Capitolo 27 "Again"

Jake's Point of View:

Era tutto buio. Potevo sentire solo il rumore del mio respiro, nient'altro. Iniziai a camminare e improvvisamente vidi una luce bianca. Mi avvicinai e tesi la mano destra in avanti. Mi ritrovai in una stanza normale, con un letto, un armadio, una scrivania, dei poster: la solita camera da adolescente. La finestra era aperta e c'era una persona girata verso essa: era un ragazzo alto e moro, vestito con una semplice felpa grigia e dei pantaloncini. Aveva delle catene ai polsi e improvvisamente salì sul davanzale della finestra. Ebbi l'istinto di correre e afferrarlo, così lo feci. Lui finalmente mi guardò ed io rimasi scioccato.

"Jason?"

Sorrise, ma poi tornò serio subito dopo. Mi mostrò i polsi ed io toccai le catene.

"Devo andare, liberami." disse.

"Cosa stai dicendo?"

Strinsi le sue braccia e lo incitai a scendere.

"No, lasciami andare, non potrai trattenermi per sempre!"

"Jason, che cazzo dici? Scendi da lì e non fare cazzate!"

A quel punto si chinò leggermente a darmi un bacio a stampo. Accarezzai le sue guance e sentii un forte calore avvolgermi del tutto. Poi la bella sensazione delle sue labbra sulle mie sparì e con essa Jason: si era buttato. Urlai il suo nome, ma non c'era più niente da fare. Iniziai a piangere e mi lasciai cadere a terra.

"Jake? Jake?!"

"Ma che gli prende?"

Aprii gli occhi di scatto e mi alzai. Ero in un posto poco familiare, con Cassie e Sarah davanti a me.

"Cosa? Dove sono?"

"Ma come, non ricordi? I ragazzi hanno deciso di andare a giocare a calcio, nel campo dietro casa, dato che non fa molto freddo; ma tu hai deciso di rimanere qua. Io e Cass abbiamo deciso di venire a vedere come stavi e quando siamo arrivate, tu..."

Sarah si bloccò e sorrise appena.

"Stavi praticamente urlando il nome di Jason, nel sonno." concluse Cassie.

Giusto, il sogno. Cosa significava tutto quello?

"Cazzo, Jason! Dov'è?!"

Misi la mia felpa e andai verso la porta. Le due mi guardarono confuse.

"Te l'ho detto, sta giocando a calc-..." iniziò Sarah.

Non la feci finire e corsi fuori casa.
Sentivo una strana sensazione, perché quel sogno era stato troppo reale.
Andai dietro casa, e vidi tutti gli altri: Helen se ne stava seduta a terra a strappare fili d'erba, mentre i ragazzi stavano giocando a calcio, in un campo improvvisato.
Isaac mi vide e mi fece un cenno con la mano, che io ricambiai. Ero ancora assonnato e i raggi del sole erano come del fuoco per i miei occhi.
Poi lo vidi: Jason stava accanto a Teo. Era lì e sorrideva, con le sue labbra perfette.
Ebbi l'istinto di correre e abbracciarlo, come nel sogno, ma mi fermai. I nostri sguardi si incrociarono ed io sentii di nuovo le farfalle nello stomaco. Quelle famose farfalle che mi avevano abbandonato da tempo, ma che il verde dei suoi occhi aveva risvegliato.
Sorrise. Sorrisi.
Fu allora che me ne feci una ragione: Jake Smith si era innamorato di Jason McCurthy. Di nuovo.

-

Daniel's Point of View:

Io, Isaac e Tomas avevamo vinto la partita. Ero felice, perché di solito perdevo sempre a calcio.
Andammo tutti a farci la doccia e dopo essermi lavato, decisi di andare nella veranda al piano di sotto per prendere un po' d'aria fresca. Misi una felpa azzurra ed uscii, lasciando Blane in camera.
Mi sedetti sulla panca adiacente alla porta d'ingresso e appoggiai la nuca al muro.
Chiusi gli occhi ed iniziai a respirare profondamente. Sembrava un sogno, era tutto silenzioso e si sentivano solo le voci ovattate degli altri, provenire dal piano di sopra. Finalmente il nostro gruppo stava tornando unito come un tempo, lo stavamo ricostruendo a poco a poco.
Sentii qualcuno sedersi accanto a me, ma rimasi ad occhi chiusi.

"Daniel, stai dormendo?"

Era la voce di Cassie. Aprii gli occhi e rimasi qualche istante a fissarla.

"No, perché?"

Scosse la testa e sorrise appena.

"N-Niente, volevo un po' di compagnia, tutto qua."

Annuii e mi avvicinai un po' di più a lei.

"Sei stato bravo a calcio, di solito fai abbastanza schifo."

