Capitolo 24 "Sarah Brown"
Sarah's Point of View:
"Non può essere."
Controllai il calendario e sentii le mie gambe tremare. Erano passati già due mesi da quando avevo avuto il mio ultimo periodo. Erano due mesi che non ce l'avevo più e quel ritardo iniziava a farmi preoccupare.
"Sarah, tesoro, vieni a fare colazione!" esclamò mia madre, dal piano di sotto.
In effetti avevo molta fame. Scesi e mi sedetti al tavolo.
"Tutto okay, piccola? Sembri un po' stressata."
Presi del pane e del burro, spalmandone un po'.
"No, sto bene. Forse è la scuola, sai..."
Lei mi guardò e poi alzò un sopracciglio.
"Sarah, stai mangiando del burro?"
"Sì e allora?" chiesi, a bocca piena.
"Tu odi il burro."
Feci una pausa dal masticare, poi ingoiai il cibo riflettendoci su.
"Mmh, ne ho voglia quindi lo mangio."
"Tu ti svegli una mattina e inizia a piacerti il burro magicamente? Dopo anni che lo rifiuti?"
"Ah e basta! Ho capito dai, vado a scuola."
Mi alzai e presi la mia borsa che stava accanto alla porta.
"Scusa, tesoro. Trovo semplicemente strano il modo in cui ti comporti negli ultimi tempi..."
Sbuffai e andai a lasciarle un bacio sulla guancia.
"È tutto okay, mamma. Davvero."
La salutai e me ne andai. O era una mia impressione o quella borsa era più pesante del solito. Forse le cose erano davvero strane nell'ultimo periodo, mia madre aveva ragione.
-
Quando arrivai a scuola, ero sfinita. Nel pullman mi ero anche addormentata, rischiando di perdere la fermata.
Quando vidi i ragazzi, mi avvicinai. Naturalmente Jason, Blane e Jake non c'erano. Dopo ciò che era successo al compleanno di Blane, era naturale che non fossero lì. Anche Daniel mancava.
"Ehi, ecco Sarah!" esclamò Teo.
"Ehi gente, come va?"
"Ma bene, se non fosse per il fatto che la mia vita è appena stata sconvolta da quella rivelazione..." mormorò Helen.
Le accarezzai la schiena e sospirai. Infondo la capivo, aveva appena iniziato a fidarsi di nuovo di Blane e Jason. Un tempo erano stati come una famiglia e tutto quello era un altro shock per lei.
"Dai, andrà tutto bene. Infondo non potranno tenersi il muso a vita, no?"
"È questo il fatto, Sarah. Sono adulti e possono. Se quando finiranno la scuola vorranno andarsene e non rivedersi mai più, nessuno glielo potrà impedire." disse Cassie, sospirando.
La guardai e notai che aveva un livido sul mento. Decisi che le avrei parlato più tardi, perché il fatto che avesse sempre nuovi segni sul suo corpo, iniziava a preoccuparmi.
"Tesoro, stai bene?" chiese Tomas, abbracciandomi da dietro.
"Ma perché continuate a chiedermelo tutti? Sto bene!"
Calò il silenzio.
"Sembri un po' stressata oggi." disse Helen.
"Forse." risposi.
Cassie mi guardò. Jake aveva ragione, quella ragazza aveva sempre quello strano sguardo, come se sapesse sempre qualcosa in più degli altri.
-
"Cass!"
Non si girò e io dovetti bloccarla per un braccio.
"Cassie, ti sto seguendo da due corridoi, ma dove vai così di fretta?"
"A fumare una sigaretta. Ho solo quindici minuti per pranzare e riempire i miei bei polmoni di nicotina."
"Oh, da quando fumi?"
"Un po'."
La guardai con un sopracciglio alzato.
"Okay, da quando Blane scopa con il mio ex ragazzo."
Feci due calcoli mentali e spalancai la bocca.
"No! Allora intendevi quello alla festa!"
