33| Lizzie, James & the time her heart broke
Abigail "Abby" Cruz era una quattordicenne babbana dai lunghi capelli biondi e con due occhi azzurri così grandi e magnifici che chiunque ci sarebbe potuto finire dentro perdendosi. Il naso aquilino era costeggiato di lentiggini chiare e la pelle era talmente perfetta da sembrare porcellana. Il forte accento inglese la rendeva ancora più elegante.
Eliza Greenway non aveva dubitato nemmeno per un istante del fatto che fosse lei la vicina di casa di James Potter. Dopotutto, Euphemia stessa aveva definito la ragazza come davvero molto carina. Che cos'altro poteva aspettarsi?
L'anno scolastico era finito da pochi giorni e tutti gli studenti non vedevano l'ora di riposarsi e passare un'estate in santa pace. Gli esami - a detta di Marlene e dei Malandrini - erano stati una tortura. Liz e Lily li avevano trovati quasi banali.
Anzi, le due amiche avevano passato la maggior parte del tempo a spiegare agli altri gli argomenti che non erano chiari. La Serpeverde soprattutto, considerando che avrebbe già potuto tranquillamente presentarsi ai M.A.G.O e stracciare tutti quelli del settimo anno!
Per sua fortuna, inoltre, l'ultimo giorno di scuola era stato anche l'ultimo giorno in cui avrebbe avuto a che fare con Finn Craig. Non avevano in mente di riconciliarsi e tornare insieme, per cui l'unica opzione possibile era lasciarlo andare. Per un po' era stato bello, doveva ammetterlo, ma la loro storia era finita.
E finita sarebbe rimasta.
Liz si appoggiò al muretto della strada londinese, aspettando che Abigail finisse di presentarsi ai ragazzi. Aveva il minimo sospetto che sarebbe stata l'ultima a doverle stringere la mano ma non ne era ancora totalmente certa.
C'è da dire che Lizzie Greenway difficilmente sbagliava. Ed anche in quel caso ci prese totalmente.
Si scambiò un'occhiata rapida con Marlene, trattenendo una risata ironica, prima di staccarsi dal suo appoggio e tendere la mano verso Abby <<Eliza Greenway, piacere di conoscerti. Di solito mi chiamano tutti Liz, però>> fece, gli occhi che non lasciavano trasparire nemmeno un po' della sua neo-ritrovata bontà d'animo.
Lily dovette stringere i denti pur di non scoppiare a ridere.
<<Abigail, ma puoi chiamarmi Abby!>>
<<Senz'altro>> fu la risposta di Liz, che suonò strana persino a Peter, Remus e Sirius. James invece non si era accorto di niente, troppo intento a cercare di sistemarsi i capelli dopo che i suoi amici glieli avevano scompigliati.
Decisero tutti, di comune occhiata, di non fare domande ed andare avanti come se non fosse successo niente.
C'era qualcosa di strano in Lizzie Greenway quel giorno ma nessuno era ancora arrivato alla conclusione. Nemmeno Lily, cosa che stupì particolarmente i suoi compagni di Casa.
<<Ah Lizzie!>> esclamò James all'improvviso, attirando tutta l'attenzione della strega.
<<Che c'è?>> chiese lei, accennando un sorriso.
<<Non ci ho pensato a dirtelo prima, ma mamma mi ha chiesto se può andare a conoscere Aurora. Dice che le farebbe un sacco piacere>>
<<Certo!>> annuì l'altra, frugando dentro la sua borsa ed estraendo un taccuino ed una penna <<Guarda, questo qui è l'indirizzo. Però suggerirei di fare come Babbo Natale>> aggiunse, facendo ridere tutti quanti meno che Abby, che non capiva.
Passare per il camino, effettivamente, era una frase che solo i maghi potevano comprendere.
<<I GALEONI!>> strillò Sirius improvvisamente, tastandosi le tasche e guardandosi intorno disperato.
<<Che c'entrano i galeoni adesso?>> domandò Remus confuso <<Oh no>>
<<Oh sì>>
<<Te li sei perso? Dio, saranno stati cinquanta galeoni!>>
<<Che diamine vai a fare in giro con cinquanta galeoni? Devi andare a svaligiare Diag...>> Marlene si interruppe prima di finire la propria frase, notando come Abby avesse assunto un'espressione davvero stralunata.
James si diede mentalmente dello stupido, si era dimenticato di ricordare ai suoi amici di non parlare di magia!
<<Te li trovo io>> bisbigliò Liz all'orecchio di Sirius <<Coprimi>>
Black le si spostò totalmente di fianco, rendendola quasi invisibile agli occhi di Abby. Fece un movimento con le mani e chiuse per un secondo gli occhi, figurando l'immagine delle monete nella propria mente. Un millesimo dopo, il sacchetto di galeoni di Sirius giaceva nel suo palmo sinistro.