Ridacchiai e le arruffai i capelli. Lei mi scostò la mano e rise.

"Ehi, i capelli no!"

"Okay, okay scusa."

La guardai negli occhi e lei arrossì.

"Quindi tu e Blane..." mormorò, senza finire la frase.

"Mmh, più o meno."

Lei annuì e si avvicinò al mio volto. Guardò le mie labbra e sorrise appena. Mi baciò e afferrò le mie guance tra le mani. In un primo momento rimasi immobile, ma poi presi le sue mani e le abbassai, staccandomi.
Feci per parlare, ma mi bloccai, sgranando gli occhi: Blane era accanto alla porta d'ingresso, con un'espressione sconvolta stampata in faccia.
Mi alzai di scatto e mi avvicinai a lui.

"B-Blane..."

Scosse la testa ed iniziò a camminare, verso il bosco che stava là vicino.

"Blane! Aspetta, posso spiegare!"

Cercai di raggiungerlo, allungando il passo. Le foglie schiacciate dalle nostre scarpe provocavano degli scricchiolii che iniziavano ad infastidirmi. Afferrai la sua spalla destra e lo feci girare verso di me.

"Cosa cazzo vuoi? Vai dalla tua Cassie!" esclamò.

"Lei, mi ha baciato..."

"Sì, certo e io dovrei pure crederti?"

Mi avvicinai e gli accarezzai una guancia, ma lui mi scostò la mano.

"È okay, sapevo che stavi fingendo. Infondo perché dovresti stare con me? Ci odiamo." continuò.

Fece una pausa ed io sentii una fitta al cuore per le sue parole.

"Dimostralo, fammi vedere quanto mi odi, no? Sei uno stupido, ma cosa vai a pensare?!" esclamai.

Mi prese per il colletto della maglietta e mi spinse contro il tronco di un albero. Gemetti al contatto con la superficie ruvida e lui mi bloccò completamente. Mi dimenai leggermente, poi ci fermammo a guardarci, riprendendo fiato.
Si avvicinò al mio volto, lentamente, per poi impossessarsi delle mie labbra. Mugulai appena, per il gesto improvviso, ma poi chiusi gli occhi e iniziai a ricambiare. Mi liberai dalla sua presa e appoggiai le mani sul suo petto, iniziando ad accarezzarlo attraverso il tessuto della sua camicia. Lo afferrai per il colletto, avvicinandolo di più a me e lui approfondì il bacio. La sua lingua si scontrava con la mia, con un ritmo sempre più veloce ed io dovetti staccarmi per riprendere fiato. Socchiusi le labbra e feci dei respiri profondi, guardandolo. Lui sorrise appena e prese a baciarmi la mascella, scendendo lentamente fino al collo. Mi morsi il labbro inferiore e presi ad accarezzargli i capelli. Tutto quello mi stava dando alla testa, Blane riusciva sempre a farmi andare in tilt il cuore ed il cervello.
Lo feci staccare e appoggiai la mia fronte alla sua. Socchiusi gli occhi e gli lasciai un leggero bacio a stampo.

"Sono pronto." sussurrai.

Lui mi guardò un po' perplesso, poi sorrise.

"Sei sicuro?"

Sorrisi ed annuii. Per una volta nella mia vita, non avevo dubbi: volevo Blane con tutto me stesso.
Prese la mia mano ed insieme, tornammo in casa, andando in camera nostra.
Avevo un po' d'ansia, infondo era la mia prima volta con un ragazzo, ma mi lasciai andare, facendomi guidare da lui.

-

Jake's Point of View:

"Jake, vai a prendere della legna o stasera moriremo di freddo." disse Daniel, prendendo una pentola da uno scaffale.

Lo guardai confuso, poi il mio sguardo passò a Blane, che stava in piedi accanto a lui, a tagliare delle verdure. Entrambi avevano un sorriso sospetto stampato in faccia, poi qualche ora prima li avevo visti salire di corsa al piano di sopra, mano nella mano. Feci due calcoli e ci arrivai.

"Voi due avete scopato."

Quella frase era più un pensiero ad alta voce, uscito per caso dalla mia bocca. Purtroppo, però, Daniel mi sentì ed arrossì fino alle punte delle orecchie.

"Jake, andiamo di là a parlare..." mormorò, superando Blane.

Mi trascinò fuori, nella veranda. Iniziò a camminare avanti e indietro, passandosi ripetutamente le mani tra i capelli.
Io lo guardai per un po', in silenzio, poi lo bloccai.

"Daniel, che succede?"

"Ho fatto...quello...con Blane."

"Ehm, lo avevo intuito, sai?" dissi, ridacchiando.

