ʂιx

"Jimin-ah puoi passarmi del rosmarino?" chiese il... gatto, intento a salare l'arrosto.

"Uhm?" Jimin alzò la testa dalle decorazioni dei dolci che stava preparando e lo guardò. "Non ho idea di dove sia, l'ho completamente rimosso..." disse portandosi una mano alla nuca, imbarazzato.

"Nel primo cassetto della dispensa, Jimin" alzò gli occhi al cielo Yoongi, trattenendo una risatina divertita.

"Come fai a...?" cercò di dire il giovane, confuso.

"I miei sensi sono più sviluppati dei tuoi, ricordi? Sono un gatto" sorrise e gli fece l'occhiolino.

"Oh, giusto..." borbottò Jimin alzandosi dalla sedia ed andando ad aprire la dispensa: come immaginato, del rosmarino era riposto in una piccola ciotola di vetro, che subito il ragazzo prese tra le mani. "Anche io voglio il tuo olfatto, non è giusto così" mise un lieve broncio mentre gli passava la ciotola.

Yoongi rise piano e lo guardò. "Chi lo sa, magari se ti alleni.." fece spallucce, prendendo del rosmarino e facendolo cadere con gentilezza sulla carne.

Jimin lo osservò a lungo, i lineamenti del suo viso, il suo corpo, la coda e le orecchie che spuntavano dalla sua chioma nera... cavolo, era davvero strano, strano e bellissimo.

"Hey, hai finito di farmi la radiografia? Devo concentrarmi per fare un buon pranzo natalizio, se continui a guardarmi non ci riesco" inarcò un sopracciglio Yoongi, arricciando il naso.

"O-oh..." balbettò il ragazzo, abbassando lo sguardo e arrossendo. "Scusa, è solo che... insomma, non è una cosa da tutti i giorni avere un ibrido in casa, sai? Con le orecchie e la coda... a proposito, sicuro di stare comodo con quei pantaloni?"

Yoongi mise il coperchio sulla pentola e si girò verso di lui, poggiandosi alla credenza. "Sì Jimin, non preoccuparti, non coprono la coda, quindi sto bene, sono molto comodi" sorrise leggermente.

"E stai bene? Non hai freddo? Posso alzare la temperatura dei termosifoni e-"

Il maggiore posò la mano sulla sua bocca e lo bloccò dal parlare. "Jimin, sto bene, questa felpa è molto pesante e anche i pantaloni, stai tranquillo" disse a bassa voce, sfiorando poi le sue labbra con la punta delle dita, guardandole intensamente e sorridendo con dolcezza.

Jimin sentì le proprie guance riscaldarsi ed abbassò lo sguardo, non sentendosi in grado di sostenere il suo. "Dovrei..." si schiarì la voce. "Dovrei finire di decorare i biscotti, Su- Yoongi"

"Non fa nulla se mi chiami Suga" ridacchiò il maggiore abbassando la mano per lasciarlo andare a decorare i biscotti. "Non mi dispiace per niente"

"Magari lo farò quando ritornerai gatto, quando sei in questa forma voglio chiamarti con il tuo nome, mi piace molto" rispose lui prendendo la sac a poche con la glassa colorata di verde.

"Anche a me piace il nome che mi hai dato, pure se non sono... bianco come lo zucchero" rise riprendendo la frase che pochi giorni prima Jimin gli aveva detto.

Il ragazzo rise insieme a lui e scosse la testa. "Non so come mi sia venuto quel nome, ma piace molto anche a me" disse poi, tornando a lasciare una scia di glassa lungo il contorno dei biscotti a forma di alberello.

Nel silenzio, Yoongi si avvicinò a lui e portò le braccia a circondargli i fianchi, abbracciandolo da dietro e facendolo sussultare.

"Hyung, ma che... che fai?" chiese il minore andando a fuoco.

"Ricordi che sono un gatto, Jimin?" sussurrò lui al suo orecchio.

"Sì, e quindi...?"

"E quindi ho bisogno di attenzioni..." disse strofinando il naso contro il suo collo. "Quanto ti manca?" si lagnò un po'.

"P-poco... solo due minuti, Yoongi" arrossì, chiudendo gli occhi a quel gesto così tenero.

Il maggiore sorrise leggermente e lasciò un bacino sul suo collo, inspirando il suo profumo dolce. "Bene Jiminie, metto in forno l'arrosto e poi andiamo sul divano? Mi fai le coccole?"

Jimin sospirò per poi annuire. "Sì Yoon, quante ne vuoi" disse poi, piegando leggermente la testa per baciargli la guancia.

Yoongi annuì e fece ciò che aveva detto, lasciando che il castano si concentrasse nel contornare i biscotti con la glassa. "Aish, perché deve essere così difficile?!" sbottò improvvisamente, quasi gettando via la sac a poche e facendo sussultare l'ibrido.

"Che è successo?" si girò il moro, un sopracciglio inarcato.

