47. Gli imprevisti ci sono sempre

«Ferme un attimo» disse Derek, fermandosi.
Avevamo deciso di tornare umani e stavamo camminando verso casa.
«Ho sentito un odore» aggiunse prima di sollevare il viso verso il cielo e iniziare ad annusare ossessivamente l'aria.
Sarà la mia ansia. Pensai mentre Renesmee mi afferrava la mano, agitata.
«È un vampiro» decretò dopo un attimo.
«Bene. Chi?» chiesi pensando ad uno dei Cullen.
«Non lo so» rispose il licantropo e poi sbuffò «L'ho perso» disse con un velo di irritazione nella voce.
«Come hai fatto a far perdere le tue tracce così bene?» chiesi a Renesmee. Avrebbero già dovuto raggiungere la bambina, lei era meno veloce dei vampiri.
«Sono andata nel fiume, ma probabilmente loro non ci hanno pensato. E zia Alice non mi vede bene» sorrise orgogliosa.
Accennai un sorriso e le lasciai la mano, per poi annusare in giro cercando l'odore di cui aveva parlato Derek. «Ne sei sicuro?» chiesi non sentendo assolutamente nulla.
«Sì. Era un sentore lontano... È arrivato qui un attimo e poi è andato via. Sarà cambiato il vento o si è spostato il vampiro».
«Vado a vedere. Restate qui» dissi camminando verso una direzione imprecisata. Non sapevo da dove poteva essere arrivato l'odore che aveva sentito Derek.
«Vengo anch'io» disse proprio il lupo.
«E anch'io» aggiunse Renesmee.
Sospirai e poi annuii, iniziando a camminare. Non sentivo altri pensieri oltre ai miei, quelli di Derek e quelli di Renesmee.

Camminammo in silenzio per un po', finché non mi immobilizzai. Davanti a noi c'era un'enorme roccia e da dietro di essa stavano uscendo otto figure vestite di nero. Quattro le conoscevo, sfortunatamente, più che bene. Mi voltai verso Renesmee che, terrorizzata, ricambiò il mio sguardo. «Scappa» le dissi a bassa voce «Torna a casa il più in fretta possibile».
«E voi?» chiese lei.
«Tu scappa. Noi ti raggiungeremo».
I vampiri in nero si avvicinarono. «Aro ci ha mandato a prenderti, Chiara» disse quello biondo, Demetri «E, visto che è qui, anche la bambina».
Renesmee arretrò leggermente.
«Se ci seguirete senza ribellarvi, non vi succederà nulla di male» continuò Felix, il vampiro grosso e muscoloso quasi quanto Emmett.
«Perché dovremmo venire?» chiesi cercando di apparire calma.
Alice sicuramente avrà visto tutto... Staranno arrivando. Mi dissi.
«Aro vuole parlarvi» disse Demetri, mentre ancora si avvicinavano.
«Perché siete in otto per prendere due persone?».
«Non sapevamo se avreste posto resistenza o se ci sarebbero stati anche gli altri» rispose con ovvietà.
Ness... Scappa. Le dissi nella mente.
La bambina, immediatamente, corse via.
I quattro vampiri sobbalzarono e la seguirono con lo sguardo, tendendo i loro corpi per partire, come dei cani che vogliono inseguire una preda.
«Muovetevi! Prendetela!» urlò Jane e due di loro corsero dietro a Renesmee.
Vidi Derek passarmi davanti correndo, per poi saltare addosso ad uno degli inseguitori e trasformarsi prima di buttarlo a terra. L'altro si fermò e si voltò, indeciso se aiutare o meno il suo compagno.
Indecisione che si rivelò fatale: Derek gli saltò addosso e riuscì ad afferrarlo al collo. Dopo averlo bloccato a terra, gli staccò la testa, che rotolò fra le foglie secche.
«Derek, attento!» urlai e mi precipitai in avanti per aiutarlo.
