Il Cimitero

Rachel odiava quel posto. Non era minimamente libera di fare ciò che voleva e questo un po' l'abbatteva. Di tanto in tanto la sua mente ritornava su Tom, quel ragazzo che aveva incontrato una sola volta in vita sua, ma che l'aveva colpita. Non sapeva nemmeno perché eppure qualcosa doveva spiegare cosa dovesse esserci in lui. Le sarebbe piaciuto parlarci ancora, ma ovviamente non poteva. Ripensò ai suoi genitori. Chissà come stavano. Le dispiaceva molto farli preoccupare così e averli coinvolti in quel...no niente pensieri di quel genere. Le facevano male.

Osservò Jack mentre tornava dalla sua corsa mattutina con Scott, sempre stremato. Il loro programma di allenamento era diventato un impegno serio e quotidiano. Sapeva che di lì a poco sarebbe passato da lei invitandola a usare il suo trucco per uscire. Lei non avrebbe accettato. Quel dialogo si era ripetuto già due volte nei due giorni successivi a quando Scott aveva scoperto la verità su Tom. Pensò che forse sarebbe stato il caso di cambiare e accettare, per una volta.

-Hey Rachel almeno oggi ti va di uscire?- le chiese sempre speranzoso in un sì.

-Sì- rispose pronta.

-Davvero?!- domandò sorpreso, ma felice.

-Sì sono qui dentro da troppo tempo ormai-

-Grandioso! Allora ci si vede qui fuori tra poco-

Chiuse la porta e sparì in camera sua. Appese il solito cartello "Non disturbare, sto dormendo" e uscì dalla finestra. Sul suo Rachel scrisse "Non entrare" e accese un walkie-talkie portando l'altro con sé.


I due fuggiaschi stavano camminando da un po' quando Rachel chiese a Jack se potevano prendere la strada di qualche giorno prima, quella che l'aveva portata da Tom, ma questo non glielo disse. Lui tuttavia capì.

-Qualcuno qui ha una bella cotta eh?-

-Finiscila-

Anche quel girono Tom era nei dintorni, ma questa volta sembrava non averne motivo. Nessuna della sue faccende lo avrebbe condotto lì, tuttavia lui preferiva passare lì il suo tempo al posto di stare a casa con quel cretino di suo fratello.

-Ciao stranieri!- li salutò.

Rachel arrossì un po' -Ciao-

-Hey Tom! Come va?-

-Tutto bene, voi?-

-Bene grazie- rispose Rachel.

-Bene, senti Tom io devo andare a fare una cosa, potresti accompagnare Rachel a casa?-

La ragazza avrebbe voluto ucciderlo in quel momento. Era vicino a un burrone, avrebbe potuto. Perché aveva usato il suo vero nome? Perché si era inventato una scusa del genere? Perché la stava lasciando da sola con lui?

-Chi?- chiese Rachel fingendo di non sapere a chi si riferisse.

-Tom sa chi siamo, ma ha promesso di mantenere il segreto- le spiegò Jack.

Lei sgranò gli occhi -Cosa?-

-Lo giuro, il vostro segreto è al sicuro con me- rispose il ragazzo tentando di rassicurarla.

-Io vado- riprese Jack. -Ciao, ci rivedremo presto-

-Dove credi di andare?! Sei un-

-Tranquilla non farò nulla di male e poi oltre questo punto non puoi proseguire no? O il tuo walkie-talkie non funzionerà più, perderà il segnale-

Rachel lo fissò furiosa, ma non disse nulla perché sapeva che aveva ragione.

-Hey- le bisbigliò Tom -l'altro giorno l'ho trovato sul sentiero, mentre piangeva-

-Oh...- Rachel fece una smorfia di delusione -Voleva restare solo per questo-

-Già, forse anche adesso ne ha bisogno-

-Povero Jack-

-Coraggio, ti accompagno io, se ti va-

Rachel sentì le farfalle nello stomaco -Sì, grazie-

Mentre i due camminavano, si misero a discutere di tutta quella storia. Tom ammirava molto Rachel e il suo incredibile coraggio. Pian piano rallentava il passo per allungare il tempo che avrebbero impiegato per raggiungere la casa di lei. Rachel se ne accorse, ma non disse nulla e si adattò al suo ritmo. Trovava Tom molto intelligente e, anche se timido, simpatico. 


