Chi sei tu?

Jack smise di sorridere quando vide le sopracciglia di Michael curvarsi. Si ricordò che Jenna gli aveva detto che lui non sapeva nulla delle lettere, ma avrebbe dovuto conoscerla no? Era l'ostetrica di sua madre.

-Papà, che succede?-

-Ti spiace farmi vedere quelle lettere?- Anche se la sua era una richiesta, sembrava quasi un'ordine.

-Perché? Che succede?-

-Io non ho mai sentito quel nome in vita mia-

Jack impallidì. Allora quella voce che gli aveva quasi gridato di andarsene via e non fidarsi, aveva ragione. Senza farselo ripetere entrò in casa, salì le scale e bussò alla camera di Rachel. Decise che non le avrebbe detto nulla di ciò che aveva scoperto. Non voleva farla preoccupare. La ragazza gli aprì tenendo il cofanetto tra le mani.

-Sapevo che saresti venuto a riprenderlo- gli disse.

-Grazie mille- rispose lui sorridendole e corse di sotto.

-Eccole- annunciò a suo padre -Tutte e otto, per il momento ne ho letta una-

Michael prese il cofanetto e l'aprì velocemente, poi prese la lettera numero uno e rimase piuttosto colpito. La calligrafia era identica, il modo di esprimersi anche e...sì, sembrava proprio opera di Sarah. Tolse tutto da lì dentro, ma non trovò nessun cip che poteva segnalare la loro posizione. La sua attenzione ricadde sulla collana.

-É troppo grande per un bambino!- aveva detto il sé di sedici anni prima.

-Dai è bella! Raffigura la spada della verità. Quando un giorno gli racconteremo della nostra storia, potrebbe essere significativa, no?- gli aveva risposto Sarah.

-Sì dai-

Tornò al presente. Era lì. Quella bella collana era lì.

-Quella donna ti ha detto come contattarla?-

-Devo scendere da qui e raggiungere il cimitero dov'è sepolta alle cinque. Lei sarà lì-

-D'accordo. La raggiungerò io, tu non ti muovere da qui, capito?-

-Fai attenzione...dì a Scott di venire con te-

-Non potrei. Tranquillo, ci penso io-

Jack lo fissò preoccupato, ma sapeva che non poteva opporsi.

-Almeno le lettere sono autentiche?- chiese timidamente.

-Sembra che sia tutto opera sua- rispose Michael ridandogli il cofanetto.

Dopo che Jack gli ebbe spiegato come raggiungere il cimitero, Michael si mise in marcia. La pioggia aveva reso il terreno scivoloso, ma questo non lo rallentò. Quando arrivò vicino alla strada, vide una macchina fermarsi e una donna scendere. Sembrava corrispondere alla descrizione che aveva fatto Jack. Respirò a fondo e si avvicinò con passo deciso.

-Scusi, lei è Jenna Fisher?-

-Sì...piacere di rivederti Michael-

-Peccato che io non ti abbia mai visto-

La donna smise di sorridere, ma non sembrava affatto sorpresa da quella risposta.

-Sarah non ci ha mai presentati, ma io sapevo tutto. Eravamo amiche-

-Tu hai detto a mio figlio di essere stata la sua ostetrica, ma non è vero-

-Certo che è vero! Io ho aiutato Sarah nel momento del parto-

-Non è possibile. Dimmi in che ospedale ha partorito?-

-L'unico che c'è qui-

-Sbagliato. Lei non si fidava dei medici amici di suo marito, quindi preferì partorire in casa. Ora faresti meglio a dirmi chi sei e perché stai cercando di spacciarti per qualcun altro-

-Io sono della polizia locale- ammise -e credo di doverle numerose spiegazioni-

Intanto Jack stava leggendo le altre lettere. Dato che erano autentiche, poteva fidarsi di quello che c'era scritto. Nella lettera numero due, Sarah si era descritta sia fisicamente che caratterialmente. Era alta con i capelli scuri e gli occhi chiari. La gente la definiva intelligente, ma lei si considerava nella media. Era simpatica, gentile e altruista. Aveva spesso dei terribili momenti di sconforto dovuti alla sua situazione, ma solitamente Michael riusciva a rassicurarla in poco tempo. "Che teneri" pensò tra sé e sé Jack "si volevano davvero bene" e improvvisamente ripensò a Meredith. Non gli era più capitato da quando era arrivata Rachel. Ripensando ai loro momenti insieme, si rese conto che, forse, la loro non era una vera relazione. Lei non lo voleva mai sentir parlare di quello che gli era successo, di sua madre, di Richard. Trovava quei racconti spiacevoli e la facevano stare male. Lui annuiva cercando di essere comprensivo, ma...a volte non poteva non parlarne con qualcuno, per togliersi qualche peso. Tuttavia con i suoi amici, Meredith era esattamente l'opposto. Quasi lo incoraggiava a parlare di quelle cose e si dimostrava amorevole e comprensiva. Perché? Perché davanti agli altri sì e da soli no? Decise che avrebbe chiesto a Rachel delle spiegazioni, sospettando che lo facesse per attirare l'attenzione. No. Quella decisamente non era una bella relazione. Decise in quel momento che appena sarebbe tornato, l'avrebbe lasciata. Nella lettera tre invece, sua madre aveva iniziato a parlargli di Rivertown.

