Capitolo 33 "Promise"
Daniel's Point of View:
Mi svegliai a causa di un rumore insistente: Blane stava avendo un altro attacco di tosse. Mi sedetti e appoggiai una mano sulla sua schiena. Speravo che il clima mite italiano migliorasse la sua salute, ma non stava funzionando.
"Blane?"
Lui si riprese leggermente e mi guardò con occhi tristi.
"Dan è tutto okay, torna a dormire. Sono solo le quattro di mattina..."
Scossi la testa e appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Non posso dormire se tu continui a tossire in quel modo, stupido." borbottai, stringendomi a lui.
Ridacchiò e afferrò il mio mento, facendomi alzare il volto.
"Mmh, allora cosa facciamo?"
Sorrisi appena e gli lasciai un bacio stampo.
"Guardiamo le stelle?"
Rimase abbastanza perplesso da quella frase e lasciò il mio mento.
"Oppure, facciamo l'amore sotto le stelle." aggiunsi, accarezzandogli i capelli.
Presi un plaid dall'armadio e lui afferrò la mia mano destra. Scendemmo e andammo a sdraiarci in un angolo del giardino dietro casa. Le luci della piscina creavano una bella atmosfera e le stelle erano più belle del solito, anche se ormai il cielo si stava schiarendo a poco a poco.
Girai la testa di lato e guardai Blane, sorridendo appena.
"A cosa pensi?" chiese lui, facendo intrecciare le dita delle nostre mani.
"Penso di..."
Mi bloccai e sospirai: era troppo imbarazzante.
"Non devi dirlo per forza, dimostralo."
Mi afferrò per i fianchi e mi fece mettere a cavalcioni su di lui. Mi chinai e iniziai a baciarlo, mentre le sue mani andarono ad accarezzare la mia schiena da sotto la maglietta.
Ansimai appena e feci unire le nostre lingue, mentre le mie mani trovavano spazio tra le ciocche dei suoi capelli.
Amavo le emozioni che quel ragazzo mi faceva provare, adoravo il suo odore e le sue mani sulla mia pelle.
"Blane." sussurrai, staccandomi dal bacio.
Lui deglutì, riprendendo fiato.
"Sì?"
"Ti amo."
Sorrise ampiamente e tolse le mani dalla mia schiena, andando ad appoggiarle sulle mie guance.
"Anch'io ti amo."
Fare l'amore sotto le stelle fu la cosa più bella che avessi mai fatto in vita mia. Tra le sue calde e forti braccia mi sentivo a casa. Volevo vivere quelle bellissime sensazioni per sempre, volevo svegliarmi ogni mattina accanto a lui. Ormai era fatta: ero completamente e perdutamente innamorato di Blane Johnson.
-
Jake's Point of View:
Erano passati due giorni dall'incontro con Jason ed io mi ero sfogato con Cassie, forse l'unica persona che mi avrebbe realmente compreso. Lei aveva detto che avrebbe dovuto pensarci e che avrebbe trovato una soluzione, ma in quei due giorni non mi aveva ancora fatto sapere niente.
Era mattina ed io stavo bevendo un caffè in cucina con Daniel e Blane. Quei due sembravano una coppietta sposata e quelle occhiate che si scambiavano iniziavano a darmi la nausea.
"Sentite voi due, se avete scopato sono felice per voi, ma per l'amor del cielo, smettetela con tutte queste smancerie!" sbottai, scocciato.
Daniel mi guardò come se fosse appena sceso dalle nuvole, mentre Blane si limitò a sospirare alzando gli occhi al cielo.
In quel momento Cassie entrò in cucina. La guardai, continuando a bere dalla mia tazza, mentre Daniel si irrigidì di colpo.
"Jake, dobbiamo parlare."
Annuii e appoggiai la tazza sul tavolo, rimanendo in silenzio.
"Da soli." aggiunse, uscendo dalla cucina.
Salutai i due piccioncini e la seguii in camera sua.
"Sì? Che devi dirmi?" chiesi, guardandomi intorno.
Lei prese una sigaretta da un pacchetto che stava appoggiato sul tavolo e se l'accese.
"Ho trovato."
"Mmh?"
"So come far tornare Jason a casa."
Sorrisi e mi sedetti sul letto. Lei fece lo stesso e accavallò le gambe.