Jack intanto raggiunse un bivio alla fine di quel sentiero. Da lassù aveva notato una strada isolata qualche metro sotto di lui e si era ripromesso di dare un'occhiata. Mano a mano che precorreva la ripida discesa, si accorgeva che luogo i lati della strada c'era qualcosa. All'inizio erano solo puntini, ma col tempo divennero evidenti: tombe. Si chiese cosa ci facesse lì un cimitero e proseguì fino a valle.

Le lapidi, accomunate soltanto dal materiale di costruzione, erano disposte in file ordinate sotto i possenti e alti alberi che circondavano tutta Rivertown. Jack lesse qualche nome per curiosità. Non conosceva chiaramente nessuno, ma voleva giusto capire se mai potesse scoprire qualcosa sugli abitanti della città in cui si stava nascondendo.

"Amato marito, padre, amico" "Gentile con chiunque" "Amabile in ogni suo aspetto" "Cara a tutti". Epitaffi come questi erano i più frequenti in assoluto. Jack ne dedusse che in quel paese tutti si conoscessero e anche bene. Dovevano essere delle persone ospitali e molto cordiali anche perché su ogni lapide, c'erano dei fiori freschi che rendevano il posto meno spettrale. Che gli abitanti avessero una tale cura per i defunti? Una donna colpì la sua attenzione. Era a qualche metro da lui e non lo aveva notato perché sembrava assorta nella sua riflessione su una persona in particolare, dato che non si muoveva da davanti la sua lapide. Improvvisamente Jack si ricordò della sua situazione e si rese conto del rischio che stava correndo stando lì, perfettamente visibile e riconoscibile. Proprio in quel momento la donna si voltò verso di lui. Si fissarono senza dirsi nulla. Jack era paralizzato dal terrore, sperò che non lo riconoscesse, che se ne andasse subito. Lei lo fece e senza dirgli nulla. Jack tirò un sospiro di sollievo. Si chiese di chi fosse la tomba che stava guardando. Lei ormai si era allontanata abbastanza e dato che non lo aveva riconosciuto, Jack cominciò a pensare di potersi avvicinare.

"Non farlo...ti farai scoprire" pensò una voce nella sua testa "Non farlo!", ma la curiosità del ragazzo lo vinse e così andò alla tomba. Quando le fu davanti rimase paralizzato dallo stupore.

"Qui giace Sarah Atkins. Un'amatissima moglie, figlia, amica"

Non poteva essere lei. Non sua madre, no. Cosa ci faceva a Rivertown? Eppure la fotografia la ritraeva sorridente, coi lunghi capelli neri che aveva passato al figlio. Era lei senza ombra di dubbio. Perché era lì? Lei non era morta a Rivertown. Lei.... Era la prima volta che Jack vedeva la sua tomba e lì per lì, la paura che lo colse gliela fece quasi odiare. Jack decise di fuggire. Quel posto ora lo terrorizzava, ma la misteriosa donna di prima, che silenziosamente gli si era avvicinata, gli chiese -Tu la conoscevi?-

Jack non aveva idea di cosa fare, se rispondere o no.


Rachel stava ancora passeggiando con Tom quando il walkie-talkie emise un suono. Sembrava che qualcuno stesse bussando. Panico. Ora l'avrebbero scoperta.

-Cos'è?- chiese Tom.

Lei gli fece rapidamente segno di stare zitto.

-Chi è?- chiese quasi urlando, sperano che la sua voce non fosse troppo distorta.

-Sono Derek, posso entrare?-

-No, aspetta un attimo-

Si mise a correre velocemente verso la casa, a cui non mancava molto. La raggiunse in fretta, meno di un minuto, e saltò per raggiungere la finestra, ma non ci riuscì. Tom, che fortunatamente l'aveva seguita, le diede una mano a salire. Rachel getto i walkie-talkie sotto al letto e aprì.

-Sì?- chiese nascondendo il fiatone.

-Tutto bene? Avevi una voce un po' strana-

-Sì, sto benissimo grazie-

-Ok- rispose lui comunque sospettoso e richiuse la porta. Rachel corse alla finestra e vide che Tom era ancora lì.

Sollevò un pollice in alto per dirgli "Missione compiuta" e lui ricambiò sorridendole.

-Ciao e grazie per avermi accompagnata- gli bisbigliò.

-Ciao Giulietta- le rispose lui scherzando. Rachel lì per lì non capì, poi si rese conto che lei si trovava alla finestra mentre lui era rimasto sotto. Non era un balcone, ma decise che andava bene lo stesso e sorrise divertita.

-Ciao Romeo- rispose e poi rientrò. Poteva definirlo il suo Romeo? Sperò che lui non si fosse spaventato e si sdraiò sul letto soddisfatta.

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