4. Gli umani ci hanno scoperti?
«Dobbiamo iniziare a fare dei giri di ronda e fare più attenzione» esordì Sam senza preavviso. Le voci mentali erano piuttosto simili a quelle che avevamo quando parlavamo, ma la sua mi arrivò leggermente distorta dai pensieri di Jacob. Con la scissione dei branchi ci eravamo resi conto che solo due Alpha potevano comunicare tra di loro mentalmente, per noi altri era come se ci fosse un muro invalicabile.
«Perché?» ci chiedemmo tutti insieme.
Jacob sentii i nostri dubbi e li espose al grosso lupo nero che stava di fronte a lui. Un'altra caratteristica della comunicazione fra Alpha era che potevano dirsi solo quello che volevano, tutte le altre cose pensante involontariamente non trasparivano. Nel branco, invece, ogni minimo pensiero (anche quello più imbarazzante) era alla portata di tutti.
«Gli umani» rispose mostrando le zanne acuminate come rasoi «Molti sanno di noi».
Ci guardammo, sbigottiti. Eravamo stati attaccati da quella spara-freccie che forse era stata piazzata da un ipotetico cacciatore di licantropi, ma da un umano a molti umani il passo era lungo.
«Cosa? Come fai a saperlo?» chiese Jacob. Avvertivo la sua confusione che si sommava alla nostra nel flusso di coscienza comune.
«Stanno piazzando trappole» rispose Sam e lanciò un'occhiata a Paul, che fece un passo avanti.
Il lupo dalla pelliccia grigia e bianca iniziò a parlare, Sam trasmise le sue parole a Jacob che le comunicò a noi. Sembrava una sorta di telefono senza fili mentale.
«Stavo facendo una passeggiata con Rachel». Iniziò il lupo dalla pelliccia grigia Jacob ebbe un fremito sentendo il nome si sua sorella, quella che aveva scatenato l'imprinting in Paul.
«Sta bene?» intervenne Seth, quasi senza accorgersene.
«L'ho vista...» mormorò in risposta Jacob. Doveva essere un'affermazione per calmare Seth, ma era anche molto confuso. Perché sua sorella non gli aveva detto nulla quando era tornata a casa? In quel momento gli sarebbe piaciuto leggere nella mente come il succhiasangue Edward.
L'altro branco non si era accorto del nostro scambio di pensieri e Paul continuò indisturbato a parlare: «Ad un tratto, in un posto appartato, mi sono trasformato, ho corso con lei in groppa e, ben nascosta fra la vegetazione ho trovato una trappola, una di quella che usano per gli orsi». Ringraziai di non condividere i pensieri imbarazzanti e carichi di amore che probabilmente Paul stava emanando. Poi, una tagliola apparve nei pensieri del lupo. Rabbrividimmo, era decisamente enorme, più del normale. Sembrava di quelle per cacciare gli orsi.
«L'ho schivata per un pelo. Altrimenti adesso avrei sicuramente tre zampe!» continuò Paul, con foga «Tornando indietro ho fatto più attenzione e ho trovato altre tre o quattro trappole simili a quella. Non credo che fossero di un semplice cacciatore di orsi, secondo me voleva altro. Noi. Ad esempio».
«È possibile che qualcuno ci abbia visti» mormorò Seth, inclinando leggermente un orecchio.
«Facciamo molta più attenzione da quando siamo quasi stati scoperti quando davamo la caccia alle sanguisughe» rispose Embry. Le immagini di Victoria e di Laurent, due vampiri che avevamo ucciso molto tempo prima e che volevano uccidere Bella, vennero richiamate dai nostri ricordi.
Dei ringhi si levarono da quasi tutti i membri dei branchi. Probabilmente Jacob aveva trasmesso il nostro dialogo.
Sam, con un breve ululato di comando, ci richiamò all'ordine. Gli obbedivamo anche noi per esplicita richiesta di Jacob e anche per rispetto; un tempo era lui l'Alpha di tutti noi.
