11.
Il lunedì pomeriggio James varcò l'ingresso del bar nel quale lavorava con una faccia da funerale.
Teddy lo aveva lasciato davanti al vialetto di casa e se n'era andato sgommando via e senza averlo nemmeno salutato con un bacio sulle labbra.
James aveva finto sorrisi davanti alla sua famiglia e poi alla sera era giunta nonna Molly con la sua torta di compleanno.
James desiderava solo buttarsi nel letto e piangere.
Quando raggiunse lo spogliatoio, trovò Nika già lì che si stava aprendo la camicia bianca della divisa da lavoro.
"Jamie!!" Disse il ragazzo tutto felice e correndo per abbracciarlo. "Allora? Com'è andata?!" Chiese il ragazzo con un sorriso.
Le braccia di James si chiusero attorno alla sua vita e scoppiò in un pianto disperato, lasciando basito e confuso Nika.
"Non è la reazione che mi aspettavo. È stato così brutto?!" Chiese il biondo accarezzandogli dolcemente la schiena.
James continuò a piangere tra le braccia dell'amico, la sua bocca che emetteva solo singhiozzi disperati.
Nika era scioccato e basito.
"James .. parlami. Che diavolo è successo?!" Chiese l'amico e il moro si allontanò da lui per guardarlo in faccia.
I suoi occhi erano arrossati e gonfi.
Nika non riuscì ad impedirsi di accarezzargli la guancia.
"Io... non lo so... lui .. è stato freddo. Sempre. Una volta mi ha preso sul tavolo della cucina e poi se n'è andato via per due ore! L'ho chiamato al telefono e non rispondeva. Squillava e squillava. E poi.... Mai una coccola... non mi ha nemmeno salutato con un bacio quando sono tornato a casa e sono sceso dalla macchina..."
Nika lo guardò con la preoccupazione nello sguardo e sospirò.
"Mi dispiace così tanto. Eri così felice..." disse l'amico rammaricato.
"Ho sbagliato a fidarmi di lui. Credevo fosse diverso. Era sempre con me tutti questi anni... speravo fosse importante fare questo passo con lui. Si sarebbe messo in mezzo se avesse saputo le mie intenzioni. Me lo sarei trovato sotto casa. E... io non sarei più uscito perché lui quando mi guarda mi fa impazzire. Mi fa perdere il lume della ragione! Basta che schiocchi le dita ed io solo ai suoi piedi!" James si sedette sulla panchina.
Nika lo fissò preoccupato quando l'amico di strinse i capelli tra le dita.
"Non dovresti essere qui, dovresti essere a casa. Parlo io con il capo e gli dico che non stai bene..."
"No! Ti prego Nika no. So che il mio bisogno è quello di chiudermi in casa e fissare il muro in silenzio, lo so. Ma ci stanno i miei a casa adesso e sarebbe peggio. Mi innervosiscono solo... " disse James prima di iperventilare e portarsi una mano al petto.
Sentiva una voragine.
Nika si inginocchiò accanto a lui.
"Guardami James. Non allontanarti. Guardarmi. Sono con te"
"Mi fa male lo stomaco, il petto. Brucia, non respiro...." Disse rantolando James.
"No. Guardami. Sei con me adesso. Non sei da solo. Va tutto bene...."
Nika fissò l'amico terrorizzato.
Aveva assistito solo una volta ad una sua crisi e si era cagato sotto. Quando James urlava e spaccava tutto era ingestibile. Diventava cieco.
Gli occhi di James erano pieni di lacrime. Si sentiva uno schifo. Sentiva l'impulso di vomitare. Se avesse vomitato si sarebbe sentito meglio.
Strinse la mano di Nika nella sua.
"Bagno" disse con urgenza.
"Oddio James ti prego no. Reagisci!"
Ma ormai James era andato. Tutto stava vorticando. Doveva vomitare.
Nika lo fissò e poi lo trascinò con sé nel piccolo bagno del personale.
James non arrivò alla tazza del wc. Appena vide il lavandino si lasciò andare mentre vomitava con forza.
Nika lo fissò impotente.
Se avesse potuto fare qualcosa per lui... ma ormai erano anni che James viveva così. Non sentiva ragioni sul vedere uno psicologo.
"Voglio morire" disse James quando finì di rimettere e cadde a terra sul pavimento.