<<Io ti amo!>> dichiarò Sirius ad alta voce, schioccandole un bacio rumoroso sulla guancia sinistra. James si fermò improvvisamente, percependo una sensazione violenta fargli bollire il sangue.
<<Che carini che siete!>> affermò Abby, pur non sapendo niente <<State insieme per caso? Perché avete tanta, tanta chimica!>>
Sirius si irrigidì, rendendosi conto di che cosa quel suo gesto avesse provocato in James. Cercò di dissimulare la tensione al meglio, venendo aiutato anche dai suoi amici, ma ci riuscì poco e male.
<<No!>> si affrettò a dire Eliza <<No, non stiamo insieme>>
<<Dillo più in fretta la prossima volta, Lizzie. Sia mai che io mi offenda!>> commentò Black, tirando all'amica una gomitata amichevole.
<<Posso chiederti una cosa?>> fece Abigail rivolta ad Eliza. L'Incantatrice esitò per un momento prima di annuire e farle cenno di parlare <<Tu sei completamente naturale, così bella dico. Vorresti rifare qualcosa, però? Certo, so che la chirurgia è prevalente in America, ma...>>
Liz spalancò gli occhioni e si voltò subito verso Lily per capire. Non aveva idea di che cosa fosse la ciru... cifu... sì, insomma, qualsiasi cosa babbana Abby avesse detto.
<<Scusa se ti sembriamo dei pazzi...>> mormorò Marlene, sorridendo <<Siamo tutti cresciuti in questo collegio, qualcuno come Liz, Sirius e Peter ci è addirittura nato. Quindi non conosciamo molte cose del mondo "esterno">>
<<Ah capisco>>
<<Come mai mi chiedi se ho modificato qualcosa?>> domandò Lizzie, confusa <<Comunque la risposta è no. Non ho mai toccato nulla>>
<<Te lo chiedo perché la signora Potter aveva ragione!>>
Liz guardò James, che però ne sapeva quanto lei <<Ragione su cosa?>>
<<Stamattina l'ho incrociata mentre passeggiavo nei dintorni di casa, mi ha detto che sarebbero venuti qui degli amici di James, quindi voi. E che... beh, che tra di voi c'era una certa Lizzie che, testuali parole sue, è bella da togliere il fiato. Poi ha aggiunto che ci sarebbero state altre due ragazze, quindi Lily e Marlene a questo punto, che sono altrettanto stupende!>>
Le guance delle tre ragazze si colorarono di rosso velocemente, mentre si prendevano a braccetto e si sorridevano allegre.
<<Ragazze! Siamo belle!>> sentenziò la McKinnon, stritolando le sue migliori amiche <<Direi, per festeggiare, di recitare. Che ne dite?>> la presa in giro sortì l'effetto desiderato perché tutti quanti, anche i ragazzi, fecero finta di vomitare.
Man mano che il tempo passava, Lizzie sembrava essere meno rigida nei confronti di Abigail. Non riusciva a spiegarselo, ma era come se il suo cuore le stesse dicendo di comportarsi in una determinata maniera.
Presto arrivò la sera ed ognuno si ritirò a casa sua (più o meno). Sirius, Peter e Remus si sarebbero fermati a dormire da James, mentre fu compito di Liz riportare Marlene e Lily alle rispettive abitazioni.
Promise loro che sarebbe tornata a prenderle l'indomani e sparì, bussando alla porta di casa sua per farsi aprire.
Suo padre la accolse con un bacio in fronte ed un abbraccio. La invitò a sedersi un po' con lui in soggiorno per chiacchierare e lei fu più che felice di accettare.
<<Papà? Posso farti una domanda?>>
<<Chiedi qualsiasi cosa, amore mio>>
<<So che può sembrare una domanda strana, però ha senso, fidati. Che avresti fatto tu se mamma fosse stata innamorata di te ma tu no e lei per dimenticarti avesse iniziato ad uscire con un altro ragazzo?>>
<<Cielo, figliola, mi cogli di sorpresa. Beh, sinceramente non lo so, tesoro. Io sono sempre stato innamorato di tua madre quindi posso solo dirti che cosa avrei fatto se io fossi stato quello innamorato e rifiutato. Penso che la gelosia mi avrebbe straziato se tua madre avesse iniziato ad uscire con qualcuno, semplice>>
<<Grazie papà>> sorrise Lizzie, malinconicamente, facendo il gesto del cuore con le dita.
<<Ma come mai mi fai una domanda del genere? Vuoi parlare un po'? So di non essere Marlene, né tantomeno Aimee, però posso provarci!>>
<<C'è James che qualche mese fa mi ha confessato di essersi innamorato di me, però io gli ho detto che non provo le stesse cose che prova lui. Verso fine scuola mi ha detto che avrebbe provato ad uscire con questa ragazza babbana che abita vicino casa sua ed oggi l'ha fatto>>
<<Dov'è il problema, Lizzie?>> chiese dolcemente Simon, avendo già capito. Era stato ragazzo anche lui, per quanto il suo cuore fosse sempre appartenuto ad Isabelle.
