Sandman è sparito

Come deciso, il giorno dopo i guardiani si ritrovarono al solito magazzino abbandonato. I bambini li avrebbero raggiunti solo alla fine della scuola, in modo che non perdessero giorni di lezione, facendo preoccupare più del dovuto i genitori, che già sempre più spesso si domandavano cosa facessero fino a sera tarda in giro.

«Dov'è Sandman?» domandò Calmoniglio, tenendo le zampe anteriori incrociate al petto, mentre la destra posteriore, batteva nervosa contro il pavimento.

«Non è da lui essere in ritardo...»

«Dentolina ha ragione... Magari lui dorme per stanchezza, mentre parliamo, ma non ha mai fatto ritardo.» fece Nord dubbioso, passandosi una mano sulla lunga barba bianca.

«Forse dovremmo andarlo a cercare... Insomma non vorrei gli fosse successo qualcosa.» disse nuovamente la fata dei denti e il ragazzo dai capelli nivei sospirò.

«Sì, effettivamente sono preoccupato anche io, se quello che pensano le mie fate è giusto e Pitch vuole attaccare il Natale, ho paura che si ripeterà la stessa storia di sette mesi fa. Non possiamo permetterci di perderlo di nuovo, non questa volta che è più forte.»

Gli altri tre guardiani annuirono: lo spirito della neve aveva ragione, non potevano rischiare di rimanere senza Sandman una seconda volta.

«Suggerisco di dividerci e tornare qui solo se si trova il nostro amico, oppure se non si hanno più piste da seguire.» disse il grosso coniglio dal pelo blu, già pronto a ficcarsi in una delle sue tane, per sbucare chissà dove.

«Veniamo anche noi!» esclamò Tsuko, librandosi in volo e abbandonando la spalla di Jack, su cui lei e la sua compagna stavano sedute.

«No, voi dovete rimanere qui, in caso non tornassimo con l'arrivo dei ragazzi. Se non trovano nessuno potrebbero preoccuparsi e venire a cercarci chissà dove.» la bloccò subito il ragazzo, a quell'ordine si alzò in volo anche la moretta, mettendosi proprio di fronte a lui.

«Stai attento...» disse, dopodiché entrambe si posarono sopra una mensola in legno, mentre vedevano i guardiani abbandonare quel luogo.

Prima di andarsene Jack si voltò nuovamente verso le sue due compagne: il suo sguardo era serio e grave, il suo cuore pesante. La sua mente per un attimo vagò ai pensieri che aveva fatto il giorno prima, no, non voleva deluderle. Uscì dalla porta del magazzino e, chiamando il vento, si fece trasportare via.


Jamie si buttò sulla sedia, completamente distrutto; era mattina ed era già privo di energie. Forse perché quella notte, all'improvviso, i sogni avevano smesso di allietarlo e per molto tempo era rimasto in un sonno completamente buio. Fino a che, verso l'alba, qualcosa era riaffiorato nel suo subconscio, qualcosa di tutt'altro che bello e allietante: uno dei soliti incubi, che lo fecero svegliare di colpo, facendolo ritrovare tutto sudato e ansimante, completamente in balia di emozioni orribili.

Una persona qualsiasi avrebbe detto che in fin dei conti era soltanto un'incubo come un'altro, che poteva capitare quando si dormiva, ma lui sapeva che non era così. Gli incubi non erano dettati solamente dal proprio subconscio, c'era qualcuno che li controllava, qualcuno che conosceva alla perfezione le paure di ogni essere umano e che inviava i suoi orrendi stalloni di polvere nera a tormentare grandi e piccini.

«Jamie, tutto ok?» gli domandò il suo compagno di banco, sedendosi di fianco a lui.

«Sì sì... Tutto ok. – rispose passandosi una mano sul viso, come nel tentativo di togliersi la preoccupazione e la stanchezza di dosso – Ho solamente dormito male stanotte.»