«Forse qualcuno ci ha visti qui, nella segheria» disse un giovane lupo. Si era trasformato a causa dell'arrivo dei testimoni che avrebbero supportato la causa dei Cullen contro i Volturi. Questi ultimi ci stavano per attaccare credendo che avessimo infranto le leggi creato un bambino immortale -ovvero un vampiro bambino, che, data la tenera età, non sapeva controllarsi ed era in grado di distruggere interi villaggi e far scoprire il segreto solo per un banale capriccio-. Per dimostrare che Renesmee era tutt'altro che questo, Carlisle aveva chiamato da ogni angolo del mondo i suoi amici vampiri e quasi tutti erano venuti a darci manforte. Di fronte a loro testimonianza e grazie ad Alice, che aveva portato un ibrido come Renesmee ma adulto e che aveva fatto vedere l'immediato futuro ad Aro, i Volturi si erano ritirati. Se ci avessero attaccati ci sarebbe stata una grande battaglia con gravi morti da entrambe le parti, ma loro avrebbero perso.
Osservai la pelliccia del lupo, marroncina con una stella bianca sull'occhio. Mi piaceva come abbinamento.
Non sapevo il suo nome, così come non sapevo quello degli altri che si erano trasformati in quel periodo. La presenza di vampiri attivava un gene particolare, presente in alcuni nativi della tribù dei Quileute, e questi diventano licantropi. Più vampiri significava più licantropi, e quella volta c'erano stati davvero tanti vampiri.
«Forse ci stanno spiando anche ora» suggerì un altro, con la pelliccia bianca macchiata di fango. Si guardò intorno, con gli occhi sgranati.
I loro pensieri ci vennero trasmessi da Jacob, che ci trasmetteva quelli di Sam, perché i giovani lupi facevano parte del branco di quest'ultimo.
È da secoli che non facciamo riunioni. Dissi scuotendo la testa. La segheria abbandonata dove ci trovavamo era da tempo il nostro luogo di ritrovo. Era al limitare del bosco e si affacciava sull'oceano. La zona -leggermente troppo fangosa- era ben protetta dagli alberi, dai tronchi tagliati e ormai marciti e dalle costruzioni. Se qualcuno ci avesse spiati, lo avremmo sentito.
«Noi non le facciamo» mi fece notare Leah, guardando con uno sguardo accusatorio Sam. Loro due erano felicemente fidanzati, un tempo, ma poi Sam si era trasformato e aveva avuto l'imprinting con Emily, la cugina di Leah. All'inizio Emily aveva rifiutato Sam per non ferire Leah, ma all'imprinting non si comanda facilmente. I due si erano fidanzati.
Leah, all'epoca, non sapeva ancora nulla dei licantropi e aveva odiato profondamente la cugina per avergli portato via il fidanzato. Anche adesso, conoscendo tutta la storia, non riusciva a perdonarli pienamente.
«Anche noi non facciamo riunioni da un po'» rispose il grosso lupo nero, stizzito. Era il più grosso del suo branco, ma era più basso rispetto a Jacob. Questo dipendeva dal fatto che lui fosse un Alpha solo perché era il primo ad essersi trasformato e tutti avevano iniziato a seguirlo; Jacob, invece, era un Alpha per discendenza, aveva più diritto di esserlo. Ephraim Black, il bisonno di Jacob, era stato l'ultimo Alpha prima che i licantropi si estinguessero per un po'. Aveva firmato lui il trattato di pace con i Cullen, poi loro si erano trasferiti e i licantropi non erano più apparsi... fino al loro ritorno.
«In effetti, ho sempre trovato molto... "in vista" questo posto» ammise Seth, supportando la sorella.
Annuii, anche se non ero pienamente d'accordo. Era ben protetta, ma troppo grande e ancora degli umani, per quanto disabitata.
