4 - 𝑉𝑖𝑒𝑤𝑖𝑛𝑔
Quel giorno Mantello Rosso non era molto propensa a dedicarsi alla raccolta giornaliera della luce; piuttosto sembrava più amante del prendere il sole in cima al piccolo promontorio della Base, godendosi i raggi solari e il panorama delle acque marine illuminate da questi. Con cortesia declinò gli inviti di alcuni gruppi di viaggiatori, invitandoli a lasciarla in pace o ad andare in scoperta di zone nuove senza di lei.
L'ennesimo sbadiglio uscito fuori dalla sua bocca la diceva lunga sulla sua voglia di vivere la giornata; così tra un pisolino e l'altro non si era nemmeno accorta di qualcuno che le era venuto a sedersi accanto.
"Hozes!" Gridò spaventata, trovandosi qualcuno al suo fianco improvvisamente.
La creatura di Luce chiamata Hozes rise di gusto, portandosi la mano alla bocca.
"Sono già cinque minuti buoni che sono qui, seduta accanto a te." Le rispose annuendo e poggiando il mento sul palmo della mano.
Mantello Rosso considerava Hozes una sorta di sorella maggiore, nata un mese prima di lei. Le due si erano incontrate nei meandri della Foresta Nascosta, quando era ancora una neonata anonima che vagava alla ricerca del proprio percorso, infreddolita dalla pioggia e a rischio di vita.
Hozes l'aveva avvicinata, spiegandole la strada da percorrere e l'importanza nell'illuminare le varie fiaccole che si trovavano qua e in là, sotto agli alberi, per trovare un attimo di ristoro e ricaricare di energia le proprie ali. Ancora ricordava la sua prima frase quando la portò in quello che, tuttora, era il suo reame preferito: la Valle del Trionfo.
"Sono sicura che qui ti divertirai molto." Con questa frase la rassicurò, dopo averla tratta in salvo, e da lì siglarono la loro amicizia.
Quando l'aveva conosciuta portava una strana capigliatura di ricci alta quanto un cespuglio, ma ora aveva cambiato totalmente stile, tenendo i propri capelli corti e a caschetto. Molto spesso la si vedeva indossare una maschera a forma di volpe; in effetti una delle prime cose che le insegnò fu che esprimere il proprio aspetto all'esterno era un modo per esprimere se stessi.
Tuttavia Mantello Rosso si riteneva ancora una creatura dal profilo davvero ordinario; certo aveva lasciato allungare i suoi capelli di modo che le arrivassero fino alle spalle, quindi non portava più quelle orribili codine da bambina, ma il suo modo di vestire era davvero anonimo anche se era riuscita a ottenere un nuovo mantello dal colore rosa corallo e dalla forma simile a una conchiglia.
Corrucciò le labbra: viaggiatori veterani difficilmente l'avvicinavano vedendo il suo aspetto. In effetti era popolare tra di loro pensare ai più giovani come a una zavorra perditempo.
Hozes a confronto suo aveva molti più amici e conoscenti ed essendo anche una brava viaggiatrice non le era difficile trovare gruppi dove unirsi. Le aveva persino insegnato come addentrarsi dentro al spaventoso Regno del Deserto, mostrandole i modi per evitare gli attacchi dei draghi neri che lo popolavano.
"Mi sembra sempre tutto uguale." Si lamentò Mantello Rosso. "Giro per ogni reame alla ricerca di luce, ma le mie ali non sono mai cresciute."
La più grande la guardò con affetto e le scompigliò teneramente i capelli.
"Te l'ho già detto: il tuo viaggio qui non è finito, e quando sarai pronta le tue ali cresceranno assieme a te."
Ma quelle parole non la convinsero affatto, per questo si girò su un fianco per darle le spalle. Tutti i veterani con cui discuteva le dicevano sempre la stessa cosa, ma lei non riusciva a capire perché nessuno le parlava chiaramente.