Lui mi fulminò con lo sguardo, così tornai serio. Si sedette sulla panca posta vicino al muro ed io feci lo stesso.

"Pensi che io abbia sbagliato?" chiese.

"Sai, penso che io sia la persona meno adatta a cui fare questa domanda, perché sai come stanno le cose tra me e Blane."

"Lo so, ma ti prego, dammi un consiglio. Mi sento strano, davvero..."

"Le prime volte è così, poi ti ci abitui."

"Jake! Sono serio, dai! Fai finta che Blane non sia Blane. Allora, cosa mi diresti?"

Sospirai e lo guardai negli occhi.

"Che se lo ami davvero allora non devi fartelo scappare..."

Lui sorrise appena e annuì.

"Però poi rimane il fatto che io sono sempre stato con le ragazze ed è strano che ora...sai..."

"Anche con me è successo, ma ora non riesco nemmeno più ad immaginarmi con una ragazza. Adesso, pensare che un tempo stavo con Sarah, mi fa ridere..."

"M-Ma le ragazze mi piacciono ancora, un po'." disse.

"Oh...bisex?"

Feci spallucce e scoppiammo a ridere.

"Bé, per ora non voglio pensarci, so solo che am-...che voglio Blane, ecco."

Annuii e iniziai a guardare un punto nel vuoto, mentre mille pensieri iniziarono a riempire la mia mente. Poi la porta d'ingresso si spalancò, rivelando un Jason un po' assonnato.

"Dove devo andare a prendere la legna?" mugulò, stiracchiandosi.

Io alzai un sopracciglio e guardai Daniel, che sorrise soddisfatto.
Mi fece alzare e mi spinse nella direzione di Jason. Rischiai di andargli addosso, ma lo evitai, fermandomi in tempo.

"Allora Jason, hai un aiutante, perché Jake si è offerto di venire con te!"

"Ma quando avrei-..." iniziai.

"Dai andate e non fate troppo tardi, sono già le cinque." mi interruppe Daniel.

Jason annuì, ma non sapevo se avesse capito qualcosa, perché sembrava ancora addormentato. Iniziò a camminare lentamente, con le mani in tasca ed il cappuccio della felpa in testa.
Fulminai Daniel con lo sguardo.

"Faremo i conti più tardi, piccolo biondino dai capelli perfetti." dissi.

"Aw grazie, pensi davvero che i miei capell-..."

"Taci e torna a pomiciare con Blane!" ridacchiai.

Lui sorrise e rientrò, mentre io raggiunsi Jason con una corsetta.

"Ehi, J." lo salutai.

Lui mi guardò e sorrise appena.

"Ehi J." rispose.

Sorrisi per quel gioco di parole e continuai a camminare in silenzio.

"Allora, ti sei offerto volontario per uno dei lavori più noiosi da fare qua, è?"

"In realtà mi ci ha mandato Daniel e lui stava con Blane, quindi non volevo disturbarli..."

"Oh, quindi è vero, quei due stanno insieme."

Ci fu una lunga pausa di silenzio, il quale era interrotto solo dal rumore del vento tra le foglie degli alberi e dei nostri passi.

"E tu, come ci sei finito qua?" chiesi.

"Stavo dormendo, quando Teo mi ha praticamente buttato giù dal letto, dicendomi di andare a prendere della legna, perché sono un pigrone. Ti sembro un pigrone, io?"

Lo guardai e ridacchiai.

"Jake, dai!" esclamò lui, dandomi una pacca sulla spalla.

"Scherzavo, dai. Non sei un pigrone, ma ora iniziamo a raccogliere la legna."

Ci mettemmo a lavoro, camminando tra gli alti alberi di quel bosco e stranamente fu rilassante passare del tempo con Jason.
Era tutto perfetto, ma quella calma fu rovinata da un piccolo imprevisto.

"Ahi!" esclamò.

Mi avvicinai a lui e feci cadere tutta la legna che avevo in mano. Il suo indice stava sanguinando a causa di una scheggia.

"Oh cazzo, ti fa male?"

"No, non molto."

"Dio mio, dobbiamo chiamare qualcuno, potrebbe infettarsi, potresti avere un'emorragia..."

Sentii delle labbra appoggiate alle mie, che interruppero le mie parole. Chiusi gli occhi e lasciai che la sua lingua venisse in contatto con la mia, gemendo appena. Mi prese per la schiena, facendomi avvicinare di più a lui. Appoggiai le mani sulle sue spalle e continuai a baciarlo per un po', prima di staccarmi lentamente.
Ci guadammo negli occhi e lui ridacchiò.

"Che è quella faccia?" chiese.

Ma era serio?

"Mi hai baciato, Jason, che faccia dovrei avere?"

Mi scostai e iniziai a raccogliere la legna che avevo fatto cadere qualche minuto prima.

