CAPITOLO 12 - IL PIANO!

Il rumore dei pugni sul vetro iniziava a diventare assordante.
Due infetti stavano lentamente raggiungendo la vetrata, seguiti da un altro gruppo, attirati molto probabilmente dai lamenti.
« Allora? Quest'arma? » urlò Kevin verso Anna.
La ragazza si diresse velocemente verso alcuni cassetti chiusi a chiave della reception, ne aprì uno velocemente ed estrasse dall'interno una 9mm.
« Ecco, è l'unica che abbiamo. Non l'abbiamo mai usata, è qui solo per estrema sicurezza » balbettò Anna.
« È carica? Passamela, forza! » continuò Kevin, scuotendo velocemente la mano verso Anna, mentre lo sguardo era fisso sulla porta.
La ragazza si precipitò verso Kevin, e gli porse la pistola.
« Si, è carica. Ha soltanto 5 colpi, fai attenzione »
Kevin prese la pistola, estrasse il caricatore a cui diede un'occhiata, la riassemblò velocemente, tolse la sicura e la caricò come se fosse sicuro di quello che stava facendo.
« Hai mai sparato prima? » chiese Anna, stupita dalla maestria del ragazzo nel padroneggiare l'arma.
« Al poligono, qualche volta » rispose Kevin, mentre puntava l'arma verso l'ingresso dello stabile.
« Quanto ancora resisterà quel vetro? Quanto tempo abbiamo? » chiese.
« È un vetro in Plexiglass, resistente ad urti e proiettili. » rispose Anna.
Ad un certo punto, una delle clienti urlò, puntando il dito verso una delle finestre panoramiche: «Ci sono infetti alle finestre!!»
Paul si precipitò verso la finestra e chiuse frettolosamente le grandi tende bianche che ornavano la vetrata.
« Kevin, ci hanno scoperto. Ce ne sono minimo 4 qui! » disse Paul con aria visibilmente nervosa.
« Cazzo... e ora? » ribadì Kevin.
« Ci sono! » continuò.
« Anna, spegni tutto. L'insegna fuori, le luci esterne ed interne! Silenziate il televisore, dobbiamo far meno casino possibile! Forse, se non odono nulla, andranno via! »
Anna si diresse velocemente verso il pannello generale ed eseguì gli ordini di Kevin.
Il cameriere, prese il telecomando dal tavolo e spense la TV.
Adesso l'oscurità dominava nella Hall.
Tutti erano nel massimo silenzio, spaventati dai rumori dei pugni degli infetti dietro i vetri.
Ad un certo punto, un bagliore di luce comparve all'improvviso.
Anna aveva una torcia, con cui poté illuminare Kevin ed i clienti.
« Ottima idea, quella della torcia! » sussurrò Kevin.
« Fai sedere tutti di spalle al muro, lontano da porte e finestre » continuò.
La ragazza annuì, ed iniziò a trasferire i clienti dietro il bancone della reception.
« State tutti seduti senza fiatare! Magari, con un po' di fortuna, andranno via » disse Kevin, con un filo di voce.
Dopo qualche minuto, gli infetti iniziarono lentamente ad allontanarsi dall'hotel.
« L'abbiamo scampata, per un pelo! »
Disse Kevin, con aria sollevata.
« Già.. ma qui la situazione non mi piace! » replicò Paul.
« Si ma.. cos'hai in mente? Siamo completamente circondati. Non abbiamo alcuna possibilità di farcela. Siamo nella merda, Paul! » disse Kevin, posando la pistola sul bancone.
« Si lo so! Ma guardaci. Siamo più di 20 persone, con cosa? Qualche altro pacco di tonno e carne in scatola? Quanto pensi che potremo resistere così? » continuò Paul.
« Lo so, ma cosa proponi? Missioni suicide? Uscire e farci sbranare vivi? No caro mio! Non ci tengo a farmi sbudellare da qualche zombie! »
« Lo so.. ci serve un piano! Dobbiamo necessariamente trovare altro cibo, dei farmaci.. insomma abbiamo bisogno di provviste! Non possiamo rimanere bloccati qui ad aspettare la morte!» disse Paul, cercando di non incrociare gli sguardi impauriti e disperati dei clienti.
« Anna, hai una pianta della zona? Abbiamo bisogno di conoscere ogni singolo isolato, ogni singola farmacia e ogni singolo supermercato nel raggio di 3 chilometri! » disse Kevin rivolgendosi alla ragazza, intenta a rassicurare i clienti.
«Si, abbiamo una pianta.. ma purtroppo in zona abbiamo soltanto due supermercati e una farmacia. Considerando l'alta densità demografica della zona, non penso ci sia rimasto granché » rispose la donna.
« Non abbiamo altre chance, se non quella di provarci, almeno.. » continuò Kevin, immerso nei suoi pensieri.
Anna lo guardò poi si recò ad un armadietto vicino all'ingresso.
Lo aprì, portò la torcia tra i denti ed iniziò a cercare.
« Eccola » esclamò dopo pochi secondi.
« Perfetto, portala qui! Paul vieni, dobbiamo studiare un piano. » disse Kevin, rivolgendosi all'amico. Anna si diresse verso Kevin, e gli porse la mappa.
I tre si diressero su un tavolo, ed iniziarono a studiarla.
« Noi siamo qui. A due isolati c'è un supermercato. Per lo più alimenti, ma potete trovarci anche garze e cerotti, non si sa mai. Qui invece, trovate una farmacia. » spiegò anna, disegnando il percorso con l'indice della mano destra.
« Ok, alle prime luci dell'alba dobbiamo recarci al supermercato. Io, Paul e Mike andremo lì. Qualcuno si offre per ispezionare la farmacia? » esclamò Kevin, rivolgendosi ai clienti.
Tre uomini alzarono la mano, seguiti dal cameriere.
«Bene, allora. Dovrete prendere tutto quello che riuscite a trovare. Qualsiasi cosa potrà tornare utile. » continuò.
« Non ti sembra troppo pericoloso​, Kevin? Farli avventurare così, in una città ormai in mano agli infetti? » sussurrò Paul, stando ben attento a non farsi sentire.
«Devono farlo, Paul. Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto disponibile. Mi fido di loro, so che possono farcela. Non possiamo sperare di sopravvivere senza che nessuno si dia da fare... sii positivo, amico. Ce la faremo! » concluse Kevin, allontanandosi con un sorrisetto amaro.

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