44| Lizzie, James & the London date

Euphemia Potter per poco non si era sentita male quando la mattina del 29 dicembre non aveva trovato suo figlio nel suo letto. Aveva urlato, svegliando mezzo vicinato. Suo marito le era subito corso accanto, preoccupato ma comunque più calmo.

<<Sta tranquilla, cara>> aveva detto lui, stringendole le mani e confortandola <<Vedrai che è sicuramente da Eliza, anche se non ho idea di come ci sia arrivato da lei. So che Simon non ci sarà per un paio di giorni, probabilmente non voleva lasciarla da sola! Vedrai che è lì!>> era convinto di ciò che diceva.

E per fortuna!

Altrimenti Euphemia sarebbe morta sul colpo. Non trovare suo figlio nel suo letto... non trovarlo l'aveva terrorizzata.

<<Per Merlino, dici che è così? Dio, sono così preoccupata! Vedrai che quell'idiota mi sente, non appena torna a casa gli faccio vedere io!>>

<<Andiamo noi dai Greenway. Nel caso in cui, anche se ne dubito, lui non sia lì, Liz potrà localizzarlo senza problemi!>>

I due maghi si erano allora materializzati di fronte alla villa della Serpeverde, che ancora dormiva. Lei e James, infatti, se ne stavano abbracciati sopra il divano e riposavano beati, stretti l'uno all'altra.

Dopo Natale, Liz era stata così gentile da espandere l'incantesimo che proteggeva la sua casa anche ai coniugi Potter: ora, anche loro potevano accedere all'abitazione quando volevano - privilegio concesso solo a James ed i suoi amici, oltreché ai membri della famiglia ancora vivi e sopportabili.

Fleamont ed Euphemia si erano avvicinati ai ragazzi proprio grazie a quell'estensione magica. Non avevano quasi avuto il cuore di svegliarli, tanto erano carini. C'era qualcosa nella bella Incantatrice, però, che alla donna non tornava: teneva la schiena sorprendentemente dritta, in una posizione quasi innaturale.

Aveva fatto in tempo a posare una mano sulla spalla del figlio per svegliarlo che Eliza era subito scattata. Aveva aperto gli occhi all'improvviso, trattenendo una lieve smorfia di dolore. La schiena non le faceva più male e le ferite si erano quasi completamente rimarginate ormai, tuttavia era comunque fastidioso! Anche il solo respirare le provocava delle flebili scosse.

<<Euphemia! Fleamont!>> aveva esclamato, tirandosi su e schioccando le dita, trasformandosi nella migliore versione di sé stessa <<James, sveglia tesoro. Dai>> si era chinata verso il ragazzo e aveva iniziato a scuoterlo.

Il Grifondoro aveva prima aperto un occhio e poi si era passato le mani in faccia, assonnato <<Che ore sono, amore?>>

<<È l'ora che se la prossima volta che rimani fuori tutta la notte non ci avvisi, noi ti scuoiamo vivo>> la voce severa di sua madre era stata abbastanza da mandarlo sull'attenti <<Ti è chiaro, signorino?>>

<<Mamma! Papà!>>

<<Sei impazzito, James? Sei sparito senza dirci niente! Non hai idea dell'accidenti che ci hai fatto prendere!>>

<<Ero qui...>> aveva bisbigliato lui, tentando di trovare una scusa convincente. Si era addormentato con Liz, non aveva per niente pensato ai suoi genitori in quel momento: non dopo che la sua streghetta era stata ferita, per lo meno <<Scusate...>> si sentiva davvero in colpa.

I suoi genitori l'avevano sempre lasciato libero, ma con l'unica condizione di tornare a casa. Non aveva rispettato la regola più importante, che lui stesso aveva stabilito. Era stato ingiusto e lo riconosceva.

<<Per questa volta passa, James. E solo perché eri qui. Ma se ci fai di nuovo, senza dirci niente, io...>> aveva dichiarato Euphemia, come se volesse sottintendere anche un'altra frase. E solo perché siamo troppo buoni.

