Capitolo 42 "On the road"
Arrivammo in una casetta di campagna che Jason aveva affittato, nei pressi di Romford.
"Ti sarà costata una fortuna." disse Sarah, da dietro.
"No, non molto..."
Una volta scesi dalla macchina, iniziammo a girare per il giardinetto che stava là davanti.
"Bello!" disse Daniel.
"Ce n'è un altro sul retro, molto più grande di questo." rispose Jason.
Il biondino si entusiasmava per ogni minima cosa. Infatti, dopo qualche secondo, era già dietro a correre e urlare come un matto. Entrammo e iniziammo a visitare la casa: aveva due piani, collegati tra loro con una scala grandissima, posta davanti alla porta d'ingresso. C'era una cucina con un'isola al centro e una veranda nella quale si andava attraverso una portafinestra in sala. Alcune pareti erano color oro e pensai a quanto sarebbero brillate nelle ore più luminose della giornata. Mentre giravamo al piano terra, arrivò Daniel, tutto sudato e con il fiatone.
"Ragazzi, dovete...Dovete vedere!"
"Ehi Dan, riprendi fiato." dissi.
"Sì, okay."
Respirò profondamente e ci spiegò ciò che aveva scoperto.
"C'è un gazebo qua dietro, poi continuando c'è un piccolo ponte che porta ad un campo pieno di fiori. Dopo il campo, scendendo, c'è un lago!"
Ci guardammo tutti un po' confusi.
"Cosa sono quelle facce? Andiamo a fare il bagno!"
"Ma Dan, l'acqua è pulita?" chiesi.
"Limpida."
Andammo verso il ponte e camminammo attraverso il campo, fino al lago. In effetti l'acqua sembrava abbastanza pulita.
"Andiamo!"
Daniel si tolse la maglietta, i pantaloni e le scarpe. Poi si tuffò, seguito da noi. L'acqua era ancora un po' fredda, ma il sole la rendeva accettabile.
"Sarah! Vieni anche tu!" urlò Tomas.
Lei se ne stava seduta ai piedi di un albero, con la testa appoggiata sulle ginocchia. Uscii dall'acqua e la raggiunsi.
"Ehi che hai?"
"Niente."
"Dai..."
"Non mi va di fare il bagno."
"Perché?"
Notai che continuava a pizzicarsi una coscia.
"Tesoro sei bellissima! Nessuno ti giudica! Poi perché dovremmo? Hai un corpo perfetto!"
"Jake lo so che lo dici solo per farmi piacere."
"No, non sono il tipo. E giuro che se non vieni in acqua di tua spontanea volontà, ti ci porterò a forza."
"Sono troppo pesante." mugulò, con la testa china.
Mi alzai e feci cenno agli altri di venire. La prendemmo e la portammo fino alla riva del lago. Lei continuava a dimenarsi e a ridere.
"Signorina Brown, è ancora in tempo per arrendersi e fare il bagno di sua spontanea volontà." disse Jason.
Mi voltai e notai che Blane stava risalendo la collinetta per tornare a casa.
"Scusate torno subito." dissi.
Misi i pantaloncini e iniziai a camminare. Dopo qualche passo sentii un rumore provenire da dietro e delle risate: avevano buttato Sarah in acqua e finalmente le vidi un bel sorriso sul volto.
Attraversai il ponte ed entrai in casa. Andai in cucina, ma non lo trovai. Poi decisi di salire le scale, ma una mano mi bloccò.
"Che fai?"
Mi voltai di scatto.
"Ah sei qui. Bè, mi chiedevo dove fossi finito e così sono venuto a cercarti."
"Non dovresti pensare a me. Comunque ero in bagno."
Delle gocce d'acqua gli bagnavano il petto scoperto e dovetti distogliere lo sguardo e concentrarmi sul suo volto, per non eccitarmi.
"Blane, basta con questo gioco. Che ci fai qui?"
"Te l'ho detto, sono andato in bagno."
"Sai cosa intendo."
"Volevo farmi una vacanza e dato che siete dei tipi a posto ho pensato di unirmi a voi."
"Cerca di comportarti bene."
"Che vuoi dire?"
"Finalmente tra me e Jason le cose vanno bene e..."
"E non vuoi che io faccia il guastafeste."
"Ti prego, lascialo in pace. So che lo ami, ma ormai è andata così e ora noi due stiamo insieme."
