21| Lizzie, James & and the uncovered secret

Erano passati diversi giorni da quando la magia di Liz Greenway era esplosa e aveva colpito tutta Hogsmeade. Lei e James Potter avevano fatto il possibile per coprire le tracce di quell'evento ed erano riusciti a limitare i danni ma non avevano potuto nascondere il fatto ad Albus Silente.

Eliza non riusciva nemmeno ad alzarsi dalla neve, nonostante James la tenesse stretta. Le gambe le crollavano e parevano non accennare a recuperare: il Malandrino l'avrebbe anche volentieri sollevata e portata lui ma avrebbero attirato troppo l'attenzione e tutti avrebbero collegato i due eventi.

<<Che cosa vuoi che faccia?>> le aveva sussurrato, in ginocchio davanti a lei. Le aveva afferrato la mano, nel frattempo, nella speranza di riuscire ad aiutarla.

<<Ho bisogno che tu...>> faticava persino a parlare, tanto quell'incredibile flusso di magia l'aveva stordita. James non l'aveva mai vista così, fragile come non mai (nemmeno quella volta della reazione allergica).

<<Parla con calma, sta tranquilla>>

<<V-va bene>> aveva mormorato lei, annuendo e cercando di sostenersi con l'altra mano <<Ho... bisogno che tu... usi un incantesimo>>

<<Wow, Liz, che grande piano!>> l'aveva presa in giro per farla ridere ma non aveva ottenuto il risultato sperato. Stette zitto per qualche secondo, per poi parlare di nuovo <<Che incantesimo dovrei eseguire?>>

<<È piuttosto antico...>> aveva incominciato a spiegare <<Ci permetterà di trasportarci vicino ad Hogwarts senza che il Ministero della Magia possa rintracciarci. Però è difficile eseguirlo>>

<<Ci proverò>> aveva dichiarato James, e così aveva fatto.

Poco importava di coloro rimasti a Hogsmeade, se Liz stava male. Se la Serpeverde avesse avuto un nuovo "colpo" di magia, sarebbero stati tutti sicuramente spazzati via: l'importante quindi era portarla al Castello.

Fu lì che James la sollevò e la lasciò andare solo davanti all'ufficio di Silente. Ormai c'era stato così tante volte da sapere quale fosse la strada a memoria.

<<Signor Potter, di nuovo qui?>> scherzò l'uomo, divertito. Solo quando si accorse dell'espressione della Greenway si fece serio <<Cos'è successo?>>

<<È successo esattamente quello che aveva predetto, professore>> aveva confessato la strega, gli occhi bassi. Si era completamente appoggiata a James, che la sorreggeva tenendo il braccio di lei sulle spalle e la propria mano sul suo fianco <<Sono scoppiata>>

<<Lei l'aveva predetto?!>> Potter non era riuscito a frenare la lingua, rivolto a Silente <<Scusate>> l'occhiataccia scoccatagli da Liz era stata più che esaustiva.

<<Sì, purtroppo>> aveva risposto l'altro, facendo cenno loro di far sedere Eliza. La strega fu piuttosto felice di potersi accomodare. Era così stanca che sarebbe potuta crollare di nuovo in pochi minuti.

<<Signor Potter, puoi lasciarci soli per qualche istante?>>

James si era alzato <<Certo>> e aveva preso a camminare verso l'uscita, ma la ragazza si era allungata di colpo. Nonostante la fatica ed il dolore a tutte le ossa, si era sporta e lo aveva afferrato per la mano, fermandolo. Non gli aveva detto nemmeno una parola, ma lui aveva capito lo stesso.

Ed era rimasto lì.

Con lei.

Non le lasciò la mano nemmeno per un istante mentre Silente le parlava. Si sedette sulla sedia accanto a quella dell'amica e rimase ad ascoltare. Il cuore gli batteva forte nel petto e martellava per uscire dalla sua gabbia toracica e saltare tra le mani di Eliza.

<<Il tuo potere si sta manifestando, mia cara ragazza...>> aveva mormorato il preside, sistemandosi gli occhialetti sul viso <<È arrivato il momento>>

<<Momento?>> persino Liz era sembrata confusa <<Ho sempre controllato il mio potere alla perfezione!>>

<<Non dirmi, Eliza, che non hai mai avuto dei momenti in cui la magia ti risultava un po' troppo semplice!>>

<<Sì certo, ma...>>

<<Ascolta, so che è difficile accettarlo, però non puoi avere il controllo su tutto!>> l'affermazione di Silente l'aveva piuttosto infastidita <<Sei potente, sei unica nel tuo genere, ma questo non ti rende automaticamente senza difetti>>

<<Lei chiama difetto questo? Preside, lei forse non capisce. Ho circondato Hogsmeade con un alone di magia così grande che se avesse avuto altro potere l'avrebbe spazzata via! Per Merlino, non è una pecca, è un problema davvero grave!>>

James aveva percepito la presa di Liz sulla sua mano aumentare. Significava che si stava sinceramente innervosendo.

