Guarigione
Erano passati quattro giorni da quando Rachel aveva detto a Jack che se ne sarebbe andata e dall'operazione di Tom. Ormai Jack stava bene e poteva permettersi di alzarsi, così decise di raggiungere suo padre.
-Papà!- esclamò quando lo vide.
-Jack- rispose lui alzando lo schienale del letto premendo un pulsante -Come stai? Cosa ti è successo?-
Jack gli si avvicinò e si sedette sul suo letto accanto a lui.
-Sto bene. Ho corso come avevi detto, ma per proteggere Rachel ho deciso di farmi prendere. Insomma non potevo permettere a Richard di farle del male, lei non c'entra nulla con tutta questa storia. In ogni caso...beh per scappare mi sono rotto un braccio e mi sono ammalato perché mi sono ostinato a camminare sotto la pioggia nonostante il freddo, ma ora sto bene, non ti preoccupare-
Incrociò il suo sguardo e lo vide vuoto e spento.
-Papà stai bene?-
-Sì io sì, cosa ti ha fatto Richard? Come sei riuscito a scappare?-
-Ehm...nulla lui...ha tentato di strangolarmi, ma io l'ho destabilizzato e ho approfittato della fune allentata per scappare. La sedia a cui ero ammanettato si era incastrata nella porta e mi sono messo a tirare...finché non si è rotta insieme al mio braccio-
A quel punto lo sguardo di Michael si abbassò nuovamente e in seguito tornò a fissare la finestra.
-Per favore, dimmi che cos'hai, si vede lontano un miglio che non stai bene-
-Niente di cui tu ti debba preoccupare Jack...mi dispiace tanto di non averlo distratto abbastanza a lungo da permettere a te e Rachel di fuggire-
-E a me dispiace tanto per come ti ho trattato ultimamente. Sono stato un cretino e senza nemmeno una ragione precisa, mi dispiace tanto...-
-Non devi chiedere scusa, su certe cose avevi ragione-
-É per questo che sei così? Perché io ho detto che è tutta colpa tua?-
Michael non gli rispose subito, ma si alzò in piedi con un po' di fatica e gli appoggiò le mani sulle spalle, cosa che aveva la tendenza di fare quando doveva dirgli qualcosa di serio e doloroso.
-Io non tornerò a casa con te e non seguirò nessun agente da nessuna parte. Resterò qui a cercare Richard, mentre tu sarai lontano e al sicuro. Dato che sono io che ho iniziato tutto, è giusto che sia io a finire-
-Cosa?! No! Tu non puoi farlo, stai parlando di uccidere un uomo e-
-Ascolta: tutti i miei errori alla fine si sono riversati su di te. Ti ho impedito di vivere una vita normale, di conoscere il passato di tua madre e un uomo ha cercato di ucciderti più volte per vendicarsi di me. Finché ti starò vicino, tu sarai in pericolo. Ti voglio bene Jack, ma non posso più tollerare tutto questo. Tu devi smetterla di soffrire per colpa mia-
-Sei impazzito...tu sei decisamente impazzito! Papà non è colpa tua se un uomo ci sta inseguendo per ucciderci. Io non posso perderti! Nel bosco, prima che ci separassimo, io mi sono voltato per dirti una cosa, ricordi? Volevo dirti che non volevo che tu morissi perché io non posso vivere da solo, non sono capace di farlo-
-Mi dispiace Jack ma questa volta non cambierò idea. É la cosa migliore da fare-
-E se lui non fosse più qui? Se se ne fosse già andato?-
-Lo raggiungerò, ovunque si trovi. Con un po' di fortuna, sarà lui a trovare me- disse e intanto cominciò a rivestirsi con i suoi abiti normali.
