Perso
Gli studi del 472 William Street erano situati in un palazzo molto moderno, in contrasto con gli edifici della zona. Le porte dell'ingresso per i turisti o i curiosi davano su una piccola hall dalle pareti bianche e i pavimenti azzurri. Vi era anche una scrivania per le informazioni e la signorina di là del vetro sembrava molto cordiale. Disse ai due ragazzi che era possibile fare una visita guidata degli studios entro pochi minuti, così Jack e Rachel si sedettero sulle poltrone che sembravano comode, ma non lo erano affatto.
Dopo circa un quarto d'ora un gruppetto di dodici persone si era creato nella stanzetta.
-la visita guidata inizia ora, seguitemi prego- annunciò la ragazza.
Non appena Jack scorse il set dove suo padre avrebbe dovuto lavorare, silenziosamente si allontanò dal gruppo che si stava spostando con Rachel.
-Vieni qui- le sussurrò, togliendosi intanto la parrucca e gli occhiali.
-È quella con i tacchi e la cartellina, vero?- chiese lei ad un certo punto.
-Sì è lei!- esclamò Jack. -Shannon!- gridò gesticolando per farsi notare.
La donna in questione alzò lo sguardo gelido dall'i-Phone.
-Jack?! Che ci fai qui? Non eri a caccia con tuo padre?-.
-È successa una cosa orribile- disse Jack guardandosi intorno e abbassando la voce -mio padre è stato rapito e grazie a Rachel sono riuscito a venire da te per chiederti aiuto, perché- fu interrotto subito.
-Che cosa? Tuo padre è stato rapito? Come? Quando?- chiese lei con gli occhi sgranati e una vena che le si era gonfiata sulla fronte.
-Calmati, adesso ti spiego-.
-Aspetta andiamo in una roulotte così bevo qualcosa-.
I due ragazzi e la donna si avviarono verso la roulotte.
-Ehm...tu ragazzina ti chiami?-
-Rachel Green-
-Be' mi dispiace dovertelo dire, ma non puoi restare qui sul set-.
-Perché?-
-Non hai pass e nessuno degli attori è tuo parente quindi non puoi stare qui-.
-Ma...ok allora...ciao Jack ti auguro buona fortuna-.
-Grazie di tutto Rachel, ciao!-. Rispose lui e guardò la ragazza allontanarsi e uscire dalla porta del set. Gli mancava già...stava guardando la sua prima amica andarsene, ma decise di non disperare: l'avrebbe richiamata e tenuta aggiornata su tutto.
-E ora chiariamo questa faccenda- disse Shannon.
Afferrò Jack per un braccio tappandogli la bocca con l'altra mano, sbattendolo dentro una roulotte vicina.
-che stai facendo?- le chiese non appena gli liberò la bocca.
-Stupido ragazzino ora rovinerai tutto, ma non te lo permetterò- rispose con voce fredda. Jack cominciò ad avere paura.
-Quindi non ci arrivi?-
-Non mi dirai che tu...-
-Finisci le frasi una buona volta-
-Tu c'entri col rapimento di mio padre?!- disse il più rapidamente possibile come se la velocità potesse condurre a una risposta negativa.
-Bravo ci sei arrivato finalmente, ma ora che mi hai scoperta non ti permetterò di fermarmi-.
-Come potrei fare?-
-Non lo so e non m'interessa, ma potresti inventarti qualcosa ed io non posso correre rischi-.
-Perché lo hai rapito?-. La donna tacque per un po'.
-Perché...è il mio compito, il capo vuole così-.
-Chi è il capo e perché...q-quale compito?-
-Smettila di balbettare è irritante-.
-Ora lui dov'è?- chiese Jack con timidezza e cercando di non balbettare.
-Non ha importanza-
-Per me sì invece, ti prego d-dimmi dov'è!-
-Sai già troppo- disse infine Shannon finendo di legargli le mani dietro la schiena.
-E ora che cosa farai?-
-Devo sbarazzarmi di te...sai questa roulotte in realtà serve per una scena dove deve esplodere, quindi goditi gli ultimi istanti della tua vita Jack- e uscì sbattendo e bloccando la porta.
