10| Lizzie, James & the quarrel

La sfuriata di Eliza Greenway a James Potter il castello di Hogwarts e James Potter non se la sarebbero mai, mai scordata.

Nessuno aveva mai visto la giovane Serpeverde tanto furibonda come quando aveva beccato il Malandrino nei corridoi prima di cena. Lo aveva puntato con la bacchetta e lo aveva colpito con tutte le maledizioni meno violente che conosceva.

Severus, accanto a lei, si stava divertendo parecchio: e come non farlo? Vedere James Potter con i capelli colorati di viola lunghi fino al pavimento ed appeso a testa in giù era uno spettacolo da non perdersi assolutamente. In più, gli aveva fatto apparire sul viso una serie di bubboni che componevano sulla fronte la parola "Idiota".

Sì, forse era un po' esagerato, ma se c'era qualcosa che Liz non sopportava erano le persone che ficcavano il naso nei suoi affari. E James, seppur andassero più o meno d'accordo, non era escluso.

Non l'aveva degnato di uno sguardo mentre si girava e lo lasciava lì. Erano stati Remus, Peter e Sirius a tirarlo giù, mentre Marlene lo guardava con preoccupazione e con le mani sulla bocca e Lily correva dietro a Severus sbraitando.

<<Accidenti>> borbottò il Grifondoro, massaggiandosi la nuca e aspettando che Lupin lo facesse ritornare normale <<Liz non me ne fa passare una!>>

<<A noi è andata di lusso che lei non sapesse che abbiamo esteso l'incantesimo!>> ridacchiò Peter, beccandosi un'occhiataccia da James <<Che c'è? Non guardarmi così, a noi avrebbe ammazzato!>>

<<A voi?! A voi?!>> strillò quasi l'altro <<Mi ha appeso a testa in giù per dieci minuti!>>

<<E di che ti lamenti?>>

<<Infili il dito nella piaga, Remus?>> ribatté James, sbuffando e sentendo finalmente i propri capelli tornare della loro lunghezza normale <<La prossima volta che voglio fare qualcosa di talmente stupido ricordatevi di fermarmi, ok?>>

<<Talmente stupido?>> Sirius ora sembrava estremamente divertito <<Tipo?>>

<<Tipo lanciare di nuovo un incantesimo sulla Greenway!>>

I tre Malandrini scoppiarono a ridere e Marlene con loro. James li fissava con un'espressione funeraria che però sembrava contemporaneamente anche omicida.

Tutti quanti si fermarono a guardare Potter mentre camminavano verso l'infermeria. Remus non era riuscito a far scoppiare i bubboni sulla sua fronte e necessitavano quindi dell'aiuto di Madame Pomfrey.

James era ormai certo che la tregua con Liz fosse terminata. E che tutta Hogwarts avrebbe parlato a lungo di quell'argomento, come era successo la volta scorsa. Solo che gli esiti in quell'occasione erano stati positivi, in questa no.

Persino la McGranitt, a cena, gli rivolse delle occhiate di pietà. Anche i professori sembravano leggermente intimoriti dal potere di quella studentessa tanto giovane quanto capace, era come se riuscissero a percepirne le abilità più di chiunque altro.

In quel periodo, si parlava molto di un'altra figura altrettanto potente. Voldemort. Che stava reclutando streghe e maghi da ogni parte del mondo, tutti coloro che odiavano i figli dei babbani dotati di poteri.

Sarebbe stupido negare che gli insegnanti di Hogwarts temessero che Voldemort potesse tentare di avvicinarsi a Liz Greenway. Praticamente tutti, nel Mondo Magico, sapevano dell'esistenza di una strega tanto potente da essere considerata una delle migliori di tutti i tempi - quindi quasi sicuramente anche lui.

Avevano provato a proteggerla in ogni modo possibile, a tenerla al sicuro e lontana dal mago, ma lei stessa era imprevedibile. E riusciva a schermarsi contro ogni tipo di incantesimo. Il preside Silente sospettava che avrebbe potuto anche creare uno scudo contro le Maledizioni Senza Perdono, se solo avesse voluto.

Nessuno di loro aveva mai visto tanta capacità in una ragazzina.

La serata pareva non passare mai, soprattutto per James. I Serpeverde continuavano a prenderlo in giro per i segni ancora visibili sulla fronte delle scritte che Liz gli aveva impresso e i Corvonero facevano di tutto per non ridere.

Beh, bisognava ammettere che le condizioni del ragazzo erano abbastanza comiche. Liz si era beccata un rimprovero da parte della McGranitt, ma non aveva ricevuto nessuna punizione - dopotutto era la prima volta che "assumeva" veramente un ruolo violento.

James sapeva che non era così: era stata la stessa Eliza a confidargli di aver lanciato personalmente degli Schiantesimi contro dei bastardi della sua Casa. Però non aveva fiatato. Non voleva ritrovarsi scaravantato fuori dalle finestre della Sala Grande. Non ancora, per lo meno.

Entrambi si ritirarono nei propri dormitori senza fiatare.

E Liz decise di fare quello che si era ripromessa di non fare almeno fino a Natale. Scrivere a sua sorella.

Così si fece luce con la propria bacchetta ed iniziò a scrivere, seduta sul proprio letto. Rory, la sua dolce bestiolina alata, era nella guferia, quindi avrebbe spedito la posta l'indomani.

