1981, Godric's Hollow.
Lily era in cucina a preparare la cena per lei, suo marito e suo figlio.
Le piaceva cucinare alla babbana. Diceva che per preparare piatti buoni bisogna metterci amore, e con la magia non andava proprio bene. Proprio no.
Amava la sua famiglia.
Mentre era intenta a cuocere la pasta le passò in mente un episodio avvenuto circa dieci anni prima. Aveva solo undici anni, al tempo.
Erano in sala grande, ad Hogwarts. Era appena finito lo smistamento e lei era una Grifondoro: non poteva essere più felice di così. Si guardava intorno, attenta a cogliere ogni singolo particolare di quella stanza. L'affascinava la magia.
Ad un tratto un ragazzino si avvicinò a lei, lo riconobbe subito: era lo stesso che in treno aveva trovato da dire con Severus. Già non le piaceva, quel tipo. Proprio per niente.
"Piacere, James Potter"
Sorrise comunque, voleva dargli un'occasione.
"Lily Evans"
Lily, ripensando a quel momento, dovette ammettere che già a undici anni suo marito era proprio carino.
Prepotente sì, ma carino.
Sorrise. Non poté farne a meno, pensare a lui la faceva sempre sorridere.
James, intanto, era all'ordine, indaffarato a discutere sulle ultime cose.
Non vedeva l'ora di tornare a casa, dalla sua Lily e dal suo unico figlio.
Finalmente avevano finito, così si diresse fuori.
Erano circa le quattro del pomeriggio e lui stava facendo un giro con i suoi amici per il giardino di Hogwarts. Da lontano vide una massa di capelli rossi. Sotto un albero, all'ombra, la ragazza era impegnata a leggere un libro. Aveva un'espressione rilassata, serena.
"Pad, cinque galeoni che la Evans viene con me ad Hogsmade sabato. Ci stai?" Un ghigno apparve sul viso del compare.
"Ci sto. Non accetterà mai, Prongs"
James si avvicinò a lei a passo lento e sicuro. Sul viso aveva il solito sorrisetto, quello che faceva sospirare tutte le ragazze quando lo vedevano passare nei corridoi del castello.
"Evans"
Lei alzò gli occhi dal libro e lo squadrò dalla testa ai piedi, sperando di essersi sbagliata, di aver confuso la voce.
E invece no.
"Potter"
"Senti, so che non aspettavi altro che questa mia domanda, ma tranquilla: è arrivato il tuo momento. Vuoi avere l'onore di accompagnarmi ad Hogsmade questo fine settimana?"
"No" Lily rispose tranquillamente, riportando, subito dopo, gli occhi sul suo amato libro.
"Oh perfetto, ti passo a prend- COSA? Scusa, devo aver capito male, hai detto no?" Il malandrino era incredulo. Nessuna, mai, aveva rifiutato un suo invito.
"Esatto Potter. Non uscirei con te nemmeno se fossi l'ultimo essere respirante sulla faccia della terra."
Detto questo si alzò, e se ne andò, lasciando il ragazzo a bocca aperta sotto quell'albero.
"I miei cinque galeoni, fratello" disse Sirius allungando una mano verso James.
"Avanti Pad, non infierire. Questo è un triste giorno per il nostro Prongs.. " continuò Lunastorta scuotendo teatralmente la testa mentre ghignava e cercava di non scoppiare a ridere.
Perché lo sapeva, se avesse iniziato a ridere in quel momento, James era capace di schiantarlo sul posto.
James fece una smorfia a quel ricordo. Com'era stupido in quegli anni. Ancora non lo sapeva. Non sapeva quanto l'avrebbe amata, quella furia dai capelli rossi.
Scosse la testa sorridendo mentre si smaterializzava davanti a casa.
Lily intanto aveva messo i piatti in tavola e stava aspettando che James arrivasse. Teoricamente non sarebbero proprio dovuti uscire di casa ma quella riunione dell'ordine era importante, e almeno uno dei due doveva andarci.
Guardò nervosamente l'orologio: era in ritardo.
Suonò il campanello e Lily tirò un sospiro di sollievo mentre un altro ricordo l'investiva in pieno.
Erano a pozioni. Era il terzo anno. Lumacorno aveva quasi finito la lezione.
"Bene ragazzi, per la prossima volta voglio due pergamene sulla pozione Oblivia. Dovrete farla a coppie. Mulciber e Mcgod, Avery e Smith, Piton e Evans, F-"
"OBIEZIONE!" Potter era scattato in piedi come se si fosse scottato il di dietro.
