Capitolo 44 "L'ultimo ballo"
Sabato.
Non avevo voglia di andare a scuola, perché sarebbe stata deserta e ci sarebbero stati solo i ragazzi che si occupavano della sala per il ballo e delle decorazioni. Mi alzai verso le 5:00 e presi uno zaino. Scesi lentamente le scale e uscii, senza fare troppo rumore. Una volta fuori iniziai a correre senza guardarmi alle spalle. Raggiunsi Sarah e Tomas in un bar vicino a casa mia, che aveva il servizio continuo. Andammo a casa di Jason. Lasciai lo zaino in macchina e corsi a chiamarlo. Lui aprì la porta e quando mi vide sorrise.
“Buongiorno.” disse.
Lo strinsi a me e risposi con un bacio. Quella notte mi era mancato averlo accanto.
“Andiamo.”
Salimmo in macchina e raggiungemmo Daniel e Cassie in un parco vicino al Tamigi. Ci sedemmo su delle panchine che stavano davanti ad una ringhiera. Davanti a noi si apriva un prato pieno di fiori. Erano le 5:45. Il sole stava per sorgere e in quel momento arrivò Blane. Lo salutammo e gli facemmo posto.
“Ragazzi ci siamo.” disse Sarah.
“Sono così emozionata!” rispose Cassie, stringendosi a Daniel.
Io appoggiai la testa al petto di Jason e continuai a guardare l'orizzonte. Dopo qualche istante il sole iniziò ad alzarsi nel cielo, illuminando e scaldando la tiepida Londra di inizio Giugno. Dalla mia bocca uscì un sospiro. Blane prese la sua macchinetta fotografica e scattò una bellissima foto.
“Sei bravo.” disse Tomas.
“Grazie.” rispose, con un bel sorriso.
“Allora ragazzi, questa è l'alba di un nuovo inizio. L'inizio di qualcosa di molto grande.” iniziò Daniel, in tono poetico.
“Domani sarà il primo vero giorno di vacanza e saremo finalmente liberi!” esclamò Cassie.
“Ma ci pensate? Stasera ci sarà il ballo! Ragazzi non vedo l'ora!” disse Sarah, alzandosi.
“Ora però andiamo a fare colazione.” aggiunsi.
Tutti annuirono e venti minuti dopo eravamo seduti davanti al solito tavolo del Regency. Si avvicinò Alana, una delle cameriere. Aveva appena finito l'ultimo anno nella nostra scuola e lavorava per contribuire alle spese dei genitori per pagare il college. Era una bellissima ragazza: alta, magra con i capelli mori che lei teneva sempre legati in una coda. Aveva dei bellissimi occhi azzurri e ammetto che una volta avevo una cotta per lei. Quando stavo con Sarah se n'era accorta e una volta avevano anche litigato per me. Quel pensiero mi fece sorridere e il mio sguardo continuava a spostarsi da Sarah ad Alana e viceversa. Quest'ultima mi fece l'occhiolino e mi porse il cappuccino.
“Senti, ci verrai al ballo?” le chiesi.
Si aggiustò i capelli e rispose.
“Sì, dovrei.”
Si morse il labbro inferiore, alzando gli occhi al cielo.
“Dovresti?”
“Il mio turno finisce verso le 16:00 e il ballo inizia alle 21:30. Il tempo c'è, ma io non so che mettermi e sai che non sono così femminile da sapere come truccarmi o farmi una bella acconciatura...”
Mi dispiaceva per lei e non sapevo che fare. Sorrise con un po' di malinconia e si girò per tornare alla cassa.
“Aspetta!” disse Sarah.
La guardai stranito.
“T-ti posso aiutare...io.”
Alana si girò, sgranò gli occhi e sorrise nuovamente, ma stavolta con felicità.
“Sei sicura?”
Sarah sospirò.
“Sì, sono sicura. Tieni, ti do il mio numero.”
Lo scrisse su un tovagliolo e glie lo porse. Le loro mani non si sfiorarono nemmeno.