Mi chiuse la bocca, per poi trascinarmi letteralmente dietro la scuola. Ci sedemmo sulle scale antincendio e lei iniziò a fumare. Stranamente l'odore mi dava un po' fastidio.
"Ma perché la gente ci arriva sempre tardi alle cose? E che avrei dovuto intendere sennò?"
"Quindi Dan è..."
"Non lo so e non mi interessa saperlo. Io con lui ho chiuso."
"Ma eravate così perfetti."
"Stronzate, tanto ormai il nostro 'gruppo' sta andando a farsi benedire. Tra tradimenti e roba simile potremmo anche fare concorrenza ad una telenovela."
Sospirai e senti un piccolo dolore allo stomaco.
"Senti, ma perché hai sempre dei lividi sul corpo, Cass?"
Lei sembrò diventare nervosa tutto ad un tratto. Iniziò a torturarsi le mani, abbassando lo sguardo.
"Ah ecco, io..."
"Mmh?"
"Devo andare."
Si alzò, buttando la sigaretta. La guardai allontanarsi velocemente, con un'andatura irregolare, come se le facesse male un fianco. Quella ragazza nascondeva qualcosa.
-
La settimana stava passando molto lentamente. Jake e Isaac sembravano sempre più vicini, Jason non si vedeva da giorni, Blane andava in giro con il cappuccio, come se avesse voluto nascondersi e se ne stava in cortile la maggior parte del tempo e il mio fottuto periodo non era ancora arrivato. Cercavo di non pensarci troppo e dare la colpa allo stress.
Eravamo nella mensa della scuola, tutti tranne Blane e Jason.
"Ragazzi, quella stronza di biologia mi ha preso di mira anche quest'anno!" si lamentò Daniel.
"Buona fortuna Dan, è anche colpa di quella se mi hanno bocciato." disse Teo, dandogli una pacca sulla spalla.
"Grazie amico, mi sei proprio d'aiuto, è."
"Dovere fratello." rispose Teo, ritornando a mangiare.
Daniel alzò gli occhi al cielo e tornò alle sue patatine.
Finii il mio pranzo molto velocemente, ma avevo ancora una fame da lupo. Mi guardai intorno e presi il budino di Daniel.
"Ehm, Sarah, quello sarebbe tipo mio, sai. Ho dovuto lottare con una ragazzina del primo, per averlo."
Jake ridacchiò, poi ritornò a mangiare in silenzio.
"Ho fame."
Iniziai a divorare il budino.
"Sarah non rubare il cibo alla gente!" esclamò Daniel, mettendo il broncio.
"Dite che sto ingrassando? Tomas sto ingrassando?" chiesi improvvisamente, quasi presa dal panico e alzandomi.
"Tesoro, ma che hai? Stai bene, sei perfetta!" rispose Tomas.
Sentii una nausea improvvisa e corsi in bagno. Mi chiusi nell'ultima delle cabine e vomitai colazione e pranzo, tutto in una volta. Afferrai il mio ventre, tornando a respirare a poco a poco. Cos'era tutto quello? Non potevo essere...no. Scossi la testa e uscii dalla cabina. Cassie era lì, con Helen. Mi guardavano in modo strano e c'era preoccupazione nei loro occhi.
"Tesoro, stai bene?" chiese la bionda.
Andai a sciacquarmi la bocca e sospirai.
"Sì, perché?"
"Vomiti spesso?" chiese Cassie.
"Mmh forse ho semplicemente mangiato qualcosa andato a male."
"Sì certo Sarah..." sospirò Cassie, andandosene.
Helen mi guardò e abbassò lo sguardo, seguendola.
"Cazzo!" imprecai.
Sentii uno scarico e una ragazza uscì da una delle cabine.
"Va bé c'è sempre l'aborto, no?"
La guardai male.
"Io non sono fottutamente incinta e l'aborto è per la gente senza cuore e le troie come te!"
Me ne andai, lasciandola lì.
Non potevo essere incinta, non a diciassette anni.
-
Tomas mi stava baciando con passione. Eravamo sul letto di casa sua, da solo dieci minuti, ma già mezzi nudi. Sentii una fitta al ventre e lo scostai velocemente.
