CAPITOLO 13 - RIFORNIMENTI
Alle prime luci dell'alba, Kevin stava preparando uno zaino con tutto l'indispensabile per affrontare per la prima volta, una città corrotta da morte e distruzione.
« Siete tutti pronti? » disse Kevin, sistemando lo zaino sulle spalle.
« Noi si » risposero all'unisono Mike e Paul.
«Bene. Voi altri potete prendere la mappa. Prendete un borsone, metteteci dentro quanti più medicinali possibili. Ci servono soprattutto garze, acqua ossigenata, pillole, antibiotici.. insomma tutto può tornare utile. Una minima ferita, potrebbe scatenare una reazione inaspettata. Soprattutto perché non siamo del tutto sicuri di come si manifesti il virus » chiarì Kevin, rivolgendo lo sguardo ai volontari.
« A mezzogiorno, quando il sole è molto alto, dobbiamo ritrovarci tutti qui. Massima allerta, non possiamo permetterci errori! Se le cose si complicano, scappate!» continuò, dirigendosi verso la porta, seguito da Mike e Paul.
Kevin osservò attentamente per alcuni minuti il piazzale antistante all'hotel, per poi affermare « Abbiamo il via libera, possiamo andare. Forza! »
Anna aprì loro la porta, ed i tre uscirono fuori per la prima volta dopo diverso tempo. L'ambiente circostante sembrava totalmente diverso da come lo ricordavano. Il viale d'ingresso, circondato dal verde, mostrava evidenti chiazze di sangue, reduci probabilmente dall'attacco subito la sera prima dai non morti. Steppe ed erbacce si ergevano dal prato, ormai privo di qualsivoglia tipo di cura.
Pochi metri più avanti, la strada principale presentava una scena ai limiti della decenza. Diversi cassonetti ribaltati, alcune automobili lasciate per strada con ancora luci e porte aperte. Una colonna di fumo nero si poteva intravedere a pochi chilometri da lì.
I tre si guardarono intorno per alcuni secondi, poi Kevin esordì: « Andiamo, non abbiamo tutto il giorno. Dobbiamo muoverci. Restiamo uniti, non deve volare una mosca. Il minimo errore, potrebbe costarci la vita. Se quei mostri ci sentono, non tarderanno ad arrivare! » continuò.
Kevin provò ad orientarsi, cercando di ricordare le parole di Anna. Ad ogni singolo incrocio si fermavano, ben nascosti dietro il muro. Cercavano di carpire qualsiasi rumore e, dopo aver dato un'occhiata sulla strada, attraversavano velocemente e soprattutto silenziosamente.
Nel giro di venti minuti, dopo aver attraversato i due isolati principali, si ritrovarono all'ingresso del supermercato. Le porte erano chiuse, ed una barra di metallo ne impediva l'apertura.
« Cazzo, c'è una sbarra che blocca l'accesso. E ora? » sussurrò Mike.
« Non lo so.. dobbiamo rimuovere quella barra nel massimo silenzio. » disse Kevin.
« E se dentro ci fosse qualcuno? Banditi ad esempio? Di questi tempi ci saranno sicuramente. Avranno razziato tutto, o potrebbero essersi accampati proprio nel supermercato » continuò Paul.
«Ragazzi, abbiamo bisogno di cibo. Dobbiamo entrarci per forza, con la massima discrezione. È l'unico supermercato in zona, e le scorte in cucina dell'hotel stanno finendo. Siamo costretti a farlo, purtroppo.» replicò Kevin, cercando di convincere anche i due.
Mike e Paul annuirono, e i tre si diressero verso la porta.
« Allora, faremo così. Paul, guardaci le spalle. Io e Mike cercheremo di sollevare la barra senza far rumore, ok? »
« Fate in fretta, prima ce ne andiamo da qui, e meglio sarà » disse Paul, dirigendosi qualche metro avanti per avere una migliore visuale della strada.
« Ok, al mio tre solleveremo le due estremità e faremo scivolare la sbarra attraverso i due maniglioni. Pronto? Uno, due e tre...»
I due sollevarono la sbarra, per poi farla scivolare via. Il silenzio assordante fu sopraffatto dallo stridio dei metalli, che entrarono leggermente in collisione.
I due si bloccarono immediatamente.
Si guardarono negli occhi per un istante, con uno sguardo colmo di paura. Dopo pochi istanti, poggiarono la barra sul suolo, stando ben attenti ad evitare altri rumori.
« Ce la siamo vista brutta, cazzo! » disse Mike.
« Speriamo non ci abbiano sentito » continuò Kevin.
Qualche istante dopo, Paul era di ritorno con passo deciso.
« Cos'è stato? » chiese, con aria incredula.
« L'asta di ferro. Stava per scivolarci e..»
«Basta. Entriamo! Ho sentito un rumore non molto lontano da qui. La vostra asta li avrà attirati. Non dobbiamo farci vedere, altrimenti ne arriveranno a decine! » disse Paul, frettolosamente.
« Cazzo! Entriamo, presto! » rispose Kevin.
Con una mano, spinse la porta che lentamente si aprì.
La scena che gli si presentava davanti era alquanto raccapricciante.
Diversi scaffali erano stati distrutti, altri ribaltati, altri ancora sul pavimento. La mercanzia era davvero scarsa. Pochissimo cibo in scatola e bevande quasi inesistenti.
« Sembra che ci sia già stato qualcuno qui, eh? » borbottò Mike.
Kevin chiuse la porta alle sue spalle e disse: « Ok, diamoci da fare. Cerchiamo di prendere qualsiasi cosa possa tornare utile. Dal cibo in scatola alla frutta. Mettiamo tutto nello zaino e filiamocela da qui » disse Kevin, inoltrandosi nel supermercato, subito seguito dagli altri due.
« Che puzza! C'è odore di sangue marcio qui dentro! » disse Paul.
« Già.. è strano. Tanto non dobbiamo restarci più del dovuto! » disse Kevin mentre posizionava nello zaino una scatoletta di Tonno, trovata su uno degli scaffali malridotti.
« Già.. però pens....» un colpo interruppe immediatamente la frase di Mike.
« Cos'è stato? » sussurrò Paul, guardando gli altri.
« Non lo so.. state attenti! » continuò Kevin, estraendo la pistola dalla tasca dei pantaloni.
Ad un tratto, un grugnito fece voltare i tre di scatto.
Un uomo, pieno di sangue, si trascinava a fatica tra gli scaffali, respirando affannosamente ed emettendo suoni disumani.
I ragazzi avevano il fiato corto. Il cuore gli batteva all'impazzata, non sapevano cosa fare. Un minimo movimento, un minimo rumore li avrebbe fatti scoprire.
L'uomo, lentamente, sparì tra gli scaffali.
« Cosa facciamo ora? » sussurrò terrorizzato Mike.
« Non ne ho idea.. » replicò silenziosamente Paul, anch'esso con voce tremante dalla paura.
« Ho un'idea... » disse poi Kevin, guardando i due....
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