«È una vecchia segheria abbandonata, non frega niente a nessuno di questo posto» rispose Jared, nel branco di Sam.
Paul e Jared erano stati i primi dopo Sam a trasformarsi.
«Probabilmente qualche umano ha parlato» disse Paul lanciandomi un'occhiata carica di significati. Non tutti avevano accettato la mia relazione con un umano.
Scoprii le zanne e ripiegai all'indietro le orecchie. Andrea non c'entra niente con questa cosa. Non azzardarti a metterlo in mezzo!
«Paul potrebbe aver ragione» disse Sam, calmo.
Ma perché ce l'avete a morte con il mio ragazzo?! Anche voi siete fidanzati con delle umane! Sbottai. Questa, però, non era la prima volta che affrontavamo il discorso "Andrea".
«Noi abbiamo un imprinting, è un legame più solido» ribattè Sam.
Ok, ma... Iniziai prima di essere interrotta.
«Basta!» ringhiò Jacob con le zanne scoperte. Fulminò Sam con lo sguardo, mettendolo a tacere.
Il lupo nero abbassò leggermente le orecchie ed incassò lievemente le spalle; dopo un brevissimo istante si eresse in tutta la sua statura e scoprì le zanne.
«Conosco Andrea e mi fido ciecamente di lui» disse Jacob guardando fisso Sam, ignorando la sfida appena lanciata. «Quel ragazzo non ci tradirebbe mai, neanche sotto tortura».
Grazie, Jake. Pensai.
«Sta di fatto che gli umani sanno di noi» ringhiò Paul affiancando il suo Alpha «E appena scopro chi è che ci ha traditi, lo faccio a pezzi!» esclamò mordendo l'aria. Le zanne si richiusero attorno al nulla con uno schiocco sonoro. Sarebbero state in grado di spezzare più ossa con facilità e in un sol morso.
Un'immagine scaturita dalla sua mente, che Sam aveva trasmesso a Jacob, mi colpì nel profondo. Sentii Jacob che si rimproverava per avercela trasmessa erroneamente, mentre vedevo Paul che immaginava di saltare addosso ad Andrea e di ucciderlo nel peggiore dei modi, squartandolo completamente.
Non ci vidi più dalla rabbia. Ringhiai e, con un salto, mi scagliai addosso al lupo grigio che stava ad una decina di metri da me. I licantropi Quileute erano alti come cavalli e muscolosi almeno il doppio, con zanne lunghe quanto l'avambraccio di un uomo, ma questo non mi impauriva. Ero grande solo come un lupo, ma questo mi permetteva di essere più veloce.
«Chiara, no!» sentii dire da Seth che provò a fermarmi afferrandomi la coda con le zanne, invano.
Presi alla sprovvista Paul e mi scagliai su di lui con la velocità di un proiettile. Colpii la sua spalla e riuscii a farlo cadere a terra. Rotolammo entrambi nel fango.
Dei ringhi si levarono da entrambi i branchi e la mia mente fu invasa da tantissimi pensieri che dicevano di fermarmi.
Non cercai nemmeno di entrare nella mia "mente privata", li ignorai e basta.
Non persi tempo e morsi la spalla di Paul, affondando le zanne nella sua carne, nel mentre che un intenso gusto di sangue mi riempiva la bocca e un istinto animale, accompagnato da una furia omicida, prendeva possesso del mio corpo.
Il lupo guaì e mi ferì con le gli artigli. Sentii un dolore al ventre, ma non mollai la presa, anzi, strinsi ancora di più i denti.
Era meglio non farmi arrabbiare e lo avrebbe sperimentato sulla sua pelle. Non era la prima volta che ci affrontavamo e questo mi permetteva di conoscere tutti i suoi punti deboli.
Jacob e Sam ci separarono sul più bello.
Il licantropo rossiccio mi allontanò afferrandomi con la collottola, per poi lasciarmi vicino a Seth.
