26. Ritorno a Forks

«Siamo arrivati! Siamo arrivati!».
L'urlo esultante di Renesmee mi svegliò. Aprii lentamente gli occhi e guardai fuori dal finestrino. Stavamo entrando in quel momento a Forks.
«Che bello, che bello!» continuò lei tutta felice.
«Ness, smettila, dai» rispose Jacob, ridendo.
«Oh, ma non posso. È bellissimo» rispose lei sorridendo. «Guarda, c'è la neve!».
«Anche da voi arriverà la neve» disse Seth ed io sbuffai.
«Tutta la neve che c'è resta acqua perché lì piove solo e soltanto per tutto l'anno. E l'acqua si trasforma subito in ghiaccio perché fa freddo. Niente neve e niente sole» risposi indispettita.
Nessuno rispose, per evitare di farmi arrabbiare ancora di più, ed io continuai a guardare fuori dal finestrino, in silenzio. Quando passammo davanti alla casa di Andrea, non riuscii a non stringere i denti. Era per colpa sua se eravamo dovuti andare via.

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«Arrivati!» esclamò Jacob poco dopo, mentre parcheggiava nel piccolo garage di fianco alla sua casa.
Tornai a sorridere e scesi immediatamente dalla macchina. Finalmente eravamo tornati a casa! Uscii dal garage e mi guardai intorno, riconoscendo ogni minimo dettaglio e odore di quel posto, anche l'arietta fresca e frizzantina dell'inverno.
Ero stata davvero tante volte a casa di Jacob.
«Andiamo?» disse proprio quest'ultimo, mentre si dirigeva verso casa sua con Renesmee in braccio.
Lei adorava stare appicciacata al licantropo.
Annuii e li seguii, affiancata da Seth, fino alla piccola casetta in legno con le finestre strette e verniciata di un rosso opaco, schiarito dal tempo.
Quando la porta si aprì, sorrisi ancora di più.
«Ciao, ragazzi» sorrise Billy, seduto sulla sua sedia a rotelle.
«Ciao!» esclamai correndo ad abbracciarlo. Mi era mancato anche lui, decisamente sì.
L'uomo mi accarezzò amorevolmente la schiena e poi mi lasciò andare. «Sei riuscita a tornare, alla fine» commentò sorridendo.
«Già» risposi ancora molto felice.
«Avete mangiato qualcosa?» chiese mentre ci lasciava entrare in casa.
«Sì, ci siamo fermati in un bar all'aeroporto» rispose Jacob, mentre entrava tenendo ancora Renesmee tra le braccia.
«Avete ancora fame?».
«No» rispondemmo tutti in coro, tranne Seth.
«Sì» disse lui, poi si guardò intorno, notando i nostri sguardi. «Che c'è? Ho fame» rispose ridacchiando.
Billy si mise a ridere. «Vieni, Seth, ho una bistecca che mi è avanzata dal pranzo».
«Posso andare a trovare Alexis?» chiesi poco dopo. «Glielo avevo promesso».
Jacob si strinse nelle spalle. «Certo» disse sorridendo. «Però fai attenzione».
«Sì, tranquillo» risposi prima di avviarmi verso la porta. «A dopo» salutai tutti quanti sorridendo e corsi verso casa di Alexis.