-No!- gridò Jack disperato, scioccato e confuso. Ora si sentiva di nuovo impotente, di nuovo la voglia di piangere, ma stavolta sarebbe morto.
No non si sarebbe mai arreso, non ora che sapeva chi fosse il colpevole. Si guardò intorno. Conosceva bene le roulotte e sapeva che ognuna ha una finestra, così si mise a cercare e dopo aver spostato una scatola, dando un colpo allo scaffale che la reggeva, la vide: una finestra piccola, ma poteva passarci.
-Tutti pronti? Azione!- urlò il regista.
La roulotte esplose.
Si sentì sbattere una porta e Shannon corse subito a vedere il filmato di una telecamera laterale sistemata per ottenere più prospettive della scena.
Jack era uscito dalla finestra ed era corso via. Per sua fortuna Shannon non era brava con i nodi.
Le vie della città erano sempre stracolme di gente, soprattutto nelle ore di punta.
Jack cercava in tutti i modi di farsi largo tra la folla. Doveva arrivare alla fermata degli autobus più vicina e prendere il numero...il numero...quale aveva preso Rachel? Il 12 o il 18? In ogni caso doveva tornare da lei, perché era l'unica che poteva aiutarlo adesso.
Camminò a lungo senza trovare una qualsiasi fermata. Decise di chiedere indicazioni e finalmente riuscì a raggiungerne una, ma non c'erano tracce di Rachel. Appena un pullman arrivò, Jack salì e chiese al conducente -Scusi...questo autobus mi porta vicino a Milligan Road?-
-Non lo so...con che altre vie fa angolo?-
Jack non lo sapeva. Si rimproverò per non aver ascoltato lo sproloquio di Rachel sulla storia dei sentieri della zona, dato che aveva citato un gran numero di strade.
-Lo so io- disse un ragazzo con una lunga giacca verde -Anch'io devo andare lì ti dico quando scendere-
-Oh ok grazie- rispose Jack. Gli sembrò per un momento che la fortuna fosse dalla sua parte.
-Più o meno quanto ci metteremo ad arrivare?- chiese.
-Non so...sai dirmi che ora è?-
Jack tirò fuori il telefono, ma non ebbe nemmeno il tempo di sbloccarlo che subito il ragazzo davanti a lui lo afferrò e corse via rapidamente. Jack non si era accorto che l'autobus si era fermato alla fermata successiva e aveva aperto le porte. -Hey! Torna qui!- gridò.
Si mise a corrergli dietro per raggiungerlo. Ogni volta che quel ladro svoltava a destra, lui lo seguiva tagliando la curva. Ironicamente pensò che inseguire il suo cane era stato un'ottimo allenamento. Il fuggiasco cerva di corre ancora più in fretta, ma Jack non demordeva. Destra, sinistra, attraverso una piazza e giù ancora per le vie. Alla fine quello si arrese e lanciò il telefono in un cassonetto. Jack avrebbe voluto prenderlo per fargliela pagare, ma capì che sarebbe stato inutile, ormai era troppo lontano. Si avvicinò alle sacche nere di plastica e lì rivide il suo cellulare. Si consolò pensando che non era danneggiato e che lo aveva riavuto. Un flash lo colpì: lui aveva il numero di Rachel!
Il telefono squillava, ma della voce di Rachel nemmeno l'ombra. "Ti prego, ti prego" pensava Jack senza sosta mentre si guardava intorno senza riconoscere niente. Il Sole cominciava a tramontare nonostante fossero le cinque del pomeriggio e questo aumentava il suo terrore. Lui e Rachel avevano saltato pranzo per quella stupida visita agli Studios...Dio poche ore prima era quasi morto e ora si era perso.
Respirò a fondo e fermò un passante per chiedergli indicazioni per raggiungere una stazione degli autobus.
