É Colpa Tua

Jack era appena uscito dalla sala dove il medico lo aveva visitato, quando fu afferrato e stretto forte tra le braccia da qualcuno. Si trattava di Michael.

-Ahi, papà piano, piano!- disse. Le braccia dell'uomo stavano premendo contro alcuni dei lividi causandogli un dolore non indifferente. 

-Scusami, scusa. Dio sono così felice di vederti-

-Sì...-

-É stato quel mostro a farti quei lividi? Ti ha picchiato?-

-Sto bene-

Michael si accorse che qualcosa non andava. Jack non rispondeva quasi mai a monosillabi e sembrava seccato più che sconvolto.

-Sicuro? Mi sembri un po' strano-

-Non lo sono. Cosa ci succederà ora?-

-Non lo so...io credo che la polizia piazzerà alcuni poliziotti fuori casa...-

-Vado da Rachel-

-Aspetta- disse prendendogli un braccio -mi sembra evidente che c'è qualcosa che non va-

-Io...non è importante-

-Sì che lo è, andiamo non mi sembri stare bene-

-Perché non hai riconosciuto le lettere?- gli chiese freddo a bruciapelo.

-Ah ehm...cavolo. Mi aspettavo questa domanda, sono sincero. Non so cosa sia successo. La calligrafia, il modo di scrivere e alcuni degli eventi sembravano quadrare e...ci sono cascato-

Jack non riuscì a trattenersi -Beh sai che il tuo errore è costato la vita ad un uomo e persino io e Rachel saremmo potuti morire?-

-Lo so...mi dispiace molto per Derek-

-Io non riesco a capire come tu non abbia potuto riconoscere la sua scrittura! Come? Era o no la donna che amavi? Forse lo avrei potuto fare anch'io se tu mi avessi raccontato qualcosa di lei. Invece hai preferito tenere tutto per te, sempre. Non so nulla su mia madre e tu non mi concedi nemmeno di avere un ricordo di lei. E poi dimmi come può un uomo permettere che una donna che aveva partorito da poco e un bambino di tre mesi, andassero in giro da soli quando un uomo violento e pericoloso era sulle loro tracce? Come si fa?-

Michael non rispose e abbassò lo sguardo.

-Come si fa a tenere un figlio nascosto se avresti potuto denunciare Richard? Se tu avessi parlato alla polizia subito, noi non ci troveremmo in questa situazione! Invece eccomi qui. Ancora una volta in pericolo e non sono il solo. Rachel stava per morire annegata-

-Jack, calmati e ascoltami. Lo so che le decisioni che ho dovuto prendere dopo la morte di tua madre non sono state le migliori. Avevo paura che la polizia non mi avrebbe creduto o che Richard riuscisse a far ricadere la colpa su di me. Ero giovane e spaventato perché avrei dovuto crescerti da solo e c'era un uomo che ti voleva uccidere. Ho sbagliato...l'ho ammesso quando ti ho raccontato di tua madre in ospedale!-

-Chiedere scusa non basta. Non sapevo che mamma fosse di Rivertown, che avesse una tomba qui e che amasse questo posto. Tu me lo avresti detto prima o poi? O non lo sapevi nemmeno tu? Ammettere di aver fatto qualcosa di sbagliato è solo un minuscolo pezzo di ciò che si dovrebbe fare per farsi perdonare. E lo so perché l'ho imparato da poco a mie spese. Per colpa tua stavo per perdere una tra le persone più care che ho al mondo...e non so se potrò perdonarti per questo-

Michael rimase senza parole. Non credeva che suo figlio provasse un odio tale nei suoi confronti. La colpa lo raggiunse puntualmente sempre risalendo dalle viscere in cui si era annidata poco prima. Jack aveva ragione. Sarah era morta per colpa sua, Derek anche e persino Rachel aveva rischiato molto in più occasioni. Non sapeva come giustificarsi e nemmeno cosa dire per terminare quel discorso. Era inerme. Poi cominciò a capire che forse Jack stava reagendo in quel modo perché era terrorizzato da ciò che era successo. Chissà forse Richard doveva averlo picchiato violentemente, magari fino a stordirlo e lui avrà avuto paura di morire a causa dei pugni di un uomo...