Passai per il bosco, senza trasformarmi per evitare di trovare i cacciatori. Seth mi aveva detto che erano ancora alla ricerca dei lupi giganti.
Non ci misi molto a raggiungere la mia meta e, quando arrivai, suonai immediatamente il campanello di casa sua.
La porta si spalancò subito.
«Chiara!» esclamò la mia amica dai capelli rossi, abbracciandomi.
«Ciao» risposi sorridendo, ricambiando l'abbraccio.
«Wow, non credevo che saresti venuta» disse allontanandosi. «Dai, vieni, entra» aggiunse spostandosi per lasciarmi passare.
«Sì, alla fine sono venuta sul serio» sorrisi entrando in casa.
«E per quanto resti?» domandò chiudendo la porta, andando sulle scale per salire al piano superiore.
«Beh, fino a capodanno, in teoria. Dovremmo partire il 2 gennaio, al mattino» risposi seguendola.
«Wow, resti qui un sacco di tempo!» esclamò mentre apriva la porta di camera sua.
«Lo so» sorrisi entrando. Mi sedetti sul letto con la coperta azzurra e mi guardai intorno. Era tutto così familiare. Le pareti arancioni, i peluche sparsi ovunque, i poster di band e cantanti famosi.
«Domani è la vigilia di Natale!» disse lei con il suo solito entusiasmo, mentre si sedeva vicino a me.
Ridacchiai «Sì, so anche questo».
«Tu che cosa farai?» domandò.
«Non lo so» ammisi «Penso che starò a casa di Jacob... ti farò sapere» dissi divertita. «Tanto potremo vederci anche altre volte».
«Sì. Ti prego!» esclamò lei «Tipo il 31, cosa fai il 31? Resti alla riserva alla festa?».
Annuii «Probabile».
«Perfetto! Veniamo anche io e Brian!».
Sorrisi, ma poi mi resi conto di una cosa. «E... lui?» domandai.
«Chi? Andrea?» Alexis sospirò «Non sta più con me e Brian». Fece una piccola pausa e poi riprese «Cioè, a parte l'altro giorno... è uscito con Brian».
«Ah, e sai perché?» chiesi curiosa.
«Più o meno... Brian non mi ha raccontato tutto, mi ha solo detto che Andrea, ad un certo punto, ha dato i numeri riprendendo a parlare dei lupi giganti, di licantropi e di vampiri».
Alzai gli occhi al cielo e strinsi i pugni. Volevo ucciderlo.
Alexis, però, non sembrò accorgersene e continuò a parlare: «Poi sono dovuti tornare in fretta a Forks perché Kanai'i, il fratellino di Andrea, era scappato di casa».
«Cosa?!» chiesi immediatamente «Ma sta bene? L'hanno ritrovato?».
«Sì, sì» rispose Alexis «È stato trovato due giorni dopo, ma non so se sta bene. Penso di sì. Andrea non ci ha detto nulla».
Annuii ancora leggermente preoccupata. Kanai'i era così dolce e carino, non volevo che gli succedesse qualcosa di male.
«Adesso che ne dici di parlare di qualcosa di più bello?» propose Alexis «Possiamo fare un sacco di cose».
Annuii «Va bene» risposi, ma non sapevo che così avrei firmato un contratto per la mia morte.

Passammo tutto il pomeriggio a fare qualsiasi cosa e a parlare di qualsiasi cosa. Alla fine, dopo aver evitato per un pelo di ritrovarmi con le unghie piene di smalto rosso sberluccicante, lasciai la casa di Alexis, promettendole che in quei dieci giorni ci saremmo viste molto spesso.
Raggiunsi a piedi la casa di Billy e Jacob e bussai alla porta, che si aprì quasi subito. «Oh, chi si rivede» commentò Jacob sorridendo divertito. «Tutto bene con la tua amica?» chiese spostandosi per lasciarmi entrare.
«Sì» sorrisi entrando e guardandomi intorno. Con un cenno ed un sorriso salutai anche Billy e Renesemee. «Avete mangiato, vero? Perché io, come ho scritto a Jacob, ho già cenato da Alexis».
«Sì» annuì Billy «Jacob ci ha riferito il tuo messaggio».
«Bravo, lupo» sorrisi divertita, dandogli una pacca sul braccio.
«Grazie» ridacchiò lui.
«Jake, mi racconti una storia prima di dormire?» chiese Renesmee, avvicinandosi a noi.
«Certo, piccola» rispose lui prendendola in braccio senza alcuna fatica.
«Non sono più piccola...» borbottò lei.
Jacob sorrise mentre la portava nella sua stanza. «Perché vuoi una storia, allora?».
«Perché... non lo so! Tu le racconti bene!» esclamò divertita, mentre li seguivo in silenzio.
«Va bene, ne conosco una bella» sorrise il licantropo sedendosi sul suo letto. Renesmee scese dalle sue braccia e si accoccolò vicino a lui, mentre io mi sedetti su di un altro letto, portato in quella camera per l'occasione. Io e la Nessie avremmo dormito lì, mentre Jacob sarebbe stato sul divano in salotto e Billy, normalmente, nella sua stanza. Lo spazio tra i due letti era davvero piccolo, visto che la camera non era molto spaziosa, ma, pur stando un po' stretti, andava bene così.
«Allora, sapete perché i lupi ululano alla luna piena?» chiese il licantropo.
«Perché si chiamano tra loro per sapere dove sono» rispose prontamente Renesmee.
«Concordo» dissi io mentre appoggiavo la schiena contro l'armadio alle mie spalle, per stare più comoda.
«No» sorrise Jacob «C'è una leggenda» disse prima di iniziare a raccontare la storia, con una voce calda, che riusciva perfettamente a farti entrare nella vicenda. «In una calda notte di estate di tanto tempo fa, un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso. In cielo splendeva una sottile falce di luna che giocava a nascondersi dietro soffici strisce di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.
Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all'argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:
"Cos'hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po'?".
"Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato... aiutami!" rispose il lupo, alzando lo sguardo verso di lei».
Sorrisi sentendo Jacob cambiare voce per impersonare quella acuta e femminile della luna e quella bassa e cavernosa del lupo.
«La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
"Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto" disse dolcemente al lupo in pena.
Dopo un po', piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull'orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ringraziò mille e mille volte la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
I lupi lo sanno, e, per questo, ululano festosi alla luna piena».
Sorrisi sentendo il racconto di Jacob e, verso la fine, chiusi anche gli occhi, cullata dalle sue parole.
«Bello...» sentii mormorare da Renesmee, prima che sbadigliasse.
«Buonanotte, ragazze» disse Jacob, sorridendo e, quando si alzò dal suo letto, riaprii gli occhi.
«Buonanotte, Jake» mormorò la bambina, prima di addormentarsi.
Sbadigliai e salutai Jacob. «Buonanotte» sussurrai. Appena uscì chiudendosi la porta alle spalle, mi alzai per mettermi il pigiama e tornai immediatamente nel letto. Quel lungo viaggio dalla nuova casa a Forks mi aveva completamente distrutta e mi addormentai subito.

