20| Lizzie, James & the extraordinary power

Raggiungere Hogsmeade per gli studenti di Hogwarts era come respirare dopo anni di prigionia. Quel posto, seppur così "semplice", riusciva a restituire vigore ai ragazzi con il suo calore e la sua vitalità.

Liz Greenway era stata più che felice quando James Potter e gli altri Malandrini avevano invitato lei, Marlene e Lily a passare il pomeriggio in compagnia. Ormai, non c'era giorno che non trascorrevano insieme.

L'intera Scuola li guardava ancora stranita. Quando mai una Serpe andava d'amore e d'accordo con tutti Grifoni? No, aspettate, rettifichiamo. Da quando Liz Greenway andava davvero d'accordo con James Potter e Sirius Black?

<<Possiamo cruciarli tutti, per favore?>> borbottò la strega, infilando le mani nelle tasche del suo cappotto e sospirando nervosamente. C'erano alcuni studenti suoi compagni di Casa che li stavano guardando e commentavano, tra loro anche Regulus Black.

<<Perché no>> le diede manforte James, affiancandola e rallentando, lasciando che gli altri li precedessero di qualche passo <<Non farci troppo caso>> aggiunse poi.

<<Non mi importa di quello che dicono, semplicemente è fastidioso che continuino ad osservarci>> si spiegò meglio, profondamente irritata <<Ah, maledizione. Quando mai finirà questo schifo di lotta tra purosangue e nati-babbani?>>

<<Ho la sensazione che durerà ancora a lungo, Lizzie>> sospirò lui, incrociando il suo sguardo e sostenendolo per qualche secondo. Poi aggiunse un'altra frase, che le fece ghiacciare il sangue <<E temo anche che le vittime dell'ultimo attentato non saranno le ultime...>>

<<Non voglio che altri muoiano ingiustamente>>

<<Nessuno lo vuole>> mormorò Potter, sistemandosi gli occhiali tondi sul viso e passandosi una mano tra i capelli <<Ma non credo che Voldemort sia interessato a fermarsi ora>>

<<Che vuoi dire?>>

Prima di risponderle, James si fermò e richiamò gli altri <<Io e Liz andiamo a prendere una cosa da Zonko, ci vediamo tra una decina di minuti da Madama Rosmerta?>>

<<Sì, a dopo!>>

<<Che vuoi dire?>> ripeté la strega, sentendo di poter parlare più liberamente. Si fidava degli altri, certo, però preferiva non esporsi troppo su determinati argomenti.

<<Ti vuole>> sibilò lui a denti stretti <<E credo che finché non ti avrà tenterà di tirarti dalla sua parte>>

<<Non succederà mai>> dichiarò subito Eliza, seria e determinata <<Se c'è una cosa che detesto è la divisione del sangue. E non sfrutterà mai il mio potere, non lo renderà uno strumento di sottomissione. Preferirei perdere ogni brandello di forza che permettergli di vincere>>

<<È nobile da parte tua...>> le bisbigliò, aprendo la porta del negozio citato poco prima e facendola entrare per prima. Lei non gli rispose, ma gli rivolse soltanto un sorriso luminoso.

Da quando lui l'aveva "aiutata" la sera che ormai era stata rinominata araba dal gruppo, il loro rapporto si era consolidato. Certo, litigavano e bisticciavano ogni due ore, ma quando andavano d'accordo erano come due anime complementari. Riuscivano a capirsi e non avevano bisogno di troppi interventi, bastava una singola occhiata.

Passarono almeno dieci minuti a decidere cosa comprare ed alla fine uscirono con in mano una busta ciascuno carica di materiale divertente.

Si poteva dire che fosse diventata una Malandrina a tutti gli effetti! Alle volte era lei stessa a suggerire gli scherzi da fare, e quando lo faceva le sue idee erano sempre straordinarie. I suoi bersagli preferiti erano coloro che tentavano di spaventare i più fragili per i corridoi.

