83.1| The throne of the Enchantress

Si sente dire spesso che un cucciolo ferito è più pericoloso del suo genitore arrabbiato. Eliza Greenway non aveva mai creduto più di tanto a questa cosa, almeno fino al momento in cui non l'aveva sperimentato sulla propria pelle.

La ferita provocata dalla delusione nei confronti di James e Sirius e la rabbia per la bugia di Marlene avevano risvegliato qualcosa in lei, qualcosa che pensava si fosse affievolito nel momento in cui aveva iniziato ad affezionarsi a Potter: il suo desiderio di potere.

Non si era mai posta domande sul perché avesse smesso di inseguire la conoscenza. Dopotutto, tutti continuavano a ripeterle quanto fosse già brava, non quanto ancora potesse migliorare.

E così la sua decisione era stata quella.

Quell'estate non sarebbe stata con i suoi am... no. Non sarebbe stata con i Grifondoro. Anzi. Avrebbe fatto esattamente il contrario.

Aveva tutta l'intenzione di diventare terrificante, di divenire così potente da far tremare Voldemort in persona. E c'era una sola persona che l'avrebbe aiutata ad essere ancora più forte: Nimue.

Aveva informato suo padre, gli aveva raccontato tutto quanto ed era riuscita persino a non piangere. Poi gli aveva chiesto il permesso, pur sapendo che l'avrebbe comunque fatto lo stesso. Non avrebbe passato le vacanze neanche a casa.

Ma a Dozmary Pool.

Simon era stato titubante fin dal primo istante, fin dal momento in cui aveva visto lo sguardo distrutto di sua figlia, e avrebbe tanto voluto dirle di no, ma sapeva che si trattava del bene della sua bambina. E per farla felice avrebbe dato fuoco al mondo intero.

Così aveva accettato, con la promessa di non rivelare a nessuno il luogo dove sarebbe andata. Soltanto Simon, Aimee e Mike sapevano dove Liz si trovasse. Neanche gli altri. Marlene e James ancora di meno.

<<Sta attenta, mi raccomando, figliola>> le aveva detto suo padre, il giorno in cui era partita da casa <<Dozmary Pool è un luogo pericoloso>>

<<Non più di quanto lo sia una ferita da cuore spezzato, papà>> era stata la risposta di lei, che aveva abbassato lo sguardo ed aveva sospirato <<Voglio diventare ancora più potente. E solo Nimue può aiutarmi a farlo>>

<<So che sai quello che stai facendo, Lizzie, ma sono preoccupato per te. Starai bene?>>

<<Sì, starò bene>> aveva sussurrato lei, annuendo. Seppur freddamente, aveva poi gettato le braccia intorno al collo del padre e l'aveva stretto in un abbraccio carico d'affetto <<Sei l'unica persona di cui mi fido, papà, insieme ad Aimee. Per cui sappi che conto su di te...>>

<<Non dirò nulla, tesoro, sta tranquilla>>

<<Tornerò a trovarvi molto spesso, papà. È una promessa>>

<<Facciamo ogni giorno, almeno cinque minuti, e massimo massimo ogni due?>> l'espressione di Simon le aveva strappato un sorriso. Il primo da giorni e giorni.

<<Facciamo così. Adesso vado, però>>

<<Buon viaggio, piccola mia. Sono orgoglioso di te, qualsiasi cosa tu faccia. Ti voglio bene!>>

<<Anche io, tanto tanto>>

Poi si era smaterializzata a Dozmary Pool. Come se si aspettasse una sua visita, Nimue era già ferma sopra alla superficie del suo lago, con un sorriso fiero e l'espressione accorta.

<<Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo viste, giovane strega, no?>>

<<Sì, è vero...>>

<<So il motivo per cui sei qui>>

<<Puoi aiutarmi?>>

<<Mi piaci, ragazza. Non ci giri mai intorno, vai dritta al sodo... sì, posso aiutarti>> aveva risposto quindi Nimue, allargando le braccia e lasciando che l'energia dell'acqua magica la rinvigorisse <<Ma dovrai promettere con un Voto Infrangibile che tutto quello che ti insegnerò resterà tra di noi>>

<<Gelosa della tua sapienza?>>

Nimue aveva sorriso di fronte a quella sfrontatezza <<No, giovane strega. È il lago che vuole così. Il fato vuole che tu conosca la potente magia antica. Ma tu ed unicamente tu puoi custodirla, oltre a me>>

<<Stringiamo questo Voto, allora>>

E così avevano fatto.

Da quel momento, era cominciato il duro addestramento di Eliza Greenway.

