Finale
-Jack, puoi dirmi cosa diavolo è successo con Alice?-
-Ha intenzione di uccidere mio padre domani al processo! Richard l'ha minacciata, ma io non...non sapevo, non riuscivo a distinguere la verità dalla bugia, io...avevo paura che fosse come Sharon!-
-Chi?-
-La vecchia assistente di mio padre, mi ha quasi ucciso-
-Ok...ehm...cerca di spiegarmi meglio-
Jack obbedì. Gli riassunse la conversazione con Alice, rendendosi conto di aver probabilmente esagerato.
-Ok- sospirò Scott -Ora capisco...hai superato il limite però con questa dannata pistola-
-Lo so, lo so...non volevo-
-Ha senso-
-Cosa?-
-Quello che mi ha detto lei al telefono...facciamo così: tu resta qui, io vado da lei a fermarla-
-Aspetta! Se non riesci a trovarla...almeno avvisa mio padre, cerca di spostare il processo-
-Tranquillo, ci penso io. Mi raccomando: resta qui e non muoverti-
Scott girò l'intera città in auto, passò a casa di Alice, al poligono, dalla polizia, in ospedale, ovunque, ma non c'erano tracce della donna. Era disperato perché non rispondeva più al telefono e temeva che fosse morta. Finì col passare davanti alla fattoria di Tom e decise di salutarlo prima di andare in tribunale. Lo trovò intento a sistemare un pezzo di staccionata.
-Hey-
-Ciao Scott! Cosa ci fai qui? Credevo fossi tornato a Quantico-
-In teoria...ho sentito che la persona a cui avevo affidato Jack ha avuto dei problemi ed è dovuta andare via, quindi eccomi-
-Ah...e chi era? Uno del posto?-
-Sì una donna, Alice Atkins-
-Questa mattina ho visto una donna camminare lungo la strada con l'aria scossa, aveva i capelli neri-
-Può darsi che sia lei...che ora era?-
-Credo le cinque, forse le sei-
-Ti alzi così presto?-
-In realtà non ho dormito molto, ma non importa-
-Ti trattano ancora male?-
-No io...Senti lei ha parlato con un uomo e sembravano quasi litigare-
-Chi era?-
-Non so-
-Dove sono andati?-
-Verso la statale...da lì chissà. Magari si sono fermati prima, c'è un motel lì vicino-
-Andrò a dare un'occhiata, poi parleremo del fatto che non dormi-
-Ma-
-A dopo-
E sparì esattamente come era arrivato. Tom non gli disse che il motivo per cui non aveva dormito era la sua vera famiglia. Ci pensava molto da quando aveva avuto l'incidente e desiderava davvero saperne di più.
Scott arrivò vicino al motel ed entrò per chiedere informazioni. Fortunatamente, Alice era vicino alla finestra di camera sua e lo vide. Scese per parlargli.
-É vero quello che mi ha raccontato Jack?- chiese lui dopo essersi assicurato che nessuno li ascoltasse.
-Le mie scelte, le mie conseguenze...non farò del male né a Jack né a Michael, ma devo togliermi da questa situazione-
-Devi andare alla polizia-
-Mi uccideranno se lo farò...non so come, ma non voglio scoprirlo. Se Richard vuole qualcosa, la ottiene, sempre e comunque-
-Io posso aiutarti, almeno tentare-
-Non mi farai cambiare idea. Ho un piano ed è la mia unica possibilità di salvezza-
-Potrebbero morire delle altre persone, innocenti almeno quanto te. Se non vuoi andare alla polizia, credo di avere un altro piano-
La mattina dopo, Jack si svegliò puntuale e cominciò a prepararsi per andare in tribunale. Quando afferrò la maniglia della porta per uscire la trovò chiusa.
-Ehi! Scott! É uno scherzo?!-
-É per il tuo bene, resta lì per il resto della giornata ok? Hai acqua e cibo ho visto. Io andrò al processo e ti riporterò tuo padre, tranquillo-
-Mi raccomando, deve tornare a casa-
Scott uscì. Superò senza problemi tutti i controlli necessari, prima di entrare nell'aula. C'erano poche persone perché era comunque presto. Andò in bagno e aspettò di essere solo. Da sotto un cestino dell'immondizia, tirò fuori un coltello. Lo nascose nella manica, tornò in aula e si sedette nella fila più indietro. Alice arrivò poco dopo, ma non lo calcolò, come avevano concordato. Le porte furono chiuse e Michael fu fatto entrare. Scott rimase senza parole. Aveva un occhio nero ed era depresso, non sembrava lui. Non alzava lo sguardo da terra e camminava trascinando i piedi. Tutto quello a cui stava pensando in quel momento era che Jack lo stesse fissando, vergognandosi di lui.
