Il risveglio
I quattro guardiani stavano aspettando da ormai più di mezz'ora, quando qualcosa attirò l'attenzione di Calmoniglio; le sue grandi e lunghe orecchie dal pelo blu sembravano aver captato qualcosa e si erano mosse di scatto.
«Cosa succede, Calmoniglio?» domandò Nord, rompendo il silenzio, questi però rispose solo con un verso stizzito, dicendogli di non parlare.
Solo a quel punto fu chiaro a tutti ciò che aveva attirato l'attenzione del coniglio di Pasqua: qualcuno stava urlando e chiamando aiuto. Erano due voci femminili e chiaramente preoccupate, all'inizio flebili e quasi impercettibili, mano mano sempre più chiare.
«Ma c'è qualcun altro là sotto, oltre a Jack e Pitch?» chiese il coniglio.
Fu Sandman a rispondere mostrando una decina di fatine d'orate sulla sua testa, facendo comprendere agli altri cosa volesse dire.
«È impossibile! Le fate non possono avere una voce del genere, così potente, sono creature troppo piccole.» obbiettò la fata dei denti.
«Cosa importa?! – tuonò Nord – Qualcuno ha bisogno di nostro aiuto! No importa chi o cosa sia!»
«Come agiamo? Scendiamo giù?» chiese Calmoniglio.
Fu di nuovo l'uomo dei sogni a occuparsi della situazione. Mosse energicamente la braccia di fronte a sé, manipolando la sua polvere dorata, per poi creare una scala che scendeva fin nelle viscere della terra, giù per il buco.
Non passarono che una trentina di secondi che due ragazze di non più di sedici anni, apparvero, salendo la gradinata e trascinando lo spirito del ghiaccio, privo di sensi. Alla vista di quello spettacolo, Dentolina si portò le mani alla bocca, pronunciando appena il nome del ragazzo.
«Cosa è successo?» domandò l'omone barbuto, con il suo solito accento russo.
«Non è il momento di spiegare, dobbiamo andarcene di qui. Non credo che Pitch sia stato molto contento di finire congelato nel fondo della sua stessa tana.» disse una delle due ragazze, quella bionda.
«Bene... – rispose nuovamente l'uomo, prendendo dalla tasca del giaccone rosso una delle sue palle con la neve – Polo Nord!» aggiunse, per poi lanciare la sfera davanti a se e creare un vortice.
Lo attraversarono tutti, compreso Calmoniglio, lui solitamente era un po' restio a usare qualsiasi mezzo di locomozione che non fossero i suoi adorati tunnel, ma qualcosa gli diceva che non si doveva perdere nemmeno un secondo di quello che sarebbe successo di lì in avanti e usare la sua tana significava perdere almeno un paio di minuti per entrare nell'enorme fabbrica di Nord.
Il portale li fece apparire proprio nel grosso spiazzo di fronte al globo, quello in cui solitamente si radunavano quando lo spirito del Natale attivava l'aurora boreale.
«Date pure Jack a miei Yeti. – disse il padrone di casa alle due giovani ragazze, per poi rivolgersi agli elfi – Portate qui una di quelle barelle che abbiamo costruito per set dottoressa!»
I piccoli esserini dal cappello tintinnante, fecero come richiesto e subito Jack vi fu adagiato sopra. Solo quando lui fu comodo e al sicuro, le due ragazze si batterono la mano destra sul capo, diventando piccole e munite di ali.
«Siete fate?» domandò stupito Calmoniglio, mentre Sandman guardava tutti con le braccia incrociate e l'aria saccente, come a dire: "Io l'avevo detto".
«Ma è impossibile! – esclamò Dentolina, tra lo stupito e l'indignato – È vietato alle fate della Valle delle Stelle prendere sembianze umane...!»
«Lo sappiamo...» sospirò la bionda, chinando il capino come in segno di scuse.
«Sì, ci dispiace... Ma non potevano certo lasciare Jack lì!» esclamò l'altra, prima con tono mesto, ma subito dopo con un tono deciso.
«Yuki, un po' di rispetto per favore...» tentò di sussurrarle l'altra, nonostante avessero sentito tutti.
«Cosa è successo là sotto?» domandò nuovamente la fata dei denti, incrociando le braccia al petto.
«In realtà non l'abbiamo ben capito...» disse la fatina bionda, portandosi una mano dietro la testa, con aria imbarazzata.
«Stavamo seguendo lo scontro... Quando all'improvviso Jack si è distratto e Pitch l'ha colpito alle spalle.» spiegò l'altra.
L'uomo dei sogni fece apparire prima un punto interrogativo sulla testa e poi un bersaglio con una freccia che lo colpiva.
«Sì, più o meno... Insomma l'ha colpito con la sua falce nera...» cercò di spiegare meglio la corvina. Non ebbero il tempo di parlare d'altro, perché un gemito di dolore attirò la loro attenzione. Il ragazzo, ancora sdraiato sulla barella giocattolo, si era portato una mano sulla fronte e stava aprendo pian piano gli occhi.
«Per tutti i denti di questo mondo... Jack stai bene?» esclamò Dentolina, avvicinandosi a lui e aiutandolo a mettersi seduto.
«Dentolina cosa...? Cosa ci facciamo qui... Io ero...»
«A farti ammazzare, viste le condizioni in cui ti abbiamo tirato fuori.» commento il coniglio blu, guardandolo divertito.
«Calmoniglio!» lo ammonì Nord.
«Cosa c'é? Sta bene no?» rispose nuovamente, alzando le spalle.
«Sì, sì sto bene...» commentò il ragazzo, portandosi nuovamente una mano alla testa e massaggiandosi la fronte, come se provasse dolore.
«Jack!» «Jack!» il giovane si voltò, appena in tempo per vedere le due piccole fate dei ghiacci raggiungerlo e pararsi davanti a lui.
«Yuki, Tsuko... State... State bene?» domandò, confuso di vedere anche loro lì.
«Alla grande!» rispose la corvina per entrambe, mettendo soddisfatta le mani sui fianchi.
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