"Come ti capisco, – sopsirò il bambino di fianco a lui – anche io ho avuto una nottataccia.» aggiunse, allungandosi il più possibile sulla sedia e stiracchiandosi.

«Davvero?» domandò lui, che invece si drizzò, interessato.

«Eccome... Per fortuna che sono solo brutti sogni...»

A quella conferma Jamie si zittì, anche il suo compagno aveva passato la notte in preda agli incubi. Possibile che Pitch fosse diventato già più forte di Sandman, ed era riuscito a trasformare così tanta polvere dorata in polvere nera? Inoltre, lui e il suo vicino di banco non abitavano nemmeno tanto vicini l'uno dall'altro, perciò doveva essere stato impossibile per lo spirito dell'oscurità, andare ad infettare con il suo tocco i sogni di entrambi. E se invece fosse successo qualcosa all'uomo dei sogni?

Si voltò dietro, cercando con lo sguardo i suoi amici, gli unici che erano a conoscenza di cosa stava succedendo. I gemelli stavano parlando tra di loro, Cremina non era ancora arrivata, solo Pippa incrociò il suo sguardo, mentre si torturava una ciocca dei suoi capelli a caschetto, aveva l'aria preoccupata anche lei. Possibile che anche lei avesse fatto degli incubi? Oppure semplicemente era preoccupazione per ciò che stava succedendo? Che comunque non era cosa da poco.


Jack stava volando ormai da due ore buone, se non di più, ma di Sandman nessuna traccia, nemmeno la più misera. Il suo istinto gli iniziava a suggerire che gli fosse successo qualcosa e il ricordo di quella notte di sette mesi prima per un attimo gli annebbiò la vista, bloccandolo a mezz'aria.

Rivide l'enorme nuvola nera avvolgere il piccolo uomo d'orato che, con il suo coraggio da leoni, combatteva contro di essa con le sue due fruste, create grazie al suo potere. Rivide Pitch, tendere un'arco invisibile e puntare una freccia carica di malvagità e paura contro di lui, per poi colpirlo sulla schiena e tingere la sua luce di oscurità, mentre la sua sabbia d'orata cambiava pian piano colore e lui, senza un fiato spariva nel nulla. Non poteva essere successo di nuovo, non se lo sarebbe perdonato.

Si riscosse, non era il tempo di farsi prendere dai brutti ricordi. Era quasi intenzionato ad andare direttamente da Pitch e una volta per tutte fargli sputare il rospo su tutto, ma sapeva bene che sarebbe stato inutile e che, in quel modo, avrebbe soltanto fatto il suo gioco.

Riprese a volare, continuando a chiamare a gran voce il guardiano dei sogni, non preoccupandosi della gente che camminava e passeggiava sotto di lui, che tanto non poteva certamente sentirlo.


«Che cosa? Quindi anche voi avete avuto gli incubi stanotte?» domandò Jamie, strabuzzando gli occhi, quando, con il solito gruppetto, si era messo in un angolo dell'aula, durante l'intervallo.

«Bruttissimi...» disse uno dei due gemelli.

«Ra-ragazzi... Mi-mi sembra di e-essere tornato a P-p-pasqua...» fece Monty, tirando su col naso e sistemandosi meglio gli occhiali dalla montatura rossa.

«Jamie cosa facciamo?» domandò preoccupata la ragazzina con il caschetto, voltandosi verso il suo migliore amico.

«Non lo so... Sinceramente la cosa è più preoccupante di quanto credessi. Pensavo che fino a che noi riuscivamo a credere in Sandman gli incubi non sarebbero arrivati, insomma durante la Pasqua era già tanto se credevamo a Babbo Natale e al Coniglietto...»

«N-non penserai mica che... che...»

«...che sia successo qualcosa a Sandy?» domandò Cremina, completando ciò che stava cercando di dire il biondo.

«Non lo so...» rispose il ragazzino, volgendo poi lo sguardo nocciola fuori dalla finestra, verso il cielo, come a invocare l'aiuto dei guardiani.

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