«Chiara, basta!» ringhiò il mio Alpha. Ripiegai all'indietro le orecchie e fulminai Paul con lo sguardo, provando ad aggirare Jacob per tornare dal mio avversario.
«Chiara!» mi richiamò di nuovo all'ordine.
Mi scrollai di dosso il fango e smisi di ringhiare, anche se il mio sguardo era ancora fisso sul grosso lupo grigio. Passai la lingua sulle zanne, ancora lievemente scoperte, per pulire dal sangue e sorrisi compiaciuta.
Vidi Paul in atteggiamento di sottomissione, il muso che toccava il terreno fangoso e le zampe piegate. Sam stava sicuramente usando la voce da Alpha -un tono di voce particolare, che riusciva a sottomettere facilmente tutti i membri del branco-.
Jacob non usava strumenti simili, ci lasciava molta libertà; non avrebbe mai voluto essere un licantropo ed un Alpha, ma il destino aveva deciso così.
«Sam» disse Jake dopo un attimo, cercando di dimostrarsi sereno.
Il lupo nero si voltò verso di lui. «Sì?».
«Mi dispiace per questo inconveniente, ma Paul se lo meritava, posso assicurarvi che Andrea non c'entra nulla. Se qui abbiamo finito, noi andremmo».
Sam annuì. «Poi dovremo metterci d'accordo per i turni di ronda, ma potremo farlo anche da soli».
Jacob annuì e poi si voltò, per tornare dai Cullen.
Seth mi passò accanto. «Stai bene? Ho viso che Paul ti ha presa».
Sì, tranquillo, è solo un graffietto. Entro domani sarà già guarito del tutto. Risposi alzando la testa, orgogliosa.
«La prossima volta attacca Sam» mi suggerì Leah, sorridendo. All'inizio ci odiavamo ma, pian piano, stavamo diventando amiche.
Lo farò.
«Non se ne parla» disse Jacob «Non voglio di nuovo una guerra fra branchi».
Io e Leah sbuffammo, roteando entrambe gli occhi al cielo.
Una coda staccata non scatenerà una guerra. Borbottai giusto per dargli fastidio.
Jacob fece finta di nulla. «Leah, Seth, Quil ed Embry, tornate a casa, se volete. Io vado dai Cullen a riferire ciò che è stato detto».
I quattro licantropi interpellati annuirono.
Seth mi salutò dandomi una spinta con il suo muso enorme.
Persi l'equilibrio, colta alla sprovvista, e caddi a terra.
Il lupo dalla pelliccia color sabbia ululò di gioia, felice di essere riuscito nel suo intento, e corse via. Da quando si era unito al branco era il mio migliore amico e adorava farmi qualsiasi tipo di scherzo.
Prima o poi ti uccido. Lo minacciai nel mentre che spariva nel folto del bosco, tornando a casa sua insieme agli altri.
Seguii Jacob e, in poco tempo, arrivammo nei pressi della villa dei vampiri. Mi trasformai ed entrai in casa, poco dopo arrivò anche Jacob.
Andai in camera mia, per evitare domande sulla scaramuccia con Paul e lasciai a Jacob il compito di comunicare tutto a Carlisle e agli altri.
Ormai, licantropi e vampiri erano più che uniti.
~~~~~~~~~~
«Allora? Sei venuta per raccontarmi cos'è successo questo pomeriggio?» mi chiese Andrea parlando a bassa voce, appena entrai in casa sua.
Era tardi, i suoi genitori e Kanai'i stavano già dormendo e lui mi aveva fatta entrare dalla porta sul retro.
«Forse» mormorai.
Ci dirigemmo in camera sua, facendo il minor rumore possibile.
Non riuscivo a dormire, per questo ero andata a casa sua. «Comunque pensavo che ti avrei trovato addormentato» gli dissi sedendomi sul suo letto.
