23.

HUGO

Hugo Weasley scese dalla macchina dopo aver lasciato un bacio sulla guancia di suo padre Ron e rimase in piedi sul marciapiede davanti all'ingresso della Black Angel High School.

Purtroppo per lui quello sarebbe stato ancora il penultimo anno, un anno che sarebbe stato lunghissimo.

Con un sospiro andò verso l'ingresso, ignorando gli studenti che chiacchieravano in cortile.

Mentre entrava dentro la scuola, ignorò le occhiate dei compagni e solo quando fu quasi dentro si accorse di lui: Thorfinn Wood era in piedi accanto alla porta mentre rideva e scherzava con i suoi amici. Al suo braccio era appesa una ragazza bionda.

Hugo sospirò cercando di non farsi cogliere dalla gelosia.

Era appena entrato nel corridoio, diretto verso gli armadietti quando un rumore di passi dietro di lui lo fece voltare. Il suo cuore perse un battito quando si accorse che era Thor.

"Buongiorno!" Disse il moro con un accenno di sorriso, Hugo scrollò la testa.

Quella voce bassa e roca...

"Lasciami in pace!" Disse il rosso stringendo tra le dita lo zaino.

Thor lo guardò.

"Sì può sapere che ti ho fatto? Nemmeno a Natale dai nonni mi hai calcolato!" Chiese il moro con tono triste.

Hugo continuò ad ignorarlo finché non raggiunse gli armadietti e aprì il proprio.

Continuò ad ignorare Wood mentre infilava libri e quaderni.

Thor lo fissava confuso, le braccia piegate davanti al petto.

"Hugo. Puoi guardarmi per la miseria?!"

Il rosso scrollò la testa, chiuse con un gesto di stizza l'armadietto e si recò verso la sua classe.

"Hugo!" Disse Thor arrabbiato strattonandolo per un braccio prima di spingerlo con violenza nei bagni dei ragazzi.

"Sì può sapere che cazzo vuoi tu da me?!" Urlo Hugo, le guance rosse e gli occhi sbarrati.

"Spiegami perché non mi parli più... Mi manchi da morire..." Disse il moro avvicinandosi a lui, ma Hugo fece un balzo all'indietro.

"Non osare toccarmi!" Disse fulminandolo con lo sguardo.

"Sì può sapere che ti prende? Ti ho offeso? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Thor era davvero confuso.

Hugo scrollò con la testa.

"Non possiamo. Tu... Tu sei mio cugino!" Disse Hugo stringendo i pugni e lo sguardo di Thor si fece serio e preoccupato.

"L'adozione. Cazzo Hugo perché non me ne hai parlato?!" Chiese Thor scioccato.

"Cosa ti dovevo dire?!" Chiese il rosso.

"Pensavo fossi felice che facessi parte della tua famiglia..." Disse Thor triste.

"Io lo sono. Davvero. Sono felicissimo che tu abbia trovato una famiglia nello zio Charlie e nello zio Oliver però..." Disse e poi deglutì.

"Che cosa c'è?!" Chiese Thor aveva lo sguardo distrutto. "Cosa succede. Sto impazzendo, davvero. Non capisco cosa ti passa per la testa. Dici che sei felice per me e invece mi eviti!"

"Io... Devo evitarti, capisci?!" Disse terrorizzato Hugo.

"Perché? Siamo sempre stati amici noi due..." Disse Thor, era confuso al massimo.

"Io non ti voglio più come amico" disse Hugo e gli occhi di Thor si sbarrarono increduli.

"Cosa?" Chiese ma la campanella suonò e i corridoi presero a riempirsi di studenti che chiacchieravano tra di loro.

Hugo lo fissò in silenzio e poi se ne andò, lasciandolo da solo e confuso.

Entrò nell'aula di letteratura e aprì il quaderno cerca di di concentrarsi a prendere appunti ma tutto quello che voleva fare era semplicemente piangere.

Sì accorse che qualcuno si era seduto accanto a lui, ma fissava in silenzio ostinato il foglio bianco davanti a sé.

"Hugo? Stai bene? Non ti ho visto all'ingresso.." Chiese la voce calma di Zachary Andrews.

Hugo sospirò e scrollò la testa.

"No. Non sto per niente bene..." Mormorò.

"Ti va di parlarmene?" Chiese Zac guardandolo preoccupato.

"Magari un'altra volta. Tu? Con il ballerino come va?" Chiese e le guance di Zac divennero rosso fuoco.

Hugo rise per quella reazione ma il professore di letteratura entrò in classe e i due non poterono chiacchierare.

"Voglio sapere tutto!" Gli sussurrò Hugo all'orecchio prima di togliere il tappo dalla penna.

Zac era rosso di vergogna e si fece aria con i fogli del libro.

La mattinata trascorse regolarmente, quando uscirono da scuola, Hugo era insieme a Zac e scesero i gradini per raggiungere il parcheggio della scuola e fu in quel momento che Hugo li vide: Thorfinn Wood e la bionda attaccata al suo braccio quella mattina che si scambiavano un bacio prima di salire sulla macchina di Thor.

Gli occhi di Hugo si gonfiarono di lacrime.

"Ci vediamo domani" disse con voce spezzata Hugo e poi corse verso il parcheggio, cercando sua madre.

Perché tra tutte le persone del mondo si era dovuto innamorare proprio di Thorfinn Wood?

THORFINN

"Io non ti voglio più come amico"

"Io devo evitarti!"

Thorfinn ripeteva nella sua testa quelle parole e stava male ogni secondo di più.

