Una Donna Dal Passato

Jack aveva molta paura. Quella donna poteva essere chiunque da una passante a un sicario. Respirò a fondo e decise di essere evasivo.

-Ho sentito parlare di lei al telegiornale-

Con quest'affermazione, non dava nessun indizio su chi fosse. Tutti seguivano la storia sui giornali.

-Allora, scusa ma tu non sei suo figlio?- dedusse la donna.

-I-io...- certo, anche lei deve aver visto i giornali e la foto del mio volto su di essi, pensò Jack.

-So chi sei Jack. Lei era una donna meravigliosa, così vivace e gentile...- si soffermò sulla sua fotografia per un paio di secondi in silenzio -Non sai chi sono io però: Jenna Fisher, ero la sua migliore amica, non che ostetrica-

Jack rimase immobile per alcuni secondi. Sembrava un cervo illuminato dai fari di una macchina. Ostetrica eh? Questo vuole dire che lei sa, sa tutto. Ma perché darle confidenza? Il rischio che si mettesse a dire di averlo visto era alto. Jack decise che voleva andarsene, ma una parte di lui invece voleva delle risposte.

-Non mi hai mai visto, ok? Io-io n-non sono mai s-stato qui. Mi hanno-hanno portato qui per d-difendermi, proteggermi-

-Certo, ho letto di quello che è accaduto a tuo padre, mi dispiace molto-

-P-perché mia m-madre è sepolta qui?-

-Lei era nata qui, quando ha sposato Richard si è trasferita da lui, ma nelle sue volontà aveva chiesto di essere sepolta qui-

Jack era abbastanza confuso. Non sapeva se restare o andarsene. La sua interlocutrice sembrava una donna di classe, elegante e posata, con un viso gentile e sereno. Quante cose sicuramente sapeva.

-Lei e tuo padre si amavano davvero molto- disse solo dopo quei pochi secondi di silenzio -Ricordo che lei da timida, silenziosa e quasi fragile, poi è diventata più forte grazie a lui-

-La gente che la conosceva dice sempre cose bellissime su di lei...a me dispiace molto di non poterle parlare-

-Immaginava che Richard potesse separarla da te, sai? Mi diede un cofanetto dicendomi di dartelo se mai ti avrei incontrato o se questa storia sarebbe venuta fuori. Non ce l'ho qui con me, ma se mi dai qualche minuto potrei andarlo a prendere a casa-

-Va bene...-

-Se per caso volessi venire con me- cominciò a dire per gentilezza.

-Aspetterò qui- rispose lui bruscamente.

-D'accordo, allora a più tardi- disse e si voltò camminando con grazia fino alla sua macchina che partì di lì a poco.

Jack però si rese conto di essere solo e indifeso. Se mai quella donna fosse tornata indietro con un'arma, lui sarebbe morto. E se qualcuno fosse passato sulla strada lì accanto e lo avesse riconosciuto? Non poteva restare lì allo scoperto. Stava già rischiando molto con Tom, ora con Jenna...non poteva permettersi altre che altre persone sapessero. Decise di avventurarsi verso l'interno del bosco di conifere, così da non essere molto visibile.

Dopo una buona mezz'ora, Jenna era ritornata. Jack la osservava da dietro il grosso tronco dove si era nascosto. Era sola grazie al cielo. Uscì allo scoperto e si avvicinò con cautela.

-Tieni- disse porgendogli un piccolo cofanetto di legno, molto semplice.

-Grazie- 

Rimasero entrambi in silenzio. Lei sperava che Jack aprisse il cofanetto, che le ponesse le domande che sicuramente avrebbe avuto leggendo il contenuto, che dimostrasse almeno una qualunque emozione. Jack invece voleva rimanere solo e decise di sfruttare la situazione.

-Ora devo andare...non posso stare via a lungo. Se avessi delle domande, dove posso trovarti?-

-Io lavoro all'ospedale locale, c'è solo quello-

-Non posso andare lì-

Jenna annuì -Passerò di qui verso le cinque di domani. Se non mi vedi, torna ogni giorno alla stessa ora, se riesci-

-D'accordo...grazie per il tuo aiuto-

-Figurati-

-A presto-

-A presto-

Jack s'incamminò velocemente su dal sentiero che aveva percorso poco prima spinto dalla curiosità. Aveva il cuore a mille, non poteva aspettare oltre. Voleva aprire il cofanetto e subito, ma doveva allontanarsi da quella strada, quel cimitero. Sua madre. Finalmente un segno da parte sua, proprio ora che ne aveva bisogno. Si fermò quando il terreno della montagna cominciò a ritornare orizzontale. Si guardò intorno, nessuno in vista. Aprì finalmente il cofanetto e dentro ci trovò ben otto lettere e un ciondolo. Era molto grazioso, raffigurava una spada, ma Jack non ci si soffermò a lungo. Notò dei numeri scritti molto bene su ciascuna della buste. Decise di partire ovviamente dalla prima.