<<Lo so, scusa mamma>>

<<Euphemia, non prendertela con lui>> si era intromessa Liz, chinando leggermente il capo con quel suo fare ammaliante <<Gli ho detto che papà non ci sarebbe stato e non voleva lasciarmi da sola! Se è stupido e non si è ricordato di dirvelo, non è colpa vostra! Ci mancherebbe! Però gli dispiace davvero>>

<<Hey, io non...>>

<<Zitto, James>> aveva replicato la Greenway, indossando la sua migliore espressione tenera <<Semmai è colpa mia. Sono io quella intelligente tra noi due, avrei dovuto pensarci!>>

<<Sta tranquilla, tesoro>> aveva risposto la donna, abbracciando la ragazza e sorridendole <<Con te non me la prenderei mai. Non è nemmeno colpa tua se nostro figlio è un idiota>>

<<Mamma!>>

<<Sta zitto, figliolo. Sia mai che tua madre ti uccida!>>

<<Fleamont!>>

Eliza era scoppiata a ridere, divertita da quel siparietto familiare. Poi, per un istante, il suo cuore era slittato in direzione di sua madre e si era subito intristita. James, forse intuendo i suoi pensieri, aveva smesso di ridere e si era chinato verso di lei, baciandole la guancia e stringendole la mano.

<<Grazie>> aveva sussurrato lei, grata <<Grazie per aver capito>>


<<Amore, andiamo!>> gridò James, dal fondo delle scale di casa sua. Stava aspettando la sua meravigliosa ragazza per farsi un giro di Londra insieme. Era una delle poche volte, di quelle vacanze, in cui erano completamenti soli, per un motivo o per un altro, e volevano godersi il momento <<Lizzie? Muoviti!>>

<<Sii!>> trillò la voce della ragazza, che comparve pochi istanti dopo in cima alle scale, scendendo velocemente tutti i gradini e gettandoglisi subito addosso <<Eccomi! Andiamo!>>

<<Mamma?>> chiamò allora il Malandrino, facendo sporgere Euphemia dalla porta <<Noi andiamo allora! Ci vediamo dopo!>>

<<Sì, divertitevi! E fammi sapere se decidi di sparire completamente!>>

<<Sììì mammaaaa>>

<<Grazie Euphemia!>> sorrise invece Liz, divertita.

<<Vedi James? Perché non potevi essere educato e cortese come Lizzie?>>

<<Della mia meravigliosa ragazza ne esiste una sola!>>

<<Paraculo>>


<<Amore?>> Liz si aggrappò al braccio di James improvvisamente, sciogliendo la presa sulla sua mano euforicamente <<Senti...>>

<<Sì, ho già capito>> sorrise lui, estraendo un paio di monete babbane dalle tasche dei jeans ed avvicinandosi ad un piccolo venditore che si muoveva leggiadro tra i suoi macchinari <<Salve!>> salutò gentilmente <<Uno di zucchero filato, per favore!>>

<<Certo, ragazzo. Di che colore lo vorreste?>>

<<Che colore ti piace?>> James cinse le spalle di Liz, aspettando una risposta. Anche se, in realtà, un'idea già ce l'aveva. Verde chiaro.

<<Verde chiaro, grazie>> rispose infatti la Serpeverde. Pareva davvero essersi affezionata a quella sfumatura!

<<Arriva subito!>>

Liz non poteva essere più contenta. Da quando Remus quella sera aveva comprato a lei e agli altri lo zucchero filato, ogni volta che ne aveva l'occasione lo acquistava. Era come se fosse un ricordo di quei momenti di allegria vissuti tutti insieme.

<<Tenete ragazzi! Buona serata!>>

Liz afferrò il bastoncino ligneo e cominciò subito a staccare un pezzetto di nuvola colorata da quella montagna di zucchero. Lo mangiò, chiudendo gli occhi, degustandolo come se quella fosse l'ultima volta in cui avrebbe potuto mangiarlo.

<<Ti piace proprio, eh?>> domandò scherzosamente James, rubandole un batuffolo verde dalle mani e mangiandolo <<Per Merlino, è davvero buono, però!>>

<<Te l'ho detto!>> replicò lei, alzandosi sulle punte e stampando un bacio sulla guancia di James. Le sue labbra erano appiccicose ma a lui andava bene lo stesso: preferiva essere impiastricciato che non avere per niente Liz a farlo.

Stavano ridendo insieme, passeggiando e mangiando zucchero filato, quando un paio di voci li raggiunsero. Si bloccarono improvvisamente, riconoscendo a chi appartenessero.

<<Greenway, Potter>> il tono acido era inconfondibile <<Il mio fratellino non è con voi stasera? Allora dovrà essere per forza con Loony Lupin, no?>>

<<Mammina non ti ha insegnato a tenere la bocca chiusa, Regulus?>> fu la risposta secca di James, che incrociò le braccia al petto fissando truce il minore dei fratelli Black.

<<James...>> lo richiamò Liz, posandogli una mano sul bicipite destro <<Non gettare legna sul fuoco>>

<<Paura di quello che potrei fargli, Eliza?>>

<<No, Regulus. Sto semplicemente evitando di sentire altri insulti rivolti a Sirius e Remus. Te lo dico chiaro e tondo, dillo di nuovo e non sarai così fortunato da poterli ripetere>> sentenziò la strega.

