Capitolo 37 "Bad and good choises"

*attenzione, preparatevi a scene da sclero e ad avere il diabete. Dopo tutto quello che è successo ci voleva e perdonatemi per il ritardo.

Jake's Point of View:

Avevamo passato tutta la notte in ospedale ed ora era quasi l'alba.  Quando la dottoressa ci raccontò tutto ciò che Blane le aveva confessato, rimanemmo più che sconvolti.
Helen iniziò a singhiozzare e Jason l'abbracciò, cercando di farla calmare: probabilmente i due si sentivano in colpa per non essersene accorti. Daniel crollò subito dopo Helen ed io dovetti portarlo fuori a prendere un po' d'aria per farlo calmare.
Cazzo, quello sì che era un bel casino.
Dopo un po' di tranquillità, arrivava sempre una tempesta pronta a stravolgere tutto ed io iniziavo a non sostenere più tutto quello.
Ma dovevamo essere forti per Blane in quel momento.

Blane's Point of View:

Quando Jason ed Helen entrarono nella mia camera d'ospedale, avrei tanto voluto sparire dalla faccia della terra. Mi sentivo uno schifo in tutti i sensi. Un po' perché mi avevano fatto una lavanda gastrica, un po' per il fatto che loro sapevano tutto.
Helen si sedette su un lato del letto, mentre Jason sulla sedia là vicino.
Non alzai lo sguardo, non potevo guardarli negli occhi.

"Blane?" mi richiamò Helen, con voce dolce.

Non risposi, feci solamente un lungo sospiro.

"Blane, ci...dispiace." continuò lei, toccandomi una spalla.

Scostai la sua mano e mi coprii il volto con le mie. Cazzo, ecco, stavo per piangere. No, volevo risparmiargli quella scena penosa, quindi mi trattenni con tutte le mie forze.

"Ehi, Blane..." mi richiamò Jason.

A quel punto alzai lo sguardo e lo guardai con occhi lucidi.

"Ce la faremo, okay? Abbiamo superato molte cose in passato."

Annuii, muovendo nervosamente la testa e finalmente scoppiai in un pianto liberatorio. Un pianto fatto di lacrime trattenute per troppo tempo.
Helen mi abbracciò e Jason fece lo stesso, sedendosi sul lato libero del letto.

"Mi siete mancati, ragazzi..." sussurrai, ancora avvolto tra le loro braccia.

Ed era vero, dopo tutti quegli anni fatti di solitudine e silenzio, quell'abbraccio era la cosa più bella e confortante.

-

Daniel's Point of View:

Una settimana dopo andai a prendere Blane in ospedale. Era un lunedì mattina e decisi di saltare le lezione.
Quando arrivai davanti alla porta della sua camera bussai. Non ottenni una risposta, così entrai. Blane stava in piedi davanti alla finestra: era già vestito e aveva un piccolo borsone accanto ai suoi piedi. Mi avvicinai e lo abbracciai da dietro, inspirando a pieni polmoni il suo buonissimo profumo.

"Amore, torniamo a casa..." sussurrai.

Lui si voltò a guardarmi, interrompendo il contatto: nei suoi occhi c'era un vuoto spiazzante.
Annuì semplicemente e prese il suo borsone, uscendo dalla stanza.
Durante tutto il viaggio rimase in silenzio e quando entrammo in casa sua, si guardò intorno come se fosse la prima volta che la vedesse e appoggiò il borsone a terra.

"Hai fame?" chiesi.

Mi guardò con la stessa inespressività di prima e fece spallucce.

"Sì, un po'."

Sospirai ed annuii, andando in cucina. Iniziai a cucinare, rimuginando su tutto ciò che era accaduto.
Ero triste per Blane, sapevo che non aveva avuto una vita semplice, ma una parte di me era arrabbiata con lui, perché non mi aveva detto la verità. Sì, non era facile dire una cosa così pesante, ma cazzo, stavamo insieme da mesi. Se non me l'aveva detto era perché non si fidava di me. Mi sentivo così stupido. Non ero una persona che se la prendeva troppo, di solito. Daniel Taylor non teneva mai il rancore per troppo tempo, eppure quella volta c'era qualcosa di diverso. Non mi sentivo nemmeno più all'altezza di stare con Blane, perché non ero riuscito a renderlo felice. Non abbastanza per fargli dimenticare ciò che Derek gli aveva fatto.
Quando finii di cucinare, richiamai Blane, ma non ottenni risposta. Controllai in sala, ma non c'era, così andai al piano di sopra. Entrai in camera sua e lo vidi seduto a terra, con le ginocchia al petto e lo sguardo abbassato. Mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lui.

"Blane?"

Lui alzò la testa di scatto e mise su un sorriso evidentemente forzato.

"Ehi Daniel."