“Grazie.”
“Alana! I clienti del tavolo otto aspettano!” le urlò il cuoco.
Ci salutò con un cenno e sparì dietro la porta della cucina, seguita dal suo vassoio.
“Tutto okay?” mi chiese Jason.
“Attento che Jake potrebbe avere ancora una piccola cotta per la nostra Alana.” disse Sarah.
“Ehi! È una storia vecchia.” esclamai.
Alana uscì dalla cucina, con il vassoglio pieno di piatti. Guardarla lavorare mi ricordava tutte le giornate che passavo al Regency solo per lei.
“Devo preoccuparmi?”
Scossi la testa e rivolsi lo sguardo a Jason.
“No, tesoro. Non è la mia tipa.”
Scoppiammo tutti a ridere, tranne Blane che continuava a guardare fuori dalla finestra. Chissà se sarebbe venuto al ballo...
-
Tornai a casa verso l'orario di pranzo. Eric era in cucina con Meredith.
“Dove sei stato?”
“E tu perché hai quel grembiulino a fiori?”
Si guardò e arrossì. Meredith scoppiò a ridere.
“Dopo pranzo dobbiamo andare ad una festa e quindi non volevo sporcarmi.”
“Un grembiulino a fiori, Eric...”
“Che c'è? È di Meredith!”
Quest'ultima alzò la mano e si coprì la bocca con l'altra per trattenere le risate.
“Non ne avevo altri.”
Sorrisi e andai a dare un bacio sulla guancia a Eric.
“Che cucini di buono?”
“E basta di prendermi in giro! Comunque pasta.”
Alzai le spalle e mi sedetti.
“Oggi c'è il ballo. Con chi ci andrai?” chiese Meredith.
Guardai Eric a bocca aperta.
“Bè ecco...Jake ci andrà....”
“Con Jason!” finii.
Ero stanco di nascondermi.
“Oh...” sussurrò lei.
Abbassai lo sguardo.
“Pensavo non me lo avresti mai detto!” aggiunse.
“Lo sapevi? Eric glie l'hai detto?!”
“No!”
“Oh! Lui non centra! Una volta ero in camera tua e ho trovato dei boxer un po' troppo...grandi per te. Poi una volta vi ho visti baciare nel portico di casa.”
Arrossii.
“È davvero un bel ragazzo e spero che duri.” concluse.
Meredith era come la sorella o ancora meglio, come la madre che non avevo mai avuto accanto e il fatto che lei mi accettasse per quello che ero mi riempiva di gioia e in un certo senso mi sentivo come se avessi appena fatto coming out con uno dei miei genitori, anche se sapevo che non era così. Dovevo ancora arrivare a quel punto e il pensiero mi fece scendere dalle nuvole.
“Allora? Cosa ti metterai?”
“Vieni che te lo faccio vedere.”
Salimmo al piano di sopra ed entrammo in camera mia. Aprii il rivestimento e gli mostrai lo smoking.
“Wow!”
“Ti piace?”
“Sì! Ma tutto può migliorare.”
Andò in corridoio e prese il ferro da stiro dallo sgabuzzino.
“Vai di sotto, qui ci penso io.”
Le diedi un bacio sulla fronte e la ringraziai.
Pranzammo e loro se ne andarono. Forse era la prima volta che tirai un sospiro di sollievo per il fatto che ero solo in casa. Andai in bagno e iniziai a osservarmi allo specchio. I miei capelli erano più scuri rispetto all'anno scorso e sperai che con il sole delle giornate d'estate avrebbero ripreso il loro colore naturale: biondo cenere. Inspirai profondamente e mi toccai le costole un po' sporgenti, poi espirai. In quel momento suonarono al campanello. Scesi le scale e aprii la porta.
“Blane?”
“Sì, volevo chiederti...”
“Cosa?”
“Ho bisogno di aiuto per prepararmi e non ho voglia di andare da un parrucchiere o altre cose, quindi...”
“Sì ho capito.”