-No questo non sei tu. Mi dispiace di averti accusato dell'omicidio di mia madre, ma ero furibondo con te e non sapevo che tu quel giorno non potevi essere con noi perché dovevi lavorare! Scusami, ti prego, resta. É vero hai sbagliato qualche cosa, ma come biasimarti! Avevi ventisette anni, non potevi far altro che recitare e in più un uomo ti voleva uccidere. Hai dovuto imparare tutto quello che potevi per i fatti tuoi. Hai fatto in modo che ricevessi comunque un'istruzione, che festeggiassi i miei compleanni e i miei natali sempre in compagnia. Hai fatto di tutto per rendermi felice e io lo sono stato, anche se a volte ce l'avevo con te perché non vivevo normalmente. Ti prego di non andartene ora. Lascia che siano altri a catturarlo. Tu mi hai protetto, permettimi di fare lo stesso con te-
-Jack...-
-Promettilo! Promettimi che resterai in vita e non ti farai uccidere da lui!-
-Adesso basta! Io ho fatto un errore tremendo quando non ho raccontato alla polizia di tutta questa storia quando tu eri ancora un neonato. Te l'ho già detto: sei tutto ciò di cui m'importa e il fatto che in ogni occasione quest'uomo ti porti a un passo dalla morte mi ha fatto aprire gli occhi. Non posso continuare a scappare e nascondermi davanti a lui perché potrebbe arrivare il giorno in cui lui vincerà e io ti perderò-
-Lascia che se ne occupino gli agenti dell'FBI!-
-Loro non sanno dove si trova, io credo di avere una pista-
-E allora dilla a loro!-
Michael allungò una mano verso la maniglia della porta, ma Jack si mise davanti a quest'ultima allargando il braccio sano come se potesse bloccare l'uscita. Michael lo fissò infastidito, ma Jack sostenne il suo sguardo.
-Tu resterai qui. Non diventerai un assassino come lui. Tu sei migliore-
Michael gli diede un abbraccio e Jack tremò. Non riusciva a fermarlo. Decise di cambiare strategia.
-Io ti odierò per sempre, se te ne andrai ora. Non vorrò mai più vederti, né sentire il tuo nome. Se e quando sarai in prigione, io non ti verrò a trovare, mai. Sono stato chiaro? Vuoi davvero che il tuo unico figlio, ti odi per sempre?-
-Preferisco vederti furibondo con me, piuttosto che spaventato, ferito e disperso chissà dove-
-Bene allora- disse spostandosi da davanti alla porta -Prego nuovo Michael, uccidi pure quell'uomo e con lui anche mio padre avanti-
Michael afferrò la maniglia e cominciò a girarla per uscire. Jack capì che ormai nulla avrebbe fermato Michael. Il suo cuore batteva all'impazzata e i suoi occhi erano colmi di lacrime scintillanti, così alla fine tentò l'ultimo azzardato tentativo di dissuasione. Afferrò Michael per la maglia e lo strattonò indietro, chiuse la porta e girò la chiave.
-Che cosa fai? Dammi la chiave-
Jack la strinse nel suo pugno -Se davvero vuoi uscire per uccidere quell'uomo, dovrai prima lottare contro di me-
Michael lo fissò incredulo. Quel ragazzino non poteva capire cosa volesse dire permettere a quell'uomo di restare in vita e di certo lui era più forte di suo figlio.
-Dammi la chiave-
-No...non gli permetterò di portarmi via anche te-
L'uomo sospirò. In quel momento capì che in entrambi i casi avrebbe fatto del male a suo figlio. Se fosse andato, lui lo avrebbe perso, se fosse rimasto però Richard avrebbe fatto in modo di trovarlo e ucciderlo, tuttavia, se avesse dato retta a Jack, avrebbe anche potuto tenerlo d'occhio personalmente e salvarlo lui se gli agenti non fossero bastati.
Cambiò definitivamente idea quando vide gli occhi scintillanti, ma furiosi di Jack. Stava facendo sul serio, avrebbe davvero lottato fino all'ultimo per tenerlo lì. Si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla testa.
-D'accordo- disse -Credo che tu abbia ragione, resterò-
-Davvero?-
-Se mai dovesse tornare, se saremo insieme, potrei aiutarti, nel caso gli agenti fallissero-
I due si riabbracciarono.
-Grazie- mormorò Jack.
Tom si risvegliò dopo una lunga e pensate dormita. Si sentiva decisamente sollevato da quando quel donatore misterioso aveva deciso di aiutarlo. Si era rallegrato del fatto che al mondo esistessero delle persone con un tale senso di umanità.
-Ciao Tom- disse Scott entrando.
-Hey! Che bello un volto familiare finalmente!-
-Come stai?-
-Meglio-
-Te la senti di rispondere a qualche domanda per l'indagine- disse tanto per giustificare la sua presenza.
-In realtà già altri due agenti mi hanno fatto delle domande-
-Ah, allora non si sono presi il disturbo di avvisarmi. Ricordi qualcosa che non hai detto a loro?-
-No...ho detto tutto-
-Bene...allora io vado...rimettiti presto-
-Aspetta-
Scott si fermò rallegrandosi sentendo quella parola.
-L'altra sera, tornando cosciente in ambulanza, ho capito che hai ragione: non posso buttare la mia vita in questo modo. Sei ancora interessato all'investimento? Così sembro sfacciato ma-
-Certo! Ci stai?-
-Prometto che ti ridarò ogni centesimo, lo giuro-
Scott sorrise.
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