"Guarda che l'ho fatto solo per farti chiudere la bocca." disse.

E quella frase fece male, forse anche un po' più di quanto avrebbe dovuto. Mi morsi il labbro inferiore e iniziai a camminare verso casa.

"Ehi, ma dove vai?!" esclamò.

"A casa, stupido!"

Non mi voltai indietro e quando arrivai, appoggiai la legna accanto al caminetto, per poi andare in camera.
Isaac stava sul letto ad ascoltare la musica e quando mi vide, si alzò togliendosi le cuffiette.

"Dov'eri finito?"

"Sono andato a fare una cosa."

Mi tolsi la maglietta e lui si avvicinò.

"Cosa?" chiese.

Lo guardai e scossi la testa.

"Niente."

Mi attirò a sé e sfiorò le mie labbra.

"Posso averti?" sussurrò.

Lo scostai velocemente e andai verso la porta del bagno.

"Ma che cazzo ti prende?!" esclamò.

"Scusa Isaac, sono stanco..."

Entrai in bagno e chiusi a chiave la porta. Mi tolsi i vestiti che rimanevano ed aprii l'acqua calda, iniziando a lavarmi.
Ero davvero stanco di tutto. Stanco dei sentimenti che provavo, stanco di Isaac, stanco dei miei errori.

-

Jake's Point of View:

Quella sera, dopo cena, i ragazzi decisero di guardare un film, ma io ero sfinito.
Decisi di prendere un po' d'aria fresca, così andai vicino al lago. Mi sedetti sul prato che c'era prima della sabbia e iniziai a guardare le stelle. Mi sdraiai e chiusi gli occhi, per poi aprirli di scatto quando sentii qualcuno sdraiarsi accanto a me. Girai la testa di lato e vidi Jason.

"Che ci fai qui?" chiese.

"Che ci fai tu, qui."

Prese un un respiro profondo e si mise su un fianco, per guardarmi negli occhi.

"Mi dispiace, per prima. Non volevo offenderti..."

"Ma figurati, non mi sono offeso."

Appoggiò una mano sul mio addome, iniziando ad accarezzarlo.

"E ora cosa stai facendo?" chiesi.

"Niente."

"Questo non mi sembra nient-..."

Scoppiai a ridere, perché aveva infilato una mano sotto alla mia maglietta, iniziando a farmi il solletico.

"Ecco, voglio vederti sempre così, devi sorridere!" esclamò, continuando la 'tortura'.

Iniziai a dimenarmi, ma era tutto inutile. Riuscii a sovrastarlo con il mio corpo e mi strinsi a lui, mentre le nostre risate iniziarono a sparire lentamente. Appoggiai la testa al suo petto, ascoltando la dolce melodia che il suo cuore produceva.

"Spero che tu non voglia rimanere così per sempre, J." disse lui, dopo un po'.

Mi tirai su leggermente, giusto quanto bastava per guardarlo negli occhi. I nostri corpi erano schiacciati l'uno contro l'altro e i nostri volti erano vicinissimi.

"In realtà, penso che non mi dispiacerebbe stare tra le tue braccia per sempre..." sussurrai.

Sentii una sua mano appoggiarsi alla mia nuca e il dolce sapore delle sue labbra sulle mie: ci stavamo baciando di nuovo e lo adoravo.
Assecondai i movimenti delle sue labbra, per poi approfondire il bacio. La sua bocca era un misto di sapori dolci e di menta. Quando il bacio iniziò a farsi meno casto, fui spinto a terra e sovrastato dal suo corpo. Gemetti per quel movimento improvviso e lui sembrò gradire, perché premette la sua intimità contro la mia e mi lasciò un bacio umido sul collo.

"Cazzo..." mugulai, aggrappandomi alle sue spalle.

Lui mi guardò negli occhi, fermandosi.

"Jake..."

Continuai a fissarlo, in attesa che dicesse o facesse qualcosa.
Si chinò leggermente, lasciandomi un bacio sulla guancia sinistra.

"Torniamo a casa." sussurrò.

Ci alzammo e ci ripulimmo dai fili d'erba che si erano incastrati fra i nostri capelli. Non avevo nemmeno la forza di fare domande o contestare ciò che aveva detto, volevo solo andare a dormire. Ero abbastanza felice, infondo, per quel momento d'intimità che avevamo avuto e mi bastava.
Andammo verso casa, ma ci bloccammo quando Tomas apparve davanti a noi, con una bottiglia di whiskey in mano.

"Tom?" lo chiamò Jason.

Lui aveva gli occhi rossi e gonfi. Fece un lungo sospiro e ci guardò con un'espressione sconvolta.

"S-Sarah è incinta."

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