"Allora vi siete decisi alla fine. Comunque io non mi preoccuperei tanto per lui."
"Che..."
Non mi fece finire la frase, perché si girò dirigendosi verso la porta. Arrivato là davanti si fermò, voltandosi.
"Ricordi del concerto dei Bring Me The Horizon? Non manca molto e sai con chi voglio andarci." detto questo, uscì.
Sapevo che avrebbe fatto o detto qualcosa per farmi innervosire, e ci stava riuscendo. Prima quegli sguardi in macchina, poi quelle frasi ambigue. Presi una bottiglia di succo e tornai dagli altri. Blane era già in acqua e stava scherzando con Jason, che sembrava estremamente rilassato. Non ero geloso, solo un po' infastidito.
"Ehi tesoro, vieni! Dov'eri finito?" esclamò Jason, al mio arrivo.
"Ho preso qualcosa da bere. Comunque non mi va, resterò qui."
Mi sedetti a riva e continuai a guardarli. Blane si girò e mi fece l'occhiolino: era davvero insopportabile.
Verso l'orario di pranzo ritornammo in casa, dove ci aspettava la decisione delle camere.
"Allora, ci sono quattro stanze. Io e Jake staremo insieme. Anche Tomas e Sarah. Daniel, Blane, a voi la scelta delle altre due." disse Jason.
Mi prese per mano e mi accompagnò al piano di sopra. Arrivati in camera non ebbi nemmeno il tempo di posare le valigie, perché mi afferrò, buttandomi sul letto.
"Maratona di sesso?" sussurrò al mio orecchio.
Sorrisi e continuai a baciarlo.
-
Tornammo al piano di sotto verso le quattro del pomeriggio. Blane e Daniel stavano guardando la TV, mentre Sarah e Tomas erano in veranda.
"Wow, ce l'avete fatta!" disse Daniel, ironicamente.
"Sì, finalmente." aggiunse Blane.
In quel momento rientrarono Sarah e Tomas.
"Ehi piccioncini! Vi siete dati da fare là sopra, è?"
Arrossii di colpo e notai che Blane mi stava guardando con la coda dell'occhio. Presi Jason per mano e mi sedetti sul divano.
"Ragazzi! Siamo venuti per rilassarci o per divertirci?" esclamò Sarah.
Ci fu qualche istante di silenzio.
"Facciamo un falò vicino al lago, sarà figo!" propose Daniel.
"Okay, ma una festa non può essere tale senza alcool e a me servono le sigarette." aggiunse Jason.
"Andiamo io e Jake a comprare tutto ciò che serve."
Lo guardai.
"Blane, sei sicuro?" chiesi.
"Okay ragazzi, allora voi andate. Queste sono le chiavi della macchina. Noi vi aspettiamo là al lago."
Mi vestii e uscii. Dopo qualche minuto arrivò anche lui. Salimmo e mise in moto.
"Perché l'hai fatto?"
Fece retromarcia e imboccò la strada.
"Fatto cosa?"
"Ti sei proposto di andare con me."
"Sei l'unico con cui ho più confidenza."
"Sei incredibile."
"Avresti preferito che ci fossi andato con Jason?"
Mi voltai di scatto.
"No! Non è ciò che intendevo..."
"Ah! Rilassati!"
Alzai gli occhi al cielo e rimasi in silenzio per tutti i venti minuti di viaggio.
Arrivati alla cittadina di Romford, andammo in un bar. Comprammo alcolici di vario tipo e anche le sigarette. Blane disse che doveva fare una cosa, quindi fece un'altra fermata. Andammo in una parte della cittadina, un po' malfamata.
"Ma dove siamo?"
"Qui abita un mio vecchio amico, che mi deve un favore. Non scendere dalla macchina, qualunque cosa accada. Chiuditi dentro."
"Io non ti faccio andare da solo! Ma guarda che razza di posto! Poi quel gruppo di ragazzi ci guarda da quando siamo arrivati e non sembrano amichevoli."
Appoggiò una mano sul mio braccio e mi guardò intensamente negli occhi.
"Non preoccuparti, faccio subito."
Chiuse la portiera e mise la sicura. Si avvicinò alla porta di un palazzo e prese il telefono. Dopo qualche istante gli aprirono e lui salii, sparendo nell'oscurità di quel luogo. Passarono una decina di minuti, prima che iniziassi a preoccuparmi. Stavo per andare a cercarlo, ma in quel momento vidi che stava scendendo le scale. Quando risalì in macchina non mise in moto.
