Il ricordo dei Secoli Bui

Erano passati due giorni, dal rapimento delle due fate e dal salvataggio di Jack. Il gruppo di guardiani e di bambini si era radunato nuovamente nel vecchio magazzino, per escogitare una tattica, il più possibile infallibile, da usare contro l'uomo nero e salvare in quel modo tutte le fate, ancora vive e intrappolate là sotto. Tutto ciò che avevano fatto fino a quel momento, però, era stato solamente discutere su ciò che avevano fatto le due fate dei ghiacci per salvare lo spirito della neve.

«Io non capisco... Jack è salvo grazie a loro! – insistette Jamie – Se non fosse stato per loro chissà cosa gli sarebbe potuto succedere...»

«Lo so... – sospirò nuovamente Dentolina – ma è la regola: una fata della Valle delle Stelle non può, in nessun caso, prendere sembianze umane fuori dal luogo in cui vivono, le conseguenze sono gravissime.»

«Sarebbe a dire?» domandò uno dei bambini.

«Se si supera l'ora di trasformazione, una fata perde tutti i suoi poteri, diventa un essere mortale a tutti gli effetti e perde ogni possibilità di avere contatti, sia con la Valle delle Stelle che con il resto del mondo degli spiriti.» spiegò chiaramente la piccola fatina dai capelli biondi.

«Ma voi siete tornate delle fate prima dello scadere dell'ora, no?» domandò la bambina più magra.

«Sentite poco importa... – intervenne finalmente Nord, bloccando quella conversazione – Vietato, no vietato... Noi dobbiamo sconfiggere Pitch!» disse battendo il pugno destro contro il palmo della mano sinistra.

«Nord ha ragione! – gli diede man forte Calmoniglio – Ai problemi fateschi ci penseremo dopo.» a quella frase Jack dovette trattenere una risata, facendo subito rizzare le lunghe orecchie del coniglio, che si voltò verso di lui con i suoi occhi verdi e severi. «Beh? Cos'hai da ridere?» domandò irritato.

«Nulla, nulla.» tentò di giustificarsi l'altro, dopodiché tornarono tutti seri. L'obbiettivo era capire che cosa fare per battere Pitch una volta per tutte, o almeno per il più lungo tempo possibile.

«Avete qualche idea su come fare? Insomma non possiamo fiondarci di nuovo lì e mettere di nuovo in pericolo qualche altro guardiano.» disse ad alta voce Dentolina, incrociando le braccia al petto, pensierosa.

«Voi non avete visto o sentito nulla là dentro?» domandò Jack, rivolgendosi alle due piccole creature.

«Beh... in realtà... – la voce della fatina tremò un'attimo, tanto che l'altra dovette avvicinarsi a lei e rassicurarla – Tutto ciò che abbiamo visto sono state le povere fate private dei loro poteri e delle loro ali, al fondo della grotta... Ma di sentire non abbiamo sentito nulla, purtroppo.»

«Quindi ce n'erano più di una?» domandò sconvolta la fata dei denti, sgranando gli occhi fucsia.

«Oh sì... – intervenne Jack – Lo ricordo bene... Erano a centinaia...» disse, quasi in un sussurro, come se stesse parlando tra sé e sé.

«Kolochestvo svyatykh...» disse Nord, in russo.

«La storia si ripete... E forse anche peggio dell'ultima volta...» biascicò invece il coniglio.

«Quale storia? Di che parlate?» domandò uno dei bambini.

«Nulla di cui dei bambini come voi debbano preoccuparsi.» disse dolcemente la fata piumata, lanciando poi un'occhiataccia al compagno.

«Ma noi abbiamo il diritto di sapere!» esclamò Jamie, insistente.

«Effettivamente, nemmeno io so di questa storia...» intervenne lo spirito del ghiaccio, tra il curioso e l'ansioso.

Dentolina si guardò attorno, in cerca del supporto dei suoi tre compagni più anziani, ma nessuno sembrava volerla aiutare in quel difficile racconto. Calmoniglio si guardava le zampe, come se improvvisamente fossero diventate interessantissime; Nord la guardò, ma scosse la testa accigliato; mentre Sandman fece apparire sulla sua testa una cerniera che si chiudeva, come a significare che lui avrebbe tenuto la bocca chiusa.

La fata sospirò, consapevole che sarebbe quindi toccato a lei raccontare quella terribile vicenda, l'unica sua paura era traumatizzare più del dovuto i bambini, anche se in qualche modo sapeva che quei sei ragazzini avevano già affrontato Pitch e conoscevano perfettamente la paura, sapendo come affrontarla, quindi forse quella storia li avrebbe sconvolti di meno.

«Più di mille anni fa, durante i secoli bui, Pitch era parecchio forte e la paura incombeva sul mondo intero. La gente si barricava in casa prima che facesse notte, gli incubi tormentavano adulti e bambini, non c'era tregua per nessuno. Nemmeno noi avevamo la più vaga idea di come sconfiggere o affievolire tutto questo, ci provammo un'unica volta, con un risultato a dir poco pessimo. Eravamo già abbastanza indeboliti, molti dei bambini che credevano in noi, più della metà del mondo, avevano smesso di farlo per colpa della paura, e tentare di affrontare Pitch fu un'idea terribile, non solo era talmente forte da diventare quasi impossibile contrastarlo, ma ad un certo punto capimmo com'era diventato così forte e potente...»

«Fammi indovinare... – la interruppe Jack – Polvere di Fata.»

«Esatto. Uccise davanti ai nostri occhi due fate e ne assorbì tutta la magia e la polvere che avevano in corpo, prosciugandole completamente e strappando loro le ali.» continuò l'unico guardiano femmina.

«È una scena che non scorderò mai...» disse, quasi in un sussurro Calmoniglio.

«Alla fine come l'avete battuto?» domandò la bambina robusta, l'unica a cui sembrava essere rimasto un po' di coraggio, dopo quella terribile storia.

«Non è stato facile, e noi abbiamo fatto poco e niente, ma in qualche modo è iniziata a tornare la luce nei cuori di tutti: sia adulti che bambini credevano. Non certamente e propriamente in noi, ma nella speranza, nei ricordi belli, nella meraviglia del mondo e nei sogni: tutto ciò che noi proteggiamo.»

«E Pitch si è dovuto ritirare in suo buco!» disse Nord, con il suo vocione.

«Quindi è questo che dobbiamo fare... – disse all'improvviso Jamie – Far credere anche agli adulti!» sembrava entusiasta, come se avesse già un piano ben definito in testa.

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