Nika sospirò mentre lo guardava strofinarsi il viso con entrambe le mani.
Nel piccolo bagno ora si sentiva l'odore del vomito.
Nika trattenne il respiro e uscì dal piccolo bagno e prese a cambiarsi rapidamente.
Odiava sentirsi impotente. Avrebbe dato qualsiasi cosa in suo possesso a James. Tutto quello che voleva, ma James quando si impuntava era difficile dissuaderlo.
Nika si era cambiato completamente e stava per uscire quando James lo raggiunse, un sorriso felice sul viso.
"Grazie" disse.
Nika lo fissò.
"Stai bene?" Chiese.
"Mai stato meglio!" Disse.
Era iperattivo.
Nika sospirò.
Era difficile stare accanto a James durante quei momenti di crisi. Ma sapeva bene che se avesse osato voltargli le spalle mezza volta o non rispondere alle sue chiamate improvvise James avrebbe fatto una brutta fine, anche se diceva sempre di non essere abbastanza coraggioso a togliersi la vita.
Per non parlare di quel Teddy.
Perché diavolo lo aveva maltrattato in quel modo? Nika scrollò la testa.
"Che hai?" Chiese James mentre si cambiava con la divisa.
"Niente. Pensavo.." disse.
"A cosa?" Chiese il barista voltandosi.
Ora ci sarebbe stato lui per Nika. Sempre.
"L'amore fa schifo..." Disse triste il giovane e James lo guardò colpevole.
"No! L'amore è bellissimo. È..." James deglutì. "Sentì. Io sono sicuro che là fuori ci siano le nostre anime gemelle, solo non l' abbiamo ancora trovata..."
Le guance di Nika presero colore a quella frase.
James sbarrò gli occhi.
"Oddio. Tu! Tu hai trovato l'anima gemella! Perché cazzo non me ne hai parlato! Chi è? È una ragazza?"
Nika rise emozionato e poi si portò entrambe le mani sulla faccia.
"In realtà... È un ragazzo. Molto più piccolo di noi. È... Il direttore d'orchestra. Ti ho detto che accanto alla palestra dove vado a ballare c'è il conservatorio, no? Ogni tanto vedo i musicisti al piano terra e.. c'è questo ragazzino. Lui..." Gli occhi di Nika erano intesi.
James sorrise. Per la prima volta felice.
"Lui?" Lo incoraggiò.
Nika sorrise emozionato.
"Ha due occhi verde acqua che mi mozzano il respiro ogni santa volta che mi guarda. Peccato che non sappia chi sono..." Disse avvilito il ragazzo e James si alzò in piedi.
"Voglio vederlo!"
Nika sbarrò gli occhi.
"Oddio e come? Mica ti posso portare in palestra con me?"
"Perché no? Oppure passo a prenderti quando finisci la lezione. Quando vai?" Chiese.
"Mercoledì finisco alle cinque..." Disse Nika.
"Allora mercoledì vengo a prenderti. Tanto faccio notte io..."
"Appunto. Dovresti dormire...." Disse Nika.
"E perdermi la tua cotta?! Per niente al mondo!" Disse James con un sorriso emozionato.
"Davvero verresti?"
James gli posò entrambe le mani sulle spalle.
"Se tu pensi che io non mi accorga di te quando mi aiuti quando sto male hai sbagliato. Te ne sono riconoscente a vita. Non ho mai avuto un amico come te. Mai. Morirei se dovessi perderti. Intesi? Perciò voglio fare questo con te..." disse James.
Nika sorrise emozionato e strinse l'amico in un abbraccio.
"Sei il migliore!" Disse sporgendosi per baciargli la guancia.
In quell'istante si aprì la porta e il capo piombò nello spogliatoio. I due giovani si staccarono di colpo, le guance rosse.
"Perché vi devo sempre sorprendere ad amoreggiare? Ma non avete una casa? Potter, sei in ritardo corri a servire i clienti. Il locale sta per riempirsi. Nika, se vuoi restare ci faresti un favore"
Nika sbarrò gli occhi.
"Non posso ho degli impegni" disse Nika afferrando le sue cose prima di scappare dallo spogliatoio.
James fece lo stesso, andando al bar.
Il capo scrollò la testa e ridacchiò, poi fece una smorfia schifata quando sentì l'odore pungente del vomito che aleggiava nello spogliatoio.
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