La Mia Promessa
Scott era nervoso. Servivano 48 ore per effettuare tutti i test necessari e ovviamente averne i risultati. Due cavolo di giorni. Il ricovero andava dai quattro ai sette giorni, ma in cuor suo era più preoccupato che in quel lasso di tempo Tom lo vedesse e scoprisse la verità. Gli avrebbe chiesto "Perché hai fatto questo per me? Chi sei tu? Perché prima vuoi darmi dei soldi e poi mi doni il fegato? Chi sei?" E lui non lo avrebbe potuto dire perché altrimenti Tom avrebbe odiato al punto da non volerlo più vedere. Riusciva a capire benissimo che per lui, il suo abbandono era stata la causa delle sue sventure, amarezze e chissà magari lacrime.
Un uomo si presentò in ospedale e sembrava brillo. Con lui c'era una donna dall'aria annoiata e un ragazzo che Scott aveva già visto: era il fratello di Tom. Decise di non parlargli, né osservarli. Loro chiesero informazioni a Nightingale, ma non sembravano spaventati o preoccupati.
-Quindi è vivo? Tra quanto torna in fattoria?- chiese il fratello.
-Beh visto il trapianto di fegato da fare-
-Oh ci vorrà un'eternità con quelle liste che fate voi medici- criticò la madre.
-Le liste d'attesa per gli organi non saranno necessarie, quell'uomo si è offerto volontario per donare-
Tutti e tre si voltarono verso Scott, che sospirò in cuor suo.
-Hey io ti conosco! Sei quel bastardo che si è intromesso tra me e Tom-
-Certo che mi sono intromesso, lo stavi picchiando e in secondo luogo vedi di moderare i toni- disse e in meno di un secondo gli mostrò il distintivo.
-Vuole davvero donare?- chiese la madre.
-Certo-
-Bene, così torna a casa prima. Ci saranno un mucchio di cose che dovrà fare-
-Non è consigliabile sottoporsi all'attività fisica subito dopo un trapianto e con le lesioni che ha riportato, quindi se tornerà a casa, dovrà rimanere a riposo per un po'-
-D'accordo, ci faccia sapere come va- disse infine il padre e si diresse verso l'uscita. Gli altri due fecero lo stesso, ma dopo aver mugugnato un "buonasera".
Scott era decisamente sconvolto. Non solo non sapevano nemmeno chi fosse il donatore, non avendogli fatto alcuna domanda personale, ma non avevano detto un solo grazie o chiesto almeno di vedere Tom. Gli interessava unicamente quando sarebbe tornato a casa, per farlo lavorare al posto loro. Come aveva potuto lasciarlo in quelle condizioni? Nightingale sembrava condividere il suo sconcerto.
-Siamo pronti per il prossimo esame-
-Perfetto...Tom è sveglio?-
-Si è svegliato dopo l'operazione, poi è tornato incosciente per un po'. In ogni caso, dopo la risonanza magnetica le chiedo di andare a dormire e riposarsi, lei è sveglio da tutta la notte-
-Io non credo di potere-
-Ma deve. Lei deve arrivare in condizioni ottimali agli esami e all'operazione-
Scott capì che aveva ragione.
Rachel aveva notato che la porta in fondo al corridoio era aperta ed era strano perché era sicura che tutte le porte e le finestre fossero state chiuse mentre loro preparavano le valige. In quel momento uno degli agenti ricevette la notizia dell'incidente d'auto di Tom e avvisò gli altri per cercare di capire quanto sarebbe stato sicuro circolare sulle strade. Rachel fissava con distacco la porta. Improvvisamente capì.
-Jack, Michael veloci dobbiamo andarcene- tutti la fissarono come se avesse detto una follia e da un lato era così.
-Lui è qui- annunciò.
Jack notò il luccichio di qualcosa di metallico dietro la baita, alle spalle della ragazza.
-Attenta!- le gridò spingendola via poco prima che un proiettile la colpisse.
Subito due agenti si lanciarono all'inseguimento del criminale, mentre Jack, Michael, Rachel e un agente si fiondarono in macchina per fuggire. L'uomo inserì la chiavi, ma nulla. La volante non partiva. Si sentirono alcuni colpi, poi il silenzio. L'agente uscì dal veicolo con la pistola in mano, pronto a colpire, ma non riuscì perché due proiettili lo raggiunsero prima alla mano destra e poi alla gamba sinistra. Michael e i due ragazzi uscirono subito dalla macchina e, dato che nessuno degli agenti accennava a tornare ed erano disarmati, cominciarono a correre verso il bosco. Si sentì un terzo colpo e si fermarono un attimo per vedere a chi fosse diretto, ma la figura di un uomo con l'arma puntata verso di loro gli fece capire che doveva trattarsi di Richard. Ripresero la loro fuga e si fermarono solo quando raggiunsero una radura, nel nulla più totale. Non c'erano rumori. Il silenzio incombeva su di loro.