"Scrivigli una lettera in cui gli dici tutto ciò che provi per lui. Deve essere sincera e che venga dal cuore. Non devi nemmeno rileggerla, deve essere reale, niente ripensamenti."
"Non so se questo aiuterà a sistemare le cose, Cassie. Non siamo più alle elementari, non basta una lettera con qualche cuoricino disegnato sopra per risolvere le cose..."
Scosse la testa e mi passò la sigaretta. L'afferrai e feci un lungo tiro, per poi ridargliela.
"Senti Jake, se non ci provi non riuscirai mai a riaverlo. So che lo ami e anche lui ama te, quindi smettila di fare il difficile e scrivi quella lettera!"
Infondo Cassie aveva ragione, dovevo almeno provarci.
"Tentare non nuoce..." mormorai. "La scrivo adesso?"
Cassie annuì e andò a prendere un quaderno e una penna dal suo zainetto.
"Eri già pronta?"
"No, tengo sempre qualcosa per scrivere con me... Dai, ora vai in camera e inizia a scrivere la lettera!"
Annuii e mi alzai, sorridendo appena. Andai nella mia stanza e mi sedetti accanto alla finestra.
Guardai il cielo, presi la penna in mano ed iniziai a scrivere.
-
Jake's Point of View:
Stavo aspettando in un bar che lui arrivasse.
Il giorno prima dopo aver scritto la lettera, andai subito a spedirla. In essa vi avevo scritto l'indirizzo di un bar e gli avevo detto di presentarsi lì verso le quattro e mezza del giorno dopo.
Eppure erano già le cinque, ma di Jason nemmeno l'ombra. Stavo per arrendermi, così mi alzai, ma una voce mi richiamò da dietro.
"Jake."
Mi voltai di scatto e rabbrividii: era la ragazza che Jason avrebbe dovuto sposare.
"Sì?" risposi, cercando di non sembrare nervoso.
Lei ghignò appena e si avvicinò, mostrandomi una busta verde, nonché quella che avevo usato per spedire la lettera a Jason.
Me la sbatté sul petto ed io la presi, con mani tremanti.
"Sei un tipo coraggioso, Jake Smith, ma non sai contro chi ti stai mettendo."
Rabbrividii a quelle parole e a causa del suo sguardo di ghiaccio. Mi sentivo stupido, per quel motivo avrei dovuto temerla? Forse perché era la persona che mi stava portando via il ragazzo che amavo.
"Hai letto la lettera..."
Lei si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e fece un mezzo sorriso, cosa che mi inquietò ancora di più.
"Sì, l'ho trovata nella posta di stamattina e ho impedito che il mio ragazzo, nonché futuro marito, la leggesse."
E quelle parole fecero male: aveva appena girato il coltello nella piaga e dal sorrisetto che aveva in faccia si poteva dire che le piacesse vedermi soffrire.
"Non sono stupida, sapevo che tra voi due c'è stato qualcosa. L'ho capito dal modo in cui Jason ti guardava quando sei venuto a casa nostra. Sei davvero patetico, pensi che una lettera sdolcinata impedirà a Jason di sposarmi? Patetico..." quelle parole uscirono dalla sua bocca come puro veleno e ciò non fece altro che farmi soffrire ancora di più.
Mi accigliai e scossi la testa, cercando di non scoppiare in lacrime. La odiavo, più parlava con quel suo inglese osceno, più mi veniva voglia di prenderla a schiaffi. Più si ostinava a ripetere che Jason l'avrebbe sposata, più desideravo che sparisse.
"Sei crudele, ma che ti ho fatto? Probabilmente la tua è solo gelosia, perché la vostra relazione è falsa e lui non ti amerà mai come ha amato me. Mai."
Lei sembrò sorpresa dal mio improvviso coraggio, ma la sua perplessità non durò molto.
Un'altro sorrisetto strafottente apparve sul suo volto. Si avvicinò e sussurrò qualcosa al mio orecchio.
"Arrenditi Jake, Jason non ti ama più. Me lo ha dimostrato facendo l'amore con me, ieri notte."
Detto questo, se ne andò, facendo sbattere quegli odiosi tacchi a spillo sul pavimento in marmo del bar.