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La vigilia di Natale la passai tutto il giorno a La Push.
Per pranzo andammo a casa di Seth, dove trovammo anche Leah, Sue e Charlie, e vi rimanemmo sino a sera. Per tutto il tempo parlai con Seth, mi era mancato davvero tanto. Alla fine, accennò anche alla scomparsa del fratellino di Andrea.
«Sì, è venuto a chiederci di aiutarlo» disse mentre eravamo seduti sul divano.
«E voi lo avete fatto, vero?» chiesi osservandolo.
«Dopo tutto quello che ti ha fatto e che ci ha fatto? Ma proprio col cavolo» rispose leggermente irritato.
«Ma... Kanai'i è un bambino» gli feci notare.
«E allora?» domandò Leah, difendendo la scelta di suo fratello e di Jacob «È andato in giro a dire che i licantropi sono pericolosi, che non si sanno controllare, che tutti i Quileute lo sono e tante altre stupidaggini, perché dovremmo aiutarlo? Se siamo pericolosi, è meglio che non ci avviciniamo ai bambini, no?».
La guardai contrariata «E se fosse stato in pericolo?».
«Non si vedono in giro vampiri pericolsi da quando siete andati via» mi fece notare gentilmente Seth.
«Ma sarebbero potuti arrivare, oppure Kanai'i sarebbe potuto essere in un punto raggiungibile solo da voi» dissi.
«Gli umani conoscono bene tutto il bosco. L'hanno trovato subito» rispose sempre Seth.
«Beh, non proprio subito» si intromise Charlie «Ma è stato trovato sano e salvo. Solo un po' infreddolito e con qualche graffietto dovuto alle cadute tra le sterpaglie del bosco» aggiunse per tranquillizzarmi.
«Quindi sta bene?» chiesi e Charlie, in risposta, annuì sorridendo. «Ok...» mormorai sentendomi in colpa. Non era colpa mia, lo sapevo, ma non mi sarei mai perdonata se fosse successo qualcosa a quel bambino.
Quando, qualche ora prima di mezzanotte, Renesmee si addormentò, tornammo a casa. Anch'io sprofondai immediatamente nel sonno, ma era molto agitato, pieno di immagini confuse e sensi di colpa. La storia del fratellino di Andrea doveva avermi turbata molto.