Spesso succedeva che James proponesse scherzi (fingendo di non averci pensato tutta la notte) buttandoli lì e Liz li migliorava in modo minuzioso e con incantesimi che nessuno dei quattro ragazzi aveva mai visto o sentito.

Stava anche approfondendo il suo legame con Peter e ne andava fiera!

Finalmente si sentiva parte di qualcosa di bello!

<<Peach!>> esclamò la voce di Finn, facendo voltare i due amici e provocando in Eliza un sorriso spontaneo. Aveva preso a chiamarla così, quell'idiota, pesca. Non c'era un motivo preciso, o almeno questa era stata la risposta di lui alla domanda di lei.

<<Ciao Finn!>> replicò la Serpeverde, allontanandosi da James per andare ad abbracciare il suo ragazzo.

Il Malandrino nascose davvero bene il rumore dello spezzarsi del proprio cuore. Già, perché non lo sentì nessuno. Rimase ad osservare la coppia stringersi e percepì qualcosa nello stomaco fare lo stesso.

<<Potter>> lo salutò Craig, con un cenno del capo.

<<Finn...>>

Notando la tensione tra i due ragazzi, Liz si sfregò le mani per scaldarsi e indicò Lily in lontananza <<Andiamo dagli altri, JP? Finn, vieni anche tu?>>

<<Sì, andiamo>> il Grifondoro sbuffò, guardandola male <<E non chiamarmi JP!>>

<<È carino come soprannome!>>

<<Sì, per un cane!>>

<<Eh beh...>>

<<Che vorresti dire con questo?>>

Ed ecco che bisticciavano ancora. Finn li guardava come se fossero due malati mentali. Era divertente vedere la sua espressione sconvolta! Lo era davvero!

Tutti e tre raggiunsero la restante parte del gruppo, che li stava aspettando impazientemente. In particolare, le espressioni di Sirius e Remus mostravano inquietudine.

<<Tutto bene?>> chiese Liz, aggrottando le sopracciglia e giocherellando con i suoi anelli <<Avete una faccia strana>>

Lupin sbuffò e Black lo seguì a ruota, poi sbottarono insieme un <<Sì, tutto alla grande>>

<<Se lo dite voi...>> mormorò James, confuso. Rivolse uno sguardo ai suoi amici, sapendo con certezza che entro la serata avrebbe scoperto tutto quello che c'era da scoprire <<Andiamo ai Tre Manici oppure...?>>

<<Sì, entriamo!>> lo interruppe subito Marlene, attaccandosi al braccio di Liz e battendo i denti <<Qui fuori si gela!>>

Uno dopo l'altro, si sistemarono dentro al pub e si sedettero ad un tavolo piuttosto largo. Finalmente la Battitrice di Grifondoro rilasciò un sospiro soddisfatto, sentendo il calore del fuoco del caminetto riscaldarle ogni singola fibra muscolare.

<<Lo sai che avresti tranquillamente potuto fare un incantesimo, giusto?>> domandò Lily retoricamente, ridendo insieme a Liz <<Sei completamente partita di testa, Marls!>>

<<Quello è da un bel pezzo!>>

<<L'importante è che tu ne renda conto da sola!>> dichiarò Liz, con il braccio di Finn attorno le spalle ed un sorriso divertito sul viso <<Fa sempre bene capire i propri limiti>>

<<Limiti? Tesoro, io non ne ho!>>

<<Che sborona!>> fece Sirius sottovoce ma venendo comunque sentito. La McKinnon gli rifilò una gomitata nelle costole, facendogli scappare una parolaccia.

Fu solo quando Liz chiamò Madama Rosmerta che qualcuno si accorse di lei e la riconobbe. Qualcuno che lei avrebbe preferito non vedere mai più per il resto della sua vita.

Sua zia.

La donna si alzò in piedi, fermandosi davanti al tavolo dei ragazzi e osservando lo sguardo di sua nipote pietrificarsi all'istante: se solo fosse stato possibile, quelle iridi così belle l'avrebbero ridotta in cenere in un istante.

