Il Piano
Rachel mantenne la calma mentre s'inseriva in una lunga coda poco prima del semaforo. Aveva molta paura che quell'uomo potesse fermarla con una scusa e ucciderla...o uccidere Jack. In che cavolo di situazione era finita? Il muso dell'auto della polizia era a pochi metri da lei. Il verde scattò. La fila di veicoli cominciò la sua lenta marcia. Rachel in realtà andava persino più piano di loro perché aveva un piano e il tempismo era una parte fondamentale. Ecco comparire anche il giallo. Non c'era abbastanza tempo. Suonò ad un tizio più avanti che stava decisamente cercando di capire da che parte andare con tutta calma, bloccando tutti gli altri. Alla fine si decise a svoltare a destra ed ecco che una, due, tre e quattro macchine riuscirono a passare prima del rosso. Rachel era tra queste. Accelerò e svoltò rapida a sinistra, poi ancora a destra e nuovamente a sinistra. Guardò nello specchietto retrovisore e non vide nessuno. Che avesse lasciato perdere?
-Rachel- mormorò Jack.
-Non ora- rispose lei restando concentrata sulla strada. Fece ancora diverse svolte fuorvianti per essere sicura di aver disperso quell'uomo, poi tentò una mossa azzardata. S'infilò dentro ad un parcheggio sotterraneo e si fermò appena trovò un posto.
-Che cosa fai?-
-Jack fidati di me. Ti prego resta qui e non muoverti. Lo giuro su ciò che vuoi tornerò prestissimo-
-No Rachel!-
La portiera sbatté. Jack rimase esattamente dov'era, compresso dal sedile e il cruscotto del veicolo. Aspettò per quelle che a lui sembrarono diverse ore, ma che in realtà erano minuti ben mascherati. Sentì una macchina entrare o chissà, magari uscire. In ogni caso c'era qualcun altro lì dentro e non era Rachel. Voleva alzarsi per vedere di chi si trattasse, ma se lo avesse fatto e l'uomo che lo stava cercando lo avesse visto sarebbe sicuramente morto.
Rachel rientrò in quel momento.
-Dov'eri finita?-
-Ho dovuto pagare per uscire da qui-
-Perché cavolo siamo qui?-
-Ti spiegherò tutto, ma ora dobbiamo muoverci-
-La macchina che si è messa in moto qualche secondo fa era la sua?-
-No grazie a Dio-
Risalirono verso la superficie, arrivando davanti a una grossa sbarra. Rachel infilò il suo biglietto nella macchinetta e a quel punto una volante fece il suo terrificante ingresso. Eccolo ancora alle loro spalle. Rachel era tranquilla, sapeva cosa doveva fare. Accelerò di colpo e nel mentre premette un pulsante di allarme e la sbarra si richiuse prima del previsto sopra il cofano della vettura del loro inseguitore.
Rachel sorrise soddisfatta quando vide l'uomo scendere e constatare che il suo veicolo era decisamente fuori uso. Nonostante ciò aspettò alcuni minuti prima di dire a Jack di ritornare sù. Nessuno dei due commentò l'accaduto, finché non arrivarono a qualche metro dalla casa di Rachel.
-Grazie mille-
-Tranquillo, non c'è problema-
-Mio Dio...è un poliziotto Rachel!-
-Lo so-
-Cavolo- sospirò.
-Devi scendere qui ok?- chiese lei.
-Ok...- Jack scese e raggiunse a piedi la sua casa.
Rachel arrivò pochi minuti dopo.
-Coraggio Jack, dobbiamo trovare un modo per spere dov'è tuo padre-
-Non saprei da dove iniziare...se è vero quello che mi hai detto dovremmo andare a controllare quel magazzino o quella fabbrica, ma se non fosse lì o se quell'uomo ci trovasse prima?-
-Potrebbe darsi-
Rimasero in silenzio a pensare. Jack, mentre vagava tra un ragionamento e l'altro, si soffermò su un ricordo. Cos'era accaduto qualche giorno prima che suo padre sparisse? Avevano litigato.
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-Ciao papà! Come sono andate le riprese oggi?-
-Ciao Jack! Mh bene direi, ma è stata una giornata davvero pesante-
-Ah...ok ehm senti io ecco...sarei stato invitato da Ray, sai quel ragazzo che gira una serie tv e che ha la mia età...a una cena in pizzeria, posso andare?-
-Ok va bene, ma ricordati le regole-
-Non parlo con gli sconosciuti e non dico che sei mio padre, lo so non ho sette anni-
Michael si era seduto davanti al suo computer e aveva iniziato a leggere le mail. Dopo pochi minuti si era alzato, pallido e chiaramente agitato.
