74| That giant big secret
Marlene McKinnon si fidava di Lizzie Greenway più di chiunque altro. La giovane Incantatrice era la migliore amica che avesse mai avuto ed aveva l'immane capacità di tirarle su il morale anche quando ce l'aveva sotto i piedi.
Le avrebbe confidato anche il suo peggior segreto, certa del fatto che lei l'avrebbe mantenuto. Eliza non era solo una strega potentissima, ma anche una persona gentile e buona, degna soprattutto di fiducia.
Era cambiata tanto dalla prima volta che si erano incontrate. Se la ricordava, Marlene, l'incontro con Lizzie del 1 settembre 1971. Erano passati quasi cinque anni, eppure era ancora impresso nella sua memoria.
Su un vagone dell'Hogwarts Express c'era lei, ancora sola, che cercava disperatamente qualcuno con cui fare amicizia. E poi c'era Eliza, solitaria e silenziosa, a leggere un libro riguardante le arti oscure.
All'epoca, all'inizio di settembre, non era ancora diventata la terribile strega che adorava vedere gli altri inginocchiarsi davanti a lei. Non era ancora la bastarda che sarebbe stata fino al terzo anno.
All'epoca ancora non si erano mai rivolte la parola.
All'epoca ancora non erano le sorelle che sarebbero diventate in seguito.
Perché era quello che Marlene McKinnon provava nei confronti di Eliza Greenway: un affetto talmente forte da essere simile a quello per una sorella.
Mente al suo braccio destro, gemella e parte complementare della sua anima. La Serpeverde era il suo colore complementare, il che non era nemmeno troppo uno scherzo dato che il verde e il rosso colori complementari lo erano davvero.
La Battitrice di Grifondoro sarebbe morta piuttosto che tradire la sua migliore amica, la sua metà. Avrebbe preferito patire centinaia di sofferenze e torture che dire anche solo una parola fuori posto nei suoi confronti. Avrebbe sopportato ogni genere di male per lei, tanto le voleva bene.
L'avrebbe supportata in tutto e per tutto, anche quando avrebbe preso la peggiore delle sue decisioni. Le sarebbe stata accanto e le avrebbe teso la mano, proprio come James Potter aveva fatto tanto tempo prima. Non l'avrebbe mai lasciata sola.
Erano due anime destinate ad incontrarsi e a non lasciarsi più, troppo bisognose l'una dell'altra.
Eliza aveva sempre avuto la tendenza a non riporre la propria fiducia nelle persone, eppure sapeva perfettamente che Marlene non l'avrebbe mai tradita. Credeva ciecamente nell'onestà della sua migliore amica, che le raccontava tutto. Era al corrente di ogni suo segreto...
Oh beh... di quasi tutti i suoi segreti.
Sì, Marlene le avrebbe confidato tutto, aveva detto, ma... ma non quello.
Che cos'era quello?
Il suo essere innamorata di Dorcas Meadowes.
Era un qualcosa di troppo privato, di troppo intimo. Non era un problema di accettazione, anzi: Lizzie Greenway era una delle persone più pro all'omosessualità che lei avesse mai conosciuto, tuttavia...
C'era qualcosa che la spingeva a tacere, a non confessarle dei suoi sentimenti nei confronti dell'altra Grifondoro. Marlene non aveva idea di quale fosse il problema: forse... forse si trattava del fatto che erano giorni che loro due non avevano l'opportunità di chiacchierare da sole.
Lizzie spariva, ogni volta che avevano dei momenti liberi, insieme a James e chissà dove se ne andavano. Cioè, la McKinnon in realtà sapeva perché i piccioncini si rifugiassero ma non le sembrava il caso di farne una questione di stato.
Dopo tutto quello che lei e James avevano passato prima di stare insieme, era giusto che passassero del tempo da soli. Solo che... Marlene si sentiva quasi esclusa. Anzi no, non esclusa. Messa da parte. Come se improvvisamente fosse passata in secondo piano e la cosa la feriva da morire.
Sapeva che se l'avesse detto a Lizzie lei si sarebbe sentita in colpa, come se non avesse il permesso di uscire con persone che non fossero la sua migliore amica. E Marlene non voleva quello, assolutamente no.
E quel segreto... quella era l'unica cosa che Liz non sapeva. L'unica cosa sulla quale la Grifondoro non avrebbe potuto sentirsi ferita, qualcosa a cui aggrapparsi quando l'Incantatrice non c'era.