"Ahi, ahi, ahi! Oh cazzo!"
"Ehm, wow, di solito la parte in cui gemi così, arriva più tardi."
"Stai zitto! Non sto scherzando mi fa male la pancia!"
Misi il reggiseno e la maglietta, massaggiandomi il ventre.
"Tutto okay?"
Ripensai alle parole di Cassie di qualche giorno fa e al suo sguardo. Non potevo continuare ad evitare quell'argomento.
"Devo andare."
Finii di vestirmi e lui mi guardò stranito.
"Sarah, ma..."
"Una sega non ti farà male, ci vediamo tesoro."
Gli lasciai un veloce bacio a stampo e corsi via. Continuai a correre fino alla farmacia più vicina. Quando arrivai, entrai con un po' d'esitazione.
Trovai ciò che mi serviva e quando misi la scatoletta davanti alla cassiera, lei mi guardò male.
"Cinque sterline, prego."
Le diedi i soldi e tornai a casa. Appena chiusi la porta, mia madre mi chiamò dalla cucina.
"Tesoro, vieni ad aiutarmi con le verdure!"
"N-No io ho da fare, in realtà!"
"Che?"
"Compiti di...matematica! Ci metterò molto!"
"Okay, per stasera ti salvi, signorina!"
Corsi al piano di sopra e mi chiusi in bagno. Le mani mi tremavano quando aprii quella scatoletta color rosa.
"Striscia rossa, negativo. Striscia blu, positivo." sussurrai, con voce tremante.
Feci ciò che doveva essere fatto e aspettai con ansia, chiudendo gli occhi. Quando li riaprii il risultato era lì, tra le mie mani.
Quando uscii di corsa di casa, mia madre mi richiamò più volte, ma io non avevo il tempo per starla a sentire.
Andai al parco in cui un tempo io e i ragazzi passavamo giornate intere.
Il Tamigi era calmo e il sole stava tramontando.
Mi toccai la pancia e sospirai. Improvvisamente sentii una mano toccarmi la spalla.
"Tesoro, che ci fai qua?"
Era Helen. Si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena.
"E tu?"
"Ci vengo sempre a pensare."
Annuii, cercando il coraggio per parlare.
"Ho un ritardo di due mesi, Helen."
Lei si irrigidì un po', ma poi sospirò, guardandomi.
"E ho fatto il test." aggiunsi.
"E?" chiese, ansiosa.
"Positivo."
Mi abbracciò e io scoppiai in un pianto liberatorio.
"Avrò un bambino a diciassette anni, cazzo! Eppure io e Tomas siamo stati attenti..."
"Succede, Sarah. Dimmi che non vuoi abortire..."
"No, non sono così insensibile, ma...oh cazzo e Tomas? Mi lascerà, ne sono sicura!"
"Cosa dici?!"
"Diventerò grassa e brutta, Hel. Sarò una balena, mangerò per due e vomiterò ad ogni ora del giorno..."
Mi guardò negli occhi e mi prese le mani, stringendole. Sentii un bel calore e per un istante la paura mi lasciò.
"Sarai sempre bellissima tesoro, anche con due o tre chili in più, capito? Avrai un bambino e non c'è cosa più bella per vincolare l'amore tra te e Tomas. Avrete un bambino, tesoro! Giuro che vi staremo tutti accanto, non sei sola, piccola."
"M-Ma io ho una fottuta paura, Helen..."
Avvolse le mie spalle con un braccio e guardò verso il tramonto.
"Andrà tutto bene Sarah. Tu sei una piccola guerriere, anzi lo siamo tutti infondo. Ma ce la faremo, insieme. Siamo adulti, il mondo non ci deve più spaventare."
La guardai, per poi volgere il mio sguardo al Tamigi.
Il mondo non ci deve più spaventare. Quelle parole le avrei ricordate per molto tempo e mi avrebbero accompagnata per tutta la lunga battaglia che mi aspettava.
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