"Non ci riesco, ho fatto un casino" sbuffò tristemente Jimin, indicando un biscotto pieno di glassa verde. "Guarda che brutto.."

Yoongi trattenne a stento una risata, portandosi una mano a coprirsi la bocca e scuotendo la testa. "Ma no Jimin, mica vorrai buttarlo solo perché ti è venuto male?"

"Certo che sì, è orribile" mise il broncio lui.

L'altro negò nuovamente e si avvicinò a lui. "Spostati con la sedia un po' più indietro"

Jimin fece come richiesto, tirandosi indietro e allontanandosi dal tavolo,  un'espressione di stupore si formò sul suo volto quando il maggiore si sedette sulle sue gambe all'improvviso, girandosi verso di lui.

Prese il biscotto a forma di albero natalizio e lo morse, guardando il più piccolo. "Brutto non è sinonimo di cattivo, piccolo Jiminie" disse picchiettando il dito sulla punta del suo naso. "L'apparenza può ingannare, ma questo biscotto è buonissimo, assaggia" disse con un sorriso sincero.

Solo dopo aver osservato il ragazzo sulle sue gambe per vari istanti Jimin scosse la testa e capì cosa gli avesse detto.

Schiuse le labbra e lasciò che l'altro lo imboccasse, per poi assaporare il dolce fatto da lui stesso... in effetti era molto buono. "Mh... se è vero che l'apparenza inganna allora tu sei uno stronzo senza cuore?"

"Cosa intendi dire con questo, Jiminie?" fece un sorrisetto Yoongi, piegando le orecchie.

"Se è vero che non tutto ciò che è brutto è cattivo, se tu sei tanto bello magari sei stronzo" fece spallucce trattenendo un sorriso e portando una mano alla sua schiena.

"Quindi è così, uh? Sono tanto bello?" chiese guardandolo con i suoi occhi gialli e verdi, compiendo movimenti lenti e fluidi con la coda nera e andando a toccare con essa i suoi capelli.

"M-mh" annuì Jimin, catturato dal suo sguardo magnetico.

"Beh, sono anche gentile e dolce, pensavo ti fosse chiaro" si imbronciò allora. "Sono venuto a consolarti stanotte, e tu pensi che sia stronzo?"

"No, non penso affatto che tu lo sia Yoongi-ssi, stavo solo scherzando" rise piano il minore.

"Mh...meglio, oppure ti faccio i dispetti e ti graffio... oppure ti mordo" fece pensoso Yoongi, e Jimin quasi si strozzò con la sua stessa saliva.

Ma cosa...?

"Tanto non avresti il coraggio di farmi male se lo faccio da gatto" aggiunse poi.

Oh mio Dio, sospirò sollevato.

"Bene! Finiamo questi biscotti, così andiamo sul divano e aspettiamo che sia pronto il nostro pranzo natalizio!" esclamò battendo le mani ed iniziando a lavorare.

"Avrei dovuto farli io, non tu" si lamentò Jimin.

"Li ho fatti molto più in fretta io, vedi? Ne mancano solo altri cinque" rispose il moro, alzando le orecchiette che spuntarono tra i suoi capelli.

Il castano sbuffò e lo lasciò fare, finché non furono finiti i biscotti.

"Fatto" disse allora Yoongi mostrandoglieli felicemente.

"Come sei bravo hyung..." mormorò allora Jimin, invidioso del suo lavoro perfetto.

Yoongi sorrise e strofinò il naso contro la guancia morbida dell'umano, lasciandovi poi un piccolo e tenero bacio. "Noi ibridi gatti siamo molto perfezionisti, ci piace fare bene le cose" spiegò poi. "Ora coccole"

Jimin rise ed annuì. "Va bene, coccole" disse arricciando il naso e accarezzandogli la schiena. "Ma forse dovresti toglierti dalle mie gambe, non sei un gatto ora, pesi un po' di più"

"Giusto, scusami Jiminie" rispose lui alzandosi e correndo a buttarsi sul divano.

Il castano lo seguì e si sedette accanto a lui. "Allora, diventi un micio o resti così?"

"Non lo so, Jimin, cos'è più comodo per te?"

"Per me è uguale Yoongi, puoi comunque sdraiarti e poggiarti sulle mie gambe" fece spallucce il minore.

L'ibrido sorrise ampiamente e si accoccolò a lui, premendo la testa sul suo petto. "Allora va bene così" sussurrò sentendo la mano dell'umano affondare tra i suoi capelli, ed abbassò teneramente le orecchie, muovendo la coda per la felicità di quel momento.

"Mh... sono stato proprio fortunato ad essere trovato da te, Jiminie" mormorò chiudendo gli occhi e rilassandosi sotto il suo dolce tocco.

"Sono stato fortunato a trovarti, Yoongi-ssi" sorrise lui, per poi baciargli i capelli e tornare a coccolarlo.

Ed entrambi sapevano di aver perfettamente ragione.

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