<<Ciao mia cara>>

La studentessa fremette, serrando la mascella così forte che se avesse stretto anche un capello di più tutti i suoi denti si sarebbero spezzati.

<<Che vuoi?>> recitò gelidamente.

James sentì un brivido percorrergli la schiena: se c'era qualcosa che aveva imparato con Liz Greenway era che non importava quanto benevola un giorno potesse sentirsi, ma quanta pietà riuscisse a tollerare.

In quel momento, quando la vide con quello sguardo - quel vecchio sguardo che conosceva bene, quello sguardo che un tempo era dedicato solo a lui -, capì quanto male lei potesse sentirsi.

Fingeva come al solito, e nessuno sapeva niente. Nemmeno Craig.

<<Parlare con te>>

<<No>>

<<Andiamo, vieni fuori con me per un minuto>>

<<No>>

James si chinò e bisbigliò qualche parola all'orecchio di Sirius, che annuì e si sporse verso Remus. Lupin fece lo stesso con Peter e così via.

Il quattrocchi scattò, tirandosi su e spolverandosi la veste. L'attenzione generale si spostò su di lui <<Salve, non credo di essermi presentato. Mi chiamo James Potter>>

<<Io sono Lily Evans>>

<<Io Marlene McKinnon>>

<<Sirius Black>>

<<Remus Lupin>>

<<Peter Minus>>

<<Piacere, sono Finn Craig>>

La donna fece appena in tempo a ruotare la testa in direzione delle voci che James aveva già afferrato Liz per il braccio e la stava trascinando fuori di corsa.

Il diversivo aveva funzionato, a quanto sembrava.

Aveva detto a Sirius di passare parola sul presentarsi e lui aveva capito perfettamente che cosa volesse fare. Erano una mente unica, quei due; quello che capiva uno, automaticamente lo intuiva anche l'altro. Era così che funzionavano. Ed andava bene.

Liz si lasciò tirare senza opporre resistenza e fu più che contenta quando James non si fermò prima di raggiungere il Lago.

Tirò un sospiro di sollievo, sentendo le gambe cedere <<Grazie>> sussurrò, ansante. Si erano fatti una bella corsetta, doveva ammetterlo! <<Ma avrei potuto resistere>>

<<No, invece. Non avresti potuto>> ribatté lui, posandosi le mani sui fianchi e respirando affannosamente.

<<Wow, sono contenta di sapere che avete tutti così fiducia in me!>>

<<Io mi fido di te, okay? Mi fido di te più di chiunque altro! Ma non è questo il punto. Li so leggere ormai, i tuoi occhi dico. Riesco a comprenderli. Avevi quello stesso sguardo dolorante e al tempo stesso perfido che hai sempre indossato con me, lo conosco bene, Lizzie>>

<<Non le avrei mai fatto del male. Anche se voglio da morire. Non le avrei torto un capello, non le avrei dato quella soddisfazione!>>

<<E che pensi che avremmo dovuto fare?>> ribatté James, le braccia larghe. Ora si sentiva quasi un idiota. Le aveva dato una mano per fare cosa? <<Lasciarti lì a discutere con qualcuno che odi? Sei in gamba, sì, ma sei una ragazzina!>>

<<Senti chi parla!>>

<<Non volevo alzare la voce, ma a quanto pare non abbiamo scelta, io e te. Vuoi questo? Bene!>> esclamò il Grifondoro, infastidito e arrabbiato <<Torna indietro allora! Sei tanto forte, no? Allora va' da tua zia e dille tutto quello che hai detto a me. Torna indietro e dille come hai pianto quella sera. Torna indietro e dille che tutto quello che pensa di te è sbagliato. Torna indietro e dille che non sei inutile. Torna indietro e diglielo, allora. Se hai le palle, fallo!>>

Eliza gli si piantò davanti e lo fissò truce <<Potrei farlo anche adesso, se volessi>>