-Devi andare giù lungo questa strada, poi vedrai una statua alla tua sinistra, ma tu vai a destra...la troverai davanti agli Infinity Studios-
-D'accordo grazie mille-
Seguì tutte le indicazioni ascoltando il suo stomaco brontolare. Aveva molto freddo ed era così stanco che pensò per un attimo di sdraiarsi a terra, ma non si arrese. Giunse alla fermata davanti agli Infinity Studios.
Michael era alla finestra. Il pensiero che in quel momento Jack potesse essere morto di fame o di sete lo tormentava più di qualsiasi cosa avesse mai dovuto sopportare. Aveva solo sedici anni, era inesperto perché lui non gli aveva mai insegnato come stare al mondo e ora suo figlio ne pagava le conseguenze. Spostò lo sguardo verso quello scorcio di strada che i capannoni gli permettevano di vedere.
Sgranò gli occhi.
Si alzò per vedere meglio.
Si strofinò gli occhi per essere sicuro che ciò che stava osservando non fosse una misera illusione.
No, non lo era. Jack era davvero sul marciapiede! Era vivo e vegeto e così vicino a lui e a...all'uomo che lo aveva rapito e che se lo avesse trovato, lo avrebbe ucciso.
-Vattene Jack, vattene via, ti prego-. Sapeva che non lo avrebbe mai sentito, ma non gli importava. Decise di non cercare di attirare la sua attenzione, perché se lo avesse visto, avrebbe cercato di salvarlo rischiando la sua vita. Alla fine un'autobus passò e Jack salì sopra. Michael tirò un sospiro di sollievo. Jack, ignaro di tutto questo, chiese all'autista dove portasse l'autobus.
-Il capolinea è nella zona di Milligan Road-
-Perfetto grazie-
Si sedette e si abbandonò a un sonno profondo. Fu proprio quella donna, alla fine del suo turno, a svegliarlo quando arrivarono al capolinea. Jack, l'unico passeggero rimasto a bordo, la ringraziò molto e se ne andò verso la prima strada conosciuta che aveva visto in tutta la giornata. Camminò a lungo in salita, senza fermarsi. Vedere quella casa abbandonata lo riempì di gioia: aveva raggiunto il suo posto sicuro.
Andy lo vide e subito gli corse incontro.
-Ciao piccolo- gli sussurrò accarezzandolo, poi lo abbracciò.
-Jack?- chiese la voce familiare di Rachel alle sue spalle.
Lui si alzò e l'abbracciò forte -Sono così felice di rivederti!-
-Jack che succede?-
Lui le raccontò ogni cosa e lei ascoltò silenziosa, senza interrompere fino alla fine.
-Oh Dio...mi dispiace così tanto-
-Anche a me...non me la sono cavata affatto bene eh?-
-Jack tu oggi hai rischiato di morire! Mi dispiace per non averti risposto, ma il telefono era scarico e ti credevo al sicuro da Shannon...non ti ho richiamato subito per questo-
-Già...non avrei dovuto fidarmi di lei-
-Hai fatto quello che ritenevi più giusto e hai sbagliato, ma capita...più sovente di quanto tu possa credere-
Jack annuì.
-Ascolta: ti porterò del cibo e un'altra coperta...mia madre oggi la voleva buttare perché ormai è vecchia, ma è molto calda-
-Grazie mille-
-Figurati-
Appena Rachel se ne andò, Jack prese il suo telefono e vide due chiamate perse da lei. Le aveva fatte mentre lui era sul secondo pullman...cioè appena aveva riacceso il telefono, stando all'ultimo accesso su WhatsApp. Sorrise.
-Michael- disse l'uomo che lo aveva rapito -Dimmi dov'è tuo figlio-
-Mai...qualunque cosa tu abbia intenzione di farmi, io non parlerò-
-Vorrei proprio sapere come mai oggi sembri essere più tranquillo-
-Non c'è motivo-
-Invece uno c'è: sai che lui sta bene e dunque sai dove si trova...e finirai con dirlo!-
-No, non lo so!-
L'uomo afferrò un tubo metallico, alzò il braccio in aria e lo scaraventò contro Michael.
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