Ormai avevo perso, non c'era più niente per cui combattere. Jason non mi amava più. Era finita.
Però prima di mettere la parola "fine" a quella storia c'era ancora una cosa che dovevo fare.
Uscii dal bar, notando che aveva iniziato a piovere a dirotto. Misi la lettera in tasca, per evitare che si bagnasse e iniziai a correre verso la casa di Jason, che non era molto lontana da dove avevo deciso di dargli appuntamento.
Quando fui davanti alla porta dell'appartamento, suonai al campanello e cercai di riprendere fiato.
Quando la porta si aprì, alzai lo sguardo e mi morsi il labbro inferiore: perché quel ragazzo diventava sempre più bello?
"Jake, ma che cazzo? Sei tutto bagnato!" disse, afferandomi per un polso.
Mi dimenai e mi liberai dalla sua presa.
"E a te che te ne frega? Ormai hai una bella mogliettina che ti scopi pure." mormorai, iniziando a piangere. "Ed io che ho anche detto di amarti... Sono solo uno stupido illuso."
Scosse la testa e mi fece entrare dentro, tirandomi per un braccio e richiudendo la porta alle nostre spalle.
"Che cazzo fa-..."
Mi sbatté contro il muro, premendosi completamente contro di me. Dio, il suo profumo era troppo buono...
"Non ho scopato con quella Beatrice e non ho intenzione di farlo. L'unico con cui voglio fare l'amore sei tu, tesoro." sussurrò sulle mie labbra, per poi baciarmi.
In quel momento mi dimenticai completamente del motivo per cui ero lì e cioè per dargli la lettera e dirgli addio per sempre.
E invece ora mi ritrovavo a ricambiare quel bacio pieno di passione, gemendo nella sua bocca per i movimenti del suo bacino contro il mio.
Jason mi tolse la felpa e la maglietta, scoprendo il mio petto.
"Sei tutto bagnato e freddo..." sussurrò, baciandomi il collo e provocandomi brividi di piacere lungo tutta la schiena. "Ora ci penso io a scaldarti."
Mi morsi il labbro inferiore, mentre lui mi prendeva in braccio afferrandomi per il fondoschiena. Camminò fino ad entrare nella camera da letto, senza smettere di baciarmi.
Mi fece sdraiare sul letto e si tolse i pantaloni della tuta e la felpa, rimanendo in boxer. Si inginocchiò ai piedi del letto e mi guardò, sbotonando i miei jeans, per poi tirarli giù insieme ai boxer rivelando la mia erezione.
Sorrise appena e arrivò a gattoni fino a me, sovrastandomi con il suo corpo. Ansimai appena quando la sua intimità ancora coperta, andò a premersi contro la mia. Si avvicinò al mio volto e ci guardammo negli occhi: il verde nel celeste, il celeste nel verde.
"Jake Smith, penso di essermi perdutamente e pazzamente innamorato di te."
Sorrisi e gli diedi un bacio a stampo.
"Anch'io Jason McCurthy. Ora baciami fino a farmi perdere il fiato e fai l'amore con me." sussurrai, prima di appoggiare le mie labbra sulle sue.
Lui ricambiò, iniziando a muoversi su di me. Gemetti e lui ne approfittò, approfondendo il bacio. Iniziò ad accarezzare la mia lingua con la sua, iniziando a sfilarsi i boxer.
Quando fummo completamente nudi, si staccò dalle mie labbra e iniziò a leccarmi il collo, mordicchiandolo di tanto in tanto. Iniziai a mugulare appena e ad accarezzare i suoi capelli, leggermente bagnati per il sudore.
Lui iniziò a baciare ogni centimetro del mio petto scoperto, scendendo fino al mio addome. Accarezzò il mio tatuaggio a forma di rosa con un dito e vi lasciò un delicato bacio.
"J-Jason..." sussurrai, con voce rotta dal piacere.
Lui prese la mia erezione con una mano, iniziando a massaggiarla. Portò due dita dell'altra alle mie labbra ed io le accolsi nella mia bocca iniziando a succhiarle, guardandolo negli occhi.
"Mi farai impazzire se continui così..." mormorò, portando le dita inumidite dalla mia saliva alla mia apertura.
Quando entrambe entrarono dentro di me, mi irrigidii di colpo, stringendo le lenzuola e rilasciando un profondo sospiro.