Il mio cuore si sciolse nel sentire quella voce roca, ma dolce.

"Ti stavo chiamando."

"Oh...Non ti ho sentito."

Si sporse leggermente in avanti e mi baciò in modo dolce, senza nemmeno provare ad approfondire quel contatto. Quando si staccò, mi guardò negli occhi e sorrise nuovamente. Eppure quello era un sorriso triste.

"Blane..."

Lo abbracciai e lui ricambiò la stretta.

"Daniel, perdonami... Perdonami, ti ho sporcato. Perdonami." sussurrò.

Quelle parole mi fecero salire un'angoscia improvvisa. Io non lo odiavo, ma sapevo che non sarebbe bastato dirgli che andava tutto bene. Sapevo che non si sarebbe messo l'anima in pace facilmente. Era testardo quando si trattava di cose importanti, lo conoscevo.

"Blane io non ti odio."

"Daniel, ti ho mentito. Ti ho mentito per mesi, non ti ho detto la verità. Tu ti peoccupavi per me e per il mio problema con l'alcool e la droga. Abbiamo litigato molte volte per quel mio problema ed io sono rimasto in silenzio, senza nemmeno provare a risolverlo. Sapevo qual'era la causa di tutto, ma l'ho nascosta. Sono una persona orribile..." disse, staccandosi dall'abbraccio.

Afferrai il suo volto con le mani e appoggiai la mia fronte alla sua.
Volevo fargli capire che non era più solo e che lo amavo. Volevo fargli capire che non l'avrei mai lasciato.

"No Blane, tu sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto in vita mia. Non è colpa tua, ma di Derek. Non sei tu ad aver sbagliato, ma lui. Eri solo un ragazzino e lui ha approfittato di te. Meriti il meglio Blane, meriti felicità e tanto amore. Amore che io intendo darti, voglio donarmi completamente a te. Prenditi la mia anima, il mio corpo ed il mio cuore. Tutto." feci una pausa e lo guardai negli occhi, sorridendo. "Ricordi che una volta mi hai detto che tutto e tutti hanno un lato bello? Mi hai detto che il mio lato bello è che io sono semplicemente bello. Allora non capivo, ma ora sì. Non ti ho risposto quel giorno, perché non sapevo ancora di provare qualcosa per te. Ho semplicemente detto che mi fai sentire vivo. Bene, ora posso aggiungere molte altre cose belle su di te. La tua pelle ambrata, i tuoi occhi verdi, le tue labbra morbide, il tuo profumo. Adoro quando ridi e quando ti arrabbi, perché poi vieni a chiedere scusa con quel tuo faccino da cucciolo e mi fai il solletico fino a farmi cedere. Poi facciamo l'amore. Adoro il modo in cui fai l'amore con me. I tuoi tocchi decisi e pieni di passione, ma allo stesso tempo delicati, mi fanno sempre fremere. Poi il modo in cui ti stringi a me dopo averlo fatto, nonostante il sudore e l'affanno. Il modo in cui mi abbracci, come per confermare ogni volta che mi ami. E ti amo anch'io Blane Johnson. Amo il tuo modo buffo di ballare e la tua espressione da angelo quando ti addormenti sul divano dopo aver letto per ore. Amo quei tuoi sandwich strani che mi prepari sempre, amo quando mi proteggi ed il modo in cui riesci sempre a sorprendermi. Ti amo. Quindi, non pensare nemmeno per sbaglio a lasciarmi, perché non ti libererai di me. So essere appoccicoso e tenero quando voglio."

Lui mi guardò tra l'incredulo e il divertito, poi sorrise e si impossessò delle mie labbra. Stavolta era un bacio più deciso. Mi fece sdraiare a terra e si mise sopra di me, approfondendo il bacio. Dopo un po' ci staccammo, ormai senza fiato.

"Ecco, è questo che intendo." dissi.

"Mmh?"

"Riesci sempre a sorprendermi."

Sorrise e lo feci anch'io.

"Vuoi fare l'amore con me?" chiese, improvvisamente.

"Sì, cazzo. È da più di una settimana che non lo facciamo. Mi sei mancato..."

"Il mio piccolo Daniel è in astinenza. Forse se ti faccio aspettare qualche altro giorno esplodi." mi prese in giro lui.

Alzai gli occhi al cielo e mossi il mio bacino verso l'alto, con decisione, facendolo gemere.

"Cazzo Blane, non dirlo nemmeno per scherzo."

Lui sorrise in modo malizioso, per poi andare a baciarmi il collo. Blane era tornato, ma per quanto sarebbe durata quella serenità?

-

Jake's Point of View:

Era un caldo sabato di inizio Aprile, così avevamo deciso di fare un picnic vicino al Tamigi.
Sarah, Helen e Cassie stavano accanto a me a parlare di cose che a me non interessavano affatto, mentre io continuavo a guardare Tomas, Jason e Teo che giocavano a calcio. Blane e Daniel erano sdraiati a terra a coccolarsi, una scena adorabile.

