Lunedì 20 maggio 2002

Avevo evitato di tornare in quel weekend per beccarmi le file chilometriche, parlando un po' a casa con Santo e soprattutto con Cirì. Parlare con loro due, che erano costantemente immersi in questioni di informatica e telematica, mi aveva lasciato con sentimenti contrastanti. Secondo Cirì, che aveva seguito l'evoluzione di Napster fino alla chiusura proprio il venerdì appena trascorso, il peer-to-peer era destinato a rendere la pirateria musicale infinitamente più pervasiva del pur efficace "doppiarsi un CD", e ad erodere i profitti delle etichette discografiche, specialmente quelle piccole. Questo, con le dovute proporzioni, significava meno soldi per gli artisti, se non avessero in fretta capito da che parte tirava l'aria. C'erano già in linea emuli di Napster come Kazaa, eDonkey2000, ed iniziavano a nascere siti di vendita di musica online.

«E ti dirò di più, hai presente l'iPod? Tra due mesi lanciano il 2, già si sa che lo lanciano e le due caratteristiche che contano di più sono che lo fanno con un disco rigido il doppio più grande a parità di peso, e che iTunes avrà la versione Windows. Di programmi per far andare Ipod su Windows ce ne sono già tipo Xplay, ma da luglio iTunes sarà su tutti i computer, e ci scommetto quello che vuoi che inventeranno qualcosa per fare un music store a pagamento pure a Apple, come voleva fare Bertelsman con Napster.»

«Quindi non faremo più CD di qui a breve? Venderemo solo online?»

«Facile facile, guarda la differenza tra un lettore MP3 e un discman, il peso, la portabilità. Tieniti pronto e, come ti ho sempre detto, martella online, spammati o fatti spammare, non te lo devo dire io che hai l'animo da pusher: il primo assaggio è gratis.»

Con in mente quel "il primo assaggio è gratis" me ne ero tornato a Cesena. Dalla trasferta romana avevo portato a casa qualche spunto, che avevo fatto lavorare in quel paio di giorni pieni di ansia, come se improvvisamente il tempo avesse iniziato a corrermi sotto i piedi. Poi ero andato al garage un pomeriggio.

«Io domani pubblico tutto il demo su Vitaminic, mi prendo la responsabilità di farvi vedere come cazzo funziona il vostro lavoro. E andrà come andrà. I feat li lascio così, grezzi, vediamo cosa dice la gente. Sui beat non ho dubbi, su di me non ho dubbi, voi non avete dubbi sul vostro lavoro come crew, il discorso per me si chiude qui.»

Masta era stato zitto, ma non mi aspettavo certo che mi raccontasse la Divina Commedia con tanto di commento. Zarco invece aveva detto la sua, aprendo la bocca come al solito alla cazzo.

«Bene, se sei convinto vedremo cosa hanno da dire quelli che ascolteranno un misconosciuto emcee della provincia romagnola che sembra sapere già tutto» aveva ironizzato.

«Non mi trascinerai nell'ennesima discussione. Non la penso come te sul rap, e non mi interesserà nemmeno cosa diranno le persone, mi interesserà vedere i download a fine settimana o tra quindici giorni, dopodichè tornerò a Milano, e mi farò produrre un disco, e lo farò con chi di voi ha capito come cazzo va questo mondo.»

Me ne ero andato, soddisfatto, la sera stessa avevo spammato i link del demo, avevo usato qualche alias per riprendere i link e rilanciarli, di fare un po' di discussione tra loro nei forum, vedendo quanto funzionava bene se, a sua volta fatto bene. Così per gioco avevo riscritto tutti i feat di Zarco come se parlasse un mio alter ego che si facesse domande su quello che facevo e dicevo, un personaggio con una vena un po' ipocrita che mi facesse quasi la rampogna per come sono, cercando vere motivazioni, dando un senso nel contesto a quello che diceva.

Non era per niente male, e quella voce di contraltare mi aveva dato modo di rendere la voce principale quanto più esplicita volevo.


Dopo una settimana di esposizione, i risultati erano contrastanti, e il motivo era che il lavoro non era organico, non era unitario, e non era limato. Era un demo, ma se quelli di buon livello presentavano un filo conduttore, quello era uno scatolone per il trasloco.

Mi aveva risentito il tizio dell'etichetta di Milano, ero un po' giù perché alla realtà dei fatti il demo non aveva restituito quello che pensavo nelle parti a cui tenevo di più. Arrivati all'etichetta, il tizio non mi aveva fatto nemmeno sedere.

«Andiamo, abbiamo una cosa grossa.»

Una scarica mi aveva percorso, l'avevo seguito con il cuore che martellava, fino a uno studio di registrazione molto più "milanese". Ed ecco davanti a me uno di quelli che fino al giorno prima erano solo nelle copertine dei CD a casa.

«Ci sono dei pezzi che sono bombe a mano, ma qui nessuno ha capito perché cazzo hai deciso di pubblicare online un demo che è per metà terribile per pochezza, e mi hanno detto che lo sapevi perfettamente che era terribile.»

«Errori di gioventù» avevo risposto, asciutto.

«Senti, sei in grado di lavare via quella merda e fare una cosa che sia tutta a livello di un pezzo tipo Sgrilla

E avevo provato a fargli sentire le prove di "cover" dei feat di Zarco. «Mica male» era stato il commento. Lo avevo preso per positivo.

«Belle le basi, ma si può fare meglio, vorrei che le producesse il mio team, se per te va bene.»

Si aspettava che gli dicessi "sissignore le lustro anche le gonadi se vuole", ma non ero così, era proprio una mia forma mentale.

«Qualcuna, perchè il mio beatmaker è come mio fratello.»

«Non è la risposta che volevo sentire.»

«Lo so, ma lui taglia e cuce su di me, è come avere il sarto personale.»

«Ah, il principe ha bisogno della sua corte. A questo punto ci sentiremo tra due giorni, magari con un po' di roba registrata anche alla cazzo, e magari con le idee più chiare.»

All'uscita, il tizio mi aveva aggredito.

«Hai finito di fare il coglione?»

«Ma che cazzo vuoi?»

«Cioè, fammi capire. Lui ti propone di fare un disco, non tu che glielo mandi pregandolo, è lui che te lo propone, ti fa i beat, e tu gli dici "no preferisco quelli dei miei amichetti". Guarda che non sei su Holly e Benji.»

«Senti, te lo dico proprio in amicizia, e lo sai perfettamente pure te: sono nuovo e spacco. E lui accetterà. E poi devo ancora convincere Masta a mollare quei cretini.»

Lui aveva fatto tanto d'occhi.

«Ti sei pippato il cervello! Se salta la coproduzione del disco per questa cosa, ti giuro che ti sputtano per tutto l'universo, non pubblicherai più una traccia finchè camperò.»

Le minacce non mi erano piaciute, ma pensavo di avere ancora qualche carta da giocare. Respiravo l'aria di Milano mentre chiamavo Masta.

«Bella Masta, sono a Milano.»

«Mh.»

«Te non hai idea di che treno mi sta passando davanti ora, e io lo sto guardando passare senza decidere di salirci sopra, sai perchè?»

«Mh?»

«I tuoi cazzo di beat. Non voglio produrre un disco senza i tuoi beat. Ho tutto, ho i pezzi come li voglio io, ho l'appoggio dell'etichetta e ho una sorpresa enorme. Manchi solo te.»

«Jay, abbiamo già parlato.»

«Masta, cazzo, ma nessuno ti dirà mai di abbandonare la crew, ma questo è un treno che non passa più.»

«Vediamoci, ne parleremo.»

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