"Fa male?" chiese, preoccupato.
"È da un po' che non..."
"Farò piano." mi rassicurò, lasciandomi un bacio sul collo.
Iniziò a muovere le dita lentamente, mentre con l'altra mano continuò a dare piacere alla mia intimità.
Sentivo di essere al limite, quindi lo bloccai di scatto.
"J-Jason, non voglio venire così..."
Lui annuì e si posizionò tra le mie gambe, mettendo la sua erezione in linea con la mia apertura. Mi guardò negli occhi e iniziò ad entrare dentro di me, facendo una leggera smorfia e mordendosi il labbro inferiore.
"Sei stretto."
Mi aggrappai alle sue spalle, mentre entrava del tutto e cercai di rilassarmi.
"T-Te l'ho detto che è da un po' che non faccio niente."
"Isaac...?"
Sbuffai e abbassai leggermente lo sguardo per guardare i nostri bacini, per poi tornare a guardarlo negli occhi.
"Ti sembra il momento giusto per parlarne?" chiesi, con il respiro che stava diventando pesante. "Se non ti muovi verrò così..."
Lui annuì e afferrò i miei fianchi, uscendo lentamente e affondando di nuovo dentro di me. Inarcai leggermente la schiena e gemetti, aggrappandomi alla sua schiena.
Continuò a muoversi con ritmo costante, riempendomi completamente.
Quando trovò quel punto, gemetti senza ritegno, graffiandogli la pelle della schiena.
"Ti conosco ancora bene, allora." sussurrò lui, per poi iniziare a baciarmi il collo.
Mi morsi il labbro inferiore e mi sporsi leggermente in avanti, appoggiandomi sui gomiti, in cerca delle sue labbra. Le trovai. Iniziammo a baciarsi con passione e con così tanta foga, che dopo qualche istante dovetti staccarmi per riprendere fiato. Portai un braccio dietro al suo collo e una mano sul suo fianco, mentre lui aumentava il ritmo. Sentivo di essere al limite e dalla sua espressione di piacere, capii che anche lui c'era quasi.
"J-Jason... Jason!" esclamai, stringendomi completamente a lui e venendo sul mio addome.
Lui fece un'ultima forte spinta, riempendomi con il suo seme e gemendo con voce roca. Incrociai le gambe dietro alla sua schiena e lui mi baciò, accarezzandomi una guancia.
"Ti amo piccoletto." sussurrò, sorridendo.
"Anch'io ti amo..."
Lui si scostò e si sdraiò su un fianco, accanto a me. Iniziò a disegnare cerchi immaginari sul mio petto e mi lasciò un delicato bacio sulla guancia.
"Jason..."
"Sì?"
"C-Come farai con Beatrice e tutta la storia del matrimonio?"
Lui sospirò e prese una sigaretta dal pacchetto appoggiato sul comodino accanto a lui, porgendomene una. Iniziammo a fumare e per qualche secondo il silenzio calò sulla stanza.
"Troverò un soluzione, te lo prometto."
"Ma tuo padre non ti permetterà mai di tornare a Londra, non senza aver prima sposato quella Beatrice..."
Lui fece un ennesimo tiro dalla sua sigaretta e mi guardò negli occhi.
"Jake forse non ti rendi conto di quanto io ti ami. Fidati di me, ti prego..."
Afferrai una sua mano e feci incrociare le nostre dita, sorridendo.
"Mi fido."
"Andrà tutto bene, te lo prometto. Un giorno ci sposeremo, avremo una casa, un cane e magari potremmo anche adottare un bambino..."
Sorrisi ampiamente e gli lasciai un piccolo bacio a stampo sull'angolo della bocca.
"Promesso?"
Strinse ancora di più la mia mano e annuì.
"Promesso."
-
Jake's Point of View:
Quando mi svegliai, Jason non c'era più.
Mi alzai dal letto e vidi i miei vestiti piegati, appoggiati su una sedia, con un bigliettino sopra.
Mi rivestii in fretta e lessi il foglietto:
"Ehi bellissimo, ho delle cose da fare. Beatrice non tornerà prima delle 19:00. Puoi farti una doccia se vuoi e ho cucinato qualcosina per te.
Ti chiamo appena posso.