-Mi dispiace- mormorò -mi dispiace per la tua amica e per tua madre. Io sapevo che tua madre era di Rivertown e te lo avrei detto ma tu sapevi già tutto grazie a quella donna. É un poliziotto sai? In ogni caso...lo giuro: le lettere erano indistinguibili dalla sua calligrafia io lo so. Non credevo che tu saresti andato da solo da qualche parte, ma-

-No? Non credevi che avrei letto ogni singola parola come se fosse uscita dalla bocca di mia madre? Come lo potevi pensare? Io credevo che fosse tutto vero. C'era scritto che lei mi voleva bene, che era una brava persona e che adorava quel posto. E dopo scopro che tutto quello che sapevo di lei era una bugia di Richard!-

-Jack lei ti voleva bene, ti amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. E poi non tutte le lettere che hai letto sono false. Jenna ha detto che lei aveva trovato il cofanetto sulla scena del crimine di tua madre e che se l'è tenuto. Dentro c'erano tre lettere e una collana. Io e tua madre l'avevamo comprata insieme per te, perché lei pensava che sarebbe stato carino che tu avessi un ricordo di entrambi che non fosse il ciondolo che avevo in mente io e che ti ho dato. Secondo me  Richard deve aver assunto qualcuno che fosse in grado di riscrivere delle lettere come tua madre, per questo le ho riconosciute come delle originali-

-Bene...ma questo non cambia il fatto che mamma sia morta per colpa tua-

Con quelle parole Jack aveva colpito Michael in pieno petto, nel suo punto debole. Su questo non poteva di certo giustificarsi. Lui stesso si riteneva responsabile della sua morte e si rimproverava di aver scelto una vita di clausura forzata per suo figlio. Jack se ne andò dopo quei pochi istanti di silenzio, mentre lui rimase lì, fermo immobile a cercare di capire cosa potergli dire in quel momento, ma non trovava nessuna giustificazione. Persino un sedicenne era giunto alla conclusione che tenere nascosta l'identità di un figlio era stata la scelta più assurda e stupida che potesse fare. Avrebbe voluto chiederle scusa, scusa a Sarah, scusa a Jack e anche a Rachel. In quel momento decise che avrebbe rimediato. Voltò l'angolo e vide Jack e Rachel parlare vicino alle macchinette.

-Scusate se vi interrompo, Jack devo parlarti-

-Io non-

Michael lo prese e lo sollevò da terra caricandoselo sulle spalle.

-Ma che diavolo fai?! Mettimi giù! Papà, mettimi giù!-

-Scusa Rachel te lo riporto fra un attimo-

La ragazza lo fissò sorpresa e leggermente divertita.

-Ma sei impazzito?!- gridò Jack appena lo mise giù.

-Sei diventato troppo pesante per questo- disse massaggiandosi la schiena dopo aver chiuso la porta della stanza in cui si trovavano.

Jack lo fissò seccato.

-Ascoltami bene. Tua madre è nata il 5 Aprile 1972 a Rivertown. Aveva una piccola casa nel cuore del villaggio e conosceva tutti. Questo posto è un buco e tutti i suoi amici e ragazzi della sua età andavano nell'unica scuola che c'è qui. Adorava fare lunghe passeggiate sui sentieri nei dintorni e le piaceva il campeggio. I suoi genitori si trasferirono in Irlanda quando lei era ancora una bambina, ma lei volle a tutti i costi rimanere qui. Era testarda quando voleva. Così la sua famiglia si trasferì e lei rimase a vivere da un'amica. Decise di dedicarsi alla recitazione quando aveva diciassette anni. Lei sentiva che quei momenti di lettura, montaggio, prova e spettacolo erano suoi ed erano magnifici per lei. Si sposò quando aveva solo venticinque anni e un anno dopo conobbe me. Tu sei nato il 16 Novembre del 1999 e lei è morta il 19 Febbraio 2000. Era giovane e stupenda. Io avevo ventotto anni quando lei se n'è andata. Mi dispiace se non ti ho parlato di lei, se ho sbagliato a prendere la decisione di nasconderti da Richard, ma non permetterti mai più di dirmi una cosa simile, perché tu sai che non è vero-.

-Cosa?-

-Quando tua madre uscì, anche io avevo qualcosa da fare. Lei andava dall'avvocato e io andavo a un provino perché dovevo cercare di guadagnare di più per mantenere voi due e darvi una vita stabile, senza perdere il mio piccolo successo. Io non ero ancora così famoso all'epoca! Ecco perché io non ero lì...perché io...io ho fallito- disse con voce spezzata.

-Papà...-

-Hai ragione tu. Non ti ho mai raccontato nulla su tua madre fino a quando non è stato necessario. É solo che il...il suo ricordo è-è pesante per me. Pensare che-che lei aveva tutta la vita e-e l'ha persa p-per m-me. Ok- inspirò -Mi calmo. É giusto che tu la voglia ricordare-

Jack si avvicinò a lui, ma non sapeva bene cosa dovesse provare. Odio? No. Lui aveva sbagliato, sbagliato tutto quello che poteva, ma ora era lì. Avrebbe potuto fregarsene di lui, abbandonarlo e togliersi da ogni impiccio, ma no. Era lì per lui, lo avrebbe salvato, si sarebbe sacrificato e lo aveva quasi fatto. Era vero. Lui lo doveva perdonare. Stava per aprire la bocca, ma la luce nell'ospedale saltò.

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