Il primo vampiro stava per prenderlo.
Derek mi guardò per un attimo e abbaiò qualcosa, prima di afferrare il braccio del suo assalitore.
Qualcuno mi prese da dietro, avvolgendo le braccia attorno al mio corpo. Sentii contro la schiena un corpo solido e freddo e mi concentrai per trasformarmi.
Il vampiro, stupito, lasciò la presa.
Appena toccai terra, mi voltai e gli saltai addosso. Tutto divenne confuso, iniziammo a lottare, poi arrivò una sua compagna, volò via il braccio di qualcuno e Derek intervenne.
Una vampira si accasciò a terra, mentre lottava con il lupo dalla pelliccia scura.
«Vattene, Chiara!» sentii dire dai pensieri di Derek.
Assolutamente no! Gli risposi rimasi ad aiutarlo.
Eravamo più piccoli dei Quileute, ma, insieme, riuscimmo ad uccidere anche l'ultimo vampiro. Allora, Jane, Alec, Felix e Demetri, smisero di osservare e intervennero.
Derek si accasciò a terra, avvolgendosi su se stesso e iniziò ad uggiolare in modo disperato.
Capii immediatamente che era colpa di Jane e girai il muso per guardarla, mentre ringhiavo.
La nebbia nera di Alec, però, mi colse alla sprovvista e mi raggiunse, lenta a silenziosa. Provai a scappare, ma era troppo tardi. Venni catturata in un enorme vuoto silenzioso; non sentivo, non vedevo, non percepivo assolutamente nulla.
Quando tornai nel mondo reale, mi trovai bloccata tra le braccia di Felix e vidi Demetri con un ginocchio e una mano sul corpo di Derek, avvolto dalla nebbia nera di Alec. «Se ti farai tranquillamente portare a Volterra, non gli faremo nulla».
Sgranai gli occhi e smisi di respirare, tornando umana. Quella scena mi ricordava ciò che era successo con Andrea, anni prima.
Demetri sorrise compiaciuto e si allontanò, mentre Felix mi trascinava e io mi lasciavo trascinare, docile come un barboncino.
Alec e Jane ci seguirono in silenzio.
Poi un abbaio mischiato ad un ringhio mi riscosse dai pensieri e Derek tornò all'attacco.
Alec si girò immediatamente e colpì il lupo con un calcio. Sentii le ossa spezzarsi e un guaito di dolore. Poi Derek volò contro un albero e cadde a terra, immobile.
Non capivo se stesse respirando o meno e non sentivo i suoi pensieri.
Era svenuto o... No, non potevo pensarci.
«DEREK!» urlai sentendo le lacrime agli occhi. Mi divincolai, cercando di liberarmi.
«Bel lavoro, fratello» sentii dire da Jane a Alec e li vidi sfiorarsi appena le labbra. Poi notai la nebbia di Alec, mentre ancora mi divincolavo, e non vidi più nulla.

«DEREK!» mi sentii chiamare da Nicholas.
Quindi era stato tutto un sogno?
Cercai di aprire gli occhi, ma non ci riuscivo. Era così difficile e avevo la testa così pesante. Sentii il ragazzo buttarsi a terra vicino a me e scuotermi con forza.
«Derek... Ti prego» disse con la voce rotta dal pianto.
Perché doveva piangere? Io volevo solo dormire.
Il suo tocco, però, mi fece sgranare gli occhi e mi sfuggi un urlo di dolore.
«Derek! Stai bene?» chiese il ragazzo. Lo vidi preoccupato, il viso rigato dalle lacrime, e il bosco attorno a noi.
«Chiara...» sussurrai «Chiara!» esclamai rendendomi conto che l'avevano presa. Mi tirai su, sbattendo la testa contro quella di Nicholas. «L'hanno presa! Dobbiamo trovare i vampiri e dirglielo!» dissi al ragazzo, ignorando il dolore alla fronte. Vidi la smorfia di Nicholas, mentre si portava una mano sul punto colpito, e sospirai; la botta era stata piuttosto forte, ma non faceva male quanto il mio corpo.
