Jenna?

-Come hai ricevuto quel cofanetto? E perché dentro c'erano delle lettere scritte da Richard? Sei- si fermò improvvisamente immaginando che lei potesse essere in combutta con lui. Fece qualche passo indietro, ma Jenna invece scosse la testa, sospirò, poi spense il gas e mise un coperchio sulla pentola.

-A questo punto non mi serve più nascondere la mia identità. Mi chiamo Alice Atkins e sono tua zia...Sarah Atkins era mia sorella-

Jack era senza parole. Non sapeva di avere altri parenti oltre a suo padre. Un milione di domande cominciarono a occupargli la mente, impedendo alla lingua di muoversi.

-Ok...la mia storia è complicata, ma è giusto che tu la sappia. Io mi sono trasferita in Irlanda quando ero ancora una bambina, Sarah invece rimase qui. Scoprii della sua scomparsa poco dopo l'omicidio e...ero sconvolta. Sapevo tutto di te, di tuo padre e di Richard. Quando sono arrivata qui in America per il funerale però Michael non c'era. Non avevo idea di cosa pensare. "Lei lo amava così tanto e lui non si degna di venire al funerale?" Beh...con questo dubbio in testa seguii il resto delle indagini. Quando andammo dal notaio per leggere il testamento, Michael non c'era e Sarah non lo menzionava nel documento, come se non fosse nessuno. A me lasciò una serie di cose, tra cui il cofanetto, e una lettera in cui mi chiedeva di dare qualche cosa a Michael. Spiegava che non aveva potuto cambiare il testamento per mancanza di tempo e che aveva escluso te e Michael perché aveva paura che Richard potesse dare di matto. Ho cercato di contattare tuo padre, ma ero anche presa da un mio...diciamo progetto. Volevo che Richard pagasse per quello che aveva fatto a Sarah e denunciarlo di omicidio o violenza domestica o qualsiasi altra cosa...solo per vederlo dove doveva essere. Lui mi fermò prima-

Qui si interruppe e tirando un po' più in giù il collo della maglietta gli fece vedere una grande cicatrice lineare sul petto.

-Sono sopravvissuta per miracolo, ma sapevo di non essere al sicuro in ogni caso. Lui aveva occhi ovunque sia qui che a Oakville, dove sei nato tu. Tuo padre era già partito con te quando io sono stata dimessa ed ero così spaventata da Richard che ho deciso di non provare a seguirvi, come mi aveva ordinato. Sono rimasta qui in attesa del vostro ritorno, anche perché vi trasferivate troppo in fretta per premettere a qualcuno di seguirvi senza poi ritrovarsi in rosso-

-Com'è possibile allora che Richard sapesse dove fossi? Come ha messo lì quelle lettere?-

-Non lo so...ho sempre tenuto il cofanetto in casa mia...non era nascosto e immagino che lui mi abbia trovata attraverso i suoi contatti-

-Ma cosa ne sapeva lui del cofanetto? Come ha fatto a entrare in casa tua?-

-Non lo so...-

Jack era sconvolto. Non aveva nessuna prova del fatto che lei fosse chi diceva di essere, né una giustificazione per quelle lettere che erano costate la vita ad un uomo.

-Come posso fidarmi?-

-Ho i miei documenti-

-Si possono falsificare...-

-Io...ehm...ok chiedimi una cosa su tua madre che solo chi la conosceva può sapere-

Un brivido percorse la schiena di Jack. Non sapeva nulla su di lei che il mondo intero già non sapesse.

-Potrebbe averti detto tutto Richard- disse.

Alice o Jenna o chiunque fosse sospirò.

-In più mio padre dovrebbe sapere chi sei-

-Potrei portarti da lui, chiede un colloquio-

Il telefono squillò in quel momento. Jack, senza staccare neanche per un secondo lo sguardo da Alice, si avvicinò e rispose, rimanendo comunque a fissarla.

-Pronto?-

-Ciao Jack-

-Papà!-

-Ascoltami perché questa chiamata ha tempo limitato e me l'hanno concessa un po' a forza. Allora: andrà tutto bene, ti prometto che qualunque cosa accada, mi prenderò cura di te ovunque io sia. Mi dispiace di averti spaventato e...non ho parole davvero. Io però non l'ho toccato ok? Lui ha fatto tutto da solo-

-Cosa? Aspetta, aspetta prima ho bisogno del tuo aiuto: la mamma aveva una sorella?-

-Sì perché? Che succede? Sei in pericolo?-

-No...solo perché credo di averla incontrata...sai descrivimela?-

-Ehm aveva i capelli marroni come lei, gli occhi anche credo...è da tanto che non la vedo-

Alice corrispondeva alla descrizione, come milioni di altre donne sulla Terra.