<<Che carini, Greenway>> commentò uno dei colossi dietro Regulus. Non ricordava nemmeno il suo nome, forse Tony. No, Toby. No, okay, non ne aveva idea <<La nuova coppietta di Hogwarts>>

<<Perché non chiudi il becco, Matt?>> ribatté James, con tono aspro.

Ah, ecco allora come si chiama!, fu il primo pensiero dell'Incantatrice. Si maledisse mentalmente immediatamente per essersi distratta.

<<Problemi, Potter?>>

I due ragazzi fecero per scontrarsi uno con l'altro, la fronte alta e la mascella rigida.

<<Che diamine fai?>> Liz riacchiappò James per il tessuto della giacca che indossava, tirandolo indietro <<Non pensarci nemmeno!>>

<<Lizzie...>>

<<Lasciali perdere>> rispose lei subito, fissando truce Regulus ed i suoi amici e schioccando le dita. La memoria di quei pochi minuti di incontro si dissolse nelle menti dei Serpeverde e Liz ne approfittò per tirare via James.

Lo spinse in un vicolo dove l'unica cosa brulicante era il lombrico schiacciato che giaceva per terra e lo sbatté contro il muro con tutta la forza che aveva <<Sei diventato scemo, per caso?!>> strillò quasi.

James, che pensava che Liz volesse far tutto meno che rimproverarlo, rimase di stucco <<Amore, dai...>>

<<No!>> fece lei seccamente, era esasperata <<Forse non ti rendi conto!>>

<<Non mi rendo conto di cosa, sentiamo?>> replicò James, iniziando ad infastidirsi. Ora Liz stava prendendo le parti dei suoi compagni?

<<Del fatto che molto probabilmente quegli imbecilli sono figli di Mangiamorte. Hai letto anche tu cosa dice la Gazzetta del Profeta, James. Voldemort tiene a loro come se fossero tutti una grande famiglia. Credi davvero che dei conservatori come i Black non siano nella cerchia ristretta? Posso elencarti uno per uno i centosettanta motivi per cui Bellatrix e Narcissa sono dentro>> esclamò velocemente la strega, allentando la presa sul proprio ragazzo.

<<Probabilmente è così, ma sono dei ragazzi e... e per quanto io non li sopporti, non credo che...>>

<<Che sarebbero disposti a seguire le loro famiglie?>> Liz sospirò, scuotendo il capo <<Hai troppa fiducia nella bontà umana, James. Li hai mai sentiti gli insulti di Mulciber a Lily e Mary? Penso di averlo maledetto non so quante volte per questo. Non è solo odio questo, tesoro, è necessità di vedere i nati-babbani distrutti>>

<<Senti...>> il Malandrino la guardò dispiaciuto <<Non volevo rovinare il nostro appuntamento, Li, davvero. È solo che non riesco a mantenere il controllo se toccano i miei amici>>

<<Lo capisco, tesoro, lo capisco, ma non puoi andare in giro e continuare a fare come prima. Per il momento non possiamo fare niente, adesso siamo solo studenti. Quarto anno, James, ricordati questo. Nessuno ci prenderà mai in considerazione in questo momento. Se i Mangiamorte dovessero davvero essere i genitori di quei ragazzi, credi che non farebbero ai loro figli un piacere? Qualsiasi cosa faremo ora sarà colpa nostra>>

Le parole di Liz spinsero James a riflettere e ad ammettere la verità <<Hai ragione, Li>> ripeté, mestamente <<Scusa se ti ho fatta preoccupare>>

Lei gli si gettò addosso, buttandogli le braccia intorno alla vita e stringendolo. Si rilassò, ferma nella presa del suo ragazzo <<Scusa tu per come ho reagito. Forse avrei dovuto dirlo con più calma>>

<<No, no, andava bene così. Anzi. Ha avuto ancora più effetto>> poi James chinò la testa ed arrivò con la bocca vicino all'orecchio di Liz <<E poi>> sussurrò <<È stato bello pensare per un attimo che volessi mettermi le mani addosso. Se capisci cosa intendo>>

Le guance della Greenway divennero viola immediatamente <<James!>> esclamò urlando, imbarazzata. Lui scoppiò a ridere, baciandole prima la punta del naso, poi entrambe le guance, poi il mento, poi la fronte ed infine le labbra <<Sei un maiale!>>

<<Mai detto il contrario!>>


Euphemia non poté fare a meno di trovare tenerissimi suo figlio ed Eliza. Li osservò materializzarsi nel giardino di casa dalla finestra della sua camera mentre si infilava la vestaglia di seta.