<<Il problema è che... non lo so, mi sento strana nei suoi confronti. Di solito James mi parla spesso e mi capisce, mi studia, oggi invece no... non lo so, mi ha fatto provare qualcosa di strano>>
Simon sorrise, accomodandosi accanto alla figlia e carezzandole la guancia <<È gelosia quella che provi tu, tesoro>>
<<Gelosia? Ma che vai dicendo, papà? James non mi piace in quel senso lì!>>
<<Puoi essere geloso di una persona pur non amandola, Lizzie>>
<<Perché?>>
<<Perché siamo esseri umani, tesoro. Ed in quanto tali sbagliamo, commettiamo errori, ci arrabbiamo, ma alla fine non cambiamo mai e non impariamo>> sussurrò l'uomo, allungandosi e lasciando un bacio sulla punta del naso della figlia <<È così, purtroppo. Io non so che cosa tu provi per James però... però posso assicurarti che nei tuoi occhi si può legger ben altro oltre all'amicizia...>>
<<No, noi siamo amici ed io...>>
<<Ti sto per fare delle domande secche, rispondi senza neanche pensarci, va bene?>>
<<Okay?>>
<<Gelato alla nocciola o fragola?>>
<<Nocciola>> le risposte di Liz, come previsto da suo padre, arrivarono spontanee e rapide. Sembrava quasi un botta e risposta in stile rap.
<<Dolce o salato?>>
<<Salato>>
<<McGranitt o Silente?>>
<<McGranitt>>
<<Sei innamorata di James?>>
<<Sì>>
Liz si rese conto di che cosa avesse detto con qualche secondo di ritardo ma Simon già gongolava. Ah, quel buon vecchio trucco funzionava sempre!
<<No, no!>> trillò la ragazza incredula, scattando in piedi sotto lo sguardo attento del padre <<Papà, io non sono innamorata di lui, non so perché mi sia uscito!>>
<<Tesoro...>> Simone si alzò in piedi, stringendo le mani della figlia e guardandola con un gran sorriso luminoso in viso <<Che cosa provi davvero per James? Ti prometto che tutto quello che diremo qui non uscirà da questa stanza, a meno che tu non voglia>>
<<Io...>> la strega deglutì <<Non so come chiamare questo sentimento così forte, se devo essere sincera. Vedi, papà, l'unica cosa di cui sono certa è che se fosse in pericolo mi butterei davanti a lui e lo proteggerei con tutte le mie forze. James è quello che... James è quello che mi ha insegnato come si fa a vivere, mi è stato vicino in tanti momenti e mi ha stretto la mano quando nessun altro voleva farlo>>
<<È tanto importante per te, quindi>>
<<Te la ricordi, papà, quella fiaba che mamma mi leggeva sempre? Quella del principe che salvava la principessa ferita sia fisicamente che spiritualmente?>>
<<Certo, ma ora cosa...?>>
<<E ti ricordi anche la frase finale della storia?>>
<<Lui ha disegnato stelle intorno alle mie cicatrici>> recitò Simon, non capendo. Solo ripensandoci una seconda volta realizzò <<Tesoro, mi stai dicendo che...>>
<<Che James è quello che mi ha fatto smettere di odiare per me stessa per quello che è successo a mamma, papà. Le mie cicatrici sono i sensi di colpa che provavo, le stelle che il principe disegnava sono gli abbracci che James mi dava per convincermi del contrario>> sussurrò Eliza, tenendo gli occhi bassi e rialzandoli all'improvviso <<Capisci perché è così importante?>>
Simon carezzò i capelli di Lizzie, avvicinandosi e stringendola in uno di quegli abbracci che lei ed Aimee definivano come scaldacuore, poiché erano così puri e sinceri da riuscire a sciogliere anche il più rigido dei cuori.