"Si sieda signor Potter, o dovrò togliere dei punti alla sua casa"
"La MIA Evans non passerà un intero pomeriggio con Mocciosus"
"POTT-"
"IO MI OPPONGO, PROFESSORE! E il signor Black qua di fianco è d'accordo, VERO SIR?"
"Eh? Cosa? Oh, sì certo! CI OPPONIAMO PROF!! - Pad avvicinò la testa a quella di James e sussurrò - a cosa ci stiamo apponendo, Prongs?"
Lily rise di gusto avviandosi verso la porta per aprire, anche se ricordava perfettamente che all'epoca non aveva reagito esattamente allo stesso modo. Infatti, diventò rossa come un pomodoro e si scagliò contro James come un fuoco acceso, facendolo sedere e tacere a tempo record.
"Amore" il ragazzo baciò dolcemente Lily.
"Bentornato, sei in ritardo James!Com'è andata?"
Il ragazzo ridacchiò poco prima di risponderle "sei mancata anche a me! È andato tutto bene, tranquilla, poi ti racconto tutto."
"Smettila scemo, ero preoccupata per te"
James si sciolse a quelle parole.
Lily era l'amore della sua vita.
Le sorrise e si avvicinò a Harry.
"Ehi campione" gli spettinò amorevolmente i capelli identici ai suoi e si buttò sul divano, mentre un altro ricordo di Hogwarts si faceva largo nella sua mente.
La sala grande di Hogwarts.
Stavamo tutti cenando, poi James sentì qualcosa che non doveva davvero sentire.
"Ehi, lurida mezzosangue sei sulla nostra strada. Spostati essere inutile!"
Il ragazzo si girò di scatto nella direzione della voce e la vide: Lily Evans. Bellissima come sempre, a testa alta, lei rispose: "Non ho intenzione di muovermi da qui, cervello di gallina!"
James si avvicinò immediatamente, seguito da Sirius, ma prima che lui potesse arrivare il Serpeverde la prese per la maglia e la sbatté contro il muro.
"Senti, mezza troietta no-"
"MOLLALA IMMEDIATAMENTE, Avery!"
"Oh oh è arrivato il principe azzurro - lo guardò con aria di sfida - e se io non volessi farlo, Potter?"
"Oh, io lo farei se fossi in te!"
James stava già stringendo i pugni mentre Remus, arrivato poco dopo i primi due, pregava che non si finisse alle mani e Sirius invece si stava già tirando su le maniche.
"Avanti Potter, è solo una troietta mezzosangue!"
A quel punto James non ci vide più e gli partí, quasi in automatico, il pugno dritto dritto al naso della serpe. Quello si portò le mani al viso lasciando così andare la ragazza, che però non si mosse, ma continuò a guardare James.
Il ragazzo di avvicinò a lei.
"Stai bene, Evans?"
"Tutto ok, Potter. Grazie" Fece un cenno con la testa e si allontanò velocemente.
Il malandrino si ricordò anche che quel pugno gli costò una bella punizione, ma ne valeva la pena: nessuno poteva toccarla finché lui era vivo.
Si ricordò pure che il mezzo sorriso che gli aveva fatto prima di andarsene e il suo 'grazie' erano riusciti a farlo sciogliere.
Erano al quinto anno, quanto tempo era passato da allora.
Si alzo, prese Harry in braccio e si diresse in cucina.
Aveva distrattamente lasciato la bacchetta nell'altra stanza.
"Lily, che si mangia?" Chiese avvicinandosi alle spalle di lei.
"Pasta, caro"
Lily aveva sentito un brivido alla vicinanza di lui: Merlino solo sapeva quanto lo amava.. e quanto ci aveva messo per capirlo.
Era il settimo anno, ed era prefetto.
Lo era anche la persona che credeva di odiare di più sulla faccia della terra.
E questo non andava bene.
"POTTER, MUOVI QUEL CULO, ABBIAMO LA RONDA!"
E mentre lei continuava a parlottare tra se e se ('ma perché a me? Perché? Con tutti i Grifondoro che ci sono, perché lui? Perché non... che ne so.. Remus?') il ragazzo scese le scale e Lily dovette ammettere, almeno a se stessa, che James Potter si faceva ogni anno più bello.
"Eccomi Evans, non c'è bisogno di urlare."
"Sei in ritardo, come al solito!"
E lo era. Lo era sempre e continuava ad esserlo.
Era sempre maledettamente in ritardo.
Lily si ricordò che quella sera avevano parlato molto e, suo malgrado, dovette rendersi conto che non era stupido come sembrava.
Era tutta una maschera - pensava Lily - e ora, per la prima volta, la stava mettendo da parte per mostrarle il vero James.
E le piaceva, il vero James intendo.
