiave.
"La mia situazione è tragica. Sono innamorato perso di mio cugino" disse e Zac spalancò gli occhi chiari.
THORFINN
Un'altra giornata e ancora Hugo lo aveva evitato.
Thor non riusciva a capire che cosa fosse successo.
Ripensò alle vacanze estive passate insieme alla Tana, lui e Hugo a guardare film fino a tardi, a chiacchierare di tutto, i tuffi nel lago.
Thor non riusciva proprio a capire che cosa fosse cambiato così all'improvviso.
Si sentiva terribilmente solo e sbagliato. Hugo era stata la prima persona con cui aveva legato non appena era entrato a fare parte della famiglia di Charlie e Oliver anni prima.
Mancava pochissimo, mesi, per rendere l'adozione effettiva a tutti gli effetti e Hugo era improvvisamente impazzito.
A scuola era diventato improvvisamente invisibile. Hugo non lo considerava o guardava nemmeno per sbaglio. Passava tutto il tempo in compagnia di Zac Andrews e lui non valeva più nulla.
Uscì da scuola e fece per raggiungere la macchina quando venne intercettato da Marcia che gli corse incontro.
Thor la fissò avvicinarsi in silenzio. Voleva stare da solo, voleva tornare a casa, chiudersi in camera e piangere. Ma con Marcia non sarebbe stato possibile.
La ragazza era tutta sorridente e si alzò sulle punte per baciarlo a stampo sulle labbra, poi entrò in macchina.
Thor sospirò e salì a sia volta proprio mentre Hugo e Zac gli passavano davanti.
Il rosso gli lanciò un'occhiata e poi abbassò rapido la testa, le guance che diventavano rosse.
Thor sospirò.
Che cosa diavolo aveva fatto per meritarsi un comportamento del genere?
Non appena salì in macchina la voce di Marcia lo destò dai suoi pensieri deprimenti, ma la fece zittire non appena accese lo stereo.
La giovane lo guardò perplessa ma alla fine rimase in silenzio e fissò fuori dal finestrino.
Dopo averla accompagnata a casa, Thor raggiunse la propria abitazione trovando suo padre Charlie in cucina.
"Tutto bene a scuola?" Gli chiese l'uomo mentre preparava i piatti con il pranzo e poi li portava a tavola.
Thor annuì, sforzandosi di sorridere.
"Si, tutto bene..." Disse cercando di essere convincente.
"Ottimo!" Disse l'uomo con un sorriso, sedendosi a tavola.
"Resto poco perché devo tornare al lavoro"
Thor annuì e finì di mangiare in silenzio. Quando fu finalmente solo, Thor entrò in camera per studiare e controllò il telefono.
Nessun messaggio.
Sospirò e decise di mettersi a studiare, così non avrebbe pensato.
Alle sette di sera, però, Thor aveva smesso di studiare e aveva fatto un giro sui social, scoprendo che un film che lui e Hugo stavano aspettando da mesi, sarebbe uscito alla fine del mese. Senza pensare, Thor inviò la notizia a Hugo, magari in quel modo avrebbe potuto riprendere i rapporti con lui, però si accorse con orrore che Hugo lo aveva bloccato.
Thor era inorridito. Era scoppiato a piangere proprio mentre Oliver tornava a casa e l'uomo si era precipitato in camera dal figlio, guardandolo con occhi sbarrati.
Thor si precipitò tra le sue braccia e l'uomo lo strinse, preoccupato.
"Che succede?" chiese l'uomo al figlio che non riusciva a parlare per via dei singhiozzi.
Oliver era spaventato.
"E' successo qualcosa a scuola?" chiese l'uomo.
C'era stato, in passato, un episodio in cui alcuni compagni di scuola avevano preso in giro Thor per avere due padri come genitori. Oliver e Charlie si erano precipitati dal preside e poco dopo i ragazzini che lo avevano preso in giro avevano ricevuto dei richiami e l'obbligo, insieme alle rispettive famiglie, di frequentare corsi LGBTQ+.
"Hugo ha smesso di parlarmi. Non so cosa sia successo, ma all'improvviso ha smesso di farlo e senza una spiegazione. Siamo stati insieme tutta l'estate. bene. Poi all'improvviso ha smesso di rivolgermi la parola e quando l'ho affrontato a scuola mi ha detto che non mi vuole come amico! Non so che cosa gli ho fatto!"
Oliver rimase in silenzio, ad ascoltare il figlio che piangeva disperato.
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