Stava quasi per abbandonarsi di nuovo al sonno quando un'ombra in lontananza attirò la sua attenzione costringendola di scatto a sedere.
"Lei è qui!" Esclamò con stupore, guardando un gruppetto di giramondi appena tornati da chissà quale regno.
Hozes assottigliò lo sguardo per squadrare a chi la sua amica si riferisse.
"Chi intendi? Dici la misteriosa viaggiatrice senza nome che hai incontrato a Deserto e di cui mi hai parlato?"
Mantello Rosso annuì e la indicò: eccola là, infatti, con il suo solito sguardo serio e l'atteggiamento composto; persino naturalmente diversa da come la ricordava. Stavolta i suoi capelli erano nuovamente lunghi e legati in una treccia, portava nuovi calzoni alle gambe e aveva cambiato il suo mantello con uno brillante dal color ambra che le donava l'aspetto di una graziosa farfalla.
"Quanto è alta!" Commentò Hozes rammaricata. "Vorrei avere la sua altezza."
"Ogni volta è sempre diversa..." Mormorò Mantello Rosso a bassa voce e con lo sguardo abbassato; al suo fianco Hozes si alzò in piedi e la trascinò con sé.
"Dai! Vai a salutarla!" Le gridò entusiasta mentre la trascinava giù di sotto, dove si erano raggruppati la maggior parte dei viaggiatori presenti. "Lo so che sotto sotto volevi vederla di nuovo, non fai altro che parlarmene!" Concluse spingendola in avanti.
Nonostante Mantello Rosso provò panico e imbarazzo non riuscì ugualmente a liberarsi dalla stretta di Hozes, alla fine non farsi notare fu impossibile. Quando di fatto la scorse avanzò nella sua direzione posata e silenziosa, senza nemmeno salutare coloro che fino ad allora si trovavano assieme a lei in quel momento.
Mantello Rosso provò quasi soggezione, al punto da indietreggiare di qualche passo quando la vide ferma davanti a lei. Giunse persino le mani al petto esprimendo tutto il suo disagio davanti a tanta attenzione e silenzio.
"Ciao..." La salutò tenendo basso il suo profilo; con lo sguardo stava cercando Hozes, ma quest'ultima l'aveva abbandonata lì ed era andata a parlare con altri. L'aveva fatto di proposito, Mantello Rosso lo sapeva e per questo l'avrebbe ripagata in seguito.
"Non ci si vede da un po'..." Aggiunse quando notò che l'altra permeava a stare in silenzio.
Spostando il peso del corpo da un piede all'altro stava quasi pensando di offrirle un piccolo inchino per poi andarsene, ma non lo fece perché avvertì un tocco delicato sfiorarle la mano.
Gliel'aveva stretta, ma non l'aveva fatto con forza né con decisione. Assomigliava più al tocco delicato di un bambino che ti invitava a seguirlo. La lasciò fare e sincronizzò i propri passi assieme ai suoi.
Quasi rapita da quelle movenze così lente e delicate si lasciò guidare verso il portale che conduceva alla Cupola della Conoscenza, incurante di Hozes che aveva provato invano a chiamarla da lontano.
Non era riuscita a resistere a quel "vieni" che le era stato mormorato sottovoce, un invito simile a una supplica.
Nel corridoio della Cupola non aveva fretta nel camminare, né lo stava percorrendo balzando come aveva visto fare da tanti viaggiatori forsennati; Mantello Rosso non osò chiederle dove voleva dirigersi perché temeva che così facendo avrebbe spezzato la magia che si era creata tra di loro, fatta da passi lenti che calpestavano la pietra del pavimento e il silenzio assoluto. Questi si fermarono solo quando arrivate in fondo al corridoio della Cupola, laddove era presente l'ascensore per salire di piano in piano, videro viaggiatori distesi sul pavimento in piena contemplazione della sua immensa volta.
"Uno." Li contò. "E due..." Proseguì.
