1.

James stava servendo dei clienti al bancone che gli sorrisero quando dalla porta sul retro comparve Nika, suo collega al bar, che reggeva uno scatolone.

"Aspetta, ti aiuto!" Disse James andandogli incontro, afferrando lo scatolone dal fondo, per aiutare Nika a sistemarlo ai piedi del bancone.

"Grazie!" Disse il ragazzo con un sorriso timido, mentre si rialzava.

"Figurati!" Disse James sorridendogli dolcemente e i due si misero subito a sistemare le birre nei frighi.

"Allora? Com'è andato il weekend?" Chiese il ragazzo e James sollevò le spalle.

"Niente di che. Noioso come al solito. Sono stato a casa con la mia famiglia. E tu?"

Nika sorrise felice.

"Ho finalmente potuto parlare con mio padre via Skype l'altra sera! Mi manca un sacco" disse abbassando la testa il ragazzo.

Nika era giunto in Inghilterra da cinque anni insieme a sua madre. Il padre, di nazionalità greca, aveva avuto alcuni problemi con vecchie questioni irrisolte che lo vedevano come un immigrato clandestino e per questo era stato rispedito in Grecia.

"Vedrai che tornerà presto!" Disse James posandogli una mano sulla spalla.

"Mah. Con tutta la burocrazia che c'è da sistemare. Mi sto spaccando la schiena per racimolare i soldi per pagare tutte le spese! Idem mia madre!" Spiegò Nika con un sospiro e James lo guardò triste.

"Immagino che sia difficile" disse e Nika tenne lo sguardo basso.

"Sono felice di averti trovato, sai? Mi piace stare con te..." disse il ragazzo dai capelli biondi, guardandolo dritto negli occhi con i suoi occhi di ghiaccio.

"Anche a me piace stare con te..." Disse James con un sorriso sincero, allungando la mano per stringerla nella sua.

"Avete finito di fare gli innamorati dietro il bancone?" Tuonò la voce del loro capo e i due ragazzi si alzarono di scatto, le mani ancora unite.

L'uomo sollevò un sopracciglio.

James allontanò la mano da quella dell'amico, le guance rosse.

"N-Non siamo innamorati!" balbettò Potter mentre Nika annuiva, gli occhi chiari sbarrati.

"Ottimo, dopo questa notizia così importante adesso potete mettervi a servire i clienti che stanno entrando. Nika, ai tavoli. Ora!" disse l'uomo e il giovane dai capelli biondi afferrò il taccuino che teneva nel grembiule e andò a salutare i nuovi arrivati.

Mentre James serviva una coppia, il proprietario della caffetteria raggiunse James al bancone.

"Ti do una mano!" disse l'uomo e James annuì, preparando i caffè.

Anche se il capo era un brontolone, voleva bene ai suoi dipendenti ma non permetteva alcuna distrazione mentre lavoravano.

"Grazie e.. mi dispiace, non capiterà più" disse in un sussurro James all'uomo mentre entrambi erano rivolti verso le macchinette del caffè.

"Ottimo." disse semplicemente il capo e James, se quella fosse stata un'altra persona, ci sarebbe rimasto malissimo per via della sua freddezza, ma detta dal capo, significava solo una cosa: vai avanti e non rompermi le palle.

James continuò a lavorare fino a sera tarda finchè Nika non giunse al bancone stringendo il vassoio tra le braccia.

"Uhm..." disse per richiamare l'attenzione dell'amico.

"Che c'è?" chiese James sollevando lo sguardo.

Stava asciugando dei bicchieri.

"In findo, al tavolo numero ventisei, c'è una coppia che si sta mangiando la faccia..." disse il giovane e le sue guance avvamparono.

"E quindi? Non mi pare siano pericolosi..."

"No, beh, ma li ho chiamati più volte per prendere l'ordinazione, ma nemmeno si sono staccati per rispondermi..."

James alzò gli occhi al cielo e fece il giro del bancone.

"Ho capito, ci vado io. Tu però asciuga i bicchieri" disse il moro, lanciando al biondo il suo strofinaccio, mentre svoltava l'angolo per andare a prendere le ordinazioni.