Riflettei un attimo: avevo ancora due ore prima che Jason arrivasse. Forzai un sorriso e lo feci entrare. Non me la sentivo di dirgli di no, nonostante i rischi che correvo restando da solo con lui. Gli avrei fatto capire a poco a poco che saremmo potuti essere amici, ma non di più. Gli feci appoggiare le cose in camera mia e gli dissi di aspettarmi in bagno. Presi un'asciugamano dal cassetto e lo raggiunsi.
“Allora, come li vuoi?” chiesi, mettendoglielo sulle spalle.
“Qualcosa di semplice.”
Iniziai a toccargli i capelli, delicatamente. I nostri sguardi si incrociarono attraverso il grande specchio posto sopra al lavandino. Presi la spazzola e iniziai a pettinarlo. Lui mi prese le mani e me le abbassò, facendomela cadere.
“Lo sai che non sono venuto qui per i capelli.”
“Sì, lo immaginavo.”
Abbassai lo sguardo, poi lo rialzai passandomi una mano tra i capelli.
“Perché sei venuto, allora?”
“Così...”
“Blane...”
“Volevo passare un po' di tempo con te prima del ballo. Di sicuro stasera tu e Jason starete appiccicati.”
“Sì, starò con lui perché è il mio ragazzo e vado con lui al ballo.”
Sospirò, come se si fosse rassegnato.
“Hai ragione, forse non dovevo venire.”
Aprì la porta del bagno e iniziò a scendere le scale. Lo seguii e lo bloccai per un braccio.
“Ma che fai? Perché scappi sempre? Siamo amici, no? Pensavo avessimo risolto...”
“Sei così stupido da non capire, vero?”
“Capire cosa?!”
“Che ti amo e non me ne frega un cazzo della vostra fottuta relazione!”
Lo lasciai e mi accorsi che il mio cuore stava per esplodere.
“I-io...”
Non mi fece finire. Se ne andò sbattendo la porta, lasciandomi da solo sulle scale. Mi sedetti appoggiando la schiena al muro. Ma perché doveva essere tutto così fottutamente complicato? Avevo il ragazzo perfetto, ma una parte del mio cuore non voleva saperne di ignorare le attenzioni di Blane. Avrei potuto dirgli semplicemente di andarsene, ma no. Qualcosa mi aveva spinto a farlo entrare. E ora ero lì, come un coglione e pieno di sensi di colpa per i baci rubati e a volte ricambiati con Blane.
Passarono un paio d'ore prima che arrivasse Jason.
-
“Mettetevi più vicini.” disse Sarah.
“Okay.” risposi.
Il flash della macchinetta fotografica mi accecò.
“E ora un bel bacio!”
Sorrisi e mi girai verso Jason, chiudendo gli occhi.
“Senza lingua ragazzi! Deve essere una foto romantica.”
Mi staccai per qualche istante poi gli diedi un bacio a stampo. Lui mi afferrò il mento. Sentii il flash e capii che Sarah aveva finito. Ce la mostrò, tutta emozionata. Io e Jason eravamo proprio belli insieme. Non era una semplice bellezza esteriore, noi due eravamo perfetti in tutti i sensi. Eravamo la coppia d'oro, quella che nonostante tutto si sarebbe sempre ritrovata. Non potevo più immaginare una vita senza di lui, perché non sarebbe stata vita. Solo lui poteva farmi provare quelle emozioni. Lui fu il primo che mi fece provare l'amore. Sì, eravamo proprio perfetti. Noi eravamo Jake e Jason e niente ci avrebbe più divisi, perché ormai ci eravamo trovati.
-
Eravamo davanti alla palestra della scuola, il luogo in cui si sarebbe tenuto l'attesissimo ballo. Si sentiva già un po' di musica. Presi Jason per mano e iniziai a camminare. Una volta entrati fummo subito stupiti dalle magnifiche decorazioni sparse per tutta la sala. I colori stavano sul blu e l'argento, perché erano gli stessi usati per il logo della scuola. Prima di entrare completamente nella sala mi bloccai, mentre Sarah, Daniel e gli altri continuarono.
