25.

NIKA

Nika sospirò mentre tornava al bancone e posava il vassoio pronto per essere riempito con bicchieri e tazzine.

James sollevò lo sguardo su di lui, fissandolo curioso.

"Che hai si può sapere?" Chiese il collega.

Nika sospirò ancora e invece di rispondere prese il vassoio con le ordinazioni e andò a servire i clienti.

Quella sera c'era il karaoke e il locale era al completo.

Gente ubriaca cantava e i clienti facevano casino urlando

e ridendo.

Nika aveva fatto fatica per non inciampare tra i vari tavoli ma la serata era proceduta tranquillamente e Nika e James si erano ben presto trovati nel love vuoto a pulire.

"Puoi dirmi che hai?" Chiese James non appena restarono da soli, Patrick impegnato nel retro.

Nika sospirò.

"Ho fatto un dannato casino" ammise.

"Ovvero? Che tipo di casino?"

"Con Zac..." Disse Nika sconfitto.

"Con Zac? Che hai fatto?" Chiese James incuriosito mentre asciugava il bancone.

"Perché devo essere io ad aver fatto qualcosa?" Chiese Nika con tono confuso.

James alzò le spalle.

Nika lo fissò per qualche secondo e poi annuì.

"Beh, si. Una cosa l'ho fatta. Ho sbagliato a prendermi di lui... È troppo giovane io... Non so se sia corretto nei suoi confronti" disse Nika mentre stringeva il manico della scopa che teneva in mano.

James aggrottò le sopracciglia.

"Dopo mesi che non hai fatto altro che sbavare per lui, adesso ci stai insieme e vuoi tirarti indietro? Sei impazzito?!" Chiese James scioccato.

"Le cose sono andate... Le cose ci sono sfuggite di mano..." Cominciò Nika, poi fece un cenno con la testa a James di raggiungerlo, non voleva parlare a voce troppo alta, non voleva farsi sentire dal capo.

"Che è successo?" Gli chiese James mentre sollevava le sedie sul tavolo.

"Qualche settimana fa sono riuscito a farlo venire a casa mia con la scusa dei compiti. L'ho aiutato e poi abbiamo messo su un film di azione ma... Puoi immaginare... Non lo abbiamo più guardato dopo nemmeno dieci minuti..."

James lo fissò.

"E allora? Hai limonato il tuo ragazzo, che c'è di male?"

Nika scrollò la testa irritato.

"Non ci siamo limitati a baciarci! Noi... Non lo so, me lo sono ritrovato li tra le braccia e... Ho cominciato a baciargli il collo, lui si è eccitato, ci siamo strusciati... Ed è venuto..."

James lo guardò.

"Continuò a non capire. Sono cose che capitano. È una cosa bella, no?"

Nika scrollò la testa e per poco non fece cadere a terra la scopa.

"No che non è una cosa bella! Non ha nemmeno diciassette anni! È minorenne ed io vado per i ventuno tra poco! Non posso!" Disse e fissò James con disperazione.

L'amico lo fissò.

"Vuoi mollarlo?" Chiese scioccato.

"Sì. Devo. Non... Non posso continuare con lui, capisci? È così giovane ed innocente. Non posso rischiare di finire a letto con lui. Un anno è troppo da aspettare... Potrei non resistere..." Disse Nika.

"Non sei un animale Nika! Certo che puoi resistere! Quel... Quel ragazzino è pazzo di te! Come puoi andare da lui e dirgli che lo vuoi mollare? Con quale dannata scusa? Per un dannato orgasmo?"

"È minorenne. Ed io no. Suo padre è un cazzo di avvocato che si occupa di violenze e stupri! Capisci? Mi uccide se scoprisse che sto con il figlio!"

James alzò gli occhi al cielo.

"Come cazzo la fai tragica. Vi amate e quando due persone si amano non si guarda in faccia niente. Se ti dicessi in che condizioni sta la mia famiglia scapparesti di qui e torneresti a casa.." disse James guardandolo.

"Non capisci. Se... Dovesse uscire che ho una storia con un ragazzo non ancora minorenne... Io finirei in galera, mio padre non potrebbe più salire in Inghilterra... Tutto quello che sto facendo sarebbe stato inutile!"

James scrollò la testa.

"Non puoi essere serio cazzo! Ti rendi conto di quello che dici? Rinunci all'amore della tua vita per cosa?!"

Nika lo fissò arrabbiato. Decise di non ascoltarlo più. Aveva preso la sua decisione e non avrebbe cambiato idea per niente al mondo.

Per l'amore c'era ancora tempo.

ZAC

Zac osservò il cellulare per l'ennesima volta.

Erano due settimane che non vedeva né sentiva più Nika. Dopo quello che era successo a casa del barista.

Zac gli aveva scritto più volte, aveva provato anche a chiamarlo ma l'uomo non aveva mai risposto.

Il giovane studente stava cominciando a preoccuparsi. Che cosa diavolo stava succedendo?

Incrociò le braccia davanti al petto mentre ascoltava il professore di Storia spiegare.

Hugo Weasley che era accanto a lui sollevò un sopracciglio.

"Non prendi appunti?" Chiese in un sussurro.

"No. Sono incazzato" disse il castano.

"Perché?" Chiese il rosso continuando a prendere appunti.

"Perché non vedo e non sento Nika da settimane! Sembra sparito nel nulla!" Disse.

"Come sparito? Perché?" Chiese il rosso.

"Perché..." Stava cominciando a spiegare Zac quando il professore si avvicinò al loro banco.

"Avete finito di parlare mentre spiego?!" Chiese arrabbiato.