Quando raggiunse il tavolo, però, si bloccò, riconoscendo immediatamente quei capelli verde acqua.

"Hem Hem" disse, portandosi il pugno alla bocca.

Visto che sembrò non funzionare, con sguardo scocciato James disse: "E' bello trovarti qui, Eddie. Cosa posso servirti?" per poi completarlo con un sorriso forzato.

La persona che era avvinghiata a Teddy si allontanò, le guance rosse e gli occhi lucidi e James scoprì che quello era un uomo. Sentì una coltellata dritta allo stomaco mentre un attacco di panico sembrava per coglierlo impreparato.

"Jamie... che? Perché sei qui?" Chiese Teddy mentre i suoi capelli cominciavano a diventare rosa.

James alzò gli occhi al cielo.

"Ci lavoro, testa di totano! Tu piuttosto che ci fai qui"

I capelli di Teddy presero una tonalità rosa shocking cosa che fece allontanare leggermente il suo accompagnatore.

"Veniamo via dal Freedom. Non ci presenti, tesoro?"

James sollevò un sopracciglio.

"Uhm, lui è James, mio... mio cugino" disse il tatuatore mentre guardava James, ma non in faccia.

"Ah, piacere, io sono Arian..." disse il ragazzo moro tendendogli la mano e James si trovò costretto a stringerla, anche se non ne aveva affatto voglia.

"Ci porti due caffè?" chiese Teddy a bassa voce e James annuì, infilandosi il taccuino nella tasca del grembiule.

Il barista fece dietrofront e raggiunse il bancone, facendo il giro. Invece di prepararare i due caffè, raggiunse velocemente il retro e, senza accorgersene, si trovò a rimettere nel vicolo, accanto ad un bidone della spazzatura.

"Cazzo!" disse James scioccato, mentre si alzava e sollevava il viso per prendere una boccata di aria.

Sentiva la testa girare. Con fatica, rientrò nel locale e raggiunse Nika dietro il bancone che lo fissò preoccupato.

"Hey, che hai? Sei bianco come un cadavere!" disse l'amico allungando una mano verso la sua guancia.

"Sto bene, solo un calo di zuccheri" disse James con un sorriso.

"Sei sicuro? Ti accompagno io a casa stasera..." disse il collega e James negò.

"No, tranquillo ho la macchina..." disse James, ma Nika negò.

"No. Tu chiami tuo padre e gli dici che stai poco bene. Io ti accompagno a casa.. La macchina può venire a ritirarla domani..."

James sospirò, accettando la bustina di zucchero che l'amico gli porgeva. Quando Nika parlava con quel tono non c'era altra risposta che 'si'.

"Va bene, ok. Ma se mio padre si incazza la colpa è tua che vuoi sempre fare l'eroe del cazzo." disse il moro, facendo ridacchiare Nika.

James sbuffò infastidito e stava per dargli le spalle, quando il barista lo strinse con affetto tra le braccia, strofinando il naso contro il suo collo, gesto che lo fece ridacchiare imbarazzato.

Non si accorsero che Teddy si era alzato ed era in piedi dietro il bancone, pronto per pagare.

James fu il primo ad accorgersene e sobbalzò, andando alla cassa velocemente.

Accettò le monete da parte di Teddy e lui stampò lo scontrino, ma i due si limitarono a fissarsi in silenzio tutto il tempo, finchè Teddy non se ne andò mano nella mano insieme ad Arian.

"Ammazza che gnocco!" sussurrò Nika e James gli tirò una gomitata.

"Hey!" disse l'amico guardandolo con una smorfia.

James negò con la testa, portandosi una mano sul viso.

"Hai ragione, non sto bene..." disse con un sussurro.

Teddy non era suo, perché allora l'averlo visto con un ragazzo lo faceva ingelosire?

Ma soprattutto...

Victoire sapeva che Teddy la tradiva?

E poi da quando andava al Freedom?

James era sconvolto.

E per la prima volta, dopo tanto, si sentì un inutile ragazzino. 

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