{1}Chi sono io? (Pt1)
Rapunzel
Quel giorno pioveva a dirotto. Il cielo era grigio, come il mio animo.
Un grande ombrello nero si ergeva sulla mia testa, ma non serviva a molto: Le gocce di pioggia mi bagnavano i capelli, le guance e il lungo vestito color pece. Quella volta però non si mischiavano con le lacrime, no... Non avrei pianto. Non più. Potevo solo rimanere immobile e impassibile, pensando a quanto fosse stata ingiusta la mia vita. Ma si sa, non sempre si vive felici e contenti.
Avevo passato i primi 18 anni della mia vita rinchiusa in una maledetta torre, in prigione. Avevo passato i migliori anni della mia vita a servire una strega che approfittava di me, dell'unica cosa che avevo.
Poi avevo conosciuto Eugene, tutto era cambiato. Ero scappata, avevo ritrovato la sua famiglia, la felicità. Pensavo che le cose sarebbero potute solo migliorare.
Dopo due anni dal nostro matrimonio,però, Eugene era morto. Avevo sempre pensato di vivere insieme, avere dei figli, invecchiare insieme. Magari raccontate ai nostri nipotini le nostre avventure, farli giocare con Pascal.
Invece no, ero vedova a vent'anni.
Quel giorno si che avevo pianto, ma ero solo una ragazzina indifesa, ingenua, stupida e sognatrice. Tutti aggettivi che nella vita vera non fanno altro che rovinarti.
La mia unica consolazione erano i miei genitori, che mi avevano sempre asciugato le lacrime e tirato su il morale. Per cinque anni erano stati la mia spalla su cui piangere, la migliore compagnia.
Il Fato si era portato via anche loro.
In fondo mi sentivo in colpa per non star piangendo al funerale di mia madre e mio padre, ma non potevo permettermelo: Io ero la regina, non avevo il diritto di essere debole.
Ormai se ne erano andati via tutti, ma io ero rimasta lì, a guardare quelle lapidi, a rimpiangere momenti che sapevo non saranno mai più potuti tornare.
Tornai nel palazzo e mi sedetti su un grande trono che avevo in una delle mie sale personali, dalla quale potevo vedere tutto il regno, quel regno che tra pochi giorni sarebbe diventato mio di diritto.
Sentii qualcuno bussare alla grande porta.
-Avanti...
Entrò Julius, uno dei migliori consiglieri che mia madre avesse mai avuto: era anche quello che era lì da più tempo, mi aveva anche visto nascere.
-Principessa Rapunzel- Disse inchinandosi.
-Cosa c'è?
-Abbiamo avuto una lettera dalla famiglia Stone... Vorrebbero ottenere il suo consenso per un tè domani pomeriggio per discutere delle cose che lei sa già perfettamente...
-Oh, per l'amor del cielo! Cosa vogliono ancora!!! Tra una settimana ci sarà la mia incoronazione, PER GIOVE! NON C'È NESSUNO IN QUESTO STRAMALEDETTO REGNO CHE LO VUOLE CAPIRE!!!??? IO SONO LA REGINA. IO DECIDO. NON MI RISPOSERÒ MAI. NON CEDERÒ IL MIO REGNO IN MANO A QUEGLI INGRATI! Non basta tutto quello che papà aveva fatto per loro, no? Perché mi devono rovinare la vita più di quanto non sia già???
-Mi dispiace, principessa. È terribile vederla cosi e non poter fare niente...
-Dobbiamo solo resistere fino alla mia incoronazione. Una volta regina, nessuno potrà più dirmi niente.
-Il problema è che loro sono invitati alla cerimonia e...
-NON VOGLIO NESSUNA CERIMONIA. Si farà qui. Mi metteranno una corona in testa, mi benediranno, e basta.
-Ma...
-NIENTE MA. Ora vai! Non rispondere. Non meritano la mia attenzione.
-Come desidera...
Uscì dalla stanza e non potei fare a meno di sentirmi malissimo. Non dovevo trattare cosi anche lui. Non era colpa sua, non se lo meritava...
Come sarei voluta tornare ai tempi in cui ballavo felice in paese, con i miei lunghi capelli biondi... Certo, non sapevo di essere una principessa, di essere stata tenuta in trappola da una pazza, ma almeno ero felice. Ora mi rendo conto di tutto quello che avevo, di cui avevo bisogno. Ero al sicuro, al sicuro dal mondo. Magari non avessi mai compiuto diciotto maledetti anni! Magari non avessi mai incontrato Eugene, magari non fossi mai scesa da quella stramaledettissima torre! Quei pensieri erano come un martello pneumatico nella mia testa.
Andai a guardarmi nel grande specchio e, per un momento, rividi quella solare e gentile ragazza di un tempo, che aveva riempito di amore milioni di cuori.
-Dove è finita quella ragazza?- Chiesi al mio riflesso.
Lo sapevo, in realtà. Era morta cinque anni fa, insieme ad Eugene.
-Madre Gothel aveva ragione, il modo fa schifo
Riguardai di nuovo il mio riflesso, e solo una domanda si insinuò nella mia testa:
-Chi sono io?
L'unica domanda a cui non sapevo rispondere: Chi ero? Cosa ero diventata?
Corsi nella mia stanza, sbattendomi dietro tutte le porte che incontravo. Nessuno si sarebbe preoccupato, erano tutti abituati alle mie piccole "crisi".
Basta, non ce la faccio più a vivere così!
Decisi di andarmene. Se avessi passato un'altro giorno in quelle Quattro mura, sarei impazzita o addirittura morta. Non me ne importava più niente del regno, del popolo, dell'incoronazione, di niente. Volevo essere libera, libera di vivere quello che rimaneva della mia vita. Sarei rimasta sola? Forse no, forse sì, non lo so. Non ce la facevo più dei sorrisi falsi, le promesse che sapevo non avrei mai mantenuto, degli Stone. Al Diavolo tutti!
Presi una grande sacca e tutto quello che ci doveva essere dentro: cibo, acqua, la mia amata padella (@Gaian15 ahahahahahah #teampadella), il pugnale con cui Gothel aveva quasi ucciso Eugene, il pezzo di stoffa con la stella. Non sapevo perchè mi ero portata quest'ultimo, un presentimento forse.
Avevo altri due problemi: Quel maledetto vestito stretto con corsetto sottogonna e miliardi di cose che mi facevano sembrare un confetto nero e le guardie, ma l'ultima mi preoccupava di meno.
Aprii l'enorme armadio e cercai la cosa più comoda che avevo: il completo con cui andavo a cavallo, almeno con I pantaloni, mache mi ricordava terribilmente il vestito che indossavo il mio 18esimo compleanno: viola e rosa.
Sinceramente, non si abbinava molto al mio stato d'animo, ma non importava. Tra poco sarei stata di nuovo felice.
Uscii dalla finestra e corsi verso la stalla, dove Maximus mi stavea aspettando.
-Oh dai bello, non mi guardare così! Sai che devo farlo!- dissi guardando l'espressione del mio cavallo.
Lui nitrì in segno di risposta.
-Andiamo bello!!! Il destino ci aspetta!
E così cominciai a galoppare verso il bosco, lasciandomi tutto alle spalle.
Angolo Pazza
Ciaooooooo
Come vi va? A me bene, grazie.
Ebbene, ecco un'altra storia, solo per voi.
Spero che amiate I Big Four, perchè è di questo che parlarà la storia!
Forse domani pubblicherò un'altro capitolo!!!
BaCi...
Betty <3<3<3 :)
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