"Allora Jake, che ne pensi?" chiese Sarah, improvvisamente.

Io scossi la testa per riprendermi e mi ritrovai tre paia di occhi puntati addosso.

"È?"

"Non stavi ascoltando?" chiese Cassie.

Feci un'espressione confusa e socchiusi la bocca.

"Non stava ascoltando." affermò Helen, dandomi una pacca sulla spalla. "Il nostro Jake è troppo occupato ad ammirare il suo Jason."

Sarah e Cassie ridacchiarono ed i arrossii, mettendo il broncio.

"Non è vero! Stavo solo...Stav-..."

"Ehi donzelle, vi dispiace se vi rubo un attimo il mio principe?" disse Jason, che si era appena piazzato davanti a noi.

"Ohhh... Che teneri!" esclamò Sarah, sorridendo sinceramente.

Jason ricambiò il sorriso e afferrò la mia mano destra, facendomi alzare.
Mi trascinò ai piedi di un albero che stava là vicino e ci sedemmo. Le dita delle nostre mani erano ancora intrecciate, ma nessuno si decideva a parlare.

"Allora? Perché mi hai portato qui?" chiesi, rompendo il silenzio.

"Avevo voglia di te." sussurrò lui, guardandomi negli occhi.

Sorrisi e gli lasciai un delicato bacio a stampo sulle labbra, poi lui mi circondò le spalle con un braccio e insieme tornammo a guardare davanti a noi.

"Pensi che Sarah terrà il bambino?" chiese lui, guardando verso il gruppo delle tre ragazze sedute a terra.

Helen stava accarezzando il pancione della rossa e Cassie le stava facendo una foto.

"Non lo so, lei e Tomas non ne hanno più riparlato."

Annuì in silenzio ed io appoggiai la testa sulla sua spalla, mentre il suo braccio circondava ancora le mie.
Il mio sguardo cadde su Teo.

"Teo ha già deciso cosa fare dopo la scuola?" chiesi.

"Non so... Penso che farà un viaggio, poi tornerà a fare l'università: architettura."

"Wow, non sapevo che Teo avesse certi interessi."

Jason sorrise e mi guardò.

"È un ragazzo pieno di sorprese."

Alla fine, dopo un altro po' di silenzio, guardai Daniel e Blane, che stavano ancora avvinghiati l'uno all'altro.

"Sono davvero dolci, vero?" mormorai, quasi tra me e me.

"Sì, penso che dureranno per un bel po'. Voglio dire, Daniel è davvero innamorato di Blane e lui di Daniel..."

"Però Blane...quello che è successo..."

Guardai Teo e Tomas andare a sedersi con le ragazze e iniziare a bere e a mangiare qualcosa.

"Lo so, non è facile affrontare una cosa del genere, ma loro ce la possono fare. Blane è un tipo tosto."

Sorrisi ed annuii. Calò di nuovo il silenzio per un po'.

"E noi?" chiese lui, senza guardarmi.

"Mmh?"

"Noi...cosa faremo?"

Quella era una bella domanda e sinceramente non ci avevo mai pensato. Jason si sarebbe diplomato in pochi mesi, mentre a me mancava ancora un anno. Cosa ci aspettava?

"I-Io non ci avevo mai pensato... Cosa pensi di fare dopo il diploma?"

"Mio padre mi farà lavorare nella sua azienda."

Lo guardai e potei notare un pizzico di tristezza nella sua espressione. Gli accarezzai una guancia per attirarne lo sguardo.

"Ma è questo ciò che vuoi realmente?"

Ebbe un po' di esitazione, poi rispose.

"Devo."

"Jason, lo sai che significa accettare quel lavoro? Io rimarrò qui a Londra, mentre tu dovrai sempre viaggiare per lavoro. Non ci vedremo quasi mai e andrà tutto a puttane, di nuovo..."

Mi alzai e gli diedi le spalle, incrociando le braccia al petto. Per l'ennesima volta in vita mia mi sentivo insicuro e fragile. Poi sentii le sue braccia forti abbracciarmi da dietro e il suo buon profumo.

"Tesoro, non ti lascerò mai più ora che ti ho trovato. Ti prometto che non ti farò mai più soffrire."

"Ma tuo padre... Lui mi odia, non accetterà mai la nostra relazione. E poi non so se riuscirò a sopportare la distanza." mi voltai a guardarlo. "Ho bisogno di te, Jason." l'ultima frase uscì come una supplica, che portò ad un bacio bisognoso.