La Serpeverde lo salutò con un bacio veloce e con la promessa che sarebbe venuta a trovarlo l'indomani. Dopodiché se ne tornò a casa con il sorriso sulle labbra.

La signora Potter non sapeva che cosa Eliza fosse di preciso, ma non era troppo difficile immaginarlo. Con un potere straordinario, non controllata dal Ministero, con la magia che le risultava più semplice del normale poteva essere soltanto una creatura speciale. Un'Incantatrice.

Si mise a letto, accanto al marito che stava leggendo un paio di articoli dall'ultimo giornale della Gazzetta del Profeta.

<<James è tornato?>>

<<Sì, Eliza è andata via adesso>> confermò la donna, sospirando <<Credi che stiano bene insieme?>> chiese, dopo qualche secondo.

<<James e Liz? Stai scherzando, spero. Non stanno bene insieme, sono letteralmente PERFETTI uno per l'altra. Hai mai visto come si guardano, tesoro?>>

<<Sono molto carini, è vero...>>

<<Temi che un giorno Eliza possa cadere nella trappola di Voldemort?>> parafrasò Fleamont, lasciando perdere la sua lettura e dedicandosi completamente alla moglie. La conosceva ormai, sapeva perfettamente a cosa stesse pensando <<Sta tranquilla, Euphemia>> dichiarò convinto <<Se c'è una cosa in cui Liz crede è la parità tra gli stati di sangue. Non seguirebbe mai Voldemort, partendo dal fatto che Lily è una delle persone in pericolo ed è una delle sue migliori amiche. Non permetterebbe mai a qualcuno di fare del male a chi ama>>

<<Mi sento terribilmente in colpa a pensare anche solo ad una cosa del genere, perché so che Eliza è una delle persone più degne di fiducia che conosciamo e so che non seguirebbe mai Voldemort, ma.... ma non posso fare a meno di rimuginarci sopra>>

<<È perché è potente? Per quello, tesoro?>>

<<Mh>> mugugnò lei, in risposta <<È brutto da parte mia, vero?>>

La voce impassibile di James rispose per Fleamont <<È disgustoso>> commentò. Se ne stava appoggiato allo stipite della porta, con le braccia conserte e un'espressione infastidita <<Lizzie non seguirebbe MAI Voldemort. Non lo farà>>

<<Lo so, lo so... James, ti giuro che lo so, ma... ma io sono preoccupata per te>>

<<L'unica cosa che quella ragazza potrebbe mai farmi è spezzarmi il cuore smettendo di amarmi>> rispose lui, sicuro di ciò che stava dicendo <<A Liz affiderei la mia vita, mamma. E dovresti sentirti in colpa come non mai per dubitare di lei, perché tu non lo sai ma Liz... Liz ti vede un po' come se fossi Isabelle>>

A quelle parole, a quel nome, Euphemia capì di non avere niente di cui preoccuparsi. Perché fino a quando Eliza avrebbe avuto nel cuore il ricordo di sua madre e dell'amore che lei provava per la vita, allora non ci sarebbero stati problemi.

<<Mi spiace anche di averci pensato>> confidò la donna, abbassando lo sguardo e portandolo successivamente sul figlio <<Però sono preoccupata per te, lo ripeto>>

<<Mamma...>> mormorò James, avvicinandosi ai suoi genitori e sedendosi sul bordo del loro letto <<Io mi fido di lei. E non lo dico soltanto perché sono innamorato di lei o perché siamo amici. Di Liz mi fido sul serio. L'ha detto anche papà: se Liz odia qualcosa è quando ci sono differenze tra gli status di sangue. Nemmeno quando era "rigida" ci ha mai dato peso. Non è di lei che dovresti preoccuparti>>

<<Tu ti fidi di lei ed io mi fido di te, James>> aggiunse Fleamont, sorridendo alla moglie <<Euphemia, è normale che tu sia preoccupata per lui, ma adesso è abbastanza grande per prendere decisioni con la sua testa>>

La signora Potter annuì, rivolgendo un cenno di scuse al figlio <<Devo scusarmi con Liz per aver dubitato, glielo devo...>>

<<No>> la interruppe subito il Malandrino, scuotendo la testa <<No, non farlo. Non dirglielo>>

<<Perché? Ci tengo a sc...>>

<<Perché la feriresti soltanto per aver dubitato di lei>>

Senza aggiungere altro, James sparì diretto verso la sua stanza. Non si voltò mai, durante quei pochi passi.

Sussurrò qualche parola solo a sé stesso.

<<La feriresti>> ripeté <<E non se lo merita>>

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