7.
C'era un solo letto e Jane si sentiva in colpa col signor Cohen per averlo strappato dal suo nido, così gli lasciò la sua stanza. Lei si arrangiò sul divano. Disse al signor Cohen che il bagno era in fondo al corridoio, gli fece vedere dove si accendevano le luci e aggiunse di chiamarla per qualunque cosa. Si diedero la buonanotte e Jane scese di sotto in pigiama e con ai piedi ciabatte che erano teste di Kermit la Rana. Si portò appresso una coperta pesante e un libro. Si preparò il giaciglio e si distese a leggere. Era così stanca che s'addormentò senza accorgersene. Si svegliò con una lama di Sole che entrava dalla finestra, nello spazio tra le tende, e scivolava sul pavimento. Andò di sopra e trovò il signor Cohen che ronfava della grossa, la bocca aperta e il respiro regolare.
Tornò di sotto a farsi un tè e mentre metteva il pentolino sul fuoco udì un motore borbottare di fuori. Andò alla finestra del salotto. Una Chevrolet scassata si stava fermando dietro la sua Ford. Alla guida c'era Mark. Jane gli aprì la porta prima che bussasse il campanello. Mark inchiodò sulla soglia e la squadrò. Si soffermò sulle ciabatte, poi guardò Jane negli occhi.
«Mi piacciono i Muppetts», disse lei e si scostò per farlo entrare.
«Buone notizie», fece Mark. «Si è preso i soldi.»
«E il libro?»
«Dice che gli servono un paio di giorni.»
«Speravo in qualcosa di più celere, ma mi sa che devo accontentarmi.»
«Il signor Cohen?»
«Dorme. Anzi, ronfa.»
Mark buttò un occhio alla coperta abbandonata sul divano. «Ha dormito qui?»
«E credo che ci dormirò anche stasera e domani.»
«Lo farei venire da me, ma non c'ho manco un divano. Casa mia è quanto uno stanzino delle scope.»
«Dove abita?»
«In centro. È lì che succedono le robe più succulente. E poi sono vicino alla sede del giornale. Ci arrivo a piedi, così non mi devo sbattere. I mezzi pubblici sono un casino.»
Andarono in cucina e Jane fece un caffè per Mark.
«Com'è che ha cominciato a interessarsi ai fantasmi?» chiese Mark.
«È una storia lunga...» disse Jane.
«Ho qualche ora che mi avanza.»
«... e non so se faccio bene a raccontargliela.»
«Perché?»
«Perché potrebbe scriverne ed è l'ultima cosa che voglio.»
«Non la includerò nell'articolo.»
«Me lo promette?»
Mark sollevò due dita. «Parola di lupetto.»
Jane abbozzò un sorrisetto. «D'accordo. Prima però sarà meglio che mi dia una sistemata. Sono pur sempre una vecchia signora del Sussex. E poi queste ciabatte non si addicono a una storia di fantasmi.»
Andò al piano di sopra, nella stanza da letto. Il signor Cohen ronfava ancora. Doveva essere stanco morto. Jane recuperò una camicia e un pantalone abbinato dall'armadio e andò a cambiarsi in bagno. Si sistemò i capelli, aggiunse uno strato sottile di trucco e tornò di sotto. Si preparò il tè e mentre l'acqua prendeva il colore aranciato dell'infuso, Jane attaccò a raccontare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top