Dorcas era... Dorcas era quella persona che le faceva staccare la spina, quella con cui poteva rilassarsi anche quando era esausta. La strega era buona, era gentile e simpatica, adorava difendere ciò in cui credeva e avrebbe messo il mondo a ferro e fuoco se fosse stato necessario.
Ma la cosa che Marlene amava di più era che quella ragazza non perdeva mai, MAI, il sorriso. Potevano dirle di tutto, persino insultarla pesantamente, e comunque Dorcas non avrebbe smesso di sorridere.
Che poi, il fatto che adorasse e morisse per ogni risata della strega era un dettaglio inutile. Dopotutto, aveva visto Eliza letteralmente illuminarsi ogni volta che James le parlava e soprattutto aveva notato gli occhi di Sirius e Remus brillare ogni volta che quei due si scambiavano uno sguardo. Non era stupida e ci vedeva bene.
Aveva avuto davanti a sé le prove di due degli amori più belli (beh, di uno sicuramente, dell'altro non poteva proprio definirlo ufficiale) che Hogwarts avesse mai visto ed era certa di provare lo stesso sentimento nei confronti di Dorcas.
Avrebbe tanto voluto potersi confidare con Lizzie, eppure il pensiero di avere qualcosa soltanto per sé la attirava così tanto da non riuscire a momenti nemmeno a farla dormire. C'era qualcosa di bello nel mentire, qualcosa di attraente e magnetico.
Sapeva di star sbagliando, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlarne con la sua migliore amica, ma per ora le andava bene così. Le piaceva quasi il nascondersi, per una volta era lei quella a dettare le regole del suo gioco.
<<Hey Marls>> una voce le arrivò alle orecchie, familiare e gentile, costringendola a voltarsi in fretta e furia.
<<D-Dorcas>> bisbigliò lei in risposta. Le guance le si fecero rosse all'istante e per l'altra strega non fu difficile notarlo; le scappò un sorriso <Posso... ehm... esserti utile in qualcosa?>>
La Meadowes si spostò i capelli dal viso e piantò gli occhi in quelli di Marlene <<Sì, in effetti>> confermò, annuendo con il capo <<Potresti aiutarmi>>
<<Ah sì? C-come?>>
La Battitrice di Grifondoro si fece piccola piccola quando Dorcas le si avvicinò ancora di più. Aveva iniziato a tremare, eppure non c'era traccia di cattiveria sul viso dell'altra ragazza, anzi.
Le sentivano entrambe, le farfalle nello stomaco. Le sentivano eccome.
<<Uscendo con me>>
Marlene spalancò gli occhi, incredula davanti a quelle parole. Non riusciva a... aveva... aveva sentito bene? Il cuore le si fermò nel petto e lei riuscì a percepirlo chiaramente. Si accorse di non star nemmeno respirando.
<<Sì>>
La sua bocca si mosse ancora prima che il suo cervello potesse darle il comando. Non aveva esitato neanche per un secondo. Se c'era una cosa che desiderava era uscire con Dorcas e niente in quel momento avrebbe potuto rovinarle l'umore.
<<Beh... domani?>>
<<Domani>>
<<Ti aspetto, quindi. Alle quattro davanti al Campo da Quidditch?>>
Marlene confermò. Le parole parevano esserle improvvisamente morte in gola, eppure la strega ebbe la forza di dire un'ultima cosa, di aggiungere altre tre parole. Semplici ma efficaci: mi piaci, Dorcas.
La Meadowes si aprì in un sorriso radioso e bastò quello per far tornare in vita il cuore della Battitrice <<Mi piaci anche tu, Marlene>> le disse, con fare dolce <<Ma ne parliamo domani. Va bene?>>
<<S-sì, certo>> deglutì l'altra <<Ne parliamo domani>>
Dorcas non riusciva a smettere di curvare le labbra verso l'alto, sembrava davvero gioiosa <<Allora... a domani>>
<<A domani>>
Marlene tenne lo sguardo fisso sulla schiena dell'amica mentre la guardava allontanarsi. Si ritrovò a sperare che si voltasse, che incrociasse di nuovo il suo sguardo. E quando lo fece, quando Dorcas si girò per sorriderle ancora, la strega giurò che mai e poi mai avrebbe provato un amore forte come quello.
Che sarebbe potuta morire in quell'istante e sarebbe stata comunque in pace.