-Jason
P.s.: ti amo♡."
Sorrisi e misi il bigliettino in tasca. Presi la lettera dalla mia felpa e la lasciai sotto al suo cuscino, sperando che l'avrebbe letta quella volta.
Tornai a casa con taxi. Quando entrai, vidi tutti gli altri in sala, davanti alla tv. Andai a sedermi con loro e li salutai.
"Mmh, qualcuno ha scopatoooo..." disse Sarah, quasi canticchiando.
Io arrossii di colpo e in un istante gli occhi di tutti furono su di me.
"Bé, come fai a saperlo?"
La rossa ridacchiò e alzò un sopracciglio.
"Sarà quel succhiotto enorme che hai sul collo ad avermelo fatto capire, o forse quel bellissimo sorrisetto da ebete con cui sei arrivato."
"Okay, mi hai scoperto! E comunque non ho scopato, ma ho fatto l'amore."
Lei alzò gli occhi al cielo, passandosi una mano sul pancione: ormai era diventata un'abitudine per lei farlo ed io la trovavo una cosa davvero tenera.
"Jake, tu e il romanticismo... Comunque, racconta!"
"Sì, siamo curiosi di sentire com'è andata!" intervenne Daniel, ridacchiando.
"Non vi dirò proprio niente, piccole pettegole." ridacchiai. "Però posso dirvi che le cose stanno andando bene e Jason ha detto di... Lui vuole sposarmi..."
Helen venne ad abbracciarmi, così come Sarah.
"Oddio, questa è la volta buona, me lo sento!" esclamò Sarah, tutta entusiasta.
Sorrisi e mi staccai dalle due, sedendomi sul divano.
"Alla fine le cose si stanno sistemando, no?" disse Teo, alzando leggermente il volume della tv.
Guardai un istante fuori dalla finestra, poi tornai allo schermo della tv.
"Sì, finalmente..." sussurrai, sorridendo appena.
-
Jake's Point of View:
Il giorno dopo mi alzai di buon ora. Andai a farmi una doccia e misi una semplice tuta, scendendo al piano di sotto.
Quando arrivai in cucina, vidi Sarah, Blane e Cassie e notai che c'era un po' di tensione nell'aria. Sarah stava al telefono, ma appena mi vide, lo nascose dietro la schiena.
"Che cazzo succede? Che sono quelle facce?"
Blane mi strinse una spalla, mentre lanciava un'occhiata a Sarah.
"Avanti, prima lo sa e meglio è..." disse il moro.
Sarah annuì e mi passò il telefono, per poi stringersi nelle spalle.
"Pronto?"
"Jake, mi spieghi perché mi è appena arrivato un invito per il matrimonio di Jason McCurthy e una certa Beatrice Marchesini?"
Era Eric e aveva appena sconvolto la mia vita con quella frase.
"Jake?"
"S-Sì...? Cosa... Non può essere." farfugliai, passandomi una mano tra i capelli.
"Pensavo fossi andato lì per farlo ragionare..."
"Ieri era tutto okay, mi ha detto che avrebbe provato ad annullare il matrimonio... Cazzo!"
"Ehi fratellino, calmati. Troveremo una soluzione. Non può finire così."
Scossi la testa, mentre le lacrime iniziavano a rigarmi il viso.
"No, sono stanco di tutto questo. Niente andrà bene, ormai è tutto fottutamente distrutto!"
Staccai e sbattei il telefono sul tavolo.
Guardai Blane, Cassie e Sarah, per poi sospirare.
"C'è dell'altro, non è vero?" dissi.
Sarah sospirò e abbassò lo sguardo, mentre Cassie prese una busta dal tavolo e me la porse.
"Anche noi siamo stati invitati al matrimonio."
Scossi la testa e buttai la busta a terra, andandomene in giardino. Guardai la superficie della piscina e mi avvicinai al bordo. In quel momento mi sarebbe piaciuto affogare in quell'acqua piena di cloro. Non volevo più sentire niente, faceva troppo male.
Un'altra promessa non mantenuta, un'altra delusione da aggiungere alla mia lista.
-
Jason's Point of View:
Il giorno dopo decisi che era arrivato il momento di mettere fine a quella falsa: dovevo parlare con Beatrice.
La trovai in cucina, mentre praparava del caffè e appena mi vide, sorrise ampiamente.