Subito, Nimue aveva deciso di iniziare con lo studio e aveva cominciato a spiegarle in cosa consistesse l'Antica Religione, qualcosa di cui non si parlava mai, l'albo della magia. E parlando di quello, la discussione era ricaduta subito sui poteri da Incantatrice di Liz.

<<Il tuo potere è il più grande dell'Antica Religione. Tutta la magia deriva da lì, ma la tua nello specifico è il risultato di alcune combinazioni magiche. Tutte le creature che oggi vivono nel Mondo Magico un tempo vivevano tutte insieme ed i primi monaci dell'Antica Religione amavano sperimentare. Il potere che tu hai è il risultato perfetto, quello per eccellenza. Si vede una volta soltanto e poi mai più, per questo motivo tu sei speciale>> le aveva spiegato Nimue <<Il lago ti ha riconosciuta, vuole che io ti renda ancora più forte, ancora più degna del nome che porti>>

<<Quale nome?>>

<<Chrione>>

<<Cosa...>>

<<È celtico, giovane strega. Significa letteralmente 'La regina senza regno'. Indica proprio te, ragazza. Perché nonostante il tuo potere tu non sei destinata a comandare su dei sudditi>>

<<Mi stai dicendo che non sono destinata ad essere Voldemort?>>

<<Esatto. E dunque il mio compito è addestrarti>>

<<Facciamolo allora, Nimue>>

Poi la dama del lago era passata alla pratica. Giorno dopo giorno, lasciava che l'Incantatrice sfogasse tutta la sua rabbia, tutto il suo potere. E riusciva persino a deviare il corso dei suoi incantesimi, sfruttando la magia immensa delle acque del lago.

La prima volta che si erano scontrate, Nimue aveva tentato di resistere a malapena, sapeva di dover far vincere Eliza per di conquistare la sua stima. Adesso invece non aveva inibitori.

<<È tutto qui quello che sai fare, ragazzina?>> la provocava, ridendo freddamente <<Questo è tutto il tuo grande potere?>>

<<STA ZITTA>> ringhiava l'altra, con la rabbia che le faceva ribollire il sangue. Più sentiva la mancanza di James e Marlene e più si infuriava. Il solo pensiero dei ragazzi bastava per scatenare in lei un qualcosa di ignoto, un sentimento a metà tra la delusione e la furia.

E Nimue non aveva speranza.

Perché quando Eliza lasciava cadere tutti i suoi freni, il suo potere diventava inarrestabile. Perché quando gridava, liberando l'ira nascosta nel suo cuore, il fascio di luce azzurra era così intenso e potente che nemmeno tutti i maghi di quel mondo combinati avrebbero potuto fare niente per bloccarlo.

<<Brava, ragazza>> si complimentava allora NImue, gli occhi vispi erano quasi gioiosi nel vedere i miglioramenti che Eliza faceva ogni giorno.

Di per sé, la Serpeverde non era una strega normale, ma rimaneva comunque una ragazzina. E pur essendo tale, aveva una capacità di apprendimento sopra la media. Molto sopra la media. Nimue viveva da tanti tanti anni ma non aveva mai visto niente del genere.

Sembrava inoltre che Eliza stessa ci prendesse gusto nello stracciare i suoi avversari.

E giorno dopo giorno le scagliava contro creature magiche generate dal lago che la mettevano ogni volta in estrema difficoltà. Tuttavia, più il tempo passava e più la ragazza sembrava farci la mano.

Aveva capito come confrontarsi contro ogni tipo di avversario.

Ancora prima di andare da Nimue, Eliza sapeva perfettamente che la chiave per una vittoria in combattimento era capire le difficoltà dei propri avversari. Solo, non aveva mai veramente avuto l'occasione di scontrarsi contro qualcuno del suo livello - beh, non proprio del suo livello, ma quantomeno abbastanza vicino da spingerla a reagire con tutte le sue forze.

Giugno era ormai terminato ed Eliza era cambiata moltissimo. I suoi occhi, prima spenti, erano tornati a brillare di luce e si poteva scorgere chiaramente nelle sue iridi la potenza acquisita. Mentre i suoi capelli, più tendendi al castano che ad altro, adesso avevano cambiato tonalità, passando ad un biondo scuro.

Persino sua sorella fece un po' fatica a riconoscerla. Era molto diversa dall'ultima volta che l'aveva vista.

<<Come stai?>> le chiese Aimee, invitandola a sedersi e porgendole una tazza fumante di tè. Mike e Aurora sarebbero tornati a breve dalla loro passegiata e Simon li avrebbe raggiunti poco dopo, per passare una serata completamente in famiglia.