<<Hey>> aveva sussurrato lui allora <<Va tutto bene>>

Solamente ascoltando il suono della voce del Grifondoro Liz era riuscita a calmarsi e a prendere un respiro profondo <<Preside, ci deve essere una soluzione. Un qualcosa che mi permetta di vivere normalmente e magari non come un'Incantatrice impazzita!>>

James aveva sentito bene? Incantatrice?! Liz Greenway apparteneva a quella categoria, allora! Ora si spiegava tutto!

Gli Incantatori erano maghi o streghe dotati di poteri magici straordinari ed in grado di eseguire anche gli incantesimi più complessi senza troppi sforzi. Erano un gruppo raro, si diceva che non ce ne fosse uno dai tempi di...

Priscilla Corvonero.

Ora sapeva.

Ora aveva capito come mai Liz Greenway non faticasse mai e difficilmente si sforzasse. La magia le riusciva molto più facilmente del normale!

<<Che cosa saresti disposta a fare, Eliza?>> era stata quella la domanda di Silente. James la vide irrigidirsi e raddrizzare la schiena in qualche decimo di secondo.

<<Qualsiasi cosa>> aveva risposto lei sinceramente <<Non posso rischiare che qualcuno rimanga vittima della mia magia. Oggi è stato un caso speciale e sono riuscita a "contenermi" perché James mi ha aiutato. Ma se non ci fosse stato... avrei spazzato via Hogsmeade>>

E allora Silente se n'era uscito con la peggiore delle verità.

<<Quello che sto per dirti ti farà male. Ma dovrai ricordarti di questa frase affinché il tuo potere non rischi di esplodere di nuovo, sarà la tua àncora>>

<<Quale frase?>>

<<Sei stata tu, Eliza Greenway, a provocare la morte di tua madre>>

La strega pareva aver perso completamente la parola. I suoi occhi, divenuti gonfi, erano fissi sull'uomo. Non riusciva a credere a quello che aveva sentito. Era... era impossibile. Lei... lei non poteva aver ucciso una delle persone che amava di più al mondo. No...

<<Io...>> aveva detto, incredula <<No... mia madre è morta al San Mungo. Loro... non erano riusciti a curarla... io... io ero lì e...>>

James era attonito. Di che diamine stava parlando Silente? No, lui conosceva Liz. Lei non avrebbe mai...

A meno che...

<<È così, Eliza>>

La strega era scattata in piedi, sbattendo le mani sulla scrivania del Preside e sciogliendo così la stretta su James <<No!>> aveva gridato <<Io non ho ucciso mia madre!>>

<<Non ho detto questo>>

<<Sì, invece! Che cosa vuol dire che ho provocato la morte di mia madre?! Io non ho fatto niente! Sono passati due anni! Me lo ricorderei se...>>

<<Allora lascia che lo spieghi in modo più comprensibile, signorina Greenway. Non ricordi cos'è successo veramente>>

<<Che significa? Io...>>

<<Tua madre si è ammalata dopo il primo dei tuoi flussi immensi di magia. Sei un'Incantatrice, questo significa che il Ministero non tiene per niente conto dei tuoi incantesimi fuori da Hogwarts. Di conseguenza, è stato facile occultare tutto>>

<<Sto cominciando a spazientermi, professore>> aveva sibilato l'ultima parola, i suoi occhi si erano infiammati. Una piccola scintilla azzurra scaturì dalla sua mano. James si era sbrigato ad alzarsi in piedi e a tenere stretta Liz, afferrandola da dietro e trattenendola.

<<È stato il tuo incantesimo velenoso a causare la malattia di tua madre. E l'unico motivo per cui al San Mungo non hanno potuto curarla è perché non potevamo dire cosa fosse successo. È stata una scelta di tua madre quella di morire per causa tua>>

La verità era cruda, dolorosa. E la colpì violenta come una coltellata.

<<Signore!>> aveva esclamato James, non riuscendo a stare zitto <<Sta esagerando!>>

<<No, invece. Continui>> mormorava intanto Liz, furiosa. Abbracciandola, il Grifondoro era riuscito a contenere le scariche di magia, ma più si andava avanti e più lei rischiava di implodere <<Mi dica tutto il resto. Voglio sapere. Voglio sapere perché mi avete cancellato i ricordi. Voglio sapere come avete fatto. Voglio sapere perché né mio padre né mia sorella mi hanno detto niente! Voglio sapere! Voglio sapere tutto!>>

Ed aveva saputo.

