𝟧 - 𝖯𝖺𝗋𝗍𝗂𝗇𝗀

"E basta con quel muso lungo!"
L'alba era sempre spettacolare avvistata dalla Casa. I raggi del sole riflettevano sull'acqua, specchiandosi in un tripudio di colori caldi e scintillanti, mentre il cielo si mostrava di color giallo paglierino.
Tutto era inondato di luce.
Svegliarsi presto era un'abitudine che Hozes e Toen avevano preso a fare sin da quando si erano conosciute quel giorno in Foresta. Era nata così, per puro caso, esprimendo tramite la presenza reciproca tutta la bellezza per quel momento della giornata. Da allora le due si incontravano e ammiravano i colori dell'alba assieme, sedute sull'erba del piccolo promontorio situato proprio lì, nella Base.
Mai una volta si erano date appuntamento a voce, semplicemente sapevano che si sarebbero incontrate e basta. Se così non fosse stato nessuna delle due ne avrebbe fatto un dramma: avrebbero aspettato il giorno dopo, o quello successivo, e l'alba sarebbe tornata di nuovo per esser ammirata assieme... magari accompagnata dai continui strimpelli di chitarra perpetuati da Hozes e dal suo voler, improvvisamente e incessantemente, imparare ad usarla.
Tuttavia era già da giorni, se non settimane, che Hozes percepiva nella sua migliore amica Toen qualcosa di diverso. Difatti sembrava persa, pensierosa, a tratti triste e sempre con la mente altrove.
Da sotto la sua maschera rossa a forma di viso di volpe Hozes sospirò: non ci voleva molto a capire il motivo dietro a tanta inquietudine, la conosceva così bene!
"Ascolta..." Disse mettendo via il suo strumento musicale. "Molti viaggiatori sono così: spariscono per settimane e nessuno sa dove siano o dove andarli a cercare. E poi magicamente, come sono scomparsi, eccoli riapparire."
Ma l'umore di Toen non si risollevò a quelle parole.
"Ho provato a cercarla, esattamente come mi hai detto di fare. Ho cercato la sua stella, l'ho pensata intensamente, ma niente. Ovunque sia, non riesco a raggiungerla."
Hozes la rassicurò accarezzandole una spalla.
"Non tutti i luoghi del nostro mondo si possono raggiungere, alcuni sono davvero irraggiungibili. Ma non penso tu debba crucciarti così. Non è stata lei a dirti che tu le piaci davvero tanto?"
Toen sbatté le ciglia più volte nel tentativo di non lasciarsi sopraffare troppo.
"Sì, ma quanto le posso credere?" Fiatò Toen incassando la testa tra le spalle. "Dopotutto non ho mai saputo nulla di lei, nè lei di me."
Hozes spostò lo sguardo in direzione del sole, lasciandosi accecare da esso.
"Non credo siano queste le cose importanti, sai? Ho visto legami crearsi qui senza aver bisogno di conoscere chissà cosa."
Fu allora che Toen le rivolse un'occhiata stanca e malinconica, in grado di lasciare Hozes con il fiato sospeso nell'attesa di ascoltare cosa volesse chiederle.
"Se ci fosse qualcosa che tu sai, ma di cui io non sia a conoscenza, tu me la diresti, vero Hozes?" Le sussurrò lasciandola di stucco. Quest'ultima allora si lasciò andare a un sorriso esasperato, per poi muovere convulsamente le braccia e mani facendo scuotere i lati del suo mantello, un gesto che implicava chiaramente a un abbraccio. Uno dei gesti più affettuosi che Hozes amava tanto ricevere da Toen; gesto che la più giovane non poté rifiutare dopo essersi gettata tra le braccia della sua, ormai, sorella maggiore.
Con movimenti circolari Hozes le accarezzò la schiena.
Toen annuì, lasciandosi cullare dal brusio dei primissimi viaggiatori intenti a popolare la Base. Il nuovo giorno stava per iniziare e con esso un nuovo viaggio. I più mattinieri stavano iniziando a radunarsi, alcuni in cerchio, altri in piena solitudine.
Tutti trepidanti di sapere quali nuovi missioni sarebbero state loro affidate dallo Spirito-Guida.
Senza una nuova stagione in atto, tuttavia, Toen stessa aveva perso la voglia di avventurarsi nei regni e aveva notato che per molti era lo stesso, lasciandosi andare e oziando loro stessi. Provò a convincersi che per Uselij doveva essere lo stesso e che, presto o tardi, l'avrebbe rivista ma più passavano i giorni più queste speranze si affievolivano.