-Ha un tratto distintivo?-

-No lei, non che io sappia...ora dove sei? Con chi?-

-Alla baita con...Jenna, la donna delle lettere-

-Cosa?! Dov'è Scott?-

-A Quantico. Lei dice di essere mia zia, Alice...io-

-Sul serio?-

-Sì-

Sospirò -Jack chiama immediatamente Scott. Chiedigli subito se ha una vaga idea di chi realmente sia la donna a cui ti ha lasciato-

-Ok...per quanto riguarda te, cosa vorrebbe dire che non l'hai toccato?-

-Questo. Io...potrei averlo colpito- disse sapendo che lo aveva fatto, ma che non poteva ammetterlo -Però dopo lui si è alzato, mi ha detto una cosa e si è lanciato contro quella cosa di metallo sui lettini che usano per spostare i malati...una sponda ecco-

-Ti ha incastrato-

-Già...-

-Tranquillo papà, sono sicuro che te la caverai- disse ricordandosi che Rachel gli aveva detto che doveva mostrarsi forte e confidare nel suo rilascio -Io so che ce la farai, resisti-

-Grazie piccoletto-

-Io sto bene, non ti preoccupare per me-

-Tempo scaduto, ti voglio bene, indaga su di lei- disse l'ultima parte bisbigliando.

-Anch'io, lo farò-

Alice non si era mossa e lo fissava a sua volta -Ti ha confermato che sono io?-

-Sì- rispose lui -Wow...è davvero molto da elaborare-

-Già, immaginavo che sarebbe finita così-

-Ho bisogno d'aria, vado a fare quattro passi-

-Stai attento, non parlare con nessuno, di niente...tuo padre sta bene?-

-Sì, lui sta bene-

-Ok...-

Uscì fingendo una calma che non aveva, poi cominciò a correre terrorizzato lontano, verso il bosco dove aveva incontrato Tom la prima volta.

Michael intanto stava discutendo con un poliziotto perché voleva telefonare ancora a Scott per chiedergli immediatamente spiegazioni. Non riuscì a vincere quella battaglia. In quel momento un secondo poliziotto entrò e disse che c'erano novità: Richard era vivo, ma il rischio di qualche danno celebrale c'era ancora. Gli dissero che da quel momento sarebbe stato trasferito nel carcere locale, in attesa dell'inizio del processo. Michael era disperato. Non sapeva più come spiegare che lui non aveva neanche sfiorato Richard, ma non lo avevano ascoltato e si chiese come mai valesse così poco rispetto alla testimonianza di un criminale.

-Pronto?-

-Scott, chi è quella donna?-

-Jenna? Ah ehm...non so se questa domanda-

-É o non è mia zia?- tagliò corto lui.

-Si è tua zia, dice la verità, ho controllato la sua identità prima di lasciarti da lei, altrimenti non lo avrei mai fatto-

-Sul serio?-

-Te lo garantisco Jack, sei al sicuro-

-E...ma allora come mai nel cofanetto c'erano le lettere di Richard?-

-Richard è arrivato a Rivertown prima di quel che credessi. Essendo un ricercato, si è nascosto nella foresta per un po'. La casa di Alice, o Jenna, come si fa chiamare ora, è lì di fronte. Lui l'ha sicuramente vista a un certo punto-

-Ed è entrato in casa sua?-

-Non lo so...lei non ha denunciato nessuna infrazione o furto quindi non so cosa sia successo. Tre delle lettere che hai ricevuto sono autentiche, scritte da tua madre; le altre erano trappole di Richard, cinque trappole organizzate contro di te per essere sicuro di non sbagliare. In più c'erano dei numeri sopra perché seguissi un ordine-

-Come poteva sapere quando lo avrei ricevuto?-

-Era accampato lì vicino, avrà visto Alice tornare col cofanetto e l'avrà seguita-

Al solo pensiero Jack rabbrividì. Lui era persino rimasto solo per un po'...quanto aveva rischiato.

-Poi credo che in qualche modo deve averti seguito fino a casa, per vedere quando saresti uscito-

-Oh Dio-

-Tranquillo, ora è finita. Puoi fidarti da Alice, ha una brutta storia alle spalle e per lei essere coinvolta è più difficile, tutto qui-

-Ok-

-Adesso devo decollare, ciao Jack-

-Ciao, grazie-

Respirò a fondo nel tentativo di calmarsi almeno un po', ma non ci riusciva. Suo padre era stato incastrato, Richard forse era ancora vivo, in casa c'era questa misteriosa donna di cui non sapeva nulla e Rachel era lontana quasi quanto Scott. Tom invece era appena tornato a casa, ma non voleva metterlo in mezzo. Sapeva del suo incidente e non voleva disturbarlo.

E ora? Tornare indietro e chiedere altre informazioni o cercare aiuto?


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