CAPITOLO 2 - NOTIZIE SCONCERTANTI
Una volta arrivati in albergo, Kevin prese il telecomando sul tavolino posizionato vicino alla porta d'ingresso, accese la televisione tenendo il braccio teso verso di questa, e si sdraiò sul letto, mostrando un aria stanca ma appagata. Paul invece, si diresse in bagno.
«Faccio una doccia, Kevin!» borbottò.
«Fai fai. Io mi godo un po' di televisione Italiana»
«Ma se a stento conosci la nostra lingua» rispose Paul, ridacchiando mentre chiudeva la porta del bagno.
Kevin alzò il dito medio in direzione del bagno, per poi scostare lo sguardo verso la TV.
Smanettando con il telecomando, riuscì a selezionare i sottotitoli in inglese ed iniziò un frenetico zapping tra i canali, cercando qualcosa che potesse interessargli.
«Che palle!» esclamò.
«In Italia è davvero tutto così palloso? Nessun film interessante, nessun documentario, un porno magari?» poi continuò «Ehi Paul! Ti va un bel porno? Magari ti tira su! E non solo l'umore» disse ridacchiando tra sé e sé.
Stanco del solito zapping, decise di lasciar perdere, ridusse il volume per poi lanciare leggermente il telecomando sul comodo letto matrimoniale dove era steso. Prese poi dalla tasca il proprio smartphone, avviò uno dei tanti giochi e iniziò a cliccare lo schermo con fare concentrato.
Poco dopo, la porta del bagno si aprì, e Paul si diresse verso il letto con l'accappatoio addosso, che copriva il suo corpo ancora umido.
«Vai, il bagno è libero, Kevin» disse, strofinando un asciugamano sul capo, per asciugare i corti capelli che si ritrovava.
«Si, ancora un attimo, sto finendo questo livello!» rispose, senza dare troppo peso alle parole del suo amico.
Paul iniziò a vestirsi, infilandosi dapprima dei boxer neri e successivamente dei Jeans presi dalla valigia, precedentemente posizionata vicino al muro a pochi metri dal letto.
Mentre si vestiva, il suo sguardo finì sul televisore. Paul osservava la scena, socchiuse gli occhi come per cercare di leggere il labiale della giornalista, poi esclamò «Alza il volume, Kevin. Voglio sentire»
«Cosa? Ma sei un vecchio del cazzo?» rispose, volgendo lo sguardo alla TV.
«Che te ne frega del telegiornale? Vuoi sapere quanti soldi hanno fregato i politici questo mese?» continuò.
«Alza il volume Kevin, voglio sentire»
Sbuffando, il ragazzo prese il telecomando e alzo velocemente l'audio.
«Un avvenimento strano, il sindaco ha chiaramente rassicurato gli animi, sostenendo che i carichi sono del tutto sicuri e che non c'è nessun tipo di pericolo. D'altronde, tutti gli anni vengono importate queste merci e mai nulla è accaduto. Sono soltanto voci di corridoio, e tali rimangono. Ma passiamo allo sport, la squa...»
«Hai sentito che roba, Kevin?»
«Cosa?» replicò, continuando a fissare il telefono.
«La giornalista.. l'hai sentita? Parlava di qualcosa.. non ho capito cosa, non ho ascoltato la notizia completa.. ma stava parlando di alcuni carichi provenienti da chissà dove..»
«E quindi?» continuò Kevin.
«Non so.. ci sarà stato qualche problema se questi carichi sono finiti in TV, no?»
«Sisi» rispose Kevin, annuendo con fare del tutto disinteressato dalle parole dell'amico.
«Beata ignoranza!» replicò Paul, sorridendo e osservando il suo amico giocare.
«Senti, io scendo al bar di sotto. Tu fai una doccia e ci vediamo lì. E per l'amor di Dio, SMETTILA con questo telefono. Siamo in vacanza, maledizione!»
Paul si diresse verso la porta. Uscì, salutando Kevin con un "Muoviti" e, dopo poco, raggiunse il bar dell'hotel.
«Buonasera, posso avere un caffè?»disse, rivolgendosi al barista.
«Certamente» rispose il barista, sorridendo.
Paul posò il gomito sul bancone del bar, portando la mano sotto il mento e, con lo sguardo perso nel vuoto, ripensava a quello che aveva sentito poco prima in TV.
«Giornata pesante?» chiese il cameriere mentre si accingeva a servirgli il caffè.
«Nono, è solo che...»
«Solo che?» rispose il cameriere, osservando Paul nel tentativo di scoprire cosa volesse dire.
«Niente, forse mi fisso troppo sulle cose.. lasci perdere. Ah, e grazie per il caffè» rispose, sorridendo.
«Di niente» replicò il cameriere, tornando alle sue mansioni.
Paul continuava a riflettere su ciò che aveva sentito. Se fosse stata una sciocchezza da niente, non l'avrebbero trasmessa in TV o sbaglio? pensava tra sé. Dopo aver bevuto il caffè, si diresse verso uno dei tanti tavolini disposti dal bar per i consumatori. Prese un giornale che si trovava lì, ed iniziò a sfogliarlo.
In terza pagina, lesse un titolo raccapricciante "POCHI CONTROLLI SULLE IMPORTAZIONI, L'ITALIA RISCHIA". Paul si soffermò sull'articolo, e continuò a leggere "Un carico di cereali, proveniente dalla Thailandia, presenta un batterio pericoloso per la salute. Massima allerta tra i medici, ma il sindaco di Roma smentisce"
Cazzo, pensò. Un pericoloso batterio? Dei cereali che molto probabilmente saranno già in commercio a causa della negligenza del sindaco? I pensieri di Paul si facevano spazio nella sua testa e quello che aveva letto, aveva scosso e non poco il ragazzo.
«Ehi, Paul!»
Paul sobbalzò, girandosi di colpo.
«Cosa stai facendo? Ho interrotto qualche pensiero? Magari su qualche bella donzella che hai visto eh?» continuò Kevin, sorridendo.
«Nessuna donzella, idiota. Ascolta, devo dirti una cosa. Una cosa molto importante» disse Paul, con voce alquanto spaventata.
«Eh no, amico mio! Adesso andiamo a rimorchiare qualche bella Italiana! Magari quando torniamo, mi racconterai dei tuoi stupidi film mentali!» replicò velocemente Kevin, mentre si dirigeva all'uscita dell'albergo.
Una volta fuori, Paul cercò di instaurare un dialogo con l'amico.
«Kevin, ascolta. Qui c'è qualcosa che non va. Ho letto sul giornale che...»
«TAXI!» urlò Kevin con il braccio alzato, in direzione di un taxi che stava arrivando proprio nella loro posizione.
«Andiamo a divertirci, Paul! E smettila di preoccuparti sempre così tanto!»
Kevin aprì la porta posteriore del Taxi e salì freneticamente in auto. Paul invece, si diresse verso l'altra porta, pensieroso e spaventato per le notizie precedentemente apprese.
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