C'è un posto in particolare, dove mi piace molto stare. Si tratta di un'altura, che si erge sopra un piccolo fiume. Da lassù si vede tutta la città e anche le vastissime pinete. La si può raggiungere facilmente attraverso il sentiero 15. Se mai dovessi capitare da quella parti, ti consiglio di dare un'occhiata.

Jack si convinse a raggiungere quel posto.

-Rachel! Ti va di venire con me?-

-Ehm, sì d'accordo. Perché vuoi andare in un posto così specifico?-

-Mia madre lo ha descritto in una delle sue lettere-

Bastò semplicemente questo per convincerla a seguirlo. Dato che questa volta non avevano intenzione di vedere Tom, decisero di chiedere a Derek se poteva venire con loro e lui, ovviamente, accettò.

-Michael! Michael- Scott lo stava cercando da un po' ma non c'erano tracce di lui in tutta la casa. Nella camera di Jack, che era già uscito con Derek e Rachel, trovò il cofanetto. Non sapeva che Sarah fosse di Rivertown, ma questo gli fece capire che Michael doveva essere andato al cimitero. Ma chissà dov'era. Non si perse d'animo e cercò una cartina. Quando la trovò, tracciò il percorso più breve e subito si mise a correre lungo la strada.

I tre stavano camminando da un po'. Il luogo che avrebbero dovuto raggiungere era in un punto un po' isolato, ma questo, per il momento, non era un grande problema.

-Ciao Jack- disse una voce maschile alle loro spalle.

Tutti e tre fecero appena in tempo a voltarsi, che subito Richard fece la sua comparsa, sparando a Derek. L'uomo cadde a terra e mai più si rialzò.

-Corri!- disse Jack a Rachel.

-Provaci avanti- sentenziò l'uomo puntandole una pistola addosso.

Nessuno dei due si mosse.

-Vieni qui- disse a Rachel.

-Scordatelo, lei non si muoverà da dov'è- riprese Jack, mettendosi davanti a lei per proteggerla.

-Se non lo farà io vi ucciderò entrambi-

Rachel spostò Jack e andò davanti a Richard, che le ordinò di voltarsi e, tenendole la pistola sulla nuca, le mise delle manette. -Ora siediti e non muoverti- obbedì.

-Allora Jack...ti starai chiedendo come ho fatto a trovarti qui...beh è stato quasi banale. Mi è bastato scrivere qualche lettera, imitando la calligrafia di tua madre e voilà. Ti ho fregato. Allora: dov'è tuo padre?-

-Non te lo dirò-

Un pugno lo colpì dritto in faccia facendolo sanguinare copiosamente dal naso. Non ebbe il tempo di rialzarsi che subito Richard lo schiacciò contro il tronco di un albero.

-Ascolta ragazzino in prigione ho imparato come uccidere con i pugni, è così che sono evaso...il punto è che tu mi servi vivo ma nulla mi vieta di prenderti a botte finché, stremato, non cadrai a terra.-

-Fai pure...non tradirò la fiducia di mio padre-.

Un pugno e poi un altro. Jack era già a terra. Come avrebbe potuto resistere ancora se già adesso crollava? Si voltò a pancia in sù e vide la mano di Richard afferrare la sua maglia e caricare un nuovo colpo, chiuse gli occhi. Lo colpì dritto sull'addome con un calcio in un punto più debole, come gli aveva insegnato Scott. Non era mossa molto forte, ma era astuta perché dal dolore Richard lasciò cadere Jack. Senza pensarci due volte, Jack lo colpì nuovamente sugli occhi, con un bastone che aveva individuato poco prima. L'uomo afferrò la pistola e iniziò a sparare, ma non riuscì a colpire nessuno dei ragazzi perché gli occhi ancora gli lacrimavano.

Jack afferrò Rachel e insieme iniziarono a correre fino a quando raggiunsero un precipizio sopra un fiume. Erano in trappola. Richard stava arrivando e loro sarebbero morti.

-Saltiamo!- gridò Rachel e si buttò nel fiume. Jack, non avendo scelta, la seguì a ruota.

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