<<Secondo te cosa provo, papà? Non penso sia amore, ma...>>
<<Per me invece lo è>> rispose l'uomo, delicatamente <<È amore ma tu non vuoi ammetterlo perché hai paura>>
<<Paura di cosa?>>
<<Paura di perdere la cosa più bella che tu abbia mai avuto>>
<<Papà, siete tu ed Aimee la cosa più...>>
<<La famiglia è importante, tesoro>> Simon la interruppe <<Ma l'amore è sempre più potente di qualsiasi altro sentimento>> dichiarò, serio <<Tu sai perché hai paura?>>
<<Perché?>>
<<Perché James è vitale per te, in questo momento tu lo vedi come la persona che ti ha ridato l'ossigeno per respirare e senti in qualche modo di dipendere da lui. Più avanti scoprirai che sei in grado di camminare sulle tue gambe ma per adesso hai bisogno di quella spensieratezza e di quel senso meraviglioso che è l'amore. Hai paura che concedendoti di innamorarti di lui un giorno James possa smettere di amarti, Lizzie>>
La ragazza trattenne il fiato, il cuore le batteva all'impazzata <<Ma papà...>>
<<Tesoro, ci sono passato>> le disse, separandosi dall'abbraccio e posandole le mani sulle guance <<Tua madre è il mio grande amore ma non è stata la prima donna che ho amato, mi ricordo di quella sensazione. Fidati se ti dico che ti capisco, ti capisco bene>>
<<E se fosse davvero così? E se James un giorno dovesse smettere di amarmi?>>
<<Allora avrai il cuore spezzato, Lizzie, ma questo fa parte della vita. L'amore, tesoro mio, è la cosa più bella al mondo. Quella sensazione di pienezza, di gioia non la dimenticherò mai. Venderei la mia anima al diavolo pur di riavere tua madre indietro anche solo per cinque minuti, tu invece hai la possibilità di vivere questo amore ora. Non sprecare il tempo, perché non arriverà un folletto a dirti che può portarti nel passato. Lizzie, nessuno dei due vivrà in eterno e prima o poi morirete entrambi. Ma questo non significa che tu sia tenuta a passare il resto della tua vita a domandarti se quello che hai scelto adesso in un futuro avrebbe potuto renderti felice!>>
Liz si morse il labbro inferiore con forza, tremendamente colpita da quelle parole <<E cosa faccio adesso allora?>>
Simon sorrise, afferrando le spalle della figlia e facendole un occhiolino <<Adesso vai da James. Va da lui e digli che lo ami!>> dichiarò.
La Serpeverde annuì, piena di coraggio, e si smaterializzò. Fece comunque in tempo a vedere suo padre portarsi alle labbra la fede di sua madre con sguardo malinconico.
Riapparve davanti casa dei Potter con il cuore che scoppiava per l'agitazione. Fece per bussare alla porta, mentre si torturava le dita e rischiava di staccarsele, ma non ebbe bisogno nemmeno di sfiorare il portone.
James era in strada, voltato di schiena rispetto a casa sua.
E non era da solo.
C'era Abby con lui, che continuava a sorridergli e a toccarsi i capelli.
Liz deglutì, tentata di interrompere la loro conversazione e trascinare via il ragazzo. Forse aspettò un secondo di troppo, perché la giovane babbana si spinse in avanti e baciò James.
Non ci sarebbe stato alcun problema se lui si fosse staccato... ma non lo fece, non si staccò.
Ed il cuore di Liz si frantumò in un migliaio di piccoli pezzetti scheggiati.
Non aspettò nemmeno tre secondi e si smaterializzò nuovamente. Suo padre era ancora lì a leggere il suo giornale e quando la vide intuì subito. Così spalancò le braccia e si alzò in piedi.
Le lacrime iniziarono a scendere copiose per le guance dell'Incantatrice mentre lei correva verso Simon e lo abbracciava.
<<Amore mio, che è successo?>>
<<È successo che sono arrivata troppo tardi, papà>> sussurrò, il corpo scosso dai singhiozzi tremolava tra le braccia dell'uomo <<L'ha baciata, papà. Ha baciato Abby. Ed io sono una stupida. Sono una stupida perché non ho capito prima...>>
<<Mi dispiace tanto, piccola>> mormorò lui, avvolgendo meglio le braccia intorno alla figlia e tirandola più verso di sé <<Ma che ti ha detto? Voglio dire, avrete parlato!>>
Liz scosse il capo debolmente <<Sono arrivata davanti casa sua ma era già insieme ad Abby. L'ha baciata, non mi ha vista per niente. Papà...>>
<<Oh...>> così era ancora peggio <<Mi dispiace da morire, tesoro>>
La strega si aggrappò alla giacca del padre, stringendo il tessuto tra le dita e sfogandosi <<Avevi ragione, papà. Mi fa tanto male il cuore>>
<<Vuoi che chiami Aimee? Forse lei saprà cosa fare meglio di me. Non c'è problema, tesoro, eh>> Simon sapeva di non poter essere davvero di conforto. Ricordava le sensazioni provate un tempo ma il primo amore faceva sempre tanto male.
<<No>> bisbigliò lei tra le lacrime, aumentando la propria presa sul padre e nascondendo il viso contro il suo petto <<Voglio stare con te, papà>>
<<Va bene>> le rispose lui <<Va bene. Allora stiamo insieme io e te. Te lo prometto, amore>>
<<Ti voglio bene, papà>>
<<Te ne voglio tanto anche io, mia piccola Lizzie>>
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