<<Sto bene>> rispose lei, annuendo per confermare le proprie parole <<Perché? Non si vede?>>

<<Sì sì, certo. È solo che... sei cambiata, sorellina>>

<<È così sbagliato decidere di voler andare avanti?>>

<<Io... non capisco perché, però, ti ostini a voler evitare di parlare con loro. So che vedi quello di Marlene come un tradimento, perché non ti ha detto nulla riguardo alla sua ragazza, giusto? È un po' quello che sentivo io nei confronti di Mike quando non mi ha detto della sua malattia. Sei ferita e devi guarire, questo okay... ma... ma James?>>

<<Non... pronunciare il suo nome... per favore>>

Aimee percepì un vuoto allo stomaco <<Perché hai rotto con lui, Lizzie? Io ti conosco... non è soltanto per lo scherzo di Sirius, vero?>>

<<Lui sapeva, Aimee. Sapeva che Sirius aveva in mente qualcosa nei confronti di Severus, sapeva che avrebbe combinato qualcosa e non ha fatto nulla per impedirlo. All'ultimo momento ha cambiato idea. Ma si è ferito lui, si è ferito Severus e soprattutto anche Remus>>

<<E tu sei delusa per questo?>>

<<Ti pare poco, Aimee? Ho sempre pensato che lui fosse coraggioso. Invece è soltanto un vigliacco, uno di quelli che lancia il sasso e poi nasconde la mano. Io... non so... Remus si sarebbe potuto fare male in modo estremamente grave e Severus ha rischiato la vita!>>

<<Per colpa dello scherzo di Sirius, no?>>

<<Sì>>

<<E allora perché sei arrabbiata con lui, se lo scherzo è di Sirius?>>

<<Te l'ho detto, Aimee>>

Gli occhi di Liz scintillarono di una rabbia che sua sorella non aveva mai visto. Così Aimee si fece coraggio nell'andare avanti a parlare <<Quindi non sei arrabbiata con Sirius?>>

<<Sono furiosa, sorellina>>

<<Con Sirius>>

<<Sì, e con Jam... lui>>

<<Sto cercando di farti ammettere, se non te ne fossi accorta, che in realtà non sei arrabbiata con James per lo scherzo. Sai che la cosa giusta da fare lui l'ha fatta. Ha impedito a Severus di farsi male e tu questo lo sai. Sai che lui non sapeva niente di concreto, aveva solamente dei sospetti. Quindi che pensi che avrebbe potuto fare?>>

<<Perché non ti fai gli affari tuoi, Aimee?>> sbottò Liz, le iridi per un attimo assunsero una tonalità di azzurro, che sembrava rispecchiare perfettamente la condizione delle mani della ragazza. C'erano ferite e lividi ovunque, segno che la sua magia aveva preso il sopravvento sul suo corpo.

<<Perché stai commettendo una cazzata e non posso lasciartelo fare! Hai deciso di prendertela con James perché ha difeso Sirius, perché non puoi accettare il fatto che Sirius, che vedi come un fratello, che è una persona a cui tieni da morire, abbia fatto una cosa del genere. A Severus, che per te, seppur non vi parliate, è importante. Dopo di Alex è stato il tuo primo amico ed anche se tu non lo chiami più così è la verità. Non è James il codardo, Eliza, sei tu! Perché non affronti le conseguenze!>>

<<Affrontare le conseguenze dici?>> Eliza ora era davvero infastidita. Dal suo corpo rigido partì una folata di vento, che mandò all'aria i vari spartiti posati sul pianoforte della sorella <<Parli di me, Aimee, ma tu sei la prima a non aver mai affrontato le conseguenze! Scappi sempre, ogni volta che c'è un problema>>

<<Stai rivangando la questione della morte di mamma, non è vero? Vuoi giocare questa carta? Fallo. Ma prendertela con me perché tu non hai il coraggio di ammettere ad alta voce che hai il cuore spezzato non servirà a restituirti i tuoi amici. Sei tu che devi farti avanti, sei tu quella che loro stanno tutti aspettando!>>

<<Vuoi che dica che mi hanno spezzato il cuore? Bene, te lo dico. Mi hanno spezzato il cuore! Me l'hanno frantumato in centinaia di pezzi! E non riesco a guardare James in faccia senza vedere il perdono nei confronti di Sirius. Non riesco a vedere l'espressione ferita di Remus! Sei contenta ora?!>>

<<Sì, sono contenta adesso>>

<<Speravo che almeno tu mi capissi, Aimee. Che almeno tu comprendessi. Ed invece sei come tutti gli altri!>>

<<Che cosa dovevo capire? Che hai preferito lasciare James piuttosto che dover stare con lui durante l'estate e rivedere quindi Sirius? Questo dovevo capire?! Che preferisci farlo soffrire, visto che ti ama, piuttosto che dover affrontare le conseguenze di quello scherzo?>>

Aimee si pentì subito del tono usato quando per un solo secondo scorse del dolore sul viso della sorella. Ma ormai era troppo tardi per rimangiarsi le cose dette. Sperava soltanto di non aver oltrepassato di troppo il confine.