-Continuiamo a camminare, io starò dietro, voi due un po' più avanti. Se ricompare, c'è una sola regola che vi chiedo di rispettare: non fermatevi. Qualunque cosa accada, correte-
Rachel annuì terrorizzata, Jack iniziò a tremare. Quelle parole erano simili a quello che gli aveva detto prima che fosse rapito e forse anche in questo caso aveva deciso di sacrificarsi al suo posto.
-La regola vale anche per te- disse.
Michael lo fissò, ma la sua faccia era impassibile. Non rispose all'affermazione e capì che suo figlio aveva già intuito le sue intenzioni, ma non ammise nulla e cominciò a camminare. Tutti e tre procedevano in silenzio verso una direzione qualunque. Rachel aveva paura che Richard le sparasse nuovamente da dietro qualche cespuglio, Michael che la stessa cosa potesse accadere a Jack e Jack...stava provando a immaginare la sua vita senza suo padre. Niente televisione o teatro perché avrebbe sofferto troppo ricordando che lui non ci sarebbe stato, avrebbe cambiato casa, magari in un collegio così da non aspettarsi di trovarlo lì al suo ritorno e smesso di celebrare qualsiasi tipo di festa. Non ce la poteva fare, non voleva che si facesse uccidere.
-Papà- disse fermandosi e fissandolo con gli occhi lucidi. Stava per continuare, ma vide alcuni cespugli muoversi.
-Attenti è lui!- gridò. Michael lo afferrò e lo spinse verso un punto più fitto della vegetazione, Rachel lo seguì e lui si mise a correre da un'altra parte, sperando che Richard gli venisse dietro. Così accadde.
Rachel, senza aver visto che fine avesse fatto Michael, prese Jack e cominciò a correre. Jack si voltò dopo qualche metro per vedere se Michael fosse dietro di loro, ma non lo vide. Si fermò solo per aspettare che arrivasse.
-Jack, corri, andiamo c'è una regola-
Il ragazzo la fissò disperato. Non poteva fare nulla ora per salvare la vita di suo padre. Senza dire nulla riprese a correre. Passarono alcuni interminabili minuti prima che i due finissero il fiato. Si sentì uno sparo. Un solo, terrificante, sparo. Jack si voltò di nuovo, come se potesse vedere quale sorte fosse toccata a suo padre. Rachel lo raggiunse.
-Non è detto che sia come pensi- gli disse -Ora dobbiamo salvarci-
-Cos'ho fatto Rachel? L'ho lasciato correre via-
-Andiamo...se tuo padre fosse vivo, non ti vorrebbe vedere ancora qui-
-Come diavolo ha fatto a trovarci?-
-Ci è corso dietro e ci ha raggiunti quando abbiamo iniziato a camminare-
-Noi due siamo salvi no?-
-Credo, camminiamo ancora-
Sentirono dei passi rapidi provenire da destra. Amico o nemico? Rachel corse verso un cumulo di rocce e si nascose dentro un buco e Jack con lei. Richard fece la sua comparsa, ma non li vide e cominciò a correre via. Rachel stava per uscire da lì, ma Jack la fermò.
-Vado prima io- le bisbigliò.
-Cosa?-
-Forse ho perso mio padre, non voglio perdere anche te. Ti avevo promesso che ti avrei protetta e che lui non ti avrebbe portata via come ha fatto con mia madre e forse mio padre. Resta qui al sicuro finché non ti dirò che puoi uscire-
Rachel lo abbracciò terrorizzata all'idea di perderlo e restare sola. Lui ricambiò e si asciugò bruscamente una lacrima. Si alzò e uscì. Silenzio, buio, il vuoto. Attese qualche istante.
-Ok puoi uscire-
-Ciao Jack- La voce squallida di quell'uomo sembrava tradire la sua felicità.
-Richard-
-Vieni qui-
-Dimmi solo se mio padre è vivo-
-Potrebbe esserlo, potrebbe anche essere già morto, non lo so, dipende da quando lo troveranno. Ora vieni qui-
-Basta, io sono stufo di tutto questo e non posso andare avanti così quindi o mi lasci in pace...o mi uccidi qui e ora- disse con una tale sicurezza che persino Rachel si spaventò.
-Tu non hai alcun diritto di scegliere. Lo ripeto per l'ultima volta vieni qui non farmi venire a prenderti-
-No-
Richard sollevò la pistola pronto a sparare.
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