Silente le aveva raccontato tutto nel peggior modo possibile: senza compassione. Per spezzare la sua magia. Ma ciò che non aveva tenuto in considerazione era che non aveva distrutto solo quella.

Aveva spezzato Liz stessa.

Erano giorni, infatti, che i due studenti avevano parlato con il Preside ed erano giorni che la strega non si faceva vedere in giro. Si era chiusa nella sua stanza, protetta dai suoi incantesimi, e non usciva per nessun motivo.

Avevano provato, i suoi amici, a tirarla fuori. Anche Finn aveva fatto un tentativo, che si era concluso miseramente come tutti i precedenti. Sembrava un'impresa fondamentalmente impossibile.

Probabilmente la ragazza non aveva nemmeno mangiato. Si teneva pulita a suon di magia, ma prima o poi avrebbe dovuto alzarsi da quel letto infernale. E avrebbe dovuto affrontare tutto il dolore e le sofferenze, non sarebbe potuta scappare all'infinito.

<<Devi tirarla fuori>> dichiarò Sirius, l'unico - oltre a Marlene - che sapeva tutta la storia, rivolgendosi a James <<Sei l'unico che può convincerla>>

<<Sirius ha ragione>> confermò la McKinnon, sospirando e coprendosi il viso con le mani <<Non posso sopportare di vedere Lizzie ridotta in quello stato. Silente è stato troppo duro con lei>>

<<Dite che io possa farcela? Non ha ascoltato nessuno in questi giorni!>>

<<Tu sei l'unico che ancora non ha cercato di farla alzare, James. E se quello che ci hai detto è vero, cioè che sei riuscito a calmarla la prima volta, allora so per certo che solo tu puoi farla tornare la Lizzie che conosciamo!>> maledetto Sirius. Era troppo bravo con le parole, quel bastardo.

<<Va bene, ci vado>>

<<Ora, vai>>

<<Ora?! Ma...>>

<<James, sparisci e zitto!>>


Con il Mantello dell'Invisibilità calato addosso, James raggiunse il dormitorio dei Serpeverde. Per sua fortuna conosceva la parola d'ordine ed entrare quindi non fu complicato. Almeno quello, si ritrovò a pensare.

Aprì la porta della stanza della sua amica con il cuore che batteva a mille. Dire che era preoccupato era dire poco. Era terrorizzato. L'unica cosa che non voleva fare era rovinare il suo rapporto con la strega!

Si accorse subito della barriera che circondava il letto della ragazza. Conosceva quell'incantesimo, lei glielo aveva mostrato durante le esercitazioni-Animagus: quando veniva lanciato, mostrava il posto come se non ci fosse nessuno. Quella parte di stanza risultava immacolata, ma lei c'era.

Era lì.

Chiusa nel suo bozzolo di paura e dolore.

Non provò nemmeno a spezzare quella magia, non ci sarebbe riuscito neanche volendo, ma si sedette piuttosto ai piedi del letto, con la schiena poggiata contro la barriera.

<<Hey>> sussurrò. Grazie all'incantesimo di percezione che Marlene gli aveva suggerito di usare, riusciva a percepire, seppur debolmente, i respiri anche oltre quella barriera straordinaria, quindi non si stupì più di tanto quando sentì quello di lei interrompere il suo ciclo regolare.

Non gli rispose, ma l'aveva sentito. Sapeva che lui c'era.

<<So che mi hai riconosciuto e so anche che in questo momento vorresti stare da sola, però... come potrei mai abbandonarti in una situazione del genere? Non vuoi parlare con nessuno, capisco anche questo, quindi l'unica cosa che ti chiedo è ascoltarmi. Ascoltami, e poi decidi se continuare a fare questo gioco del silenzio. Va bene?>> non ottenne risposta, lo prese come un sì.

<<Probabilmente ci sono altre cinquecento persone con cui preferiresti passare del tempo ma oggi non c'è nessuno, perciò mi sa che dovrai accontentarti del sottoscritto>> James tentò di buttarla sullo scherzo fin dall'inizio, ma si rese conto del fatto che non avrebbe mai funzionato. Per il semplice motivo che lei era Liz. Che lei era unica.

<<Okay, senti... quello che ti ha detto Silente è stato... straziante. Non posso capire quello che significa questo per te. Non posso. Il mio pensiero non si avvicina neanche lontanamente a tutto il dolore che stai provando tu, per questo ti chiedo scusa se l'unica cosa che posso dirti è che non è solo colpa tua.

Se mi stai ascoltando, e spero proprio di sì, sono certo che starai pensando "È SOLO colpa mia, invece". Io tuttavia mischierei le nostre opinioni: se ti aspettavi qualcuno che ti dicesse "Oh no, tranquilla" allora ti sei sbagliata di grosso. Non ti dirò che non c'entri niente, perché equivalrebbe al mentire. E non voglio mentirti.