"Ehi tesoro!"
Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti.
"Ehi Beatrice."
"C'è qualcosa che non va?"
"Sì in effetti c'è qualcosa che non va."
Versò del caffè in due tazze e si sedette, porgendomene una. L'afferrai e l'appoggiai sul tavolo, guardandola negli occhi.
"Dimmi."
"Lo sai bene che questa roba è tutta una falsa, no? Io non ti amo, non voglio nemmeno sposarti. Cazzo, sono gay, perché dovrei farlo? Io amo un'altra persona, quindi penso che sia meglio per entrambi finirla qui: torno a Londra."
Lei si bloccò per qualche istante a guardarmi, per poi prendere un sorso di caffè e sorridere in modo quasi inquietante.
"Ma tesoro, io ho già mandato gli inviti alla tua famiglia, ai tuoi amichetti inglesi e anche alla famiglia di quel Jake." disse, come se fosse una cosa più che ovvia.
Sgranai gli occhi e scossi la testa, alzandomi.
"Tu cosa?! Oh, ti consiglio di fare qualcosa per rimediare a tutto questo, perché io non ti sposerò Beatrice. Non ti voglio, fattene una ragione."
Lei ridacchiò e venne a darmi un bacio sulla guancia.
"Peccato, a me tu piaci e con il tempo anche tu inizierai a provare qualcosa per me. Non preoccuparti, ti aspetterò tesoro mio..." sussurrò al mio orecchio. "Ora devo andare a lavoro, ci vediamo!" concluse, uscendo di casa.
Non potevo crederci, cosa diavolo stava succedendo?
Andai in camera e accesi una sigaretta, sdraiandomi sul letto. Aggiustai il cuscino sotto la mia testa e qualcosa cadde a terra: una busta verde. Era già stata aperta prima.
Tirai fuori il foglio che vi era dentro: una lettera da parte di Jake.
"Caro Jason,
ti scrivo per dirti che ti amo. Sì, ti amo. Ancora mi chiedo come ci siamo arrivati a questo punto... Il nostro amore è nato in modo stupido, io che ti respingevo, tu che mi provocavi. Eppure con il tempo da quei baci rubati, siamo passati a fare l'amore e quel rapporto è diventato un qualcosa di più profondo. Come ci siamo arrivati a questo punto?
Ti ho sempre amato Jason, penso che nel profondo del mio cuore, in questi mesi in cui abbiamo rotto, io non ho mai smesso di amarti. Forse è per i tuoi occhi verdi, i tuoi capelli morbidi, il tuo sguardo travolgente, il modo in cui fai l'amore con me, i tuoi modi dolci ma decisi allo stesso tempo, le tue labbra, il tuo profumo. Forse è semplicemente perché sei tu, Jason McCurthy.
Ed io ci ho creduto e credo ancora in quella promessa che mi hai sussurrato all'orecchio, come se fosse stato un segreto tra noi due. Ci credo ancora in quel 'per sempre' che mi hai promesso e sono sicuro che manterrai quella promessa. Mi fido di te. So che non ami quella tipa e so che alla fine le cose si sistemeranno. Credo nel nostro amore, so che alla fine esso vincerà. E non mi interessa se dovremo combattete contro tuo padre, i miei genitori o anche il mondo intero, a me basta che tua stia con me, al mio fianco. Ti prego di perdonarmi se in qualche modo ti ho ferito in questi mesi, sappi che non intendevo farlo... Ero arrabbiato, perdonami.
Spero che sia riuscito ad esprimere ciò che provo per te, perché non sempre ci riesco a parole. Ti amo Jason e voglio passare la mia vita con te. Solo con te, amore mio.
-il tuo Jake.
P.s.: vediamoci all'indirizzo che ho scritto dietro a questa pagina, Lunedì alle 16:30."
Asciugai le lacrime che mi erano scese mentre leggevo e spensi la sigaretta nel posa cenere sul comodino.
"Cazzo..."
Che cosa avevo fatto? Jake si sarebbe sentito completamente preso in giro. Il giorno prima avevamo fatto l'amore e gli avevo detto che avrei trovato un soluzione. Cosa avrebbe pensato vedendo l'invito per il matrimonio? Ero nella merda. Ormai era finita.
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