"Jason dovrebbe smetterla di fumare."
"Ma che centra?"
"Niente, è solo che ci ha chiesto di comprargli le sigarette."
"Va bè, ma dove sei stato?"
"Te l'ho detto, ho un amico che mi deve un favore."
"Okay. Comunque anch'io spero che smetta di fumare. Da quel che ho capito lo fa da anni. Tu?"
"Ah no, io non fumo."
Fece un sorrisetto forzato, poi partì. Durante il viaggio di ritorno ci scambiammo qualche parola, ma niente di più.
Arrivati, parcheggiò davanti alla casa. Attraversammo il ponte e camminammo fino al lago. Gli altri avevano già acceso il fuoco e stavano cucinando.
"Finalmente ragazzi!"
Jason venne a darmi un bacio sulla guancia e guardò Blane.
Ci fu un'istante di silenzio imbarazzante.
"Un ultimo bagno prima che faccia buio?" propose Tomas.
"Ci sto." disse Daniel.
Rimasi a riva, perché avevo freddo e l'acqua non era caldissima. Blane si avvicinò e mi diede una coperta.
"Grazie."
"Di niente."
"Ragazzi venite! Ho fame!" esclamai.
Arrivarono dopo qualche minuto, bagnati dalla testa ai piedi.
"Certo che potevate togliere i vestiti."
Mangiammo e ci accostammo vicino al falò.
"Che bello." sussurrò Sarah, che stava accoccolata a Tomas.
"Ragazzi diamo un po' di vita a questa serata! Mi sembra la giornata del bingo di uno spizio!" disse Daniel.
"Abbiamo comprato queste." dissi, prendendo la busta con le bottiglie.
"Whoooo!!"
Con l'alcool la serata prese una piega diversa. Jason aveva della musica e le casse.
Dopo qualche bicchierino, Blane richiamò la nostra attenzione.
"Volete provare qualcosa di nuovo?"
Tirò fuori una bustina.
"Oh cazzo ma quella è..." iniziò Sarah.
"Coca."
"Blane mettila via!" urlai.
"Avanti ragazzi! Rilassatevi."
Daniel ne prese un po' e ne offrì anche a Tomas e Sarah.
Io risalii la collinetta per tornare a casa. Arrivato là davanti mi sedetti su una sedia che si trova nel portico. Vidi un'ombra avvicinarsi.
"Che cazzo vuoi?"
"Sei troppo teso."
"Blane, quella è droga! Hai presente? Quelle sostanze illegali che non dovremmo assumere!"
"Sei troppo nervoso, Jake."
"La smetti di ripeterlo?! Allora era quella la cosa importante che dovevi fare? E il tuo vecchio amico sarà uno spacciatore immagino..."
Mi alzai per andarmene, ma lui mi bloccò per un polso.
"Volevo solo che ci divertissimo."
"Per te la cocaina è divertente?"
"Perché ce l'hai tanto con me?"
"Io non ce l'ho con te..."
"Ma mi guardi sempre con quello sguardo frustrato."
"Sei tu che mi fissi in continuazione."
"Perché sei bello, perché tu mi piaci..."
"Ma se mi hai detto che ami Jason."
Ci guardammo e nei suoi occhi percepii la sua risposta e cioè l'ultima cosa che avrei voluto.
"No! Non può essere! Tu non puoi farmi questo, Blane!" dissi, toccandomi le tempie.
"Non è colpa mia se le due persone che amo hanno deciso di stare insieme."
Poteva andare peggio di così? Sì, eccome. Mi afferrò e mi sbatté al muro. Cercai di dimenarmi, ma lui era più forte. Mi baciò e mi ficcò letteralmente la lingua in bocca. Dopo qualche istante lo assecondai, perché non sapevo che altro fare. Le sue mani scesero fino ai miei pantaloni e a quel punto lo bloccai.
"Blane, farlo con me non ti aiuterà a dimenticare e a soffocare i tuoi sentimenti."
Mi abbracciò e affondò il suo volto nella mia spalla destra.
"Volevo solo..."
"Dai, è tutto okay."
"No che non lo è!"
Sentivo la sua voce spezzata dai singhiozzi.
"Ricordi il concerto? Ci andremo insieme."
Alzò lo sguardo.
"Sei sicuro?"
Sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia.
"Ora torniamo."
"Ho anche un po' di questa."
Tirò fuori un'altra bustina con della roba verde.