Mi aggrappai alle sue spalle, mentre lui afferrò la mia schiena, premendo completamente il suo corpo sul mio. La sua lingua si scontrava con la mia, le sue labbra erano unite alle mie in modo perfetto, come se fossero state fatte per stare insieme. Ci staccammo solo quando una voce ci richiamò.

"Avanti ragazzi, pomiciate dopo, adesso venite qua!" esclamò Sarah, sbracciandosi per attirare la nostra attenzione.

Ci guardammo per un po', poi io iniziai a camminare verso gli altri, lasciando Jason indietro.
Non volevo più soffrire, ma nonostante tutte le sue promesse, il dolore sarebbe stato inevitabile se lui avesse iniziato a lavorare per l'azienda di suo padre. Non ero pronto per un'altra battaglia, anzi, non ne avevo proprio la forza.
Mi sedetti a terra insieme agli altri e guardai nella direzione da cui ero appena arrivato: Jason era rimasto lì in piedi e ora stava guardando il cielo. Doveva decidere e doveva farlo in fretta: o il lavoro all'azienda o me.

"Jake, tutto okay?" chiese Cassie, porgendomi un panino.

Intanto gli altri avevano iniziato a parlare e scherzare tra di loro. Anche Daniel e Blane si erano uniti e ora Daniel stava ridendo ad una battuta di Teo. Sorrisi e mi sentii un po' triste, pensando che mancavano pochi mesi, prima che parte del gruppo prendesse la propria strada. Ne avevamo passate tante insieme.

"Jake?" mi richiamò Cassie.

Lanciai un'occhiata a Jason, che se ne stava ancora lì in piedi con le mani in tasca, poi tornai a Cassie, che mi guardava perplessa.

"Sì, tutto okay..." mormorai.

-

Isaac's Point of View:

Era un bel sabato con tanto sole e nemmeno una nuvola in cielo e io cosa stavo facendo? Un bel niente, me ne stavo seduto su una panchina vicino al Tamigi, con una felpa addosso e il cappuccio tirato su. I ricci mi coprivano parte del volto e a volte la gente mi lanciava qualche occhiataccia. Non era colpa mia se sembravo uno appena uscito da una veglia funebre. Il problema era che non ero mai stato innamorato e il fatto che la prima persona di cui mi ero innamorato mi avesse spezzato il cuore, mi aveva fatto cadere in uno stato di depressione profonda.

"Sembri davvero triste."

Una voce mi strappò via dai miei pensieri. Davanti a me c'era un ragazzo un po' minuto, biondo e con i lineamenti morbidi. Avrà avuto al massimo quindici o sedici anni.

"Senti ragazzino, torna a giocare con i tuoi amichetti e non rompere le palle."

Sgarbato? Forse un pochino, ma in quel momento un ragazzino rompi palle era l'ultima cosa di cui avevo bisogno. Lui ghignò e si sedette accanto a me.

"Eppure non mi sembra di averti detto che ti puoi sedere." dissi, scocciato.

"Avanti Isaac, smettila con questa scenetta. Non sono qui per perdere tempo, ma per affari."

Okay, perché quella specie di piccolo stalker sapeva il mio nome?

"Okay, non so come tu faccia a conoscermi, ma sappi che non sono interessato a ciò che hai da dire. Avanti, non so nemmeno chi sei."

Mi porse la mano e sorrise.

"Mi chiamo Ian, frequento il terzo anno nella tua scuola."

Alzai un sopracciglio e non mi mossi, così lui abbassò la mano e sospirò.
Lo guardai meglio, poi mi ricordai di una cosa.

"Ah Ian! Quel piccolo psicopatico che urla come un pazzo quanto scopa. Jake mi ha parlato di te. Ora so chi sei e questo mi da un motivo in più per non voler avere niente a che fare con te."

Lui si accigliò appena, poi sbuffò.

"Allora, non sono cui per parlare della mia vita sessuale. Vuoi che ti aiuti sì o no?"

"Non so come un moccioso come te possa aiutarmi."

"Noi due abbiamo una cosa in comune: ci hanno tolto la persona che amiamo e siamo entrambi la seconda scelta."

Lo guardai e rimasi in silenzio, per incitarlo a parlare.

"Jake ha scelto Jason e Blane, Daniel."

"E allora? Non posso costringere Jake a stare con me se non vuole. Voglio solo la sua felicità."

"Avanti Isaac, non ti conosco bene, ma da ciò che ho visto ho capito che non ti piace perdere."

Bé sì, ero abbastanza irritato, anzi, incazzato, dal fatto che Jake avesse scelto Jason. Eppure non volevo farlo soffrire. Ma se io non potevo averlo allora nemmeno quello stronzo di Jason lo avrebbe avuto.

"Allora?" chiese Ian, con un sorrisetto stampato in faccia.

Sospirai e guardai il Tamigi.

"Cosa devo fare?"

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