-Non uscirai con Ray, mi dispiace molto, forse sarà anche il caso di trasferirci-
-Aspetta cosa? Perché cos'è successo?-
-Mi dispiace ma non posso dirtelo. Te lo giuro: ti racconterò tutto appena saremo al sicuro-
-Cosa? No adesso basta è da quando avevo otto anni che ci trasferiamo senza sosta di città in città e non ce la faccio più. Voglio delle risposte papà altrimenti non ti seguirò ok? Devi dirmi cos'è successo.-
-Non ora-
-Perché? Ogni volta dici sempre la stessa identica cosa: Non ora. Quando lo farai eh? Sai comincio a pensare che...che non ci sia un motivo, che mi tieni chiuso qui dentro come un prigioniero perché ti diverte!-
-Jack non dire cavolate-
-Non sono cavolate. Non posso chiamarti papà se ci sono delle altre persone che possono sentirmi, perché? Perché sul set devo dire che sei mio zio? Perché dobbiamo sempre sparire eh? Qualche paparazzo in cerca di scoop ha scoperto me? Il famoso figlio segreto che tu magari non volevi nemmeno, nato fuori da un matrimonio! Una vergogna per te-
-Non è così e lo sai bene- aveva gridato -Non dire mai più una cosa del genere perché tu non ti rendi conto di quanto io ti voglia bene e che se ci trasferiamo spesso, se non dico a nessuno chi sei è per la tua stessa sicurezza?!-
-Allora dimmi perché sono in pericolo se non esisto per nessuno oltre a te e qualche attore. Chi può farmi del male se sono invisibile?-
-Ti devi fidare di me Jack-
-Sono stanco papà...stanco di non poter vivere e farmi degli amici o andare a una stupida cena-
-Lo so e mi dispiace molto per questo-
-Non è giusto- aveva detto infine ed era risalito in camera sua. Poco prima di entrarvi però aveva sentito suo padre parlare con qualcuno ed era tornato indietro per sentire il discorso dalla cima delle scale, dove non poteva essere visto.
-Sì è sempre lui...lo sai come andrà a finire...no, no io non...ascoltami forse dovrò lasciarlo da te, no aspetta sei l'unico che...Scott, Scott io queste cose le so già e...senti non lo so...d'accordo a domani-
-Chi è Scott? Perché devo andare da lui?-
-Nessuno dimentica quello che hai sentito...vieni qui-
Lui era sceso obbedendo. -Jack lo so che mi starai odiando per tutto questo, ma non m'importa, finché riuscirò a tenerti al sicuro. Ti ho già detto che ora non posso spiegarti nulla, ma spero di poterlo fare presto. Ora ti chiedo di rispettare le mie decisioni ancora per un po', ok?-
-Non ho altra scelta- aveva risposto brusco.
-Ok- lo abbracciò.
-Stiamo per morire?- chiese intuendo che tutta quell'ansia e quel discorso potevano essere un buon preambolo per una notizia su qualche malattia mortale.
-No, tranquillo-
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La sera prima che lui sparisse gli aveva detto che non sarebbero morti, ma ora non gli poteva più credere. Quanto avrebbe voluto ritornare in quell'istante e abbracciare Michael invece di accusarlo di vergognarsi di lui come se non sapesse che non era vero.
-Dammi il tuo fucile- disse Rachel.
-Perché?-
-Ho capito come attirare la polizia vicino a quei posti, ma tu dovrai stare qui-
-Rachel-
-Non entrerò. Sparerò un colpo in aria e qualcuno chiamerà la polizia avvisandoli che c'è qualcuno armato nelle vicinanze e bom loro arrivano e se tuo padre è lì, lo salvano-
-In caso contrario?-
-Sparerò da qualche altra parte-
-Vengo con te-
-Preferirei di no. I complici di quell'uomo sanno chi sei e ti cercano, ma non fermeranno me con qualche scusa-
-Ok...fai attenzione però-
-Promesso-
-Sai come funziona?-
-Sì-
Lui fissò prima lei, poi l'arma. -No...non-
-Jack dammi quel fucile-
-Stai attenta- disse dandole un abbraccio.
-Tranquillo...andrà tutto bene te lo prometto-
-Ok-
Lei gli sorrise e lui ricambiò anche se non era affatto né felice della sua decisione, né tranquillo sapendo che Rachel, tutto ciò che gli era rimasto, stava rischiando fin troppo per lui.
-E se arrivasse il mio assassino?-
-Nelle volanti di solito sono in due, a maggior ragione in un scontro a fuoco-
-Ok-
-A dopo- disse lei sorridendogli.
-A dopo e fai attenzione-
Ora era nuovamente solo. Ammirava moltissimo Rachel per la sua generosità e il suo coraggio, ma forse si stava spingendo un po' troppo oltre. Tuttavia anche se fosse andato con lei, non avrebbe potuto fare nulla e non sapendo guidare non poteva muoversi da solo. Tutto quello che poteva fare era sperare per la sua salvezza...o magari...
Uscì velocemente salutando Andy.
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