Hugo, il suo amico più caro in assoluto, a cui voleva un bene dell'anima, lo aveva respinto da un giorno all'altro se da una spiegazione valida.

Sembrava che la sua adozione fosse la causa.

Thorfinn sospirò.

Dopo anni vissuti in orfanotrofio era stato adottato da Charlie Weasley e Oliver Wood, entrando a fare parte della famiglia.

Aveva stretto amicizia subito con Hugo, uscendoci e vedendosi prima a scuola e poi a casa dei nonni per le vacanze estive e natalizie. Aveva deciso di prendere il cognome di Oliver e tutto sembrava andare benissimo.

Fino a quel momento.

Hugo lo aveva respinto.

Era dall'estate precedente che le cose tra di loro erano improvvisamente cambiate, Hugo era cambiato.

Era improvvisamente diventato freddo da un giorno all'altro, la scuola era cominciata, aveva cominciato ad isolarsi e non voler più stare con lui, quando lo salutava Hugo si voltava dall'altra parte o cambiava direzione. Non sapeva più cosa fare con lui.

Poi quelle parole.

Facevano malissimo. Perché era cambiato tutto all'improvviso?

Doveva recarsi a casa dello zio Ron e parlare con Hugo. Afferrò le chiavi della macchina e con quel pensiero in testa raggiunse il parcheggio.

"Thor!"

Il ragazzo si voltò e si ritrovò ad incrociare lo sguardo di Marcia Crosby, la sua ragazza.

"Hey..." disse Thor con un sorriso triste mentre la ragazza si sporgeva per dargli un bacio a stampo sulle labbra.

"Mi dai un passaggio?" Chiese la bionda con un sorriso e Thor si morse il labbro.

"Veramente io..." stava dicendo, ma la sua ragazza aveva già aperto lo sportello dalla parte del passeggero.

Thor sospirò. Avrebbe dovuto fare un giro enorme per tornare a casa e suo padre si sarebbe arrabbiato per cui niente gita dagli Weasley.

Stava ritornando da casa di Marcia quando il suo cellulare prese a squillare, era suo padre Charlie.

Thor cliccò con il pollice il tasto sul volante.

"Sto tornando a casa... dieci minuti e sono lì" rispose.

"Ok... perché ci hai messo tanto?" Chiese l'uomo serio.

"Il professore si è messo a spiegare fino all'ultimo e non ci ha fatto uscire appena suonata la campanella" mentii Thor.

"Ok. Mi raccomando non staccare le mani dal volante e tieni lo sguardo fisso sulla strada..."

Thor avrebbe volentieri alzato gli occhi al cielo.

"Papà. Tranquillo. Sto bene... cinque minuti e sono a casa. Hai preparato il pranzo?" Chiese.

"Sì, è già a tavola, io appena tu arrivi scappo al lavoro..."

"Papà ho le chiavi, puoi andare, non devi aspettarmi sempre..." disse il ragazzo.

"No, tranquillo, mi fa piacere..." disse l'uomo.

"Sto svoltando... chiudi che sono arrivato" disse Thor.

Quando raggiunse il vialetto di casa sua spense il motore e poi restò in silenzio in macchina, sospirando.

Nemmeno quel giorno avrebbe messo a posto le cose con Hugo, che cosa avrebbe fatto?

Thor entrò in casa e mangiò in compagnia di suo padre che se ne andò poco dopo.

Thor lavò il piatto, il bicchiere e le posate che aveva usato e poi afferrò lo zaino con i libri per raggiungere la sua stanza.

Tirò fuori dalla tasca il cellulare e provò a chiamare Hugo, ma il cellulare squillò a vuoto.

"Puoi dirmi che diavolo ti ho fatto? Perché non vuoi più essere mio amico?" Digitò velocemente sul display del cellulare e poi lo posò sulla scrivania.

Si impose di studiare ma tutto quello che in realtà faceva era fissare il cellulare che restava in silenzio.

"Sono a casa!" Disse la voce di Oliver e quando entrò in camera da letto trovò Thor rannicchiato sotto le coperte che piangeva.

"Che sta succedendo?" Chiese l'uomo stringendo il figlio al petto che continuò a piangere disperato.

"P-posso restare a casa domani? Non mi sento bene.." disse Thor.

Odiava piangere, ma proprio non riusciva ad evitarlo.

"Ma la scuola...?"

"Ti prego.... Io... sono stanco. Tanto stanco..." disse Thor mordendosi il labbro.

Hugo lo aveva ignorato per tutto il giorno, Thor aveva studiato, o almeno ci aveva provato e poi era scoppiato in un pianto disperato che lo aveva lasciato privo di forze.

"Vuoi che chiami la psicologa per un appuntamento?" Chiese Oliver preoccupato.

Thor negò con la testa.

"No. Non ho bisogno della psicologa. Cerco di risolvere da solo..." mormorò il moro mentre il padre gli accarezzava i capelli lunghi.

"Vuoi parlarne con me?" Chiese a quel punto il padre e Thor ci pensò.

Voleva chiedere che cosa ci fosse di sbagliato nella sua adozione, perché Hugo era così contrario, se poteva..

Thor trattenne il respiro.

No. Non avrebbe mai rinunciato alla loro famiglia, mai.

"No, sono stanco. Posso dormire?"

"Non vieni a cena?" Chiese l'uomo.

"No. Se non vi dispiace. Sono solo tanto stanco..."

Oliver annuì e gli lasciò un bacio sulla testa prima di alzarsi dal letto e lasciarlo da solo, preoccupato.

Thor tornò a rannicchiarsi sotto le coperte, sentendosi triste e disperato. 

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