Sì, è colpa tua. Ma non sei l'unica responsabile di questa storia. È vero, tua madre si è ammalata per via di uno dei tuoi flussi di potere, ma ti ricordo che non puoi controllarti. Non puoi riuscire a fermare tutto ciò che il tuo torrente magico sa fare. È impossibile. Quindi sì, è colpa tua ma al tempo stesso non lo è.

Preferisci che ti dica che non potevi saperlo, avresti potuto fare di meglio, avresti potuto evitare? Se vuoi, lo farò. Però sai cosa? Che forse dirti queste cose ti aiuterà a stare meglio per qualche ora ma non cancellerà tutto il tuo dolore ed il tuo senso di colpa. Che forse sono solo parole inutili per cercare di tirarti su di morale.

Sai che cosa penso io? Davvero, voglio dire. Penso che tu sia una stupida. Lo penso di cuore: perché stai sprecando le giornate in quel letto del cazzo. Non so se stai ridendo, non so se stai piangendo, non so se stai urlando, ma quello che so è che buttare la tua vita chiusa in quel bozzolo non cancellerà automaticamente tutto quello che questa verità ti ha causato>> il ragazzo parlò così velocemente che quasi rimase senza fiato. Pensava di essere stato anche abbastanza esaustivo. Solo alla fine decise di aggiungere altre parole, cariche di timore, di preoccupazione, di speranza.

<<Perché tu, Liz, non puoi scegliere di sanguinare solo per capire di essere viva>> sentenziò, la voce ruvida come pietra che sfregava contro pietra <<Prima o poi finirai con il trovare una ferita che non si chiuderà più>>

Si appoggiò con entrambe le mani alla barriera, ruotando con il corpo e lasciando cadere la fronte contro di essa. Sospirò profondamente. Lei non si era mossa. E non era cambiato assolutamente niente, nonostante tutto quello che aveva detto.

Forse Marlene e Sirius si erano sbagliati. Forse non era lui la chiave per far tornare Liz ad essere Liz.

Rimase lì per circa altri cinque minuti, in cui non successe niente. Decise di andarsene, di cedere. Perché non era pronto a perdere lei.

<<Io vado, Liz>> si ritrovò a dirle, appiccicato alla barriera per l'ultima volta. I suoi occhi erano colmi di speranza, si augurava davvero che lei potesse... capire <<Ora non sei pronta per parlare, e va bene. Però sappi che quando vorrai farlo saprai sempre dove trovarmi. Mi dispiace, devo ammetterlo, di non essere riuscito ad aiutarti. Però forse riponevo in me stesso un po' troppe speranze.

Sì, beh, voglio dire... sono riuscito a fermare il vortice generato dalla tua magia, sono stato bravo ed è vero, ma questo non mi rende il migliore. Ed ho sbagliato a considerarmi come tale anche questa volta. Ammetto che in un angolo remoto del cuore ho pregato davvero per essere io quello che ti avrebbe tirata fuori di lì, ma ora mi rendo conto di essermi sbagliato. L'unica che può scegliere di uscirei sei tu.

Lo ripeto ancora una volta, Lizzie, nessuno te ne fa una colpa. Sappi che io... che noi siamo sempre dalla tua parte e ti sosterremo in tutto. Non aver paura dei nostri giudizi, perché ci fidiamo di te incodizionatamente>>

Il mago si voltò, diede le spalle all'amica e fece i primi passi.

Ti prego.

Ti prego, lasciami passare.

Ti prego, permettimi di essere colui che ti tenderà la mano.

Ti prego, Liz.

Ti prego.

Forse qualche Santo ascoltò la sua preghiera, perché James riuscì a percepire chiaramente il rumore che fece la protezione quando andò distrutta in mille pezzettini magici. Si affrettò a girarsi verso Liz, che se ne stava poggiata su un fianco ed era completamente sovrastata dalle coperte.

Si sedette sul bordo del letto e allungò la mano, assicurandosi di poggiarla sulla sua testa per fingerle di carezzarle i capelli.

Grazie.

Ma ora che era lì, ora che finalmente era riuscito ad avvicinarsi a lei, non sapeva cosa dire. Sentiva di aver detto pochi minuti prima tutto quello che doveva farle sapere. L'unica cosa che poteva fare era starle vicino e farle sapere che avrebbe potuto contare su di lui in qualsiasi momento.

La strega rimase nascosta sotto le coperte e James la sentì singhiozzare silenziosamente. Stava piangendo.

Chissà da quanti giorni soffriva in quel modo...

Poi, d'improvviso, la mano di Liz sbucò fuori dalla coperta e afferrò quella di James, stringendola disperatamente. Il Grifondoro irrigidì la schiena e sentì le guance andargli a fuoco, ma nonostante quello non lasciò mai andare.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top