“C'è qualcosa che non va?” mi chiese Jason.
“Andare la dentro con te è come fare coming out.”
“E allora?”
Si piazzò davanti a me e mi afferrò le spalle.
“Pensavo avessi superato questa fase. Poi ormai penso lo sappiano tutti della nostra relazione.”
“Ma lì dentro c'è tutta la scuola...”
“Non hai niente di cui vergognarti. Siamo solo una coppia che vuole andare al ballo e divertirsi. Quindi sorridi e rilassati. Ora entriamo.”
Mi prese per mano, ma sulla soglia della porta mi bloccò.
“E un'altra cosa...”
Mi diede un bacio.
“Ti amo.”
Entrammo e raggiungemmo gli altri. Daniel e Cassie stavano già ballando. Sarah e Tomas stavano vicino alla brocca del punch, insieme a Blane.
“Eccovi finalmente!”
“Ragazzi copritemi.” disse Blane.
“Ah giusto! Vogliamo dare un po' di brio a questa serata.” aggiunse Sarah, rivolgendosi a me e Jason.
Blane tirò fuori una piccola boccetta grigia. Avevo già capito.
Si guardò intorno per accertarsi che nessuno lo stesse guardando e verso il contenuto nel punch.
“Cos'è?” chiesi.
“Ma...un misto tra vodka e rum.”
Sorrisi e presi l'ultimo sorso puro dalla boccetta.
“Che la festa abbia inizio!” esclamò Tomas.
Iniziammo a ballare come dei pazzi, finché non arrivò un lento. Blane si allontanò e andò a sedersi in un angolo.
“Mi concedi questo ballo?”
Jason mi tese la mano e io vi appoggiai la mia. Improvvisamente mi sentii molto osservato: era come se tutta la sala stesse guardando noi e infatti era così.
“Ehi...” sussurrò Jason.
“Sì?”
“Sei tutto rosso.”
“Lo so, fa caldo.”
Mi baciò. Jason mi baciò davanti a tutta la scuola. Era come se nella sala fosse calato il silenzio, spezzato solo dalla musica. Mi staccai e lo guardai negli occhi. Non mi voltai nemmeno per vedere gli sguardi stupiti degli altri. Qualcuno iniziò ad applaudire: era Helen. Dei ragazzi si spostarono per farla passare. Arrivata davanti a noi ci guardò: prima Jason, poi me. Sorrise e mi diede un'abbraccio. Lo ricambiai anche se non ne capivo il perché. Quando si staccò ricominciò ad applaudire e si voltò, guardando un po' tutti, come per incitarli a seguirla, e così fu. Stavo per piangere, ma non lo feci. Mi accorsi che Helen era sparita di nuovo, così mi precipitati fuori dalla sala. La, vidi che c'era Alana.
“Ehi ciao!”
“Ciao.” risposi. “ Per caso hai visto una ragazza bionda, con un vestito bianco...”
“Sì, l'ho appena vista andare verso l'uscita principale della scuola.”
“Okay grazie.”
Prima di andare, le diedi un bacio sulla guancia.
“Ciao Jake!” esclamò.
Corsi più veloce che potei per raggiungerla e lo feci giusto in tempo. Era seduta su una panchina nel cortile che stava davanti alla scuola.
“Helen!”
Si girò di scatto, seguendomi con lo sguardo finché non mi sedetti accanto a lei.
“Jake.”
“Perché quella scena?”
“Quale scena? Volevo solo darvi la mia approvazione e ho pensato di farlo davanti a tutti per spingere anche loro a farlo.”
“Ma dopo ciò che ti ho fatto...”
“Cosa?”
“Quella storia di Tomas e Sarah.”
Rise, quasi forzatamente, poi si ricompose.
“Ah quella! Ma no! È tutto passato ormai.”
“Comunque volevo scusarmi già da tanto con te per la mia arroganza di quel giorno.”