Cara Mimi,

Come stai, sorellina? Come procede con la gravidanza? Mike? Come sta anche lui? Per Merlino, mi mancate così tanto, ragazzi!

So che ricevere una mia lettera ti sorprenderà, però sentivo il bisogno di sentirti, o quantomeno di scriverti. Non è successo niente di "grave", però la giornata non è stata delle migliori e volevo tirarmi un po' su di morale.

Qui tutti sono convinti che sia una strega senza-cuore ed io non ho fatto altro che alimentare questa credenza, rendendomi odiosa agli occhi degli studenti... fidati allora se ti dico che posso contare gli amici su una mano, forse solo su un dito.

Non ti racconterò di preciso cos'è successo, non è da me lamentarmi. Ma devo dire che ci sono rimasta piuttosto male, perché pensavo di aver stabilito un legame civile con la persona che mi ha fatto questo torto.

È piuttosto stupido da parte mia, non è vero?

Tu mi hai sempre detto che dovrei comportarmi di più come un essere umano e non come un'aliena, però mi rendo sempre più conto di come sia difficile. Mi piace stare un gradino sopra agli altri, però questo mi rende contemporaneamente inarrivabile.

E non riesco a capire se sia o meno una cosa positiva.

Ho proprio bisogno dei tuoi consigli, sorellina. Sei sempre stata brava a darli, proprio come la mamma. Avrei tanto voluto ereditare il gene della bontà che avete voi, ma purtroppo Merlino non è stato generoso con me in questo ambito.

Uhh, comunque sia... cambiamo argomento, devo tirarmi su il morale, non intristirmi ancora di più. Avete già deciso il nome per la bambina? E sai già la data del parto? Voglio fare da madrina alla piccoletta, eh! Sappilo fin da ora, Aimee. E anche tu, Mikey!

Ogni volta che sono giù, mi basta pensare a voi due (beh, tre ora) e istintivamente mi sento meglio. Non vedo l'ora di rivedervi e di sentire un'altra delle battute di Mike, che non fanno per niente ridere ma che comunque sono belle. Siete un po' come il sole, in questo periodo. Vi voglio bene, Mimi. Tanto!

Scrivimi appena possibile! Aspetto con ansia una risposta da parte tua.

Voglio sapere TUTTE le novità del caso, eh! Mi raccomando, Aimee, fa attenzione. Voglio vedere la mia nipotina nascere in forze, straordinaria esattamente come te!

Adesso vado,

ciao tesoro mio.

Con affetto,

tua Lizzie.


Terminò di scrivere la lettera abbastanza velocemente, non la rilesse nemmeno e la chiuse subito nella busta. L'ultima cosa che fece fu tracciare degli ultimi segni con l'inchiostro sul retro di quest'ultima.

Aimee Aurora Greenway.

Aurora. Il secondo nome di sua sorella. Aveva chiamato il suo gufo Rory proprio in onore a lei. Se non poteva averla sempre vicina, allora avrebbe avuto almeno qualcuno da chiamare allo stesso modo.

A dire il vero, però, nessuno chiamava sua sorella Aurora o Rory. Si trattava più che altro dell'aggiunta di un nome che ad Isabelle Greenway piaceva davvero tanto: la donna raccontava sempre di come l'aurora per lei simboleggiasse la rinascita.

Ma nemmeno Liz aveva qualcosa da invidiare in fatto di secondi nomi.

Eliza Seshat Greenway.

Seshat era il nome di una divinità egizia, considerata la protettrice della saggezza, della conoscenza e della scrittura. Pareva fatto su misura per lei. Letteralmente, significava "colei che scrive", poiché la dea era rappresentata come una scriba.

Non usava quel nome, non ci si presentava neanche, però le piaceva. Simboleggiava conoscenza, appunto, che era una cosa a cui lei ambiva particolarmente.

Mentre quello per Aimee l'aveva scelto sua madre, per Liz era stato suo padre. Simon Greenway adorava raccontare le origini dei nomi delle figlie, quello della sua minore in particolar modo.

Ad Hogwarts, nessuno era a conoscenza di quel piccolo dettaglio della sua vita. Nemmeno Severus. Era stata un'altra cosa che Liz aveva voluto tenere per sé, forse per paura che in qualche modo potesse venirle strappato via.

Dopo che James Potter aveva bruciato la lettera di sua madre, lei era diventata ancora più gelosa della sua conoscenza e della sua vita. Non parlava mai, MAI, di affari che la riguardavano personalmente. Solo Severus ogni tanto riceveva un particolare trattamento e gli era concesso di sapere qualche informazione.

Nessun altro.

Lumacorno aveva provato più e più volte a dirle di fare amicizia anche con altri studenti, ma lei aveva sempre rifiutato. L'unica volta che avrebbe voluto provarci era stata verso la fine del primo anno, quando si era messa in testa di andare a parlare con Marlene McKinnon e Mary MacDonald. Solo che poi ci aveva rinunciato.

Non voglio provarci, si era detta, Tanto finirà male. Come con la mamma.

La morte di Isabelle l'aveva segnata tanto, così tanto che quasi la bloccava dal provare ad essere gentile. A che serve, pensava, se tanto, poi, prima o poi mi lasciano tutti?

Non era semplice nemmeno per lei, ma nessuno sembrava accorgersene. Forse era quella la cosa più brutta, non avere amici pronti a capire.

Ed in quel momento, in quel suo giorno del suo terzo anno, Liz si sentì più sola che mai.

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