Fu allora che vide due visi familiari arrivare alla Base. Parevano viaggiare in coppia: erano un viaggiatore e una viaggiatrice e dai loro abiti e accessori Toen capì che si portavano addosso un grande bagaglio di esperienza. A partire dai loro capelli, acconciati in doni rari; ai loro mantelli, tra i più costosi che si potessero comprare, Toen deglutì e pensò seriamente a quanto volesse fare in quel momento. Le sue gambe parvero muoversi da sole mentre balzarono giù da quella piccola rupe, lo stesso si poté dire mentre zompava verso di loro col cuore in gola. Lei con la sua pettinatura indiana, i capelli tirati indietro da un cerchietto dorato e il mantello bianco candido; e lui, con i capelli a punta sparati in aria elegante nel suo mantello nero pece.
Toen provò soggezione verso di loro, ma ormai si era già avvicinata troppo. Talmente tanto che la viaggiatrice le rivolse uno sguardo a tratti un po' austero.
Le sue parole vennero precedute per prime.
"Grazie per l'aiuto che ci hai dato quella volta nel Deserto." Asserì cortese ma seria la viaggiatrice, annunciando un rispettoso inchino a Toen.
Ora sì che ne aveva la certezza! Quei due erano i compagni di viaggio di Uselji, quelli che erano assieme a lei la prima volta che si incontrarono, intenti a bruciare la grande pianta oscura nata nell'acqua putrida del Deserto Dorato.
Stava per andarsene, lasciandola lì da sola come un ebete, perciò Toen la fermò prima che potesse farlo.
Quando la viaggiatrice la squadrò da capo a piedi, facendola sentire piccola piccola, provò la sensazione di voler scomparire all'istante. Sollevando il mento decise di affrontare le sue paure.
"Quella volta, assieme a voi, c'era un'altra viaggiatrice." Udì la sua voce che stava quasi per spezzarsi. "Lei... io non riesco più a trovarla..."
"Uselji è andata a morire nell'Eden. Pensavo te l'avesse detto."
Quelle parole, pronunciate con calma e freddezza, ebbero su Toen l'effetto di una doccia fredda e gelata.
Lei non sapeva nulla dell'Eden perché non ci era mai stata, e tra i viaggiatori era considerato proibito dare troppe informazioni su questo famigerato Occhio dell'Eden, ma morire? Era per questo che veniva considerato il "viaggio finale?"
Qualcosa fu visibile sul suo viso, dato che la viaggiatrice proseguì a parlare incurante della tempesta che stava investendo Toen in quel momento.
"Se riuscirà a superare l'Eden ritornerà. Ma fino ad allora puoi considerare Uselji come un'anima persa."
"Godoxof!"
A interromperle fu il viaggiatore, che fino ad allora era rimasto in silenzio e in disparte.
"Stai esagerando." Esclamò alla compagna. "E non va rivelato ai nuovi arrivati che cosa attende loro nell'Eden." Le ricordò.
Godoxof si fece piccola ritirandosi in disparte.
"Hai ragione, Esajeni." Sussurrò con dispiacere, abbassando gli occhi a terra. "Non riesco proprio a ricordarmi come si parla ai neonati."
Lui le fece un cenno con il capo, dopodiché riportò la sua attenzione a Toen.
"Se quando Uselji tornerà sarà anche riuscita a trovarti, allora puoi stare tranquilla che vi ritroverete."
Le due creature chiamate Godoxof ed Esajeni si presero per mano e varcarono assieme il portale che conduceva proprio all'Eden, lasciando Toen da sola e inerte.
Tuttavia, in quel momento, non le importò cosa e dove fossero diretti in quanto la sua mente stava cercando di elaborare quanto le era stato appena detto per quanto poco potesse essere.
La sua conoscenza dell'Eden era nulla, tuttavia non poteva aver travisato la parola morire. E quell'ultima frase che le era stata rivolta? Esisteva forse il rischio di non rivedere mai più Uselji?
Le vennero i brividi e una sensazione di panico si propagò lungo tutto il suo corpo. Cercò Hozes, ma non la trovò; attorno c'erano solo viaggiatori a lei sconosciuti. Pur con la mente in subbuglio provò a fare chiarezza nei suoi pensieri e trovò il collegamento con la sua sorella maggiore. La pensò intensamente, ed ecco che la zona sociale della Foresta apparve davanti ai suoi occhi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top