Andrea si sdraiò al mio fianco. «Non riuscivo a dormire» rispose «stavo leggendo» aggiunse indicando un enorme libro dalla copertina nera appoggiato sul comodino vicino al letto.
Non dovetti nemmeno leggere il titolo per capire che libro si trattava. «Le cronache di Narnia» sussurrai riconoscendo immediatamente l'immagine del leone. «Non lo avevi già letto?».
Andrea sorrise. «Già, ma adoro i fantasy».
Mi sdraiai accanto a lui. «A che punto sei arrivato?».
«L'ho appena iniziato».
«Ah».
«Ma adesso basta parlare di me» disse spostandosi per potermi guardare negli occhi. «Cosa avete fatto voi lupi nel pomeriggio?».
«Mah, niente di che» gli risposi evasiva «Sam voleva solo che tutti fossimo a conoscenza del fatto che qualcuno sta mettendo delle trappole contro di noi e bla, bla, bla».
Inarcò un sopracciglio e sorrise. «C'è qualcosa che non mi hai detto».
«Non è vero» risposi immediatamente.
«Oh, sì che è vero».
Scossi la testa, mordicchiandomi il labbro inferiore.
«Non sai mentirmi» sussurrò il ragazzo ad un palmo dal mio volto. Si allontanò, abbassò lo sguardo e prese a giochicchiare con il lembo della mia maglietta bianca a maniche corte.
Gli spostai delicatamente le mani, fingendo che quel contatto mi desse fastidio. Non volevo mostrargli la cicatrice che mi aveva lasciato Paul; Andrea si agitava sempre appena mi ferivo, anche se, per fortuna, possedevo una guarigione accelerata e qualsiasi cicatrice e taglio spariva velocemente.
«Cosa c'è di così top secret che non puoi dirmi?».
«Cose da lupi» mormorai. Era la scusa preferita di Jacob e spesso la usavo anch'io.
Andrea ridacchiò. «Non copiare Jake e il suo "cose da lupi"». Riprese a cincischiare con il lembo della mia maglia, aspettando una risposta.
Mi spostai, peggiorando però la situazione. La maglia larga si spostò mentre cercavo di rotolare su di un fianco proprio senza farla spostare e si scoprì leggermente la pancia.
La parte più bassa della cicatrice fu lì, in bella vista.
Immediatamente rimisi a posto la maglia, sperando che, nella penombra della stanza, Andrea non avesse visto nulla.
Il ragazzo però mi guardò con occhio critico e, delicatamente, spostò le mie mani e la maglia, scoprendo il segno della lotta pomeridiana. La cicatrice rosea non era troppo grossa, ma riuscì comunque a preoccupare l'umano.
«E questa cos'è?» mi chiese sfiorandola leggermente con le dita, scatenando dei brividi nel mio corpo.
«Nulla» risposi coprendomi nuovamente.
«Chiara...».
«È una piccola ferita, nulla di che. Domani sarà già più che guarita».
«Chi ti ha attaccata?».
«Paul».
«Perché?».
«Perché io l'ho attaccato, ferendolo ad una spalla».
«Perché?» chiese spalancando gli occhi, stupito.
«Perché è un idiota, contento?» risposi tagliente.
«Cos'ha fatto?».
Sospirai irritata. «Nulla».
Andrea inarcò un sopracciglio. «Se non ha fatto nulla, allora perché lo hai attaccato?».
Sbuffai. «Riassumendo i fatti: Sam ci ha detto delle trappole e che probabilmente gli umani sanno di noi, Paul ti ha accusato, Sam lo ha affiancato, Jake ti ha difeso, Paul ha minacciato di ucciderti se davvero fossi stato tu e io l'ho attaccato. Fine».
«E lui ti ha ferita...».
«Si è solo difeso, ma avrei preferito fargli più male. Se solo Jacob non mi avesse allontanata, avrei potuto cercare di ucciderlo io» mormorai, sentendo gli occhi che diventavano gialli e le zanne che premevano per mostrarsi, così come gli artigli. Quella visione era ancora impressa nella mia mente.