Mio caro piccolo Jack, 

Ti scrivo questa serie di lettere nel caso in cui io non sia più lì con te per qualche motivo. Tuo padre non sa nulla di queste mie parole, non perché io non volessi farglielo sapere, ma lui è ottimista ed è convinto che riusciremo a uscire dal guaio in cui siamo...anzi sono. Spero che tuo padre te ne abbia già parlato, ma se così non fosse questa è la mia situazione: io sono spostata con quello che credevo essere l'amore della mia vita, un uomo di nome Richard Atkins. Lui però si è rivelato essere un uomo diverso da come lo conoscevo io...a volte mi picchia, ma non voglio rattristarti o spaventarti, diciamo che non è una bella persona ecco. Ho incontrato tuo padre sul set di una serie tv e, anche sono una donna sposata, io mi sono innamorata subito di lui. É gentile e premuroso, protettivo e talentoso. Lo amo. So che è sbagliato, ma è così. Io ho deciso che per lui avrei fatto qualcosa che non avevo il coraggio di fare: lasciare Richard. Michael mi ha convinta a fargli causa per ora il processo è appena iniziato, ma con te sono sicura che vincerò, che farò di tutto per essere finalmente libera. 

Tuo padre mi ha salvata dall'infelicità. Io non sorridevo da così tanto tempo. E ora aspetto te, piccolino, mia dolce creatura. Non vedo l'ora di poterti stringere fra le mie braccia. Ultimamente non faccio altro che immaginare come sarà, mentre tuo padre combina disastri con la tua culla. Non permettergli mai di avvicinarsi ad un martello, non è vero che lo sa usare. Su di me ti so dire poco. Sono una persona comune, ora felice e speranzosa nel futuro. Tuttavia queste lettere dimostrano che non dimentico mai di considerare ogni evenienza, come mio solito. Chissà se anche tu sarai così. Ti voglio bene.

Mamma

Jack era commosso. Lei era felice di averlo! Era una notizia meravigliosa. Voleva subito leggere la successiva e quella dopo ancora, ma temeva di essere scoperto da Scott e Derek, così si alzò e felice corse verso casa. Quando Rachel lo vide arrivare tirò un sospiro di sollievo. Non sapeva che poco prima Scott stava per entrare in camera sua per "svegliarlo" per andare ad allenarsi. Lei fortunatamente lo aveva visto e gli aveva detto che Jack aveva bisogno di spazio. Erano bastate quelle parole per far indietreggiare l'uomo, che era tornato di sotto. Jack la salutò e si arrampicò verso la sua finestra.

-Un'altra persona sa di noi?!- fu la prima reazione di Rachel.

-Era l'ostetrica di mia madre! L'ho incontrata vicino alla sua tomba- e le raccontò ogni singola cosa.

-Oh mio Dio, è fantastico! Tua madre ti ha lasciato qualcosa-

-Non vedo l'ora di leggere le altre lettere-

Qualcuno bussò alla porta e i due fecero immediatamente sparire il cofanetto. Oggetto non comune uguale domande uguale risposte uguale terribili conseguenze.

-Jack sei, ah eccoti, ho bussato da te, ma non ti ho trovato. Volevo dirti che dobbiamo andare ad allenarci ora-

-Sì arrivo subito, a dopo Rachel-

Così la ragazza rimase sola con il cofanetto ben nascosto.

Mentre Scott e Jack correvano, incontrarono Tom, così accadde qualcosa che Jack non si sarebbe mai aspettato.

-Se per caso ti andasse di imparare qualcosa sull'autodifesa- cominciò Scott -fai un salto da noi, potrei insegnare anche a te se ti va-

Tom sapeva che "David" glielo aveva chiesto per via di ciò che aveva visto qualche giorno prima con suo fratello, ma l'idea non gli sembrava malvagia e accettò. Jack invece era molto confuso: prima Scott diceva che non dovevano parlare con Tom, che potrebbe sapere e ora lo invita addirittura a casa loro? Cosa c'era sotto? Cosa stava succedendo?

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