Pensieri di fata

Era ormai sera tardi ed ognuno dei cinque guardiani si era ritirato nel proprio rifugio, con la promessa di rincontrarsi il giorno dopo al Polo Nord e decidere il da farsi, raccomandando ai bambini di non immischiarsi in quella faccenda. Ci fu ovviamente qualche protesta da parte dei piccoli umani, in particolar modo di Jamie che continuava a insistere sul fatto che non avrebbe mai e poi mai abbandonato Jack.

Il fatto era che da quando aveva scoperto cos'era successo allo spirito della neve si leggeva nei suoi occhi la paura folle di perderlo, la stessa paura che aveva attanagliato proprio quest'ultimo nel senso opposto, nel momento in cui aveva creduto che si fosse dimenticato di lui. Fu proprio Jack a rassicurarlo, dicendogli che, non appena le acque si sarebbero calmate e avessero capito effettivamente cosa fare e se tentare di convincere anche gli adulti a credere in cose a cui a malapena credevano i bambini, fosse un'idea saggia, li avrebbero chiamati e avrebbero dato un ruolo anche a loro.

Le due piccole fate di ghiaccio, come avevano fatto anche i due giorni precedenti andarono con Jack e mentre lui si faceva cullare e trasportare dal vento gelido di quella notte d'inizio dicembre, loro due se ne stavano comodamente rintanate nella larga tasca della sua felpa blu.

«A che pensi?» domandò Tsuko, vedendo l'amica corvina che fissava l'interno della tasca, come fosse la cosa più interessante al mondo.

«Mi stavo chiedendo cosa possa aver in mente Pitch...» rispose lei, continuando a fissare la stoffa scura.

«Già... Non è una bella situazione... Tutte quelle fate...» commentò la bionda.

«Non è delle fate che mi preoccupo, almeno non ora... Io pensavo al colpo che ha inferto a Jack... Se non l'ha ucciso e non ha alimentato la sua paura a cosa può essere servito?»

«Magari non ha avuto l'effetto che sperava... Magari l'hai fermato in tempo...» la incoraggiò l'amica.

«Non so...» disse, con tono mesto. Era davvero difficile che Yuki si demoralizzasse, ciò voleva dire che tutta quella situazione l'agitava più di quanto potesse credere. Le afferrò la mano stringendogliela e facendo in modo che i loro occhi azzurri s'incrociassero.

«Andrà tutto bene Yuki, vedrai che si aggiusterà tutto.» le sorrise e la corvina ricambiò divertita il sorriso, con uno sguardo quasi canzonatorio.

«Tu che consoli me... Questo è il colmo!» disse scoppiando a ridere.

La piccola fata bionda, a quella presa in giro, sbuffò irritata.

«Sei sempre la solita... Io cerco di fare la gentile e tu mi prendi in giro.» brontolò, lasciandole la mano e incrociando le braccia al petto.

«No, no... Hai ragione... Scusami... – rispose lei, trattenendo le ultime risate e asciugandosi le lacrime che le erano uscite dagli occhi – Grazie.» concluse e questa volta il sorriso che le regalò fu sincero.

«Le amiche servono a questo no?» fece Tsuko, e la corvina sospirò di nuovo.

«Ritornando al discorso di prima... Non credo che Pitch si sarebbe fermato per ben due giorni se non avesse ottenuto quel che voleva. Insomma ricordati che l'ultimo attacco che ha fatto mesi fa, ha fatto tutto in un paio di notti non di più.» disse, ricominciando a guardare il tessuto blu di fronte a lei.

«Ma non è vero Yuki... Le fate dei fiori hanno riferito che è durata quasi una settimana ricordi? Ha atteso che arrivasse...» la bionda si bloccò, sgranando gli occhi, mentre la sua amica dai capelli scuri arrivò alla stessa intuizione.

«...Pasqua. – disse, completando la frase dell'amica – Ma certo! Tsuko, sta aspettando Natale! Ragiona, nonostante solo i bambini credano in Babbo Natale, la festa più festeggiata al mondo è proprio il giorno di Natale: se rovinerà quel giorno, lo farà per tutti! Adulti o bambini che siano!»

La bionda era rimasta paralizzata, come avrebbero potuto fermarlo? Mancavano poco più di tre settimane al venticinque dicembre e nonostante fosse parecchio tempo a lei sembrava già troppo poco.

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