«Derek... Sei in pessime condizioni» mormorò lui, osservandomi.
«Ho solo dei lividi. Le ossa sono guarite quasi del tutto» mentii.
«Derek...» disse ancora, ma io mi ero già chinato a terra.
Affondai una mano nel terreno e chiusi gli occhi, lasciando libera la mente. L'erba, il terriccio, l'aria, gli alberi ed il cielo divennero parte di me e riuscii a vagare, avvertendo e vedendo tutto. Trovai i Cullen con Andrea. Avevano appena trovato la bambina e stavano parlando di Chiara. Quella che vedeva le cose ci aveva visti, ma non in tempo. Tornai in me e mi trasformai, gemendo dal dolore.
Poi partii e sentii Nicholas seguirmi, mentre cercavo di non pensare al mio corpo che urlava di dolore e implorava pietà. «Derek! Dove vai?» esclamò.
Dai vampiri! So dove sono. Risposi.
Il lupo sbuffò, ma mi seguii.
Sorrisi. Sapevo che Nicholas mi avrebbe seguito ovunque.
Li trovammo poco dopo, mentre stavano venendo verso di noi. Si fermarono ed Edward, istintivamente, si portò Renesmee dietro la schiena. La bambina si divincolò dalla presa del padre e mi indicò «È Derek!» disse per tranquillizzarli «Dov'è Chiara?».
Tornai umano e vidi Andrea fare un passo verso di me, con il corpo teso ed i pugni stretti.
«Chiara... L'hanno presa» ansimai non tanto per la corsa, ma per il dolore atroce a qualsiasi parte del corpo. Ad ogni respiro sentivo le costole muoversi in modi strani.
Il vampiro mio rivale sgranò gli occhi.
«I vampiri dai mantelli neri, i Volturi» specificai.
Ma perché nessuno si muoveva? C'erano quasi tutti: quello che sapevo chiamarsi Edward ed era il figlio del loro Alpha, quella che vedeva le cose e il suo compagno e quello muscoloso.
«Dobbiamo andare a dirlo a Carlisle. Troverà sicuramente un modo per liberarla» disse il compagno di quella che vede le cose.
«Sì, Jazz! Andiamo a Volterra a fare la guerra!» esclamò eccitato quello muscoloso.
«Non è detto che serva combattere, Emmett» sbuffò il figlio del loro Alpha.
«Temo di sì, Edward» sussurrò quella che vede le cose «Ma non so ancora tutto. Ci sono troppi licantropi in mezzo».
«Perché eravate qui?» chiese Andrea, fulminandomi con lo sguardo.
«Perché Chiara voleva parlarti».
«E tu eri con lei? Perché?» ringhiò facendo un passo verso di me.
«Perché stava male. Avevo un brutto presentimento».
«E quindi avresti dovuto difenderla».
«Sì».
«Ma non lo hai fatto».
«Ci ho provato con tutto me stesso, ma non ci sono riuscito».
Andrea si buttò verso di me, ma venne tempestivamente bloccato dal vampiro muscoloso.
«Calmati. Lo ucciderai dopo. Adesso dobbiamo trovare Chiara» gli disse quest'ultimo, stringendolo.
Andrea si divincolò, soffiando come un gattino arrabbiato.
Mi venne da ridere, ma non lo feci per evitare di peggiorare la situazione.
Intanto, Nicholas atterrò, ringhiante, davanti a me. Accarezzai la sua pelliccia mentre un'aura di tranquillità si espandeva intorno a noi.
«Andiamo» disse quello che legge i pensieri e iniziò a correre, seguito dagli altri. Nessuno si preoccupò di me e Nicholas, ma lo seguimmo.

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«Quindi è vero?» chiese Carlisle, l'Alpha del loro branco, quando arrivammo a casa loro.