Ad un tratto lui le sfiorò la mano, per sbaglio, e lei sentì una scossa partirle dal punto esatto in cui lui l'aveva sfiorata e percorrerle tutto il corpo.
"Scusa.." borbottò lui.
"No tranquillo.." rispose lei, anche se si rese conto che quello che in realtà voleva dirgli era ben altro. Assomigliava più a 'prendimi la mano', e se ne vergognò.
'Riprenditi Lily, è Potter!' si disse.
Già era Potter.
Se solo avesse saputo in quel momento tutto quello che quel ragazzo sarebbe stato in grado di farle provare.
Lo guardò.
James stava dando da mangiare ad Harry. Quei due erano due gocce d'acqua, tranne per gli occhi, quelli erano di Lily.
Poi, d'un tratto, la luce sfarfallò un paio di volte prima di spegnersi del tutto. James scattò in piedi rendendosi conto che la bacchetta non era al suo posto dentro la tasca.
Si diede dello stupido.
Poi guardò Lily.
Si ricordò del loro primo bacio.
È stato strano. Ma, dopotutto, loro erano strani. Da sempre.
Erano in sala grande e, come al solito, stavano discutendo per qualcosa di estremamente stupido e di poca importanza.
Ma loro no, per loro sembrava volesse dire vita o morte.
"STUPIDA"
"MONTATO"
"SCLERATA"
"EGOCENTRICO"
Lily si alzò come una furia e si diresse verso la porta.
"SEI UNO STUPIDO PALLONE GONFIATO, STA LONTANO DA ME!"
"CERTO, COME AL SOLITO! QUANDO UNA COSA NON VA COME DICI TU TI ALZI E TE NE VAI! MA SAI CHE TI DICO? NON TI LASCERÒ ANDARE VIA UN'ALTRA VOLTA LASCIANDOMI QUI COME UN IDIOTA!"
Stavano urlando da una parte all'altra della sala comune, così James decise di avvicinarsi a lei.
"Tranquilla, me ne vado io." Le disse tristemente passandole a fianco e superandola per uscire.
Lily lo guardò avvicinarsi alla porta per uscire, per andarsene lontano da lei, e lei non poteva permetterlo.
Qualcosa scattò dentro Lily.
Non riuscì a trattenersi.
Lo disse e basta.
"LO VEDI CHE SEI PROPRIO STUPIDO! JAMES IO MI SONO INNAMORATA DI TE, non so come sia potuto succedere ma è successo. Mi sono innamorata di un montato, egocentrico, stupido pallone gonfiato.."
Non ebbe il tempo ne di realizzare quello che aveva detto, né tantomeno di pentirsene, perché James Potter la stava baciando e la sala grande era esplosa in un applauso liberatorio: quei due erano stati un parto, un vero e proprio parto, con tanto di doglie.
Si ricordò di quel momento anche lei, nello stesso istante.
James guardò fuori dalla finestra e vide una figura incappucciata avvicinarsi alla porta d'ingresso.
Non ci voleva di certo un genio per capire chi fosse. In quell'istante capì che uno di coloro che considerava la sua famiglia,uno dei suoi migliori amici, li aveva traditi.
Ripensò a Sirius 'te la caverai fratello, io sarò con te. Sempre. Qualsiasi cosa succederà stasera, ricorda che non è colpa tua'.
Ripensò a Remus 'tieni d'occhio quello scalmanato. Fidati di lui. Non mi avrebbe mai fatto questo, Lunastorta.'.
Poi ripensò anche a Peter, e l'unico pensiero che riuscì a formulare fu 'come hai potuto farmi questo, Codaliscia? Perché?'.
Guardò sua moglie.
"Vai Lily, prendi Harry e scappa!"
"Non posso James, non posso lasciarti qui!"
"Devi. Ascoltami Lily, tu e Harry dovete vivere.. io vi amo."
Lei lo baciò. Un bacio che sapeva di addio, di lacrime, di tristezza, di troppi anni persi ad insultarsi. Sapeva d'amore, perché quei due si amavano. Miseriaccia se si amavano.
Sapeva di James e Lily, perché erano unici, semplicemente unici.
"Ti amo, Potter"
"Ti amo, Evans"
"Non sono più Evans, ricordi? Siamo sposati"
"Ma io ti amo comunque"
Sorrisero guardandosi. Poi James la spinse via, e lei fu costretta ad abbandonarlo lì.
Nessuno poteva toccarla finché lui era vivo.
James omise di dirle che era disarmato. Che non aveva possibilità.
Non era importante, l'unica cosa importante era che lei e Harry si salvassero.
La cosa importante era che lui riuscisse a prendere tempo.
Tempo.
Loro non ne avevano mai avuto.
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