Zac avvampò mentre apriva il quaderno e la penna.

"Ci scusi" disse.

L'uomo li fissò serio e tornò a spiegare.

Zac sospirò e attese la fine della lezione per poter parlare con Hugo.

"Siamo stati bene insieme... Ci siamo baciati molto e... Ci siamo strusciati attraverso i pantaloni e... Ho avuto un orgasmo..." Ammise Zac con le guance tutte rosse.

Hugo si voltò sconvolto verso di lui.

"Davvero?!" Chiese.

"Eh.." disse Zac. "Mi ha pure prestato i suoi jeans. Volevo restituirglieli ma non mi risponde mai..." Disse il ragazzo guardando l'amico.

"Perché non vai direttamente a casa sua?" Propose il rosso guardandolo.

Zac lo fissò in silenzio.

"Penso che farò proprio così. Non ce la faccio più a fissare il cellulare!" Disse il castano mentre si dirigevano alla lezione di letteratura con il professore Andrew Black.

Nel pomeriggio, con i jeans di Nika piegati nello zaino, Zac uscì di casa, usando con sua madre la scusa di andare a studiare a casa di Hugo Weasley.

Zac prese un taxi e si fece lasciare davanti al palazzo dove viveva Nika.

Scese dall'abitacolo e raggiunse il portone, suonando il citofono.

La voce di Nika risuonò poco dopo.

"Chi è?" Chiese.

"Sono Zac..." Disse lo studente con il cuore che batteva all'impazzata.

Dopo qualche secondo Zac sentì il portone aprirsi ed entrò. Decise di salire al terzo piano a piedi, senza usare l'ascensore.

Aveva bisogno di scaricare la tensione.

Quando raggiunse finalmente l'appartamento di Nika, il barista lo fissava serio.

"Ciao!" Disse Zac con un sorriso ma l'uomo si limitò a farlo entrare.

Le spalle di Zac si afflosciarono e seguì il maggiore dentro casa.

Erano da soli anche quella volta.

"Come mai sei qui?" Chiese l'uomo e Zac lo fissò.

"Beh... Ti ho scritto in questi giorni non mi hai mai risposto..." Disse il ragazzo confuso da quel comportamento.

"Beh, si. Ho avuto da fare" disse Nika con tono freddo.

Zac lo fissò qualche secondo, sentendo lo stomaco chiudersi in una morsa e non in senso positivo.

"I-io ti... Ti ho portato i jeans" disse Zac abbassando la testa sullo zaino che aveva posato ai suoi piedi.

Non sapeva come comportarsi.

Nika lo fissava come se fosse stato un dannato insetto disgustoso.

Consegnò i pantaloni a Nika che li posò sul tavolo della cucina e tornò a fissarlo.

"C'è altro?" Chiese incrociando le braccia al petto. "Devo andare, ho le prove tra poco..."

Zac lo fissò confuso.

"Ti ho fatto qualcosa? Sei strano.." disse in un sussurro.

Nika si passò una mano sulla faccia.

"Senti..." Cominciò e il cuore di Zac prese a battere furioso nel suo petto.

"Noi... Quello che è successo l'altra volta non... Non si ripeterà più. Tu sei troppo giovane e... Non possiamo continuare..." Disse.

Zac lo fissò in silenzio.

"Mi dispiace averti fatto arrabbiare, è stata la mia prima volta io... Non sapevo fosse così bello..." Spiegò Zac imbarazzato e Nika si coprì le orecchie con le mani.

"Per favore smettila di parlare!" Disse con voce più alta e Zac si bloccò stupito. "Noi non possiamo più vederci. È meglio così, tu sei giovane, hai bisogno di un ragazzo della tua età accanto. Io non posso essere la persona giusta per te... Mi dispiace..." Le parole erano dure e fredde.

Zac boccheggiò e si portò una mano sul petto. Sentiva il cuore spezzarsi.

"M-mi s-stai lasciando?" Chiese sbarrando gli occhi chiari.

"No. Non siamo mai stati insieme... Non sto lasciando proprio un bel niente" disse con tono cattivo Nika e Zac sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

"Noi stiamo insieme. Io ti amo!" Disse.

"Sei solo un ragazzino. L'amore è un'altra cosa..."

"Ma quello che è successo tra di noi... È stato speciale.." continuò Zac, non voleva pensare di doversi separare da Nika. Non ora che finalmente si era fatto notare da lui.

"Non è successo nulla e non è stato affatto speciale. Vattene Zac!" Disse l'uomo avviandosi verso la porta di ingresso.

"Ti prego Nika.. non farmelo... Io ti amo..." Disse Zac che adesso aveva cominciato a piangere.

"Io no. Vattene!" Disse sbattendo un piede per terra.

Zac lo vide deglutire e poi annuì mentre afferrava lo zaino e se lo metteva sulle spalle.

"Ti amerò per sempre Nika. Qualsiasi cosa ti stia passando per la testa adesso... I miei sentimenti non cambiano. Tornerò..." Disse.

"Non ti permettere. Dimenticati di me, io non esisto più..." Disse Nika e con quelle parole spinse per un braccio Zac fuori di casa, sbattendogli la porta in faccia.

Zac si strinse le mani al petto, stringendo il tessuto del cappotto pesante che indossava.

Voleva morire.

Scese le scale che lo avrebbero portato al portone che piangeva a singhiozzi.

Era scioccato.

Chiamò un taxi e quando fu a bordo diede l'indirizzo di casa di Hugo Weasley all'autista.

Non voleva farsi vedere in quelle condizioni da sua madre. 

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