"Avevi detto che non fumavi!"
"Ho detto che non fumo, ma non ho specificato se sigarette o altre cose."
Scossi la testa e mi avviai, seguito da lui.
"Non farai nemmeno un tiro?"
Esitai.
"Okay, ma solo uno."
Ormai dovevo conoscermi e sapere bene che quando si trattava di sballarsi non esisteva un limite. Ne dovevo avere fino a perdere il controllo.
Quando tornammo dagli altri Jason mi guardò con uno sguardo strano. Poi si avvicinò.
"Dove sei stato?" sussurrò.
"In bagno."
Scosse la testa e guardò Blane.
"Voglio che ti stia lontano."
"Non deve stare lontano solo da me."
"Che vuoi dire?"
Alzai le spalle e mi avvicinai agli altri.
-
Mi liberai dalla presa di Jason e mi alzai da terra. Quella notte eravamo stati svegli fino a tardi poi ci eravamo addormentati, avvolti nei sacchi a pelo e le coperte, attorno al fuoco. Misi una felpa e il cappuccio. Andai fino alla riva del lago per guardare l'alba. Blane era seduto a pochi passi dall'acqua. Mentre mi avvicinavo mi accorsi che stava fumando. Mi sedetti accanto a lui.
"Buongiorno."
"Buongiorno." risposi.
"Nottata dura..."
"Diciamo che quella roba era abbastanza forte."
"Abbastanza?"
Ci guardammo negli occhi per qualche secondo poi ci scappò una piccola risata.
"Grazie." dissi.
"Di cosa?"
"Di averci fatto divertire. "
"È il mio destino guardare gli altri far baldoria."
Guardai dietro e vidi che gli altri stavano ancora dormendo.
Mi avvicinai a lui e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia, poi appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Sei un ragazzo così dolce."
"Ma non sono abbastanza, giusto?"
"Semplicemente il tempo ha giocato a tuo sfavore."
"Fottuto tempo."
Sorrisi, con un po' di malinconia.
"Ricordi quella promessa che ti avevo fatto?"
"Se Jason ti avesse spezzato il cuore, tu saresti venuto da me."
Alzai leggermente la testa e i nostri sguardi si incontrarono.
"E se Jason non lo farà mai? Se lui mi amerà per sempre?"
"Aspetterò."
"Per sempre è molto tempo..."
"L'hai detto anche tu. Il tempo gioca a mio sfavore, ma io non mollo. Un giorno ti avrò."
Si alzò e buttò il mozzicone nel lago. Si tolse la maglietta e si tuffò.
Quella risposta mi aveva spiazzato. Tra me e Jason le cose andavano abbastanza bene e avevo paura che quel suo interesse nei confronti di entrambi, avrebbe mandato tutto a puttane.
Daniel, che si era svegliato, raggiunse Blane. Io rimasi a guardarli, a braccia incrociate. Poi sospirai e tornai tra le braccia del mio Jason. Mi strinse forte a sé.
"Ti amo..." sussurrò.
"Anch'io..."
Iniziai a mordicchiarmi il labbro inferiore. Riuscivo ancora a vedere Blane e Daniel che facevano il bagno. Dopo qualche minuti anche Sarah e Tomas si svegliarono.
Fu una mattinata abbastanza noiosa, e il pensiero del ritorno a scuola, mi accompagnò per tutto il giorno.
-
Era arrivato il momento di partire.
"Abbiamo preso tutto, ragazzi?" chiese Sarah.
"Penso di sì. Avete controllato che le luci e il gas siano spenti?"
"Sì."
"Allora partiamo." concluse Jason.
Avrebbe guidato e io gli sarei stato accanto.
"È stata una bella pre-vacanza." disse Daniel, dopo minuti di silenzio.
"È sì, ma ora manca una settimana alla fine."
"Poi ci sarà il ballo di fine anno! Ah! Devo ancora prendere il vestito." disse Sarah.
Iniziammo a parlare dei progetti che avevamo per l'estate: avremo di sicuro rifatto un viaggio tutti insieme. Ripensai al concerto e alla promessa che avevo fatto a Blane. Guardai nello specchietto e vidi che stava ammirando il paesaggio. I nostri sguardi si incrociarono per qualche istante. Sorrise e io ricambiai, un po' confuso. Appoggiai la mano destra sulla gamba di Jason e rimasi in silenzio per tutto il resto del viaggio.
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