"Che cosa stanno facendo?" Domandò Mantello Rosso incuriosita.
"Non lo so..." Rispose l'altra prima di inginocchiarsi a terra e sdraiarsi supina anche lei. Mantello Rosso deglutì confusa e la imitò.
Sopra le loro teste, riflessa nei loro occhi, la grande vastità della Cupola in tutta la sua magnificenza. Mantello Rosso rilassò le gambe e le spalle, godendosi il freddo del pavimento contro la sua schiena. Ad accarezzarle le orecchie c'era l'assenza di rumori.
"Aaahh, che pace!" Esclamò stiracchiandosi. "Qui c'è davvero la pace che non puoi avere nel Deserto Dorato."
Al suo fianco udì una risatina divertita.
"Dico la verità!" Alzò un dito per disegnare invisibili cerchi nell'aria. "Ci sono spaventosi draghi e fastidiosi granchi..."
La risatina proseguì fino ad estinguersi e quando non fu più udibile Mantello Rosso si accorse che lei aveva girato il volto di lato, nella sua direzione, per guardarla direttamente negli occhi.
"Se un giorno io non dovessi più mostrarmi, per favore, ricordati che tu mi piaci davvero tanto."
Mantello Rosso scattò in avanti a quelle parole, mettendosi seduta per fissarla stupita e frastornata.
Perché mai avrebbe dovuto dire quelle parole e perché assomigliava tanto a un velato addio dette in quel modo?
"Oh, ma io... voglio avere altri momenti come questo con te." Mormorò non sapendo esattamente cosa dire e in che modo dirlo, poté solo abbassare lo sguardo per sfuggire.
"Tanti di noi ti staranno aspettando nel futuro." Commentò lei puntando di nuovo il viso contro al soffitto della Cupola, piegando le braccia sotto la sua testa a mò di cuscino.
Tuttavia Mantello Rosso non era affatto convinta di questo, pertanto si chiuse in se stessa avvicinando le ginocchia al petto e poggiando il mento sopra di esse.
"Presto partirò per l'Eden. Sarà un viaggio pieno di pericoli, una salita carica di dolore." Proseguì beata, un sentimento di accettazione era percepibile sotto di essi, al punto che persino Mantello Rosso lo notò. "Ma io non ho affatto paura, perché quando tornerò sarò più forte di adesso."
"Perché i viaggiatori sono tanto attirati dall'Eden? Non riesco davvero capirli... Eppure si sentono solo voci terrificanti su quel posto."
Ciò che ricevette in risposta fu soltanto l'ennesima, morbida, risata.
"Sai nel nostro mondo si dice che il primo nome con cui verrai chiamato sarà il tuo nome a vita." Mantello Rosso la vide sorridere pacifica mentre allungava il collo in alto perdendosi a guardare il buio e le stelle della Cupola. Infine spostò leggermente il suo corpo verso di lei in un atteggiamento totalmente amichevole e confidenziale.
"E Uselij è il mio nome." Terminò senza smettere di sorridere, ma Mantello Rosso aveva già sbarrato gli occhi e portato le mani al petto per lo stupore della scoperta.
"Io... Io sono Toen!" Esclamò di rimando. "Così mi ha chiamata una mia preziosissima amica dopo che mi ha salvato dalla pioggia acida della Foresta."
Uselij inclinò leggermente il capo e alzò una mano stretta a pugno verso Toen. Un gesto che aveva visto fare da alcuni viaggiatori tra di loro, anche se non era molto usato a discapito degli abbracci e dei batti cinque. Tuttavia Toen non ci pensò due volte a far schioccare il suo pugno contro le sue nocche.
"Incontrarti è stato destino, Toen." Asserì seria e quest'ultima annuì di rimando.
Infine, dopo quel pugno a mezz'aria, le due tornarono a Casa, ma Toen non poteva sapere che avventurarsi nell'Eden portava con sé il rischio di non potersi più incontrare.
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