“Ho detto che è okay. Non preoccuparti, ora torna da Jason che ti starà aspettando.”
Prese una sigaretta dalla sua borsa e se l'accese. Me ne offrì una.
“Senti, sei sola?”
“Sì, non mi interessava nessuno e così sono venuta da sola...”
“Non è andata bene con quell'Alec, vero?”
“Quell'idiota era solo uno da una scolata e via.”
“Ma ti ho vista e non sembravi indifferente all'idea che lui non volesse più andare al ballo con te.”
“Solo perché così ci sarei andata da sola e infatti eccomi qua. Poi l'avrei scaricato io quel coglione.”
Sorrisi e aspirai.
“Che poi Kristy! Kristy Lloyd la puttana! Quella la da a tutti!” aggiunse.
Scoppiammo in una risata.
“Non sei così male Helen.”
“Nemmeno tu, Jake. Va be, sì, ora stai con il mio ex e lui ti ama alla follia ma non fa niente.” disse, con un tocco di ironia nell'ultima frase.
Continuammo a parlare per una decina di minuti. Scherzavamo e ridevano come se niente fosse, come quegli amici che non eravamo mai stati, ma che forse un giorno saremo potuti essere.
“Vieni a farti le foto per l'annuario con noi?”
“Noi chi?”
“Io, Sarah, Daniel,...”
“Jason, Blane...” mi interruppe lei.
Annuii con la testa, consapevole della pesantezza di quella richiesta per lei.
“Va bene.”
Sorrisi.
“Sul serio?”
“Sì, perché no.”
Ritornammo alla sala e andammo nell'angolo foto. Chiamai a tutti gli altri. Prima facemmo delle foto di coppia, poi proposi di farne una di gruppo.
“Che vi siete detti tu ed Helen?” mi chiese Jason, prima di andarci a mettere in posa.
“Cose tra amici.”
“Amici?!”
“Sì, credo...Ma ora andiamo che il fotografo sta per scattare.”
Lo presi per mano e mi unii agli altri.
“Jason, Blane e Helen. Perché non vi fate una bella foto insieme?”
Ci voltammo tutti: era Teo e aveva l'aria davvero allegra.
“Teo...” disse Jason.
I tre continuavano a guardarsi un po' imbarazzati. Feci sedere Helen sullo sgabello e trascinai Jason e Blane dietro di lei, poi mi misi dietro al fotografo, insieme agli altri.
“Sorridete e stringetevi.” disse quest'ultimo.
Mentre gli scattava un paio di foto Teo si avvicinò a me.
“Jake non so come hai fatto, ma grazie.”
“Io non ho fatto niente, loro tre sono fatti per stare insieme. Hanno solo bisogno di una spinta.”
“Sai che non basteranno delle foto a farli tornare come un tempo.”
“Non preoccuparti, a poco a poco ci riusciranno. Sono come una famiglia: anche se litigano sono pur sempre destinati a stare insieme.”
“Jake sei fantastico, grazie ancora.”
Gli sorrisi e lui ricambiò.
“Ora facciamone un'ultima, tutti insieme.”
Sarah, Tomas, Daniel, Teo, Blane, Helen, Cassie, che anche se non conoscevo bene iniziava a starmi simpatica. Ma soprattutto c'era lui: Jason. Eravamo tutti in piedi e sorridenti, nonostante tutto ciò che era accaduto durante quel lunghissimo anno. Persino Daniel e Blane iniziavano a piacersi. Quelle foto erano come un segno di pace e del volersi lasciare alle spalle tutte le divergenze. Soprattutto quell'ultima in cui vi eravamo tutti. Pensai a come sarebbe stata quell'estate e sorrisi, anche perché il fotografo stava per scattare. La luce del flash mi accecò, ma continuai a sorridere.
Il libro sta per terminare e spero che vi sia piaciuto. Comunque farò il sequel quindi 'le avventure' di questi ragazzi non finiscono qui. Alla prossima e grazie, come sempre, a tutti i lettori e le lettrici :)
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