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Il giorno dopo, venni svegliata dalle urla felici di Renesmee: «È Natale! È Natale! E ci sono tutti!».
Mugolando assonnata e confusa, mi alzai stropicciandomi gli occhi e mi diressi nel piccolo salotto della casa, dove, stretti tra loro, trovai tutti quanti i vampiri della nostra famiglia. Carlisle, Esme, Alice, Jasper, Emmett, Rosalie, Edward e Bella.
Sorrisi felicemente stupita e li salutai uno ad uno, mentre ci auguravamo un "Buon Natale".
Avevano viaggiato nella notte ed erano arrivati solo da un'oretta.
Poco dopo, uscimmo per andare a pranzare a casa di Charlie, dove c'erano anche Sue, Seth e Leah.
Dopo aver mangiato, andai a guardare fuori dalla finestra la neve che, in mattinata, aveva iniziato a scendere copiosa. Senza accorgermene, sospirai ed iniziai a pensare.
La malinconia mi stava invadendo. Da lì a non molti giorni, saremmo tornati a casa, vicino a Londra.
Mi ritrovai a ricordare quando, ormai molto tempo prima, avevo passato il Natale con Andrea, mentre su di noi incombeva la minaccia dell'arrivo del Volturi. In quell'occasione, avevo incontrato i suoi parenti, compresa sua nonna, e avevo detto addio ad Alistair, uno dei testimoni, che aveva deciso di andarsene per non essere ucciso. Mi era dispiaciuto davvero tanto, mi ero affezionata a lui e gli ero molto grata per avermi salvata dal vampiro e dai due licantropi a New York.
In quella gita con la scuola avevo rischiato la vita due volte. Prima, avevo incontrato i tre tipi sconosciuti che mi avevano attaccata, e poi avevo incontrato due amici di Jasper, Charlotte e Peter, che non conoscevo e avevo rischiato di morire, dopo essere stata ferita da quest'ultimo.
Mi chiesi che fine avessero fatto quei due licantropi di New York, così simili a me. Alistair aveva detto di non averli uccisi. E chissà dove era finito lui; era convinto che fossimo stati sterminati dai Volturi?
Ricordai anche che, dopo aver passato il Natale da Andrea, ero tornata a casa con Edward, Bella, Renesmee e Jacob e ci eravamo trovati davanti un litigio. Amun, uno dei testimoni del clan egizio, stava accusando Carlisle poiché Benjamin, uno dei componenti del suo clan, era fermamente convinto ad aiutarci e, se necessario, a combattere con noi. Amun aveva paura che i Volturi avrebbero cercato di catturare Benjamin, visto che aveva un potere molto forte, e non voleva assolutamente partecipare ad una battaglia. Alla fine, però, si era rassegnato. Era rimasto con noi fino all'arrivo dei Volturi, aveva testimoniato che Renesmee non era una vampira, e poi era andato via con la sua compagna, Kebi.
Benjamin, invece, era rimasto e, se il combattimento fosse iniziato, stando alla visione di Alice, il suo talento -il controllo degli elementi- sarebbe stato di enorme aiuto.
Sorrisi mentre continuavo a guardare fuori. Mi ero affezionata davvero tanto a Benjamin, era uno dei vampiri più simpatici fra tutti i testimoni, e speravo di poterlo rivedere, un giorno.
«Chiara, andiamo a fare una battaglia di palle di neve, vieni?» domandò Seth, interrompendo i miei pensieri.
Mi accorsi in quel momento che aveva smesso di nevicare. Mi voltai verso di lui ed annuì sorridendo. «Arrivo» dissi.
Così passò velocemente anche il 25 dicembre.

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Gli altri giorni restai soprattutto con Brian, Alexis e Seth.
Il 31 dicembre, invece, venni trascinata da Seth ad una festa a La Push, quella che si teneva ogni anno e alla quale avrei visto anche Brian ed Alexis, con cui ero stata tutto il mattino, per passare il tempo.
Alla sera andammo sulla spiaggia, dove era stato allestito un grande falò.
"SERATA BARBECUE" lessi su uno dei volantini colorati attaccati agli alberi.
Sorrisi seguendo Seth e Jacob, che ci portarono dov'erano seduti tutti i licantropi di La Push.
Dopo averli salutati, ci sedemmo e Renesmee si accoccolò sulle gambe incrociate di Jacob.
La serata passò tranquillamente e, dopo aver cenato, raggiunsi Brian ed Alexis, come gli avevo promesso.
In un attimo arrivò la mezzanotte e, dopo il conto alla rovescia, ci fu il rumore di tante bottiglie di champagne che si aprivano e lo scoppio di qualche petardo, insieme a qualche fuoco d'artificio sparato verso l'oceano.
Ridendo, ci abbracciammo tutti quanti, augurandoci un buon anno.
Ma la mia attenzione venne presto attirata da un ragazzo. Era alto e mi dava le spalle, mentre parlava con Jeremy e Albert. Ad un certo punto si girò verso di me e i suoi occhi verdi mi guardarono con astio, aveva un'espressione fredda, di puro odio, che mi fece rabbrividire. Quando notò che lo stavo osservando, mi lanciò un'occhiata inceneritrice e fece un ultimo tiro dalla sua sigaretta. Soffiò il fumo verso il cielo, mentre la buttava a terra e la calpestava per spegnerla. Senza dire nulla, se ne andò con fare irritato.
Rimasi confusa da quel individuo, finché non realizzai una cosa. Ma... aspetta. Mi dissi. Quello era Andrea?
Se era lui, era davvero cambiato. Sembrava più alto e più muscoloso, con un lieve accenno di barba non tagliata che lo faceva apparire più adulto. Però... Andrea non fumava, lo sapevo bene.

§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Hellooo
Questo è sicuramente un capitolo noiosissimo, ma... mi serviva per concludere un'ipotetica prima parte della storia.
Infatti, vi avviso già che dal prossimo capitolo ci sarà un salto temporale di circa un anno! :)

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