Il processo iniziò poco dopo. La giuria fu fatta entrare e il giudice fece esporre tutti i fatti. Scott cercava nella folla un sicario di Richard. C'erano diverse persone che attiravano la sua attenzione, ma non poteva coprile tutte. Ad un certo punto un uomo si voltò verso di lui, forse per controllare la stanza. Si soffermò per un po' su Alice. Scott si alzò e camminò fino a raggiungerlo tra i primi banchi.
-Dammi la pistola- gli ordinò puntandogli il coltello nella schiena.
-Di che parli?-
-Lo sai...dammi la pistola-
L'altro obbedì, come Scott si aspettava. Richard non doveva aver preso dei professionisti, non aveva più soldi per farlo. Ora doveva cercare gli altri, ma improvvisamente Alice si alzò e cominciò a camminare lungo il corridoio centrale. Non erano questi i patti. Scott spinse il suo ostaggio verso una guardia e le disse di arrestarlo immediatamente. In quel momento Alice tirò fuori la sua pistola e puntò verso Michael.
"Che sta facendo?" si chiese Scott -Ferma!- gridò e la tenne subito sotto tiro.
Il panico generale esplose, ma tra la folla che stava cominciando a fuggire, Alice fu in grado di sparare. Scott sparò a sua volta sia verso Michael, che verso di lei.
Michael sentì un dolore lancinante a una gamba e si abbassò. Alice cadde a terra, dove alcuni agenti l'arrestarono. Scott dovette subito dimostrare le sue credenziali, ma sapeva bene di essere nei guai.
Jack intanto stava cercando di far funzionare la radio che aveva trovato. Non riusciva a sentire nulla, non c'era campo. Si arrampicò su un armadio e, muovendo un po' l'antenna, finalmente udì una voce. -Ultime notizie- "perfetto" pensò tra sé e sé. Attese a lungo una qualunque notizia sul processo. Niente. Nemmeno un accenno. Rimase lì ad aspettare qualche aggiornamento. Suo padre era vivo? Scott lo aveva protetto? Alice aveva sparato? Attese. Le ore passavano e Scott non tornava. -Ultime notizie, il processo all'attore Michael Smith- "Finalmente" -è stato sospeso a causa di un attentato-
Jack impallidì. -Al momento si contano dodici feriti di cui tre gravi, nessun morto. Vi terremo aggiornati-
-Non potete lasciarmi senza altre informazioni!- gridò Jack afferrando la radio.
Feriti...nessun morto. E ora? Si alzò e andò alla finestra, aprendola. Era sceso molte volte da lì, ma ora Scott glielo aveva vietato. Sarebbe solo andato in ospedale, nulla di troppo rischioso.
Tom, dal canto suo, seguiva con attenzione la vicenda dalla televisione. Suo padre si era addormentato e russava respirando quell'incredibile puzza di alcool che era ormai parte di quella stanza. Lui odiava quell'odore. Chi erano quei tre feriti? C'era Jack tra loro? Scott? E se Scott fosse morto, lui come avrebbe fatto a rifarsi una vita? Chi l'avrebbe aiutato? Voleva saperne di più. Uscì di casa per dirigersi in ospedale. Lì c'era molta più confusione del solito. Molte persone sembravano provenire dal tribunale. Dicevano che nella fuga qualcuno li aveva calpestati o strattonati indietro. Rimase piuttosto colpito dalla scena. Decise di non lasciarsi distrarre e senza che nessuno lo notasse, entrò in uno dei corridoi.
-Scusi- chiese ad un'infermiera che stava correndo di là con delle bende tra le mani -Dov'è Scott Johnson? É mio padre- disse senza nemmeno immaginare di aver detto la verità.
-Là in fondo-
Tom corse verso quella porta. Quando entrò vide Scott in piedi che si stava rivestendo. Non poté non notare la sua cicatrice, proprio sul fegato, come la sua. Lì per lì non sembrò così importante, poi capì.
-Sei tu- disse -Tu eri il mio donatore-
-Cosa? Parli del tuo fegato? No non sono io, questa ferita è nuova. Me la sono fatta a qualche giorno fa, cadendo- rispose lui con una tale convinzione da fargli quasi credere che fosse così.
-Non mentirmi!- gridò Tom -Perché mi hai donato il fegato?-
Scott sospirò -C'era bisogno...io ero lì, ero compatibile-
-Non posso crederci. Tu non sai nulla di me! Mi offri una casa, di pagarmi gli studi fino alla laurea, mi doni il fegato...perché? Chi sei tu?-
-Ultime notizie: sembra che dei tre feriti gravi del processo, uno sia mancato pochi minuti fa. Presto vi diremo di chi si tratta e vi forniremo un dettagliato resoconto su ciò che accaduto. Restate con noi- concluse la radio.
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