«Sì, i Volturi hanno preso Chiara» confermò Edward.
Vidi il lupo color sabbia, l'amico di Chiara, ringhiarmi contro.
«Non ho fatto nulla. Ho provato a difenderla, ma hanno poteri strani» mi difesi dopo essere tornato umano.
«Non importa... Le liti ora non servono» disse Carlisle, con tono pacato «Penso che dovremo andare a Volterra» ammise dopo, guardando Edward come per avere una conferma.

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E così ci stavamo preparando per andare a Volterra.
I vampiri sapevano che forse ci sarebbe stata una battaglia e il clima era carico di tensione. Nemmeno quello che controllava le emozioni stava facendo qualcosa per alleggerirla.
Avevano programmato qualsiasi cosa. Sarebbero andati, ad eccezione della bambina. «Dovete portarla a La Push. Lì sarà al sicuro con i licantropi» stava dicendo la madre a Jacob. «Bells...» mormorò lui, ma lei lo interruppe posandogli le mani sulle braccia -lasciate scoperte dalla maglia a maniche corte leggermente attillata, che metteva in risalto i muscoli da ragazzo pompato e pieno di steroidi-. Lui sobbalzò per il freddo. «Renesmee deve stare con te» continuò la vampira, dolcemente.
«Vengo con te» annunciò Nicholas avvicinandosi a me. Lo guardai e scossi la testa.
«No. Resti qui. È troppo pericoloso» dissi deciso.
«Non ti faccio andare da solo».
«Nic... Non puoi. E se ti succedesse qualcosa?».
«E se succedesse a te?» chiese lui.
Sospirai e posai le mani sulle sue guance. «Nic. No. Vai dal Branco, ma evita che ci raggiungano. Non voglio farli morire» dissi guardandolo negli occhi, avvicinando il viso al suo.
Il licantropo sospirò guardandomi. Involontariamente, si avvicinò a me, ma mi allontanai. Lo vidi mordersi il labbro inferiore e abbassare lo sguardo «Scusa» sussurrò.
Mi avvicinai e gli lasciai un bacio sulle labbra, casto e veloce. Lui sgranò gli occhi e sorrise. «Ora vattene a casa» mormorai dolcemente, accarezzandogli una guancia e ignorando le occhiate dei vampiri e dei licantropi. Sì, avevo baciato il mio migliore amico, e allora?
«Derek...».
«Qualsiasi cosa accada, promettimi che sarai felice».
«Sì, ma tu...».
«Proverò a tornare» dissi annuendo e lui sorrise, rubandomi un ultimo bacio che gli lasciai prendere.
«Ci conto» disse prima di allontanarsi.
Mi avvicinai ai vampiri pronti per la partenza, ma non seguii i loro discorsi. Stavo pensando a Chiara, a dove poteva essere, e anche al mio Branco. Avevo un brutto presentimento, non ero sicuro di tornare.
«È dura la vita, eh» sentii commentare a Nicholas. Lo guardai con la coda dell'occhio e lo vidi vicino al licantropo Seth, in forma umana.
«Cosa?» chiese lui confuso.
«Essere innamorati di chi non lo è di noi».
«Non... Capisco» mormorò.
«Ho visto come sei scattato quando abbiamo detto di Chiara... È come scatto io quando si tratta di lui» disse sorridendo, indicandomi con un cenno della testa.
Sapevo benissimo di piacere a Nicholas praticamente fin dalla prima volta che mi aveva visto, ma, anche se avevo preso l'idea in considerazione più volte, non ero mai riuscito a ricambiare il suo amore.
E adesso mi piace Chiara. Pensai sospirando.
Notai che i vampiri erano pronti e mi voltai un'ultima volta verso il mio amico, sorridendogli.
Non sapevo se l'avrei mai più rivisto e, anche per questo, gli avevo concesso ben due baci. Avrebbe avuto un ultimo ricordo felice.

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