Siempre sueñas con lo que no fue
Camminavano distanti l'uno dall'altro, in fila indiana. Lei col busto dritto e gli occhi indifferenti sulla strada. Eli si piantò davanti a un cancelletto arrugginito, iniziò a sorridere mentre dei sandaletti con i lucky charms attaccati gli correvano in contro.
"Eccola qui!"
Ivy perse le staffe al cambio di tono; non poteva guardare quella scena raccapricciante.
Solo sentire la ragazzina squittire le faceva contorcere le budella e non in senso buono.
"Andiamo?" chiese senza particolare gentilezza.
"Ma certo!"
Felicity la raggiunse, tendendole una mano, lei la prese riluttantemente, solo per lasciarla poco dopo. La minore non rimase nemmeno offesa: lei lo sapeva che sua sorella era così da quando era sua sorella.
*
Nonostante gli insegnanti lo sappessero ormai, Ivy e Felicty frequentavano comunque gli stessi corsi.
"Non ha rilevanza cambiare, Ivy, la vostra vicinanza è ininfluente sull'andamento scolastico e poi tu sei quasi al termine", le dissero quando lo fece presente in direzione.
Come se quello che le importasse fosse il voto, non di certo il bisogno di ricavare uno spazio per sé, lontana da quella novità arrivata a gamba tesa nella sua vita.
Così doveva passare anche troppo tempo insieme a quella ragazzina entusiasta della vita, la compagna di scuola a cui piace cantare nei musical e fare la protagonista nelle recite, quella ragazza dalla felicità un po' fastidiosa, come il colore giallo, che purtroppo non può odiare, perché ora era sua sorella.
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