<<Bene, fallo. Ripeto, torna indietro>>

<<Non era necessario che mi faceste fare la figura dell'idiota!>>

<<Ah! Eccolo il problema!>> James la indicò con l'indice, sorridendo beffardo <<Finalmente ci siamo arrivati! Temi di essere sembrata un'inetta! Devo dire che a questo non avevo pensato. Temi che tu zia, che ti considera già una nullità, confermi la sua idea: non l'avrei mai detto. Volevi proprio farle cambiare idea, eh, Greenway?>>

<<Sta zitto, James!>>

<<Ti dà fastidio la verità, non è così?>>

<<James, sta zitto!>>

<<Mi hai proprio sorpreso, Green...>>

Non fece in tempo a finire di parlare che Liz corse sulla riva del Lago. Le sue mani erano avvolte da un flusso di magia azzurra, quasi come a formare un involucro intorno.

Il suo potere, pensò James, Si sta scatenando.

Per la prima volta in vita sua, Liz Greenway non riuscì a controllare pienamente la sua magia. E urlò. Lanciò un grido carico di odio, di rancore, di rabbia, di desiderio di vendetta, di sofferenza, di tristezza.

Urlò, e il potere scaturì dalle sue mani, finendo per avvolgere tutto ciò che attorniava lei e James. L'intera Hogsmeade venne circondata da un alone dello stesso colore di quello che avvolgeva le sue mani.

Il ragazzo non riusciva a muoversi, pietrificato. Però ce l'aveva fatta. L'aveva costretta a buttare fuori il dolore dove non avrebbe fatto del male a nessuno. Liz non era più abituata a quella forma d'odio, sarebbe scoppiata molto prima di quanto immaginasse: l'unica cosa che lui aveva potuto fare era salvarla dall'umiliazione di perdere contro sé stessa di fronte a sua zia.

Quando il grido terminò, la strega rovinò tra le neve e James corse subito verso di lei. Aveva gli occhi chiusi e le dita erano piene di scottature, anche abbastanza gravi. Sembrava aver perso i sensi.

<<Accidenti, mi farai diventare matto>> mormorò, sfilando la bacchetta e lanciando un incantesimo di guarigione. Le sue ferite si rimarginarono all'istante e lui riuscì a sorreggerla tenendola per la vita e buttandosi a sedere sul manto bianco.

Non pareva accennare ad aprire gli occhi, così si limitò a tenerla al caldo, stretta tra le sue braccia. Ne approfittò per scagliare un incantesimo di protezione e lasciò un bacio sulla nuca dell'amica.

<<Va tutto bene>> le sussurrò, quando lei riprese a muoversi <<Sta buona così, hai dato fondo a tanto potere. Devi riposarti>>

<<James...>> bisbigliò. La sua voce lasciava trasparire tutto il suo senso di colpa. Si sentiva orribile per aver parlato in un modo non più adatto alla nuova lei al suo amico. Non voleva che le cose cambiassero, per niente <<Mi...>>

<<Va tutto bene>> ripeté lui, carezzandole i capelli e giocherellando con le punte <<È tutto ok>>

<<Mi dispiace...>>

<<Non è colpa tua>> la rincuorò, sorridendole dolcemente <<Promettimi che d'ora in avanti mi chiamerai se avrai bisogno di qualcuno. In qualsiasi momento. Io ci sarò. Non voglio che ti succeda mai più una cosa del genere, soprattutto se sei da sola!>>

<<James...>>

<<Promettimelo, Lizzie>>

<<Te lo prometto>>

Fu solo a quelle parole che il cuore di Liz riprese a battere veramente. Accelerato. Violento. Implacabile.

<<Chiudi gli occhi, ci sono qui io. Andrà tutto bene. Ti fidi di me?>>

Prima di fare come chiesto, Liz si sentì in dovere di dirlo. Non poteva tenerlo dentro. <<Mi fido di te più di chiunque altro al mondo>>

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