Che sarebbe potuta morire e non le sarebbe importato, perché Dorcas le aveva sorriso, perché le aveva detto di piacerle.
Per una volta andava tutto bene.
<<Oh Marls, pensavamo fossi caduta in bagno!>> scherzò Liz quando la vide arrivare. Ovviamente, era seduta per terra, con la schiena contro il petto di James e con le braccia del suo ragazzo a circondarla.
Prima, erano sempre sedute vicine, sempre una addosso all'altra, sempre appoggiate in qualche posizione strana che nemmeno chi praticava yoga riusciva a replicare. Ora invece... ora lei era sempre, sempre, sempre con lui.
Pareva essersi dimenticata del fatto che esistesse tutto il resto del mondo per mettersi seduta, non soltanto le gambe di James o lo spazio tra esse quando le divaricava per farle posto.
<<La tentazione era quella di ignorarvi, ragazzi, poi ci ho ripensato bene e ho deciso di unirmi a voi. Senza di me, ammettetelo, siete tutti persi>>
<<Sicuramente>> confermò Alex, ridacchiando e posandole una mano sulla spalla. Il mago poi si voltò verso Lily <<Hey, ma tu non avevi qualcosa da dirci?>>
<<Beh sì>> annuì la strega dai capelli rossi, sorridendo a ciascuno dei suoi amici <<Ho una proposta da farvi>>
<<Sentiamo>>
<<È vero che siamo tornati ad Hogwarts da pochissimo ed è vero anche che mancano ancora diversi mesi alle vacanze, però... che ne direste di andare in una specie di gita tutti insieme?>>
Le orecchie di tutti si drizzarono <<Che tipo di gita?>>
<<Non so, pensavo più ad una specie di campeggio che altro. Ci sono posti bellissimi nel Regno Unito che potremmo benissimo visitare, e poi... abbiamo Lizzie, tu potresti materializzarci tutti, no?>>
<<Oh beh, mi cogli di sorpresa, Lils. Però sì, certo che potrei. Potrei materializzare voi ed almeno un centinaio di tori inferociti senza provare neanche un briciolo di sforzo>>
<<Tu ti vanti troppo, amore mio>> la rimbeccò James, aumentando la presa su di lei e facendola ridere <<Però, effettivamente non è una cattiva idea. Lils, complimenti, mi piace. Io ci sono>>
<<Non è una proposta ufficiale, certo, intanto la butto lì come idea. Poi potremmo tranquillamente decidere di non fare nulla, sia chiaro!>>
<<Mi piace come idea>> risposero in coro Sirius e Remus, scambiandosi un'altra di quelle occhiata che Marlene aveva rinominato succhia-anima <<Io ci sono>>
<<Conta pure su di me, dunque>> fece Liz, voltandosi verso la sua migliore amica <<Tu Marls? Che ne pensi?>>
<<Anche per me va benissimo, ci sono!>>
<<Pete?>>
<<Perfetto!>>
<<Alex?>>
<<Dovrò convincere mia madre, ma... eccetto quello, contate pure su di me. Non vedo l'ora!>>
<<Oh andiamo>> borbottò Liz, incrociando lo sguardo limpido dell'amico <<Tua madre mi adora fin da quando eravamo piccoli, basterà dirle che ci sono anche io! Non farà storie, vedrai!>>
<<Pff, mia madre non ti adora!>>
<<Ah no? Cos'ha detto a Capodanno quando è venuta a bussare a papà? Non lo ricordo bene... oh sì, aspetta, vorrei tanto aver avuto una figlia come Lizzie!>>
<<James ha proprio ragione, tu ti vanti troppo per i miei gusti!>>
Scoppiarono tutti a ridere, divertiti da quel botta e risposta a suon di ironia.
<<Senti chi parla!>>
<<Io non mi vanto!>>
<<Sicuro? Perché mr Alex, son bello e fotomodello non è tanto d'accordo>>
<<Ah ah, ma come sei simpatica, Lizzie. Più o meno come un calcio nelle pa...>>
<<ALEX>>
<<SCUSATE>>
Nonostante quelle varie e piccole discussioni che ogni tanto sorgevano, i ragazzi passarono tutto il resto del pomeriggio a chiacchierare e a fare progetti riguardo a quella vacanza, non sapendo che, più in là, avrebbero annullato ogni cosa. Non sapendo che non si sarebbe mai avverato come progetto.
Ma questa è una storia che non è ancora ora di raccontare.
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