<<Mi ha delusa, Aimee. Sirius, dico>> la voce della ragazza si era drasticamente abbassata <<E sì... non ho il coraggio di guardarlo in faccia, perché per me quei ragazzi contano quanto conti tu per me. Ed il sapere che uno dei miei fratelli ha fatto una cosa del genere al mio primo amico ad Hogwarts... mi ha fatta sentire quasi tradita. Poi, beh, come dimenticare la questione di Marlene? Quella che dovrebbe essere la mia migliore amica ha preferito mentirmi per sei cazzo di mesi sulla sua relazione perché non voleva interrompere me e James. Cielo, quanto le sarebbe costato dirmi due parole, no? Però sono io la cattiva di questa storia. Perché ho lasciato James. Perché sono sparita nel nulla. Perché ho preferito concentrarmi su me stessa anziché doverli guardare in faccia tutti i giorni!>>

Aimee deglutì, sentendo gli occhi farsi lucidi. Ora le cose le erano davvero chiare. Aveva avuto ragione, in parte. La scelta di Liz era stata dettata dalla paura di soffrire ancora, di perdere qualcuno di importante. Lei stessa aveva detto che Sirius era famiglia. Aveva già perso un membro della famiglia. E non era stato bello per niente.

Allora aveva scelto la via drastica. Aveva troncato i legami. Ma almeno quelle persone che per lei erano indispensabili erano ancora vive. Forse le bastava quello, forse le bastava sapere c'erano ancora.

Perché, per quanto cercasse di negarlo, non era mai guarita dal trauma della perdita di sua madre.

<<Lizzie, non volevo che...>>

<<Lascia perdere>> la troncò subito Liz, serrando la mascella e percependo chiaramente il gelo che si stava formando intorno al suo cuore. L'unica cosa che voleva, in quel momento, era diventare potente, ancora di più, sempre di più.

Adesso non c'era nessuno a fermarla, nessuno che volesse tenersela davvero vicino.

James era andato.

Marlene lo stesso.

E gli altri non sarebbero riusciti a convincerla a fare qualcosa nemmeno se ci avessero provato un milione di volte.

Non aveva più freni e la cosa le provocava ogni volta un fremito di eccitazione lungo la schiena.

<<Davvero io...>>

<<Lascia perdere, Aimee>> il modo in cui Liz pronunciò quella frase fece stringere lo stomaco alla sorella, che non riusciva a credere a quanto in fretta fosse cambiata. A quanto velocemente fosse tornata ad essere quella che era prima di James.

Ma con una singola differenza.

Quella volta aveva capito quanto respirare senza ossigeno fosse impossibile. Adesso che ci aveva sbattuto la testa non avrebbe più commesso lo stesso errore.

Non si sarebbe mai più affidata al proprio cuore, ora che aveva visto quanto facesse male l'essere delusi.

Continuava a detestare quella che era stata prima, ma dovette ammettere a sé stessa che su una cosa non aveva mai sbagliato: se già ti aspetti una delusione non potrai mai essere davvero deluso. Ed era vero.

Tutte le volte che Liz si era preparata a qualcosa, non era mai stata ferita. Poi, attratta dal carattere di James Potter e dalla dolcezza di Marlene McKinnon, aveva aperto le porte del suo cuore ad altro, oltreché alla magia. E quello era stato il suo segnale di declino.

<<Saluta papà, Rory e Mike da parte mia>> sentenziò, allungando il braccio e facendo per schioccare le dita.

<<Aspetta!>> urlò Aimee, spalancando lo sguardo <<Dove stai andando? No, resta qui, ti prego. Noi siamo la tua famiglia! Abbiamo bisogno di te, così come tu hai bisogno di noi!>>

<<Torno a Dozmary Pool. Ho bisogno di scaricarmi>> rispose freddamente Liz, senza neanche accorgersi di come lentamente stesse scivolando nel lato oscuro del suo potere.

<<Sorellina, per favore... non esagerare>>

<<Non lo faccio mai>>

<<Lo so, ma... lo vedi come reagisce il tuo corpo a tutta quella magia! Non resisterai a lungo senza farti davvero del male!>>

<<Allora in quel momento smetterò>>

<<Liz...>>

<<Ciao Aimee>>

<<LIZ>>

Ma la strega era già scomparsa.

<<Maledizione!>> urlò, stringendo i pugni <<Finirai per farti ancora più del male, Eliza, e non te ne rendi neanche conto>>

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