Andrea ridacchiò. «Mi piaci in questa versione aggressiva».
Scossi la testa. «Io invece no. Non voglio che tu veda il lato mostruoso che c'è il me» sbuffai calmandomi.
Si avvicinò un po' di più. «Smettila di definirti "mostro" te l'ho ripeto da secoli. Non sei un mostro».
Alzai gli occhi, ormai tornati normali, al cielo.
«Comunque ti ha ferita» continuò Andrea «Vorrei ucciderlo io».
Repressi a stento una fragorosa risata. «Non riusciresti nemmeno a sfiorarlo prima di essere massacrato».
Il ragazzo mi accarezzò una guancia. «Forse hai ragione...» mormorò «Ma mi basterebbe diventare un vampiro...».
«Non ci pensare nemmeno!» lo interruppi ringhiando.
«Ehi, tranquilla» disse sorridendo «Non dicevo sul serio».
«Sarà meglio» sbuffai. Ripeteva da tempo questa battuta, ma io ero assolutamente contraria per i più svariati motivi.
«Ma vorrei davvero ucciderlo per aver osato graffiarti».
«Diciamo che non avrebbe dovuto osare accusarti così. Ora siete pari».
Andrea annuì leggermente, pensieroso. Appoggiò la testa sul cuscino e rimase in silenzio.
Mi sdraiai di fianco a lui, guardandolo osservare il soffitto. Perché, improvvisamente, si era fatto così silenzioso?
«Ve ne andrete?» chiese ad un tratto, dopo una decina di minuti che mi erano sembrati secoli. «La verità, voglio solo la verità» aggiunse dopo un attimo.
«Andarcene? Perché?» domandai confusa.
«Se gli umani vi avessero davvero scoperto, se dovessero rivelare di voi al mondo intero o chissà cos'altro».
«Beh... per ora si pensa che sappiano solo dei lupi, non anche dei vampiri... non penso proprio che quelli del branco lascerebbero la tribù e non so cosa farebbero Carlisle e gli altri... quando se n'erano andati era perché Jasper aveva attaccato Bella ed Edward non voleva che lei rischiasse ancora la vita. Avevano usato come scusa, con me perlomeno, il fatto che, per gli umani, Carlisle avesse troppi anni rispetto a quelli che dimostra».
«Beh, tuo padre in effetti sembra leggermente più giovane dell'età che dice di avere e so che, prima o poi, ve ne andrete per questo motivo. Ma io adesso voglio sapere cosa farete in caso che qualcun'altro sappia del vostro segreto, mettendolo in pericolo».
«Non lo so» ammisi. «Per ora pensiamo che sappiano solo dei lupi. Non penso che ce ne andremmo per questo». Sospirai. «Non lo so» ripetei.
Andrea annuì, ancora pensieroso.
Guardai la sveglia sul suo comodino. «Forse è meglio se andiamo a dormire, domani abbiamo scuola ed è già l'una di notte».
«Già, hai ragione» rispose stringendomi a sé.
«Senti, Andre, vorrei darti una risposta precisa ma, davvero, non so cosa dirti» dissi sentendomi in colpa.
«Stai tranquilla» mormorò con un tono di voce più dolce. Mi diede un bacio sulla fronte. «Non è colpa tua».
Sorrisi e restai lì con lui.
Poco dopo, il respiro di Andrea divenne lento e regolare. Si era addormentato.
Decisi di restare lì e cercai di dormire anch'io, ma troppi dubbi e preoccupazioni si affollavano alla mia mente. E se i Cullen -o i licantropi- avessero davvero voluto andarsene a causa di questi possibili cacciatori? Cosa avrei fatto? Cosa sarebbe successo?
Una cosa era certa: non volevo abbandonare i miei amici e Andrea, ma non volevo nemmeno far rischiare qualcosa alla mia famiglia e al mio branco.
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